Anche la Camera dà il via libera al Def

 Dopo quello di ieri pronunciato dal Senato, è arrivato, anche da parte dell’ Aula della Camera, il via libera al Def, il Documento di economia e finanza che è stato approvato con 419 voti a favore.

> Il Senato dà il via libera al Def

Nella Risoluzione la maggioranza ha così espresso la sua volontà di superare la rigida austerità di bilancio degli ultimi mesi, per aprire verso una politica che ripercorra la strada della crescita e dell’ occupazione. L’ obiettivo del Governo sarà dunque quello di continuare a razionalizzare la spesa pubblica, ma accanto alle misure di contenimento, si troverà anche spazio per accrescere gli investimenti produttivi e per alleggerire la pressione fiscale che al momento grava sulle spalle di famiglie e imprese.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha quindi ricordato che l’ approvazione del Def da parte del Parlamento è un passo sicuramente importante anche nei confronti degli incontri con Bruxelles che si verificheranno a breve.

Il primo passo, infatti, è comunque costituito dalla chiusura della procedura di disavanzo, ma successivamente ci si dedicherà ad una revisione del Def in relazione anche alle riforme strutturali annunciate dal Governo.

Baretta rassicura i Comuni sui soldi dell’IMU

 Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha rilasciato al Messaggero una intervista in cui ha chiaramente assicurato che il Governo troverà i soldi necessari per la compensazione del congelamento della rata IMU di giugno.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

Come è noto, infatti, il provvedimento che il Governo Letta si appresta a breve a ratificare tramite decreto, avrà un costo complessivo di 2 miliardi di euro, 2 miliardi su cui le amministrazioni locali e i Comuni italiani sperano di poter contare, chiedendo garanzie in merito.

Il vero costo dell’IMU

Il sottosegretario ha inoltre affermato che il blocco dell’ IMU di giugno non dovrà assolutamente costringere le amministrazioni ad operare tagli sui servizi ai cittadini, altrimenti l’ intero provvedimento rischierebbe di trasformarsi in uno svantaggio.

I Comuni, ha continuato il sottosegretario, dovranno considerare la compensazione IMU come un anticipo di cassa che la futura legge di Stabilità avrà il compito di risolvere e definire, una volta che l’ Italia sarà uscita dalla procedura europea.

Per quanto riguarda, invece, il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, Baretta ha confermato la necessità del recupero di circa 1 miliardo e mezzo di euro, come già annunciato da altri esponenti del Governo e la volontà di quest’ ultimo di procedere per gradi, in modo da non rendere necessaria alcuna manovra aggiuntiva.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

 Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha riferito ieri in Senato nel corso della discussione per l’ approvazione del Def, il Documento di economia e finanza, facendo luce su una eventuale possibilità per il recupero di quelle risorse necessarie a finanziare i provvedimenti – e le emergenze – del Governo Letta.

Il Senato dà il via libera al Def

Il Ministro ha infatti suggerito che l’ attuale calo dello spread, ovvero del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi, unito alla relativa calma dei mercati finanziari e alla riduzione dei tassi di interesse delle ultime settimane, potrebbero fornire alle finanze pubbliche italiane quelle risorse utili a finanziare, ad esempio, il congelamento dell’ IMU e le nuove erogazioni relative alla Cig, la Cassa Integrazione in deroga.

Saccomanni conferma la Nota di aggiornamento del Def

Ma allora, sulla base delle ottimistiche previsioni del Ministro Saccomanni, quanti  soldi sarebbe in effetti possibile recuperare dal calo dello spread? Dal momento che il Def è stato redatto dal Governo Monti nel mese di aprile quando lo spread si collocava su circa 308 punti, i soldi che in previsione sarebbe possibile recuperare nei prossimi 3 anni ammonterebbero fino a 7 miliardi (entro il 2015).

Una cifra considerevole, dunque, che permetterebbe all’ Italia di risolvere non pochi problemi relativi al recupero delle risorse. Purché lo spread resti, appunto, lì dove si trova ora, cioè sotto i 260 punti.

