La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

 Il Governo Letta è pronto. Il neo Presidente del Consiglio Italiano Enrico Letta, ha presentato in conferenza stampa la lista dei ministri che comporranno il governo italiano.

Da domani – dopo che sarà avvenuto il giuramento nella sala delle feste del Quirinale ci sarà il giuramento – l’Italia avrà ufficialmente un nuovo Governo.

21 ministri, di cui 8 senza portafoglio. Quindi il numero dei ministri è aumentato rispetto al Governo Monti (da 18 a 21), ma ciò che fa discutere non è solo questo: nelle fila del nuovo esecutivo c’è una preponderanza di ministri provenienti dalle fila del PDL, mentre mancano del tutto ministri del Movimento 5 Stelle.

Punto a favore: la forte presenza di donne, tra le quali anche la prima donna di colore al Governo italiano, che è stata insediata al Ministero dell’Immigrazione.

La lista dei Ministri del nuovo governo Letta

Presidente del Consiglio: Enrico Letta

Sottosegretario alla presidenza del consiglio: Filippo Patroni Griffi

Vicepresidente del Consiglio: Angelino Alfano

Ministro dell’Interno: Angelino Alfano

Ministro degli affari europei: Enzo Moavero Milanesi

Ministro Autonomie: Graziano Del Rio

Ministro coesione: Carlo Trigilia

Ministro per i rapporti: Dario Franceschini

Ministro per le riforme Costituzionali: Gaetano Quagliariello

Ministro delle pari opportunità: Josefa Idem

Ministro dei beni culturali: Massimo Bray

Ministro della Pubblica amministrazione: Giampiero D’Alia

Ministro dell’Economia: Fabrizio Saccomanni

Ministro dello Sviluppo: Flavio Zanonato

Ministro delle Infrastrutture: Maurizio Lupi

Ministro delle politiche agricole e forestali: Nunzia De Girolamo

Ministro del Lavoro: Enrico Giovannini

Ministro dell’istruzione: Maria Chiara Carrozza

Ministro della Salute: Beatrice Lorenzin

Ministro dell’Ambiente: Andrea Orlando

Ministro degli Esteri: Emma Bonino

Ministro della giustizia: Anna Maria Cancellieri

 

Prima rata Imu 2013: problematiche su possibile abolizione e aliquota

 Il tempo stringe. I Comuni italiani hanno tempo fino al 16 maggio per decidere con quale aliquota si dovrà pagare la prima rata dell’Imu prevista per il 2013. A complicare la situazione c’è il problema del Governo, che si sta formando in queste ore, e le richieste del Pdl che vorrebbe far eliminare la tassa sugli immobili almeno sulla prima casa e provvedere al rimborso di quanto pagato nel 2012.

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Molti studi hanno già dimostrato che l’abolizione dell’Imu, così come richiesta dal Pdl, potrebbe comportare diverse problematiche per le casse dello stato, in quanto verrebbe a mancare uno quota importante del gettito fiscale dello Stato, necessario a rimanere sulla giusta direzione per raggiungere il pareggio di bilancio.

Ma non solo. In questi giorni è stato pubblicato un ‘ulteriore ricerca condotta dal Nens, il centro studi fondato dall’ex ministro Vincenzo Visco con Pier Luigi Bersani, che evidenza come un’abolizione generalizzata dell’Imu sulla prima casa sarebbe a beneficio solo dei più ricchi. Infatti, secondo lo studio, il 20% dei contribuenti più ricchi ha versato il 44,6% del totale dell’imposta, a fronte di un 2,4% della contribuzione totale delle fasce di popolazione meno abbienti.

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Dai Caf – centri di assistenza fiscale – inlotre, arriva in queste ore un’altra richiesta al Governo che potrebbe facilitare la risoluzione delle problematiche alle quali stanno cercando di far fronte, prima tra tutte la compilazione della dichiarazione dei redditi e, quindi, le percentuali di pagamento con le quali si dovranno confrontare i cittadini: pagare l’Imu con le stesse dinamiche impositive dello scorso anno e rimandare qualsiasi decisione in merito al futuro, una volta che tutte le questioni in merito saranno chiarite.

