Carta acquisti

 La Carta Acquisti altro non è che una carta di pagamento elettronico.

Nel periodo che va dal 2008 al 2012 lo Stato ha saldato oppure addebitato in maniera diretta le spese.

A partire dal primo di gennaio del 2013, invece, si adopera lo stanziamento disciplinato da ENI S.p.A. e ENI Foundation, al fine di assicurare la prosecuzione del programma ‘Carta acquisti’. Ciò viene disciplinato dal Decreto interministeriale numero 100152 del 19 dicembre 2012, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali).

Sempre dal primo gennaio del 2013 è stata sospesa l’missione del contributo aggiuntivo di 20 euro destinato agli utilizzatori sul territorio nazionale di gas naturale o GPL ma è comunque garantito l’accredito ordinario degli ottanta euro bimestrali.

La Carta acquisti non è utilizzabile ai fini di effettuare un prelievo di contanti. Tale carta è altresì utilizzabile solo ed esclusivamente per spese di natura alimentare presso gli esercizi commerciali convenzionati e consente di pagare le utenze domestiche quali gas ed elettricità, presso gli Uffici Postali.

I titolari di Carta Acquisti possono ottenere uno sconto del 5% nei negozi e nelle farmacie, nel caso in cui aderiscano all’iniziativa e siano convenzionate.

Lo sconto è accettato soltanto per acquisti realizzati esclusivamente attraverso la Carta Acquisti e non è applicabile all’acquisto di specialità medicinali o per il pagamento di ticket di natura sanitaria.

Le farmacie, qualora siano attrezzate in tal senso, garantiscono ai beneficiari della Carta Acquisti che effettuano un acquisto di qualsiasi importo tramite la Carta medesima, la misurazione gratuita della pressione arteriosa e/o del peso corporeo.

Lo sconto è cumulabile con altre iniziative promozionali oppure con sconti applicati in favore della generalità della clientela, e ancora con quelle del medesimo genere assicurate ai titolari di carte fedeltà erogate dai negozi stessi. Tra questi vi sono, ad esempio, i supermercati

Il progetto Carta Acquisti contempla la possibilità che gli Enti territoriali possano rilasciare, così da avvantaggiare i propri residenti, l’accredito sulla carta di ulteriori somme e, inoltre, offre la possibilità ad alcune aziende di disporre sconti specifici sulla fornitura di beni di pubblica utilità.

Carta acquisti: cosa comporta

All’interno della Carta acquisti sono accreditati, a vantaggio degli enti aventi diritto, quaranta euro mensili con una cadenza di tipo bimestrale, di 80 euro. Per i beneficiari che hanno il diritto all’accredito e che sono in possesso degli ulteriori requisiti richiesti, agli ottanta euro bimestrali andranno ad aggiungersi eventuali somme messe a disposizione dagli Enti territoriali di residenza.

Chi può avere la carta acquisti

Possono godere della Carta acquisti quei cittadini aventi età uguale o superiore a sessantacinque anni, nonché i bambini di età inferiore a 3 anni.

Nel secondo caso il Titolare della Carta sarà colui che esercita la patria potestà nei confronti dei minori.

Requisiti per ottenere la Carta acquisti

Tornando al primo caso, i cittadini di età uguale o superiore a sessantacinque anni, al fine di ottenere il diritto alla Carta, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:

– non devono essere in possesso di trattamenti, o ancora beneficiare, nell’anno di competenza del beneficio, di trattamenti, rilasciati a qualsiasi titolo, di importo minore di:

– euro 6.701,34 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a sessantacinque anni e inferiore a settanta anni

– euro 8.935,12 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a settanta anni

– nel caso in cui una quota dei trattamenti sia connessa alla situazione di reddito del pensionato, il cumulo dei redditi e dei trattamenti deve essere minore rispetto a tali soglie.

– i cittadini devono essere in possesso di un ISEE, in corso di validità, minore di 6.701,34 euro per l’anno 2013

– non essere, contemporaneamente,  gli esercenti la patria potestà o ai soggetti affidatari:

– intestatari di più di una utenza elettrica domestica;

– intestatari di più di una utenza elettrica non domestica;

– intestatari di più di due utenze del gas;

– proprietari di più di due autovetture

– proprietari, con una quota superiore o uguale al venticinque%, di più di un immobile ad uso abitativo;

– proprietari, con una quota superiore o uguale al dieci%, di immobili che non siano ad uso abitativo o di categoria catastale C7;

– titolari di un patrimonio mobiliare, come verificato nella dichiarazione ISEE, superiore a euro 15.000.

