Mediobanca calcola il costo delle promesse elettorali

 Secondo Mediobanca il governo che uscirà dalla tornata elettorale prevista per il prossimo fine settimana non avrà lunga vita e il suo esito si fa di giorno in giorno più incerto. Lo dice Mediobanca Securities e trova d’accordo anche diversi broker internazionali, che già da tempo stanno monitorando quanto accade in Italia.

► I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

Cambiano i pronostici. Se a novembre Bersani sembrava essere il favorito, ora una sua vittoria sembra sempre meno probabile. Gli analisti economici concordano nel dire che potrebbe verificarsi una coalizione Monti-Bersani, che potrebbe anche accogliere i voti di alcuni dei partiti minori, ma, come spesso visto nella storia politica italiana, coalizioni troppo eterogenee hanno vita breve.

A minare la sicurezza della vittoria di Bersani c’è sicuramente il Movimento a Cinque Stelle capitanato da Beppe Grillo, che potrebbe ricevere il 20% dei voti, il che sarebbe un ulteriore fattore di indebolimento per Bersani.

► Obiettivo occupazione: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

Oltre ai pronostici lo studio di Mediobanca Securities ha anche fatto una stima di quanto costano le promesse dei politici. Tutti, nelle loro campagne elettorali, hanno parlato di riduzione di una o più tasse, per un costo complessivo per le tasche dello stato di circa 150-225 miliardi di euro.

► Obiettivo Welfare: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

Questo dimostra l’impossibilità di mantenere le promesse per i partiti e avvalora la teoria di un governo breve, affossato dalle sue stesse fatue promesse.

Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa

 A rendere particolarmente esose le bollette di luce e gas in Italia non è il costo della materia in sé, bensì quello del servizio. Un costo maggiore di circa il 20% rispetto alle fornitrici dei restanti paesi europei, che si traduce in un costo aggiuntivo per gli italiani di 330 euro.

► Robin tax scaricata sui consumatori

A dirlo è un’indagine realizzata da Facile.it che evidenzia come il costo medio per i due servizi in Italia sia mediamente di 1.820 euro, un costo sul quale pesa in maniera determinante la voce tasse delle bollette, mentre il costo della materia prima sembra essere in linea con quello delle altre nazioni.

Nel caso del gas la spesa per una famiglia media italiana è di 1.300 all’anno (spesa calcolata su un consumo di 1.400 metri cubi), con un costo del gas pari a 0,93 euro. Se il gas costasse come negli altri paesi, ossia mediamente 0,75 euro a metro cubo, potrebbero essere risparmiati ben 260 euro ogni anno.

Stesso discorso per l’elettricità: la stessa famiglia tipica italiana ogni anno spende 520 euro per un consumo di 2.700 KWh, per ognuno dei quali in Italia si paga 0,191 euro, mentre in paesi come Germania, Inghilterra, Francia e Spagna il costo unitario dell’energia è di 0,164 euro per KWh. Se i prezzi fossero allineati a quelli europei si potrebbero risparmiare 73 euro ogni anno.

► In aumento le spese per la casa

Una differenza che deriva dalle tasse che si applicano a queste materie in Italia e che, naturalmente, vengono riversate dai gestori sulle bollette. Il modo per risparmiare, Paolo Rohr, responsabile della Divisione Utilities di Facile.it, è

valutare le offerte del mercato libero per il gas e la luce. Attraverso il confronto delle tariffe gli utenti possono risparmiare sul prezzo della materia prima gas e della quota energia della luce, benché non possano, ovviamente, abbassare i costi addizionali e le tasse riportate in bolletta. Parliamo, ad ogni modo, di un risparmio medio di 150 euro sul gas e di 50 euro sull’energia elettrica.

La Ferrari corre più veloce di tutti

 Tutti gli anni Brand Finance -azienda che si occupa della valutazione dei vari band nel mondo- stila una classifica dei 500 marchi più noti a livello internazionale. Quest’anno la medaglia d’oro per fama e popolarità è toccata alla Ferrari.

