Evasione da sei miliardi in Campania

 L’Agenzia delle Entrate ha recentemente individuato una maxi evasione fiscale ai danni della Regione Campania che ammonterebbe ad una cifra di circa 6 miliardi, evasa in totale nel giro di tre anni.

Per questo motivo, dunque, nella regione partenopea scatteranno presto, come subito annunciato dallo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, controlli a tappeto per il recupero dei soldi. Soldi, che, tra le altre cose andranno ad incrementare quel totale mancante di 180 miliardi di euro che è stato richiesto dalla Comunità Europea.

Patto anti-evasione di cinque paesi dell’UE

Nel frattempo tuttavia, la ricchezza evasa dai tributi statali va probabilmente ad incrementare le casseforti segrete di migliaia di famiglie e imprese, che godono oggi di detrazioni ed esenzioni che, in base al vero reddito, in realtà non gli spetterebbero.

E così l’arma messa in campo dall’Agenzia delle Entrate per sanare questa incresciosa situazione sarà  il famigerato redditometro, che, attivo da marzo scorso, sarà utilizzato solo nei casi più eclatanti ma servirà per appurare l’effettiva consistenza dei requisiti patrimoniali per accedere alle agevolazioni fiscali.

> Befera chiarisce ancora sull’utilizzo del redditometro

Sulle modalità con cui risolvere una volta per tutte il problema dell’evasione fiscale in Campania interviene anche Moretta, direttore uscente dell’Agenzia delle Entrate, il quale ritiene necessaria una task force europea per individuare i capitali esportati all’estero.

La Fornero non si ricandiderà

 Non ci sarà per l’Italia e per il  suo futuro governo un Fornero – bis, cioè una ricandidatura da parte dell’attuale, uscente, Ministro del Welfare Elsa Fornero.

E il motivo lo ha spiegato il Ministro stesso in occasione dell’apertura del Forum Lavoro 2013 organizzato dal Sole-24 Ore e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Chi infatti realizza delle riforme così importanti nel mondo del lavoro e in quello pensionistico, come quelle firmate da lei stessa, non può che diventare un Ministro impopolare.

Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

Due poi sono stati gli altri temi principali che il Ministro ha toccato nel corso del suo discorso: il problema degli esodati e la riforma del mercato del lavoro.

Come cambia la pensione anticipata con la Riforma Fornero

In merito alla prima questione Elsa Fornero si è dichiarata ancora una volta particolarmente rammaricata dal disagio e dalle preoccupazioni che stanno ancora interessando il popolo dei cosiddetti esodati, fetta pensionistica la cui effettiva ampiezza, a tutt’oggi, a detta del Ministro non resta affatto prevedibile.

Quanto al secondo tema, invece, quello della riforma del mercato del lavoro, il Ministro ha tenuto a spiegare nel suo discorso, la riforma ha rappresentato un impegno preso con l’Europa ma in Italia sono mancate le giuste riusorse economiche per vararla nella maniera più ottimale: il costo del lavoro, nel Paese, è e resta troppo elevato.

Possibile bancarotta italiana in autunno

 In una intervista rilasciata questa mattina al tabloid tedesco Bild, Beppe Grillo, da sempre restio a concedere le proprie confessioni alla stampa italiana, espone la propria visione dell’economia del Paese Italia per i mesi del prossimo autunno.

> Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

Secondo il leader e ispiratore del Movimento Cinque Stelle, infatti, durante il prossimo autunno l’Italia si troverà sull’orlo della bancarotta, con un numero altissimo di piccole e medie imprese costrette al fallimento e il governo a corto di soldi per pagare pensioni e stipendi.

Previsioni non certo rosee, dunque, quelle affidate da Beppe Grillo alla stampa estera, alla quale ha parlato anche dei dati ufficiali delle Quirinarie che il Movimento Cinque Stelle ha promosso online nei giorni passati.

In Italia arriva la bufera Napolitano

Ebbene, secondo le stime ufficiali, leggibili anche attraverso il blog di Grillo stesso, le persone che in totale hanno partecipato a questa inedita prova elettorale telematica sono state 48.292 e fra queste 4.677 avevano votato per il candidato M5S favorito Stefano Rodotà quale futuro Presidente della Repubblica Italiana.