Ecco i presidenti delle Commissioni parlamentari

 Dopo alcuni giorni di attesa e dopo una serie di incontri tenuti tra i principali esponenti delle forze politiche italiane della maggioranza (PD, Pdl e Scelta Civica), nella giornata di ieri, martedì 7 maggio sono stati finalmente decisi e diffusi i nomi dei presidenti delle Commissioni permanenti di Camera e Senato.

> Ecco la nuova squadra di governo

Con la nomina delle ultime poltrone, dunque, la squadra di governo di Enrico Letta dovrebbe così essere al completo, se non fosse per alcune nomine che restano al momento ancora di difficile soluzione per la mancanza di un accordo tra le parti contendenti.

La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

Mancano, ad esempio, ancora all’ appello il nome del presidente della commissione Giustizia del Senato, per il quale non si è trovato un accordo su Nitto Palma, candidato Pdl, e della cui nomina si ridiscuterà proprio questo pomeriggio.

Non è stato poi raggiunto un accordo neanche sui nomi dei presidenti delle Commissioni che di norma spettano all’ opposizione, ovvero la Commissione di vigilanza sulla RAI e il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), sulla cui identità dovranno decidere nuovamente gli esponenti del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà.

Ecco quindi i nomi dei presidenti neo eletti:

I presidenti di Commissione eletti alla Camera

Francesco Boccia (PD) -> Commissione bilancio
Fabrizio Cicchitto (PdL) -> Commissione esteri
Daniele Capezzone (PdL) -> Commissione finanze
Giancarlo Galan (PdL) -> Commissione cultura
Francesco Paolo Sisto (PdL) -> Commissione affari costituzionali
Donatella Ferranti (PD) -> Commissione giustizia
Elio Vito (PdL) -> Commissione difesa
Guglielmo Epifani (PD) -> Commissione attività produttive
Pier Paolo Vargiu (Scelta Civica) -> Commissione affari sociali
Ermete Realacci (PD) -> Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici
Cesare Damiano (PD) -> Commissione lavoro
Michele Meta (PD) -> Commissione trasporti
Luca Sani (PD) -> Commissione agricoltura
Michele Bordo (PD) -> Commissione politiche UE

I presidenti di Commissione eletti al Senato

Anna Finocchiaro (PD) -> Commissione affari costituzionali
Mauro Marino (PD) -> Commissione finanze
Antonio Azzolini (PdL) -> Commissione bilancio
Pier Ferdinando Casini (UdC) -> Commissione esteri
Nicola Latorre (PD) -> Commissione difesa
Maurizio Sacconi (PdL) -> Commissione lavoro
Massimo Mucchetti (PD) -> Commissione industria
Altero Matteoli (PdL) -> Commissione lavori pubblici
Francesco Marinello (PdL) -> Commissione ambiente
Emilia Grazia De Biasi (PD) -> Commissione sanità
Roberto Formigoni (PdL) -> Commissione agricoltura
Andrea Marcucci (PD) -> Commissione istruzione e beni culturali.

Continua la crisi dell’editoria

 La crisi economica non dà pace al settore dell’ editoria. Continuano a spirare, infatti, venti di crisi sia per il gruppo RCS, sia per il gruppo Feltrinelli.

A RCS tira aria di crisi

Per quanto riguarda RCS, infatti, si apprende oggi da fonti finanziarie che se entro il 30 di giugno non verranno trovati dei singoli acquirenti per i 10 periodici cartacei che l’ azienda già da tempo ha messo in vendita (e cioè Novella 2000, Visto, A, Max, Astra, Ok Salute, Brava Casa, l’Europeo, Yacht & Sail e il polo dell’enigmistica), le testate verranno chiuse e ciò avrà come conseguenza la perdita di 110 posti di lavoro, tra cui 90 posizioni da giornalista.

Il Time è in crisi e vende People

Situazione di estrema precarietà anche per il gruppo Feltrinelli, che dal prossimo 10 giugno darà il via a 1.370 contratti di solidarietà della durata di un anno per altrettanti dipendenti dell’ azienda. L’ inizitiva riguarderà 102 punti vendita del gruppo e sarà finalizzata al recupero di 216 mila ore di lavoro annue, dal momento che l’ azienda ha sofferto nel 2012 un calo del 5% delle vendite nette, nonostante l’ apertura di altri punti vendita e anche il 2013 si prospetta come una anno particolarmente critico per il settore dell’ editoria.

