L’invecchiamento della popolazione mette in crisi il welfare

 Se per il resto del mondo la preoccupazione maggiore è l’esplosione demografica, in Italia succede il contrario: l’implosione demografica, ossia la sempre meno presenza di nuove nascite, sta portando il paese ad un rapido invecchiamento. Il problema in questione sembra essere una prerogativa più del sud Italia che delle altre parti.
► Un milione di famiglie italiane è senza lavoro

Secondo una ricerca del Censis, infatti, entro il 2030 la popolazione anziana del sud crescerà ad un ritmo più sostenuto rispetto al resto del paese (il 35,1% più velocemente) e il welfare pubblico potrebbe non essere in grado, complice anche la crisi economica, di far fronte con un’offerta adeguata alla crescente richiesta di cure mediche e assistenziali.

Secondo lo studio, infatti, anche se oggi il rapporto tra il numero di ultra 65enni e di ultra 14enni nel sud d’Italia è più basso di due punti percentuali rispetto alla media nazionale, nei prossimi venti anni questo rapporto è destinato ad invertirsi, con il numero di persone con più di 65 anni destinato a raddoppiare.

Quindi, laddove oggi a prendersi cura dei non autosufficienti sono gli altri membri della famiglia, in larga parte le figlie, fra qualche anno questa situazione non sarà più possibile e il welfare, se non verranno apportate le dovute modifiche, non sarà in grado di far fronte alle aumentate richieste di assistenza.

► Indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Italia una su sei è povera

Secondo il Censis l’unica soluzione possibile è quella di sfruttare le poche risorse disponibili per

mettere insieme imprese sociali, nuove professioni, nuove tecnologie, nuove modalità di erogazione dei servizi: fare del Meridione il laboratorio di un nuovo welfare di comunità.

Un milione di famiglie italiane è senza lavoro

 Sono 995 mila le famiglie italiane che non hanno alcun tipo di reddito. Famiglie i cui componenti attivi, quelli che sarebbero abili al lavoro, non ne hanno e che sopravvivono con altri tipi di reddito, come quelli da pensione, o grazie agli ammortizzatori sociali.

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Famiglie, quindi, in grave disagio economico che si concentrano soprattutto al sud, dove sono circa 495 mila, poi al nord (303 mila) e al Centro (157 mila). Un numero esorbitante che è cresciuto del 32,3% rispetto al 2011, circa 233 mila in più.

Tra queste 234 mila sono i single, 183 mila le famiglie monogenitore, 74 mila nuclei famigliari composti da coppie senza figli e 419 mila quelli composti da coppie con ‘prole’ a cui se ne aggiungono 45 mila che l’Istat definisce di “altre tipologie”.

Per la maggior parte si tratta di famiglie che vivono nel più completo disagio economico, solo in piccolissima parte si tratta di persone, o famiglie, che possono permettersi di non lavorare perché hanno redditi di altro tipo come quelle immobiliari o da capitale.

► In generale, una famiglia su due non ha le finanze a posto

Il dato è allarmante, non solo perché il numero delle famiglie senza reddito è aumentato rispetto allo scorso anno, ma perché questo numero è raddoppiato nel giro di soli cinque anni: nel 2007 le famiglie in queste condizioni erano solo 466 mila. Ad oggi il loro numero è aumentato del +104,9%.

 

Organizzazione economica di eventi di beneficenza

 Quella di fare beneficenza è una maniera per aiutare chi ha più bisogno, chi non possiede nulla per vivere o chi è colpito da problemi di grave entità. Sicuramente aiutare gli altri è qualcosa che fa bene al cuore e allo spirito. L’unione di più persone, come succede in diversi ambiti della vita quotidiana, può essere d’aiuto anche in questo caso. Per tale ragione, l’organizzazione di eventi di beneficenza è spesso uno dei modi migliori per raggiungere l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei più sfortunati.