 

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

 La Snam, a partire dal dicembre del 2011, gestisce il mercato del gas, una sorta di Borsa alla quale partecipano venditori e trader italiani che acquistano qui la materia prima e ne garantiscono poi la distribuzione sul territorio nazionale. All’inizio per partecipare alla Borsa del gas era necessario presentare delle garanzie, ma, dopo un ricorso al Tar, queste garanzie non sono più state necessarie.

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Momento di giubilo per alcuni operatori meno onesti che hanno ben pensato di approfittare della situazione facendosi consegnare del gas dalla Snam senza avere però un adeguata copertura per coprire quanto acquistato. Al momento in cui viene scoperto l’affare alcune aziende distributrici hanno normalizzato la situazione mentre altre sono sparite dalla circolazione, lasciando un buco di circa circa 300 milioni di euro.

La prima cosa che ha fatto la Snam, insieme all’Autorità per l’energia, è stato di rassicurare i consumatori che questo ammanco non sarebbe stato riversato sulle bollette. Ma oggi si scopre che il buco è molto più alto di quanto pensato: si è arrivati a 430 milioni di euro, dei quali 30 derivanti da fideiussioni bancarie false.

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L’Autorità per l’Energia ribadisce le garanzie per i consumatori, ma l’affare risulta comunque molto complicato -ora si aggiunge anche il fatto che, a causa delle fideiussioni false, si è passati al reato penale– e, complici le lungaggini burocratiche italiane è difficile credere che l’ammanco non sarà pagato dai cittadini.

Code ai Caf dopo la lettera per il rimborso dell’Imu di Silvio Berlusconi

 Centri di assistenza fiscale e sedi dei sindacati genovesi presi d’assalto da pensionati e non che cercano delucidazioni e moduli per il rimborso dell’Imu. Questa è una delle prime conseguenze delle campagna elettorale messa in piedi da Silvio berlusconi, che non lesina trovate di genio e idee particolari per guadagnare il consenso degli elettori.

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La lettera è arrivata a tanti italiani in questi ultimi giorni e al suo interno contiene fogli, molto simili a quelli che solitamente vengono inviati dall’Agenzia delle Entrate, con i quali sarebbe possibile chiedere il rimborso dell’Imu. Peccato che la specifica che la lettera è solo una promessa elettorale, o meglio, è quello che intende fare il PD se riuscirà a vincere le elezioni sia scritto così piccolo da non essere praticamente leggibile.

I caf genovesi e i sindacati avvertono la popolazione di non affannarsi e di non perdere tempo inutilmente: non c’è nessun modulo per il rimborso dell’Imu, anzi, non esiste la possibilità di un rimborso per l’Imu.

Al fine di evitare perdite di tempo Cgil, Cisl e Uil invitano i cittadini a non recarsi presso le sedi sindacali a seguito del ricevimento di questa lettera contenente un messaggio elettorale.

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Durissime le reazioni degli altri candidati, tra chi si trattiene da dare giudizi -come Mario Monti- a chi, come Pisapia, dà del bugiardo al Cavaliere e chi, infine, ironizza. Beppe Grillo stigmatizza così l’accaduto:

Mandano biglietti a tutti con la scritta Imu. Poi ci mettono anche un buono per una batteria di pentole e un set di lenzuola, cosa incredibile.

 

Umberto Cairo e le difficoltà del risanamento di LA7

 Se Telecom Italia ha deciso di cedere l’emittente La7 non lo ha fatto certo per generosità, ma, per usare delle parole molto semplici, per togliersi d’intralcio un’emittente che, nell’ultimo anno, ha costituito una grossa perdita. Chiunque decida di rilevarla, quindi, parte dal presupposto che gli sforzi per tornare a guadagnare potrebbero essere molti e molto duri.

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Ieri la notizia che tra i tre pretendi in gara per aggiudicarsi le trattative in esclusiva ha vinto Cairo Editore, già concessionario pubblicitario dell’emittente televisiva. Cairo ha visto un buon affare -e ieri il suo titolo in borsa ha segnato un +12,6%- ma, visto che La7 solo nello scorso anno ha perso 100 milioni di euro, avrà davvero visto giusto?