Ma in seguito al diverso esito delle elezioni presidenziali, Grillo oggi ha definito la rielezione di Napolitano un subdolo colpo di stato, sottolineando l’esistenza di un forte malcontento in Italia che il Movimento stesso riesce a stento a tenere a freno.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

 L’Imu, la tanto odiata tassa sulla casa, ha rappresentato un importante fonte di incasso per le casse dello stato. Il suo gettito è servito per portare l’Italia sulla strada del pareggio di bilancio, uno degli obiettivi che l’Europa ha posto come prioritari per il risanamento dell’Italia.
► Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Ora che però il governo che l’ha creata sta per finire il suo mandato, in molti hanno sperato che l’Imu potesse essere cancellata e questa possibilità è stata molto sfruttata ai tempi della campagna elettorale.

Ma adesso è arrivata la gelata di Bankitalia, che ha parlato per voce del direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali Daniele Franco, il quale, durante l’audizione di fronte alle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato: l’Imu può essere eliminata solo nel caso in cui fosse sostituita da un’imposta di pari valore, ossia un’imposta che porti allo stato lo stesso gettito della tassa sugli immobili.

Infatti, continua Franco, per poter sperare di raggiungere il pareggio di bilancio quel gettito è fondamentale e non è possibile sperare di arrivare all’obiettivo senza. Quindi, nulla di fatto, anche se lo stesso Franco parla della possibilità di una riforma del catasto per poter, almeno, eliminare le iniquità insite nella tassazione sugli immobili:

► Senza Imu niente pareggio dei conti

Il mantenimento del pareggio di bilancio strutturale nel triennio 2015-17 richiederà pertanto interventi correttivi a partire dal 2015 che il Def quantifica in circa 0,2 punti percentuali del Pil all’anno per tre anni.

Le priorità per il nuovo governo secondo Squinzi

 In una intervista tenuta ai microfoni di Radio Uno Rai il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha segnalato al mondo politico quali dovrebbero essere le priorità per il governo che dovrà nascere a breve.

Come Squinzi si è trovato più volte a ribadire anche nelle settimane passate, uno dei primi impegni della nascente coalizione politica dovrebbe essere a suo giudizio rappresentato dalla risoluzione definitiva del problema dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni, una questione di primaria importanza per l’economia italiana che tuttavia non ha ancora trovato soluzione.

Calendario in 15 tappe per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

Il secondo punto all’ordine del giorno, invece, dovrebbe essere rappresentato dalla riduzione del costo del lavoro e all’interno di questo tema specifico, dalla necessaria abolizione dell’ IRAP, una tassa ingiusta che al giorno d’oggi grava sulle spalle già provate delle imprese.

Giorgio Squinzi chiede azioni forti al nuovo governo e boccia Grillo

Secondo il Presidente di Confindustria, dunque, questi provvedimenti potrebbero agevolare entro la fine dell’anno almeno una debole ripresa economica, ripresa che appare possibile, però, a patto che il mondo della politica e quello dell’economia cooperino per riportare l’intero universo degli scambi e dei profitti sui binari dell‘economia reale.

Il presidente di Confindustria, inoltre, intravede in Napolitano la giusta figura istituzionale in grado di agevolare questo processo, anche se ritiene indispensabile in questa situazione estrema disponibilità alla concertazione da parte di tutte le rappresentanze e le parti in causa.

Stime Eurostat sul debito pubblico italiano

 A confronto con le rilevazioni dello scorso Febbraio, il rapporto debito – PIL per l’Italia è “sceso” oggi al 127%, perdendo un paio di punti percentuali rispetto al precedente 129%. Contemporaneamente, tuttavia, il rapporto tra il deficit e il PIL italiano risulta invece cresciuto di poco, arrivando a toccare la soglia del 3% rispetto al precedente 2,9%.

Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Sono questi, dunque, gli ultimi dati statistici diffusi da Eurostat. Dati ancora più importanti per il fatto che il valore relativo al rapporto deficit – PIL viene utilizzato dalla UE come parametro per la chiusura della procedura per deficit eccessivo, che, iniziata nello scorso 2009, troverà il suo compimento solo entro la fine del prossimo anno.

Debito pubblico ancora sopra i due miliardi

A quella data, infatti, il valore dovrebbe essere inferiore alla soglia del 3%. L’Italia, dunque, al momento appartiene a quella lista di 16 Paesi che hanno un deficit superiore al 3%, ma a detta degli esperti, è sulla buona strada per ottenere la chiusura della procedura, considerando che verranno effettuati tutta una serie di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Ma in Europa, dice l’Eurostat, vi sono anche Paesi che sono ben al di sopra della soglia del 3% nel rapporto deficit – PIL, e tra questi ultimi vi sono la Spagna, la Grecia, l’Irlanda, la Francia e il Portogallo.