Ma come si fa ad organizzare un evento di beneficenza, tenendo conto della sua natura economica e cercando di ottenere degli ottimi risultati? La seguente guida è ricca di consigli per non lasciare nulla al caso:

A chi andranno i proventi raccolti

Organizzare in maniera meticolosa un evento di beneficenza non è assolutamente difficile. Ciò vuole dire che anche chi è alle prime esperienze può impegnarsi e riuscire in un’operazione di questo tipo senza riscontrare particolari difficoltà. Vi sono, tuttavia, delle minuscole “regole” da seguire, al fine di poter raggiungere dei buoni risultati e, in particolar modo, un iter da seguire senza avere fretta di concludere tutto e subito.

Come prima cosa è opportuno provare a determinare il tipo di evento che si desidera organizzare e a beneficio di chi andranno i proventi raccolti. A seconda della tipologia, infatti, possono scaturire numerosi problemi di natura logistica. Ad esempio, se è richiesta la presenza di artisti è bene stabilire dati e certezze con diversi mesi di anticipo, al fine di garantirsi la loro presenza.

Numero degli operatori volontari

Occorre considerare, successivamente, in base alla portata dell’evento, di quanti “aiutanti” si avrà bisogno. Si tratta, ovviamente, di volontari, la cui ricerca può partire da parenti e amici per allargarsi, poi, attraverso il classico passaparola, anche a persone che magari nemmeno si conoscono ma che hanno tanta voglia di dare una mano.

Sponsor

Allo stesso tempo occorre cercare di procurarsi degli sponsor. I migliori sponsor, in questo settore, sono senza alcun dubbio i negozi e le attività commerciali in genere che, naturalmente, non forniranno denaro ma contribuiranno con la merce, come pane, carne e similari (in funzione del tipo di evento previsto).

Sede dell’evento

Se non si dispone di un’area pubblica, occorre cercare una sede per l’evento che si sta organizzando Nella scelta bisogna tenere in considerazione che, trattandosi di una manifestazione a cui più gente partecipa e meglio è, è bene che si trovi in un luogo non isolato e soprattutto ben servito dai mezzi pubblici per favorire anche coloro che non hanno la disponibilità di un mezzo proprio e sarebbero quindi impossibilitati a sopraggiungere.

Comitato organizzativo

Pensare a un comitato organizzativo con tutti i volontari e gli sponsor, in modo da fare riunioni settimanali per il punto della situazione. In questo modo si tiene tutto sotto controllo e si evitano il più possibile problemi dell’ultimo minuto.

Promozione dell’evento

Pubblicizzare l’evento quanto più possibile. A tale scopo, oltre il passaparola, si può pensare a volantini e manifesti (da affiggere sempre rispettando la normativa in termini di affissioni). Sarebbe utile, poi, creare un sito web dedicato esclusivamente all’evento, in modo da richiamare l’attenzione anche di chi non abita proprio vicino e magari potrebbe essere interessato.

Prezzo d’ingresso all’evento

Fissare un prezzo per l’ingresso (generalmente compreso tra 5 e 10 euro) e organizzare una lotteria interna (tipo tombola) per la raccolta di ulteriori fondi. Specificare, comunque, sempre tutto all’interno del sito web e su tutto il materiale promozionale.

Consuntivo

In seguito all’evento, ci si siede a tavolino e si tirano le somme. Solo così facendo si può crescere e capire cosa ha funzionato e cosa, magari, non ha funzionato. Per gli eventi successivi si avrà sicuramente la possibilità di evitare errori fatti in precedenza e di migliorare sempre di più gli aspetti positivi.

L’Italia al bivio su risanamento e riforme

L’Italia non ha alternative possibili al risanamento dei conti e alla strada che indica la necessità di riforme. A ribadirlo è il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, secondo il quale per il belpaese il periodo implica un approccio obbligato. Un recente rapporto tra debito e Prodotto Interno Lordo al 130%, come analizza lo stesso Ministro dell’Economia Grilli nel corso di una pausa dell’assemblea del Fondo monetario internazionale a Washington, non ha altri spazi se non quelli che ci lasciano i mercati e chi è pronto o no a prestarci i soldi. Questo è il problema.