 

Salasso Iva: l’aumento di luglio farà spendere 103 euro in più a famiglia

 Da l 1° luglio 2013 l’aliquota Iva passerà dall’attuale 21% al 22%. Un aumento di un solo punto percentuale, quindi anche abbastanza irrisorio, se non fosse che l’Iva si applica a quasi tutto ciò che finisce nel paniere dei consumi degli italiani e, quindi, sarà l’ennesimo salasso per le finanze degli italiani.

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Tra i beni e i servizi del paniere dei consumi che saranno interessati all’aumento dell’Iva ci sono vino e birra, carburanti, riparazioni auto, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer.

Secondo la Cgia di Mestre questo aumento dell’Iva comporterà un parallelo aumento della spesa di 103 euro a famiglia, con un costo complessivo a carico dei consumatori di 2,1 miliardi di euro, che arriverà a toccare i 4,2 miliardi nel 2014. Nello specifico la Cgia di Mestre stima che, partendo dal presupposto che le abitudini di spesa degli italiani rimangano immutate, per un nucleo famigliare composto da 3 persone l’aggravio medio annuo sarà di 88 euro; per una famiglia di 4 persone l’ incremento medio annuo sarà di 103 euro.

Unica consolazione, almeno al momento, è il fatto che l’aumento dell’Iva interesserà solo il seconde semestre dell’anno per cui gli aumenti stimati dalla Cgia sono da considerarsi dimezzati: 44 e 51,5 euro rispettivamente.

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La Cgia ricorda inoltre che l’aumento dell’aliquota Iva ordinaria non peserà sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari, la sanità, l’istruzione, la casa, tutti beni ai quali si applica l’IVA al 10% o al 4%, o non si applica affatto.

Il Movimento 5 Stelle svela gli stipendi

Fino ad oggi c’è stato il massimo riserbo circa i finanziamenti dati al Movimento 5 Stelle. Ora però Grillo e company dovranno far sapere come si comporteranno in relazione alla prima busta paga da parlamentari. Qualcuno continua a criticare la particolare modalità di trasparenza del movimento, additandola come trasparenza ad intermittenza.

La volontà di Grillo è da sempre quella di equilibrare la busta paga dei parlamentari, portandola ad essere vicina a quella dei cittadini.

Vale la pena ricordare che per l’Istat, il reddito medio degli italiani durante lo scorso anno è stato di diciottomila euro. Un reddito di poco superiore a quello che percepisce un deputato italiano in un solo mese, e poco meno, invece, di quanto, in base ai dettami M5S (contenuti nel “Codice di comportamento degli eletti del Cinque stelle in Parlamento”) spetterà a un deputato grillino. In conclusione, tirando le somme, la busta paga mensile dell’onorevole a Cinque Stelle sarà di circa 11.000 euro.

Grillo, infatti, ha fatto richiesta ai suoi parlamentari di rinunciare alla metà dell’indennità parlamentare che invece di essere di 10.435 euro (quasi 5mila euro netti) dovrà essere di 5.217 euro (circa 2.500 euro netti).

Per quanto riguarda invece i spesa è valido il via libera contemplato dal suddetto Codice. Il resto dei compensi dunque rimarrà intatto, con buona pace della promessa elettorale di accontentarsi della sola indennità.

Ecco come sono i nuovi imprenditori italiani

 Il Centro Studi di Unioncamere ha studiato le 384 mila nuove imprese nate in Italia nel 2012 e ha ricostruito l’immagine dell’imprenditore italiano della nuova generazione: giovani e diplomati, hanno pochi soldi a disposizione per aprire la loro azienda che si configura, nella maggior parte dei casi, come unica soluzione alla mancanza di lavoro.

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Sulle 384mila imprese che sono state iscritte nei Registri delle Camere di commercio nel 2012, secondo lo studio di Unioncamere, sono 172mila le “vere” nuove imprese attive, ossia le imprese che nascono indipendenti e non come costole imprese già esistenti. Gli imprenditori che hanno deciso di affrontare questa sfida sono per la maggior parte uomini (74% del totale) e italiani (87% del totale degli imprenditori, ai quali si affianca l’8% di imprenditori extracomunitari e il 4% di comunitari) e hanno a disposizione una quota compresa tra i 5 e i 10 mila euro per dare vita alla loro nuova attività.