Sicuramente Urbano Cairo si è fatto bene i conti in tasca. L’imprenditore possiede una casa editrice e una concessionaria di pubblicità che nel 2012 hanno fatturato, complessivamente, 319 milioni di euro per un guadagno di 18. Sicuramente ottime performance.

Ma poi questi dati vanno anche rapportati a quanto potrebbe costare risanare La7. L’ultimo palinsesto dell’emittente ha avuto un costo pari a 120 milioni di euro e, se non riesce nell’immediato a fare dei tagli, potrebbe portare anche la sua casa editrice sul baratro.

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Si tratta di un circolo vizioso al quale Cairo vorrebbe mettere fine, ma l’esempio dell’ex ad Gianni Stella, che ha cercato di  lanciare nuove trasmissioni in grado di attirare nuovi inserzionisti, non riuscendo a raggiungere, comunque, quel livello di share necessario a rendere fattuale l’intento imprenditoriale, ha portato alla creazione di una voragine nei conti, non sembra essere di buon auspicio.

Decreto attuativo per le ZFU

 E’ dal 2006 che si parla di Zone Franche. Un progetto da sempre voluto da tutte le compagini politiche che però non è mai riuscito a decollare veramente e che ora viene riproposto, prima dal decreto crescita bis del governo tecnico e adesso con il decreto attuativo firmato in questi ultimi giorni dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell’Economia.

L’obiettivo del piano è di individuare le aree che potranno essere considerate delle zone franche e, allo stesso tempo, proporre un programma di incentivi e agevolazioni per le micro e piccole imprese da finanziare con i fondi europei del periodo 2007-2013 e con le risorse regionali.

Quali sono le zone franche?

Nel complesso nel decreto attuativo sono state individuate 44 zone franche, tutte situate nelle regioni del sud della penisola. Per la Campania ci sono Napoli, Mondragone, Aversa, Benevento, Casoria, Portici (centro storico e zona costiera), San Giuseppe Vesuviano, Torre Annunziata.

La Puglia partecipa con Andria, Lecce, Taranto, Barletta, Foggia, Lucera, Manduria, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Santeramo in Colle; in Calabria sono state selezionate Crotone, Lamezia Terme, Rossano, Corigliano, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia. La regione Sicilia -che si avvale anche della con legge regionale del maggio 2010- partecipa al piano con Aci Catena, Acireale, Catania, Erice, Gela, Barcellona Pozza di Gotto, Castelvetrano, Giarre, Messina, Sciacca, Termini Imerese, Trapani, Bagheria, Enna, Palermo (Brancaccio), Palermo (Porto), Vittoria.

Le ultime zone franche sono state individuate, anche se per ora solo in via sperimentale, in Sardegna e sono i comuni della provincia sarda di Carbonia-Iglesias.

Quali sono gli incentivi previsti per le zone franche selezionate?

Il provvedimento attuativo è ancora in fase di perfezionamento, ma si sa già quali saranno gli incentivi e le agevolazioni riservate a queste zone (tutte concesse secondo  il regime “de minimis“, quindi al massimo 200mila euro in tre anni).

Nello specifico queste zone potranno accedere a:

1. esenzione dalle imposte sui redditi fino a 100mila euro per periodo di imposta, con possibilità di maggiorare il limite di 5mila euro per ogni nuovo dipendente assunto a tempo indeterminato;
2. esenzione quinquennale dall’Irap
3. esenzione Imu per gli immobili collocati nella Zfu e utilizzati per l’esercizio dell’attività economica
4. esenzione del versamento dei contributi per i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato o per periodi maggiori a 12 mesi.

Quali sono i requisiti minimi per accedere alle agevolazioni delle ZFU?

Il primo requisito per poter accedere alle agevolazioni previste dal decreto attuativo per le zone franche è quello di essere titolari di una micro o piccola impresa che svolga le sue attività al’interno delle ZFU.

La domanda per ottenere le agevolazioni deve essere presentata nei termini che saranno indicati nel bando del ministero dello Sviluppo economico e dovrà contenere l’indicazione dell’importo delle agevolazioni richiesto e le eventuali agevolazioni già ottenute a titolo di de minimis nell’anno in corso e nei due precedenti.