L’economia italiana sommersa è pari al 21% del PIL

 La Visa ha recentemente diffuso i dati di una ricerca che scandaglia il mondo delle economie “sommerse” dei Paesi europei e i dati dello studio sono poi serviti a stilare una lista delle nazioni a più alto tasso di “nero”. 

Il fisco italiano è uno dei più “pesanti” d’Europa

Ebbene, in questa non molto edificante classifica l’ Italia è riuscita a guadagnare addirittura il terzo gradino del podio, posizionandosi per poco alle spalle di Turchia e Grecia, che hanno conquistato, rispettivamente, il primo e il secondo posto.

> Il gettito delle entrate tributarie nel primo trimestre 2013

Secondo la Visa, infatti, il volume dell’ economia sommersa italiana ammonterebbe ad un totale di 333 miliardi di euro, che costituiscono in realtà il 21% del PIL del Paese. Tanto per fare un utile confronto, i volumi di Turchia e Grecia arrivano invece rispettivamente al 27 e al 24% del relativo PIL, mentre si fermano molto dietro in questa scala le economie di altre nazioni europee come Francia, Germania, Svezia e Norvegia.

La ricerca della Visa prevede inoltre che nei prossimi mesi del 2013 il volume dell’ economia sommersa dell’ intera Europa raggiungerà il totale di 2.100 miliardi di euro, corrispondenti al 18,5% dell’ intera economia del continente.

Le principali cause di questo fenomeno sono, nell’ ordine, a detta degli esperti, il cospicuo uso del contante, il lavoro nero e non – dichiarato.

Mercato immobiliare italiano: il peggio è passato

Il mercato immobiliare in Italia ha perso molto terreno, soffrendo l’incombenza della crisi e l’incremento della tassazione degli immobili dopo l’introduzione dell’Imposta Municipale Unica.

Ora, però, il peggio pare sia passato. I risparmiatori italiani, a quanto pare, sono cautamente più ottimisti su ciò che riguarda il futuro andamento del mercato.

Stando ad un’analisi di mercato, il primo trimestre del 2013 vede un nuovo aumento del numero di chi pensa sia un buon momento per comprare casa. La propensione all’acquisto immobiliare torna a salire oltre la soglia psicologica del 50%, giungendo al 55%, ben sei punti percentuali in più rispetto ad un anno fa.

Siamo dunque dinanzi al primo risultato di un sondaggio sulla fiducia dei consumatori, il quale viene condotto trimestralmente su un campione di 12mila utenti del settore immobiliare.

C’è tuttavia da mettere in evidenza che cresce di 3 punti (al 72%) anche la percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere.

Per ciò che concerne la percezione dell’andamento dei prezzi degli immobili gli Italiani appaiono decisi: oltre il 60% del campione intervistato è convinto che questi caleranno ancora (era solo il 39,3% dodici mesi fa).

Il gettito delle entrate tributarie nel primo trimestre 2013

 Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze (MEF) ha rilasciato oggi, attraverso il consueto bollettino, i dati relativi al gettito delle entrate tributarie italiane per il primo trimestre dell’ anno 2013.

Le entrate dello Stato italiano per i primi tre mesi dell’ anno sono dunque state pari a 87.756 milioni di euro e hanno dimostrato solo una leggera flessione dello 0,3% rispetto ai dati relativi allo stesso periodo dell’ anno precedente.

Il fisco italiano è uno dei più “pesanti” d’Europa

Il Ministero ha così commentato, di conseguenza, che “nonostante il marcato deterioramento del ciclo economico, il gettito del primo trimestre 2013 è rimasto sostanzialmente in linea con quello dell’ analogo periodo dell’ anno precedente”.

> Una service tax al posto dell’IMU?