Economia italiana a Washington

Il ministro afferma di non aver percepito “disagio” tra i partner per lo stallo politico italiano: “Non è stato parte delle nostre discussioni ufficiali, magari ti chiedono qualcosa per i corriodoi. Ma mi parlano ancora, diciamo così”, scherza su. Poi torna serio e aggiunge: Non penso ci sia grande preoccupazione. Non c’è la percezione che l’Italia sia un rischio per il mondo. Siamo semmai noi italiani a dover essere preoccupati di essere efficaci in questo tipo di negoziati, perché le politiche economiche sono ormai su una scacchiera globale. I problemi dell’Italia – continua Grilli – sono i problemi del mondo e come l’Italia può essere competitiva nel mondo. Penso che se non riusciamo a essere presenti ed efficaci, a possedere una strategia precisa e un largo supporto su questa strategia avremo sempre problemi di debolezza».

Niente più segreto bancario per San Marino

 L’Italia e San Marino hanno stanno portando a conclusione il percorso verso la trasparenza bancaria, come dettato dalle più recenti disposizioni Ocse.

► Patto anti-evasione di cinque paesi dell’UE

Con il via libera dato al decreto legge che ratifica la convenzione contro le doppie imposizioni e dei due protocolli (l’aggiuntivo del marzo 2012 e quello di modifica di giugno) i due paesi hanno rafforzato lo scambio di informazioni, superando anche l’ultimo ostacolo dell‘inviolabilità degli istituti di credito.

Il disegno di legge era da qualche tempo alla discussione ma i tempi si sono allungati soprattutto a causa di una certa resistenza che è arrivata dal piccolo stato: infatti il problema dell’accesso alle informazioni dei correntisti è più sentito per coloro che hanno depositi a San Marino, uno dei paesi che, anche se non iscritto nella lista nera dell’Ocse dei paesi considerati paradisi fiscali, ha comunque delle condizioni molto vantaggiose.

► Lussemburgo pronto a rinunciare al segreto bancario

Con la ratifica il problema è stato superato e ora i due paesi potranno accedere alle informazioni che ritengono importanti al fine di combattere l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro. Un altro passo importante che segue la caduta del segreto bancario per il Lussemburgo (verrà abolito a partire dal 2015) e che mette ulteriore pressione in questa direzione anche per paesi come l’Austria e la Svizzera.

► Fisco, Italia e Svizzera verso l’accordo

Ancora in calo il fatturato industriale

 Il crollo del mercato interno italiano sta affossando l’industria italiana. Secondo gli ultimi dati Istat pubblicati, infatti, il settore industriale italiano non accenna a riprendersi. A febbraio si è registrato una nuova diminuzione degli ordinativi industriali: -2,5% rispetto a gennaio 2013 e -7,9% su base annua.
► Record di aziende chiuse nel primo trimestre del 2013

E’ il quarto calo consecutivo che porta con sé anche un altro dato pesante: la diminuzione del fatturato industriale che è sceso dell’1% su gennaio e del 4,7% su base annua, facendo così registrare il quattordicesimo tendenziale.

Una delle cause è sicuramente il crollo del mercato interno italiano, ma anche le performance non proprio brillanti di quello estero.

Infatti a febbraio è stato registrato dall’Istat una forte flessione sia delle commesse estere, -2,6%, che di quelle interne , -2,3%, che pesano soprattutto sulla produzione dei mezzi di trasporto (-17,8%). Si salvano da questo calo tendenziale solo computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e orologi (+22,1%).

► Confindustria critica duramente l’operato del governo tecnico

In base ai settori l’Istat ha registrato cali congiunturali per i beni strumentali (-2,5%), per i beni intermedi (-2,0%) e per i beni di consumo (-1,3%), mentre è in aumento l’energia (+7,6%).

31 mila aziende chiuse solo nel primo trimestre 2013

 Il 2013 è iniziato in modo tragico per le imprese italiane. Secondo quanto riportato dai dati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, le imprese italiane che hanno chiuso nei primi tre mesi del 2013 sono state ben 31 mila. Un numero del genere non si vedeva dal 2004 e neanche nel 2009, l’anno da tutti considerato come il più duro della crisi, c’è stata una tale ecatombe.
► Le banche italiane sono solide, ma devono concedere più prestiti alle PMI

Il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese italiane è negativo, per la precisione è di -31.351 unità, dato dalla diminuzione delle iscrizioni rispetto ai primi tre mesi del 2012 (118.618 contro 120.278) e dall’aumento delle cessazioni riferito allo stesso periodo dello scorso anno (149.696 contro 146.368).