 

Pensioni e prestazioni per gli invalidi civili

 La Costituzione Italiana fornisce una serie di ‘agevolazioni’ al cittadino inabile al lavoro nel momento in cui egli è ritenuto privo di quei mezzi che gli sono necessari al fine di vivere. A questa tipologia di cittadini, lo Stato garantisce pertanto il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. In tale maniera, la Costituzione Italiana si prefigge di tutelare la dignità umana nello spirito della solidarietà di tutti i cittadini verso coloro i quali, per minorazioni congenite o acquisite, sono considerati incapaci di svolgere a tutti gli effetti un lavoro proficuo.

Prestazioni

Per gli invalidi sono contemplate pertanto prestazioni disciplinate nello specifico da varie tipologie di normative. Tali normative, nel corso degli anni si sono succedute e si sono aggiornate. Le tre principali categorie prese in considerazione sono:

– invalidi civili;

– ciechi civili;

– sordi.

Tali tipologie fanno capo a disposizioni di natura comune, anche se si classificano in base a differenti caratteristiche, dal momento che sono tutelate da leggi differenti.

Prestazioni a favore degli invalidi civili

Al fine di determinare e disporre l’assistenza sociale ai minorati civili, gli interventi si compongono di provvidenze economiche le quali vengono emesse sotto forma di pensioni, assegni o indennità; gli interventi, inoltre, consistono in provvidenze non economiche. Parliamo in questo caso di assunzioni privilegiate all’interno di enti pubblici o privati, di assistenza sanitaria, di agevolazioni ai fini dell’istruzione scolastica, di addestramento e qualificazione professionale, nonché soprattutto di eliminazione delle barriere architettoniche.

Prestazioni di natura economica a favore degli invalidi civili

I provvedimenti di natura economica messi a disposizione degli invalidi civili sono:

– l’assegno mensile di assistenza;

– l’indennità mensile di frequenza;

– la pensione di inabilità;

– l’indennità di accompagnamento.

Prestazioni di natura economica a favore dei sordi

Vi sono inoltre provvidenze di natura economica disposte a favore dei sordi. Esse sono:

– la pensione;

– l’indennità di comunicazione.

Prestazioni di natura economica a favore dei ciechi civili

Per quanto concerne le provvidenze economiche disposte in favore dei ciechi civili assoluti, esse sono:

– la pensione;

– l’indennità di accompagnamento.

Prestazioni di natura economica a favore dei ciechi parziali

Elenchiamo le provvidenze economiche previste per i ciechi civili parziali:

– la pensione;

– l’indennità speciale.

In conclusione, è possibile ricevere l’ottenimento di un’indennità annuale tale da agevolare quei lavoratori che sono affetti da talassemia major, ovvero il morbo di Cooley, oppure drepanocitosi, l’anemia falciforme.

A chi spettano i provvedimenti

I destinatari dei suddetti provvedimenti devono essere cittadini italiani residenti in Italia e, in alcune condizioni particolari, possono essere cittadini comunitari o ancora stranieri in possesso di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno CE nel caso di cittadini soggiornanti di lungo periodo.

Una volta verificato il requisito sanitario, le provvidenze economiche vengono emesse a seguito di ulteriori accertamenti cosiddetti socio-economici.

Come fare domanda

La domanda per ottenere i suddetti provvedimenti deve essere presentata presso la sede Inps competente per residenza.

Dal primo gennaio del 2010 le domande, correlate di certificazione medica, devono essere presentate all’Inps, la quale provvederà all’invio telematico alle Aziende Sanitarie Locali di competenza.

La presentazione della domanda, per mano del cittadino o dagli altri soggetti autorizzati (quali ad esempio Patronati o Associazioni di Categoria a tutela della disabilità) si suddivide in due fasi:

– in primo luogo occorre compilare il certificato medico (digitale) che deve attestare la natura delle infermità invalidanti. Il certificato ha una validità di tre mesi;

– in secondo luogo si procederà inoltrando la suddetta domanda all’Inps, esclusivamente attraverso via telematica.

Prestazioni per invalidi civili: quando spettano

Le prestazioni agli invalidi civili hanno una decorrenza che dal primo giorno del mese successivo al mese in cui viene perfezionata la presentazione della domanda e comunque, in relazione alle prestazioni economiche, deve esserci la presenza di tutti i requisiti richiesti ai fini della concessione.