Non sono pochi, quindi, gli italiani che decidono di darsi all’imprenditoria individuale, ma di fronte a loro, nonostante lo spirito di iniziativa, si prospetta una situazione molto difficile. Per la maggior parte di loro, infatti, la crisi economica è un ostacolo alla crescita della loro idea, poi ci sono, come ostacoli alla realizzazione dell’impresa, la difficoltà di inserimento nel mercato individuato e la concorrenza.

► Una nuova burocrazia per il nuovo governo

 

Difficile, poi, il rapporto con le istituzioni: la burocrazia, infatti, viene indicata come una delle più grandi criticità dal 25% degli intervistati.

Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

 Il clima di tensione generatosi negli ultimi tempi a causa della crisi economica ha avuto i suoi effetti anche sulle riscossioni di Equitalia. Secondo la Corte dei Conti, infatti, nel 2011 ha visto calare le sue entrate derivanti dalla riscossione da ruolo da 8,9 miliardi di euro a 8,6.

► Equitalia è meno cara

La responsabilità di questo calo, secondo i Conti, sarebbe del clima di tensione nato dalla crisi economica che si è manifestato nel secondo semestre del 2011. Questo clima teso ha spinto Equitalia a frenare sensibilmente le attività cautelari ed esecutive.

Secondo la relazione finanziaria stilata dalla Corte dei Conti, la riscossione da ruolo da parte di Equitalia ha subito un forte decremento soprattutto negli incassi da ruoli degli enti previdenziali (-7,3%). A livello territoriale, invece, è il Lazio la regione che ha fatto registrare il decremento più forte, con un -2,6% del 2011 sul 2010. Un calo comunque bilanciato dall’aumento delle stesse riscossioni in Lombardia +6,9%.

► Equitalia annuncia novità nelle procedure

Nella relazione fiscale, comunque, la Corte dei Conti evidenzia come, anche se si è verificato questo abbassamento delle riscossioni, le attività maggiori di Equitalia si sono concentrate nei confronti dei ‘grandi debitori’, ossia verso coloro che hanno morosità superiori ai 500.000 euro, che ha portato ad un recupero di 1,6 miliardi, il 18,5% del totale degli incassi da ruolo.

 

Un conto corrente per versare le indennità dei grillini

 Lo hanno annunciato, come è uso per i grillini, tramite social nertwork: il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, ha postato sulla sua pagina Facebook la lettera inviata da lui e anche dai segretari Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino a Laura Boldrini, presidente della Camera.

► Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Quello che i deputati del Movimento 5 Stelle chiedono è di istituire un conto corrente per poter versare le indennità e le spettanze che loro non percepiranno, perché auto-tagliate. E’ una fetta abbastanza importante dello stipendio dei deputati alla quale i grillini hanno deciso di rinunciare, come primo passo per quello che è stato uno dei capisaldi della loro campagna elettorale, ossia la riduzione dello stipendio dei parlamentari.

Per legge queste indennità non possono essere lasciate nelle casse dello Stato, quindi i deputati hanno deciso che la soluzione migliore fosse quella di aprire un apposito capitolo di bilancio e un conto corrente dove versare queste somme, la cui destinazione, come si legge nella lettera, sarà da decidere di comune accordo con la presidenza. Il conto, naturalmente, è a disposizione di tutti i parlamentari che vogliano seguire l’esempio.

I grillini hanno deciso, quindi, di iniziare a mettere in pratica quanto detto in campagna elettorale, anche dopo le tante critiche arrivate loro a causa della presunta immobilità che avevano mostrato una volta raggiunto l’obiettivo. E la presidente del gruppo Roberta Lombardi lancia una sfida:

► La questione del reddito di cittadinanza

Questa è la partita oggi. I nostri stipendi. Apriamo un conto e vediamo chi altro dei partiti lo fa.

Le misure del nuovo piano anti – burocrazia

 Uno dei primi compiti che il nuovo governo si troverà ad affrontare sarà quello di semplificare e snellire ulteriormente il pesante apparato della burocrazia italiana, secondo termini e modalità ancora più profonde e strutturali di quelle applicate dai precedenti governi.

> Calendario in 15 tappe per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

Proprio per questo motivo si parla in questi giorni della preparazione di un certo piano anti – burocrazia che raccolga al suo interno tutti i possibili provvedimenti che potrebbero essere presto applicati per rendere l’ organizzazione e le strutture della Pubblica Amministrazione italiana più dinamiche ed efficienti.