► Aumento profitti Google 2012

Un grande riconoscimento, soprattutto per il fatto che il marchio Ferrari è riuscito a battere una concorrenza composta da nomi eccellenti della finanza internazionale. Il Cavallino di Maranello è riuscito a scalzare dal primo posto del podio aziende di grandi dimensioni e fatturati plurimiliardari come Google, Coca-Cola, PwC ed Hermes.

Infatti, pur se a livello di dimensioni e di fatturato la Ferrari non può competere con queste altre aziende, Brand Finance stila la sua classifica su altri parametri che permettono di fare un confronto relativo e non assoluto: nello stilare la classifica, infatti, vengono considerati altri criteri quantitativi come il margine netto, il ricavo medio per cliente, la spesa in marketing e pubblicità, la simpatia e la fedeltà al marchio.

► Montezemolo vuole che Monti resti Premier

Il Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo ha espresso una grande soddisfazione per questo riconoscimento che evidenzia ulteriormente il fatto che in Italia, uno dei paesi in cui la crisi ha fatto maggiori vittime, si riesca ancora a creare dei prodotti di eccellenza capaci di competere -e vincere- anche con delle realtà molto più grandi.

Oggi il cda di Telecom per decidere sull’offerta di Della Valle

 Diego Della Valle ha scombinato le carte in tavola con la lettera che ha inviato negli scorsi al presidente di Telecom Italia Franco Bernabè. Nella missiva una proposta di cordata di imprenditori italiani disposti a fare un’offerta per l’acquisizione di La7.

► Diego Della Valle prepara l’offerta per La7

Una sorta di fulmine a ciel sereno che sarà discussa nel cda di telecom Italian previsto per oggi pomeriggio alle 18. Ordine del giorno, oltre alla lettera del patron di Tod’s, la valutazione delle offerte presentate dall’imprenditore Urbano Cairo, concessionario per la pubblicità di La 7 fino al 2019, e dal fondo Clessidra di Claudio Sposito.

Si prevede già una spaccatura del cda, tra chi vorrà decidere entro oggi cosa fare e che, invece, vorrà rimandare il tutto al dopo elezioni, posizione, questa, che, oltre ad essere spalleggiata da larga parte del mondo politico, sembra essere tra le preferenze anche di una buona parte dei consiglieri, non soddisfatti di quanto proposto finora, nonostante gli offerenti originari abbiano rivisto al rialzo le loro offerte.

► Saltata l’asta per le frequenze televisive, persi 1,2 miliardi di euro

Che anche chi sostiene che Della Valle potrebbe allearsi con Cairo, anche se la notizia non è stata confermata da nessuna delle parti in gioco. I due offertni, a differenza di Clessidra, sono però interessati solamente all’acquisizione della emittente e non alla gestione dei multiplex, come invece previsto dall’offerta di Sposito.

 

Ultimatum di Squinzi ai politici: ora servono i fatti

 Tre giorni di incontri tra la Confindustria e i leader delle principali coalizioni politiche in lizza per le elezioni che si svolgeranno la prossima settimana, al termine dei quali il presidente Giorgio Squinzi ha invocato una maggiore serietà e concretezza per coloro che usciranno vincitori dalla tornata elettorale.
► Rapporto Congiuntura flash di Confindustria

Deve esserci un new deal politico che non rischi di portare il paese al declino. Basta, quindi, a parole e allo scontro che non porta da nessuna parte, l‘Associazione degli imprenditori italiani chiede alla politica i provvedimenti a lungo termine con la consapevolezza che vale la pena fare i sacrifici richiesti.

L’Italia ha bisogno assoluto di verità, di parlare il linguaggio della condivisione e di un governo che sia in grado di compiere scelte concrete ed efficaci. La classe politica deve riconquistare con i fatti e la moralità la fiducia dei cittadini.