Tali requisiti sono:

– età;

– cittadinanza;

– residenza effettiva e dimora abituale in Italia;

– requisiti di reddito;

– ricovero non gratuito;

– frequenza scolastica o di centri riabilitativi.

Prestazioni agli invalidi civili: quanto spetta

Ogni anno la legge determinerà gli importi relativi alle diverse provvidenze di natura economica.

Esito e conseguenze delle elezioni italiane secondo le principali banche di affari

 Se Mediobanca ha calcolato il costo delle promesse elettorali dei vari partiti e indica come altamente impossibile che possano essere mantenute, anche le maggiori banche d’affari internazionali hanno messo il nostro paese sotto la lente di ingrandimento, per riuscire a capire cosa potrebbe accadere in base alla coalizione che uscirà vincitrice dalle elezioni.

Alcune divergenze di opinione tra i tanti che ci stanno a guardare, anche se c’è un argomento che mette tutti d’accordo: l’Italia necessita di un governo forte, stabile su di una maggioranza solida. E’ solo questo che il modo in cui l’Italia può uscire dalla recessione e riconquistare la fiducia degli investitori.

► I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

L’appuntamento è per il prossimo lunedì, giorno in cui si inizieranno ad avere dei dati certi sull’esito delle elezioni che influiranno anche sull’andamento delle borse. Cosa vorrebbero che succedesse le grandi banche d’affari? Vediamo le opinioni di alcune delle rappresentanti più importanti del settore.

L’opinione di Jp Morgan

Qualsiasi scenario che veda uscire dalle urne un successore di Berlusconi non è positivo per l’Europa.

Ecco qui che il pensiero della JP Morgan è più che riassunto. La banca americana auspica una vittoria della sinistra, magari di una coalizione al cui interno sia presente anche il premier uscente Mario Monti. Perché se il PDL tornasse a governare l’Italia, i mercati metterebbero sotto pressione il paese per via del suo debito.

Da qui la questione dello spread. L’Italia sarebbe costretta a chiedere l’aiuto della BCE per accedere al fondo salva-stati e abbassare così il differenziale, ma questa richiesta dovrebbe essere vagliata e accettata in primis da Angela Merkel, sicuramente non favorevole a concedere prestiti ad un’Italia con al governo di nuovo Silvio Berlusconi.

► Obiettivo occupazione: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

L’opinione di Nomura

La banca giapponese teme che la coalizione che vincerà le elezioni possa essere come le precedenti, ossia basata su deboli alleanze tra piccoli partiti, il che porterebbe, nella migliore delle ipotesi, ad un governo che va avanti per scelte bipartisan o, nella peggiore, ad una totale ingovernabilità del paese.

Una vittoria della destra in Italia capitanata da Silvio Berlusconi potrebbe portare a grandi problemi per tutto il continente europeo e potrebbero esserci molti altri che vorranno emulare le promesse -assolutamente non mantenibili- dell’abolizione/riduzione delle tasse, con effetti disastrosi sul già precario equilibrio dell’economia europea.

► Obiettivo Welfare: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

L’opinione di Citigroup

Altra banca d’affari americana che si scaglia, senza tanti mezzi termini, sulla poca lungimiranza dell’elettorato italiano, che sarà portato a votare il partito che ha dato maggiore risalto alla situazione interna del paese e alle proposte per risolverla, piuttosto che dare i voti ad una coalizione che, invece, guarda più lontano, verso l’Europa e oltre.

Quindi, secondo Citigroup, l’esito delle elezioni sarà un’arma a doppio taglio: se la coalizione -la banca prevede che sarà di sinistra- potrebbe anche essere un modo per risollevare la situazione economica interna, la conseguenza sul piano internazionale sarebbe quella di cedere ancora maggiore sovranità:

Sfortunatamente in mancanza di una forte maggioranza difficilmente si creano i giusti presupposti per portare avanti le riforme e rilanciare l’economia, viceversa potrebbe aumentare la possibilità che l’Italia trasferisca più sovranità all’estero.