Non si può continuare ad ignorare questo fatto. Le imprese sono il tessuto economico del paese e questo saldo così negativo è molto di più di un campanello di allarme. E’ necessario mettere in atto dei provvedimenti ad hoc che permettano alle imprese di sopravvivere e di continuare a produrre, come spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, e cercare una soluzione immediata che vada oltre lo stallo politico creatosi dopo le elezioni.

► Pubblicato in GU il decreto che sblocca il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni

I più penalizzati di questa strage di imprese sono gli artigiani: sono 21.185 le imprese artigiane che hanno chiuso i battenti dall’inizio dell’anno, i due terzi del totale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del centro della penisola.

 

Strategie di project management

La componente programmatica è fondamentale all’interno di un’impresa. Per queste ragioni, è opportuno soffermarsi sull’importanza di costruire un progetto di natura aziendale. Esso si configura come un processo di pianificazione, controllo e management delle risorse. L’obiettivo è quello di raggiungere un determinato obiettivo in un arco di tempo stabilito a priori.

Dal momento che un processo di questo tipo ha una sua complessità intrinseca, la quale scaturisce dai diversi elementi che lo compongono, è stato creato ad hoc un ramo aziendale ribattezzato con il nome di “project management” che se ne occupa.

Obiettivi

Il piano è utile al fine di illustrare o proporre un’idea delineandone la fattibilità. Per redigere un determinato prospetto, è fondamentale tenere in considerazione quali sono le voci principali che non devono mancare. L’interlocutore (che può essere un datore di lavoro o un cliente, nella maggior parte dei casi) dopo averlo letto, dovrà avere le idee chiare. Per queste ragioni bisogna assolutamente essere precisi nel descrivere la propria idea di base. Oltre a fungere da illustrazione per gli interlocutori di quelli che sono i propri propositi, una redazione scrupolosa e accurata del proprio progetto, si configurerà come un’ottima guida per la fase di attuazione.

La realizzazione di un piano è molto complicata e si avvale di una serie di elementi variabili che dipendono dello scopo. Per tale motivo, al fine di redigere una buona relazione, occorre tenere in considerazione numerosi aspetti.

In primo luogo andranno presi in considerazione gli elementi principali presenti in ogni ideazione, tenendo in mente che ogni voce ha la funzione di spiegare in che modo si desidera raggiungere il proprio obiettivo.

Premessa

Si parte, dunque, con la descrizione dell’obiettivo che anima il proprio progetto aziendale, nonché con una breve premessa. In questa fase è opportuno fare comprendere la motivazione dalla quale nasce l’idea. Dopo aver redatto una breve introduzione, si può passare all’esposizione delle risorse per portare a compimento il proprio programma, e a come impiegarle nella migliore maniera possibile.

Strumenti

Vanno dunque elencati tutti gli strumenti dei quali si ha necessità. Parliamo di strumenti informatici, tecnologici, informativi, tecnici, addetti. Appare molto utile configurare quelle che sono le relazioni che legano gli strumenti tra loro. Alcuni strumenti, possono presentare dei vincoli (costi, tempi, limitazioni, quantità, qualità) ed è utilissimo precisarlo nella propria stesura.

Organizzazione e pianificazione

Alla voce “Organizzazione e pianificazione” bisogna spiegare come si intende assegnare i ruoli e le responsabilità e come si desidera ripartire le risorse presenti in azienda. Al fine di trovare un ausilio nella suddivisione, bisogna porsi alcune domande.

La pianificazione si configura come uno dei fattori più importanti per rientrare nei criteri prestabiliti di tempistica e budget e il proprio interlocutore terrà sicuramente ciò in considerazione. Bisogna dunque specificare la somma che occorre ottenere per il proprio progetto e le voci di cui è si compone.