> Una nuova burocrazia per un nuovo governo

Ma quali sono, nello specifico, le misure e i provvedimenti che saranno adottati a tale scopo? Per il momento le proposte sono relative a quattro interventi strutturali:

  1. l’eliminazione di tutte le autorizzazioni non indispensabili, così come suggerito anche dal documento redatto dai saggi, che dovrebbe far seguito però ad una corretta valutazione dell’effettivo perso burocratico di ogni attività. Semplificazione e nuova ondata di liberalizzazioni, dunque, per dar nuovo slancio anche all’economia
  2. la possibilità per le aziende creditrici della PA di ricorrere ad un indennizzo contro le lentezze della macchina burocratica
  3. l’adozione di un metodo standard in edilizia per la Segnalazione di inizio attività (Scia)
  4. l’unificazione dei documenti di riconoscimento (CF, CI, TS)
  5. la misurazione e la valutazione dell’attività dei dipendenti pubblici di ogni livello

Una nuova burocrazia per il nuovo governo

 L’esecutivo non è ancora stato formato, ma tutte le forze politiche in causa, e soprattutto il nuovo Presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta, sono d’accordo almeno su un punto fondamentale: che la burocrazia italiana ha ancora bisogno di una buona dose di semplificazioni, semplificazioni che vadano a modificare in modo strutturale le procedure e l’interna organizzazione degli apparati della Pubblica amministrazione.

>Pagamento obbligatorio entro trenta giorni per la Pubblica Amministrazione

I punti salienti della nuova organizzazione della burocrazia italiana dovrebbero essere la cosiddetta opzione zero, ovvero la cancellazione di tutte le autorizzazioni e le richieste non indispensabili e la possibilità per i cittadini e per le imprese di accedere ad un risarcimento, o meglio ad un indennizzo qualora le Pubbliche Amministrazioni non provvedessero a liquidare i pagamenti nei tempi precedentemente stabiliti.

> Le nuove regole di trasparenze per le Pubbliche Ammnistrazioni

Tra gli altri possibili provvedimenti di semplificazione, inoltre, figura anche un nuovo sistema per monitorare e valutare l’operato dei dipendenti e dei dirigenti pubblici.

Tutti questi interventi strutturali, dunque, potranno entrare a far parte del nuovo piano anti – burocrazia promosso dal nuovo governo, piano che tra l’altro trova il completo appoggio dei saggi nominati dal Presidente della Repubblica e dell’ uscente Ministro, competente per il settore PA, Filippo Patroni Griffi..

Dove trovare i soldi per abolire l’IMU?

 Nel corso delle consultazioni che si sono tenute durante la giornata di ieri tra i principali esponenti delle forze politiche italiane e il neo incaricato Presidente del Consiglio Enrico Letta sono emerse posizioni sostanzialmente differenti in relazione la futuro dell’ IMU.

Il Pdl ha infatti manifestato la sua disponibilità ad abolire la tassa sugli immobili, come ha spiegato anche il Segretario Angelino Alfano, per tenere fede agli impegni assunti con gli elettori durante la campagna elettorale.

> Il Pdl vorrebbe cancellare l’IMU sulla prima casa

Di diverso parere, invece, sono apparsi i rappresentanti del Pd e di Scelta civica, che propongono semplicemente di apportare delle future modifiche alla legislazione inerente il versamento del tributo.

Il nocciolo dell’intera questione, tuttavia, al di là delle reciproche posizioni assunte dalle diverse forze politiche resta dove effettivamente trovare le risorse economiche necessarie alla cancellazione della tassa.

L’IMU è infatti un tributo che assicura alle casse del fisco italiano risorse per oltre 20 miliardi di euro (23,7 miliardi nel 2012), di cui 4 in arrivo solo dalle prime case. Secondo i rappresentanti del Pdl, tra cui Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, il rimborso dell’IMU potrebbe essere effettuato con l’emissione di Titoli di Stato a 10 anni.

> L’IMU sarà una tassa permanente

Ma è anche vero che il gettito dell’IMU compare nel Def consenento a Bruxelles e, in mancanza di questo, ci sarebbe la necessità di coprirlo con ulteriori manovre per tener fede agli impegni europei.