 

Ancora in discesa i prestiti per le famiglie e le imprese italiane

 La discesa dei prestiti per le famiglie e per le imprese a gennaio del 2013 si è attestata ad un -3,3%, contro il -2,5 che si era registrato a dicembre dello scorso anno. Secondo l’Abi, che riporta i dati sui prestiti nel suo bollettino mensile, questo calo è in linea con il trend delle altre grandezze economiche, ossia Pil e investimenti.

► Se i mutui sono costosi è colpa dello spread

Una diminuzione di questa grandezza non si era mai verificata dall’inizio delle serie storiche (1999), ma non è un fenomeno che stupisce più di tanto dato il difficile periodo che sta attraversando l’Italia, per la quale sono stati previsti ben sei trimestri di sofferenza. Sofferenza che si esplica anche nei dati relativi alla rischiosità dei prestiti.

Le sofferenze nette delle banche, secondo quanto riportato dal Bollettino, si sono attestate a quota 64,3 miliardi alla fine del 2012, le lorde sono arrivate a 125 miliardi. Secondo lo chief economist dell’Abi non è lecito parlare di emergenza, ma dato che i tempi della recessione in Italia si stanno allungando, sono comunque dati che vanno tenuti sotto stretta osservazione, soprattutto per i primi tre mesi del 2013.

► Calano i mutui e salgono i prestiti

Questi dati hanno portato il presidente dell’Abi Gianfranco Torriero a comunicare che l’associazione prevede di rivedere al ribasso le previsioni di crescita del paese, anche sulla scorta degli ultimi dati Inps.

 

Della Valle non conquista Bernabè

 Ieri pomeriggio alle 18 si è tenuto l’atteso cda di Telecom Italia per decidere con chi trattare, tra gli imprenditori che si sono proposti, la cessione di La7.

► Oggi il cda di Telecom per decidere sull’offerta di Della Valle

Le proposte in tavola erano quella dell’editore Urbano Cairo, quella del fondo Clessidra di Claudio Sposito e, ultima arrivata, quella di Diego Della Valle, patron di Tod’s. Secondo le indiscrezioni arrivate prima dell’inizio del cda, molti dei consiglieri sarebbero stati favorevoli  a posticipare tutte le decisioni al dopo elezione, anche per dare a Della Valle il tempo di organizzare al meglio la sua offerta.

Invece, è accaduto il contrario di quanto ci si aspettava e il cda di Telecom Italia ha deciso che la cessione di La7 sarà trattata in esclusiva con Cairo Editore.

► Della Valle ci prova per La7

Il voto non è stato unanime e a pesare sulla scelta soprattutto il ritardo della proposta di Della Valle, già contattato a giugno scorso come gli altri imprenditori. Quindi, favorirlo non sarebbe stato giusto ma a Della Valle rimane sempre la possibilità di un accordo con Cairo.

Ora Urbano Cairo ha a disposizione due settimane per definire i termini dell’acquisto dell’emittente, che saranno discussi al prossimo cda previsto per il 4 marzo. Se l’offerta di Urbano Cairo soddisferà i consiglieri, si potrà dare il via all’acquisizione.

Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

 A stimare il valore dei contributi a favore delle energie rinnovabili in Italia è Assoelettrica (associazione che aderisce a Confindustria).200 miliardi di euro che saranno impiegati dal 2013 al 2032, con un picco di spesa nel 2016, anni in cui sono stimati circa 12,5 miliardi di euro di incentivi. Il calcolo è stato effettuato in base ai dati forniti dall’Autorità per l’energia e il Gestore dei servizi elettrici (Gse).
► Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa

Ora, la domanda è: chi pagherà per questi incentivi? Per rispondere occorre prima capire chi è che beneficerà delle energie rinnovabili.

► Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

Partendo dal presupposto che solo il 22% della domanda di energia proviene dalle utenze domestiche e tutto il restante 78% è la richiesta delle aziende, molto probabilmente le spese saranno ripartite in base a queste percentuali: un quarto sarà addebitato sulle bollette delle famiglie -Assoelettrica stima che nel 2016 saranno circa 200 euro in più ad utenza- mentre gli altri tre quarti saranno pagati dalle piccole  e medie imprese italiane.

► Prezzo del gas scenderà a partire da aprile

Il che, ovviamente, va di nuovo a discapito dei consumatori, in quanto la maggiorazione del costo dell’energia verrà scaricata dalle azienda attraverso l’aumento del costo di prodotti e servizi.