Attività e fasi

La compilazione del progetto aziendale può essere suddivisa in attività definite e differenti nello spazio e nel tempo riportando di volta in volta risorse e limiti associati ad esse.

Se le attività da elencare sono numerose, è possibile aggregare tutte quelle simili e racchiuderle in diverse fasi Nel redigere il nostro piano bisognerà anche tener presente a chi questo piano andrà esposto, al fine di valutare il linguaggio più appropriato per metterlo in atto.

Verifica e controllo

L’ultima fase, per quanto concerne la redazione di una strategia di project management, concerne la verifica e il controllo del progetto. In questo frangente andranno illustrati tutti gli strumenti e tutte le procedure necessarie al controllo dell’avanzamento del progetto con riferimento ai tempi e ai costi sostenuti. In generale, tale fase spetta al progettista ma se la competenza è stata assegnata a qualcun’altro, bisogna specificarlo.

Le banche italiane sono solide, ma devono concedere più prestiti alle PMI

 Le banche italiane sembrano non aver problemi. A dirlo è il Fondo Monetario Internazionale nel Rapporto sulla stabilità finanziaria globale pubblicato in questi giorni.► Per il FMI l’economia mondiale è in ripresa, anche se l’Europa rallenta

Il FMI plaude anche al modo in cui l’Italia ha cercato di risolvere il problema del debito delle pubbliche amministrazioni perché, come dicono gli esperti di Washington, dare credito alle piccole e medie imprese, che sono quelle che possono vantare i maggiori crediti verso le P.A., è l’unico modo per cercare di risollevare l’economia.

Il decreto è piaciuto così tanto al FMI che anche gli altri paesi europei sono stati invitati a fare altrettanto.

Ma il decreto per lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni non è sufficiente. Come detto anche ieri dal presidente della BCE Mario Draghi le piccole e medie imprese, tanto quelle italiane che quelle degli altri paesi dell’Unione, devono avere la possibilità di accedere a crediti a tassi agevolati.

► Mario Draghi chiede tassi ragionevoli per i prestiti alle PMI

Infatti nel Rapporto del FMI viene evidenziato come i prestiti concessi dagli istituti bancari alle piccole e medie imprese siano diminuiti di circa il 5% dall’inizio della crisi e questa contrazione sta portando queste realtà, che sono alla base dell’economia, a non avere la possibilità di continuare il loro lavoro.

 

Il pignoramento di stipendi e delle pensioni è un problema da risolvere

 Alcune modifiche di legge avvenute con il Governo Monti hanno fatto diventare prassi il pignoramento delle pensioni e degli stipendi da parte di Equitalia, anche se questa possibilità non è prevista da nessuna legge italiana.

► Evasione fiscale, a marzo il nuovo redditometro

Il fatto, finora sconosciuto ai più, è venuto a galla grazie ad un servizio di Ballarò e, dopo che anche alcuni deputati del Pd (Michele Anzaldi, Giovanna Martelli ed Ernesto Magorno) hanno richiesto un emendamento per mettere fine a tutto questo, anche lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate a porsi il problema.

Ma come è possibile che Equitalia possa pignorare stipendi e pensioni? La risposta è molto semplice: con i decreto anti-evasione, i pensionati che percepiscono più di 1000 euro al mese devono obbligatoriamente farsi accreditare l’assegno mensile su conto corrente o su conto postale.

In questo modo la pensione o lo stipendio diventano immediatamente una parte del risparmio e, quindi, l’amministrazione può intervenire, in caso di debiti insoluti, con l’esecuzione forzata totale e non rimanendo nel limite del quinto del totale come previsto dalla legge nel caso in cui il pignoramento riguardi pensione o stipendio.

► Sale la spesa per le pensioni che però sono sempre più povere

I deputati del Pd hanno chiesto al Governo un intervento immediato che protegga pensionati e lavoratori da tali esecuzioni che vanno ad intaccare le possibilità di sopravvivenza di molte persone che sono state già messe duramente alla prova dalla crisi.