Gli Italiani fanno la spesa nei discount

 Il 70% degli italiani fa ormai regolarmente la spesa nei discount, dove spera di risparmiare almeno qualcosa sul totale dello scontrino, a cominciare dalle spese per l’alimentare.

Ma quello del cibo non è poi l’unico settore investito dai tagli “compensativi e necessari” che le famiglie italiane sono costrette ad operare in una situazione di ancora piena crisi, per ridurre l’ammontare mensile delle spese.

> Vendite al dettaglio, bene solo i discount

Anche il settore della salute è colpito da un analogo regime di austerity familiare, dal momento che si tende un po’ ovunque ad azzerare le spese mediche. Alla salute si continua a pensare, sì, ma solo nei casi di estrema necessità.

Il debito della sanità pubblica

Sono questi i dati diffusi oggi dall’Istat e che hanno per così dire fotografato il cambiamento dei consumi degli Italiani negli ultimi cinque anni.

Più di sei famiglie italiane su 10, dunque, si rivolgono oggi ai negozi low cost per le loro necessità quotidiane, e più di 7 famiglie su 10 a partire dal 2007 hanno modificato la qualità e la quantità dei prodotti acquistati.

Nel ramo salute, invece, si cerca di spendere solo per i medicinali, eliminando il superfluo rappresentato da analisi mediche e indagini cliniche procrastinabili.

Tutti questi dati sono stati confermati anche dal Presidente dell’Istat Giovannini, che ha però segnalato anche un generale rialzo della fiducia dei consumatori (da 85,3 a 86,3% rispetto al mese precedente).

Come si apre una Partita IVA online

 La Partita IVA è assolutamente indispensabile al fine di poter esercitare un’attività lavorativa in maniera autonoma.

Al giorno d’oggi, tuttavia, c’è un’informazione che non è arrivata a tutti, per cui è necessario ribadirla. Sono infatti moltissimi i lavori autonomi (liberi professionisti, artigiani etc), i quali ignorano il fatto che non è più necessario rivolgersi presso gli usuali uffici dell’Agenzia delle Entrate e come da procedura sottoporsi alle estenuanti file per l’apertura di una Partita IVA.

Alcune cose sono cambiate. Da un pò di tempo, infatti, è possibile avviare la procedura comodamente seduti dinanzi alla propria postazione pc a casa propria. Come? E’ possibile, in altri termini aprire una Partita IVA direttamente via web, on line, in maniera semplice, veloce e capace di far risparmiare molto tempo ai lavoratori autonomi. Un tempo che gli stessi lavoratori autonomi possono naturalmente utilizzare in altre attività più dispendiose, senza perdere una giornata di lavoro per recarsi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e fronteggiare lunghissime file.

Allo scopo di conoscere meglio le procedure per l’apertura di una Partita IVA direttamente online, è possibile leggere tutti i consigli di questa mini-guida. Senza la pretesa di essere esaustiva al cento per cento, infatti, questa piccola guida ha lo scopo di volere essere d’aiuto a tutti coloro che sono nella posizione di aspiranti lavoratori autonomi. La guida, ricca di consigli, si rivolge in altri termini a coloro i quali hanno manifestato o manifestano ancora oggi la necessità di lavorare con la partita Iva.

La grande novità, attiva da qualche tempo a questa parte, è che la Partita IVA può essere aperta anche on line. Ecco come:

Registrazione presso i servizi  telematici Entratel e Fisconline dell’Agenzia delle Entrate

Al fine di aprire la partita Iva on line è, anzitutto, fondamentale ed obbligatorio registrarsi presso i servizi telematici Entratel e Fisconline dell’Agenzia delle Entrate. Una volta perfezionata in maniera corretta questa procedura, per gli utenti sarà possibile avviare la richiesta formale di apertura di una Partita IVA.

Selezione e compilazione del modello più adatto alle esigenze del lavoratore autonomo

Il primo passo, anche esso obbligatori, si configura nella selezione del modello da compilare. Il modello da scegliere deve essere quello che più si adatta alle esigenze del lavoratore autonomo. Per selezionare questo modello è necessario andare andiamo sul sito dell’Agenzia delle Entrate, alla pagina http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Partita IVA/.