Andando più nello specifico, le entrate dirette nel corso dei primi tre mesi di quest’ anno hanno subito un incremento del 5,9% rispetto al 2012, come anche il gettito dell’ Irpef, cresciuta del 2,0%, soprattutto in seguito all’ aumento subito dalle ritenute sui redditi.

In calo, invece, nel primo trimestre del 2013, le imposte indirette, per cui il Ministero ha registrato una diminuzione del 7,4% , risultato in particolare da una flessione dell’ IVA (-8,6%), che però risulta aumentare del 2,1% nel settore del commercio al dettaglio.

Un calo del 9,8% ha interessato poi l’ IRES, seguito da quello delle entrate relative ai giochi (-8,7%).

Le entrate tributarie risultanti dalle attività di accertamento e controllo hanno infine prodotto un gettito pari a 1.554 milioni di euro.

Il Senato dà il via libera al Def

 Approdato questa mattina in Senato, il Def, il Documento di Economia e Finanza, è stato approvato con 209 sì, 58 no e 19 astenuti.Quello che è stato approvato questa mattina è la risoluzione di maggioranza sul Def, ossia la versione del documento presentata da Luigi Zanda (Pd), Renato Schifani (Pdl), Gianluca Susta (Scelta Civica), Mario Ferrara (Gal) e dal gruppo autonomie e già accolta dal Governo, alla quale mancano, quindi, le risoluzioni presentate da M5S e da Sel.
► Oggi il voto sul Def

Con questo documento sono stati indicati gli interventi prioritari per il Paese in termini economici e finanziari ed è con questo documento programmatico che l’Italia si presenterà all’Unione Europea. Le novità più importanti di questa versione del Def, rispetto alla prima presentata da Mario Monti, sono sicuramente l’eliminazione dei riferimenti a Silvio Berlusconi e allo stesso Mario Monti e, riguardo a quest’ultimo, anche l’eliminazione dei riferimenti alla politica economica di austerity.

Il nodi fondamentali sui quali si dovrà concentrare la politica economica italiana saranno:

la politica di contenimento e di razionalizzazione della spesa pubblica, i margini di flessibilità finanziaria che si renderanno disponibili con la chiusura della ‘procedura di disavanzo eccessivo’ dovranno essere utilizzati per accrescere gli investimenti produttivi e per attenuare il carico fiscale che attualmente grava sul lavoro, sulle famiglie e sulle imprese.

► Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

Il neo ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, dopo la chiusura della votazione, che il Def dovrà essere sottoposto ad aggiornamenti periodici in base alle reali esigenze del paese.

Le conseguenze del taglio del costo del denaro

 Sono passati solo pochi giorni da quando la Bce e il suo Governatore Mario Draghi hanno approvato un ulteriore taglio del costo del denaro, che ha così raggiunto nell’ Eurozona il suo minimo storico attestandosi su un tasso dello 0,5%.

>  La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5

Ma, per il mondo reale dell’ economia e finanza, e, in particolare, per investitori e  risparmiatori, che conseguenze ha comportato questa operazione, soprattutto in relazione a mutui, prestiti e depositi?

Draghi invita a ridurre la disoccupazione e la concentrazione dei redditi

A quanto sembra, dunque, i mercati finanziari, che da tempo si aspettavano un provvedimento simile, non hanno reagito con grande entusiasmo al provvedimento dell’ Eurotower, non ritenendolo forse lo strumento più adatto a promuovere la circolazione della liquidità.

Sul fronte dei mutui, invece, ne beneficeranno le famiglie che hanno scelto un prestito a tasso variabile, che avranno un risparmio sulla rata mensile di circa 1o o 15 euro al mese a patto che le banche non alzino contemporaneamente lo spread.

Per quanto riguarda, invece, i prestiti e i finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo, che hanno in genere tassi fissi decisi in anticipo, non cambierà purtroppo molto.

Infine, i conti deposito. Anche in questo settore, purtroppo, pochi entusiasmi: questi ultimi sono stati interessati, infatti, negli ultimi mesi da una progressiva erosione dei tassi di rendimento, che il taglio del costo del denaro non servirà probabilmente a compensare.