Selezione tra due tipologie di documenti

Entrando nel sito dell’Agenzia delle Entrata e raggiungendo la pagina sopraindicata sarà possibile notare che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione degli utenti ben due tipologie di documenti.
La prima tipologia di documento è rappresentata dal modello AA9. Questo modello deve essere utilizzato nel caso in cui si desideri avviare una attività di lavoro autonomo come libero professionista o come ditta individuale. Il secondo modello è il modello AA7. Questo modello, invece, va utilizzato nel caso in cui si decida di effettuare l’apertura di nuova attività imprenditoriale o di un soggetto giuridico differente rispetto alla persona fisica.

Compilazione e invio online del modulo selezionato

L’ultima fase per l’apertura online di una Partita IVA è la seguente. Anche per questa fase c’è bisogno di una connessione ad internet funzionante. Una volta selezionato il modulo che fa al caso proprio, è possibile scaricarlo sul proprio Personal Computer.
Occorre, successivamente, compilare il modulo on line. Dopo averlo fatto sarà possibile inviarlo,direttamente on line, seguendo le procedure indicate nel menu a sinistra della pagina relativa alla sezione “compilazione ed invio”. Una volta effettuato l’invio del modulo il sistema invierà una comunicazione di accettazione o diniego che sarà possibile visualizzare sul sito accedendo nella propria pagina di iscrizione ai servizi telematici Entratel.

Befera chiarisce ancora sull’utilizzo del redditometro

 Il Redditometro entrerà in vigore a maggio nella sua versione semplificata.

Le polemiche su questo nuovo strumento del quale si è dotata l’Agenzia delle entrate per dare la caccia agli evasori fiscali sono state tante, in alcuni casi si è messa in dubbio la sua stessa costituzionalità, ma alla fine entrerà in vigore e partirà la caccia all’evasione.

► Giudice napoletano boccia il redditometro

Per questo il direttore stesso dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha voluto chiarire ulteriormente quali sono i limiti di azione del Redditometro e gli scopi per il quale verrà utilizzato. Secondo Befera i cittadini possono stare tranquilli: il Redditometro sarà infatti utilizzato solo nei casi in cui si rende manifesta una grande incoerenza tra i redditi dichiarati e le spese effettuate.

In pratica si cerca di stanare i grandi evasori, coloro che hanno una capacità di spesa notevolissima non giustificata da altro.

Inoltre, sempre secondo lo stesso Befera che è intervenuto sull’argomento  Napoli per un forum organizzato dall’ordine dei Commercialisti partenopei, si darà ampio spazio al contraddittorio: per qualunque caso sospetto di evasione, infatti verrà data la possibilità al cittadino di dimostrare le motivazioni di acquisti effettuati senza il relativo reddito a disposizione:

► Cambiano le spese, attenti al redditometro

Possono esserci tanti motivi per cui si acquisisce reddito. Per esempio, quei redditi che sono esenti e non devono essere posti in dichiarazione. Ma ci sono anche tanti casi che vengono segnalati di persone che viaggiano a livelli spesa elevatissimi  e magari hanno agevolazioni dallo Stato perché non dichiarano nulla. Questi sono quelli che vogliamo colpire.

 

Basta ai pignoramenti delle pensioni e degli stipendi in banca

Pochi giorni fa a Ballarò fu sollevato da alcuni deputati del PD il problema del pignoramento di pensioni e stipendi versati in banca da parte di Equitalia. Un problema grave e molto sentito, soprattutto per i pensionati che si sono visti costretti a doversi far accreditare le pensioni su conto corrente bancario o postale per effetto della legge anti-evasione.
► Il pignoramento di stipendi e delle pensioni è un problema da risolvere

Infatti, e questo è problema comune tanto quanto a pensionati che a stipendiati, una volta che lo stipendio o la pensione sono versati in banca sono considerati da Equitalia come parte del risparmio e quindi passibili di pignoramento in caso di debiti insoluti.

Ma quei soldi, in realtà, sono di primaria necessità per pensionati e stipendiati, che li usano per le spese correnti. Per questo, anche su suggerimento del direttore stesso dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, Equitalia ha deciso, e il provvedimento ha decorrenze immediata, che le azioni di pignoramento direttamente sul conto corrente saranno attivabili solo al datore di lavoro o all’ente pensionistico e solo per pensioni o stipendi che risultino superiori a 5 mila euro mensili.

► Sale la spesa per le pensioni che però sono sempre più povere

Il pignoramento presso datore di lavoro o ente pensionistico potrà avvenire, come accade anche ora, solo per un decimo dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, un settimo tra 2.500 e 5.000 euro un quinto sopra questa soglia.