Dall’Associazione arriva anche l’impegno per il futuro economico del paese e si dice pronta ad appoggiare chiunque salirà al governo se le scelte politiche ed economiche saranno fatte in nome dell’interesse generale del paese.

► Per Confindustria i programmi dei partiti sull’economia reale sono insoddisfacenti

I tre giorni di incontri hanno portato a buoni risultati. Squinzi ha espresso soddisfazione per l’attenzione dimostrata dai leader dei partiti alle proposte fatte e per l’accordo di tutti sulla necessità di sostenere la politica industriale italiana.

Metà dell’Imu è stata pagata dalle aziende

 L’incasso dell’Imu per il 2012 è stato di circa 24 miliardi di euro. Un gettito superiore alle attese, che sembra essere stato portato, per almeno una metà, da quanto hanno versato le imprese italiane.In totale le imprese italiane hanno pagato 11,7 miliardi di euro, il 49,4% del gettito Imu del 2012. Il calcolo è stato fatto dalla Confesercenti  che ha precisato che rispetto alla vecchia imposta sugli immobili, alle società e alle ditte individuali del nostro paese, l’Imu è costata mediamente 1.800 euro in più rispetto all’Ici.
► L’inflazione pesa più dell’Imu

Nello specifico le imprese hanno contributo con 6,5 miliardi che arrivano dagli immobili strumentali di proprietà di imprese costituite come società e 5,2 miliardi per immobili strumentali di proprietà di ditte individuali.

Queste ditte – sottolinea la Confesercenti – sono soggette ad Irpef, e considerate quindi alla stregua di persone fisiche: pertanto abbiamo stimato la quota di gettito Imu proveniente da negozi, botteghe, uffici e immobili ad uso produttivo di proprietà di persone fisiche.

► Quanto spenderanno gli italiani in tasse

Il prelievo lordo aggiuntivo, spiega la Confesercenti, è stato di 6,1 miliardi rispetto ai 5,6 miliardi di euro che sarebbero stati versati se fosse stata ancora in vigore l’Ici, che rappresenta, per ogni azienda un aumento del 90,4%.

 

Diego Della Valle prepara l’offerta per La7

 Diego Della Valle sta preparando la sua scalata ai vertici di La7. Ha in mente un progetto da realizzare in cordata con altri imprenditori italiani e intende coinvolgere anche i volti più famosi dell’emittente controllata da Ti Media.

► Moody’s declassa Telecom

 

La lettera con la sua offerta dovrebbe arrivare entro oggi al presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e a tutti i consiglieri. Il fondatore di Tod’s ha già firmato l’impegno di riservatezza per accedere alle carte della società e ha chiamato a collaborare con lui una banca internazionale che lo assisterà in tutto il percorso.

Si sa ancora poco di questo progetto di scalata, Diego Della Valle si è riservato qualche settimana di tempo per mettere in piedi un’offerta davvero concorrenziale insieme ad altri cinque o sette imprenditori italiani. La novità del suo progetto è quella di voler coinvolgere anche Enrico Mentana e Michele Santoro.

Come già fatto da Cairo Communication, anche l’offerta di Della Valle cercherà di ottenere il controllo della tv -solo La7, senza MTV- e lasciare a Telecom Italia la gestione di infrastrutture e multiplex. Della Valle sembra disposto anche a  lasciare alla Telecom una quota di minoranza della società.

► Saltata l’asta per le frequenze televisive, persi 1,2 miliardi di euro

Lunedì mattina il cda di Ti Media in cui si discuteranno le offerte di Clessidra e Cairo. Si prospettano discussioni e probabili lungaggini prima dell’arrivo della decisione definitiva, dato che il cda è ugualmente suddiviso per zone di interesse. Della Valle, forte dell’appoggio di Mediobanca che attende offerte migliori rispetto a quelle depositate.

Il valore degli immobili italiani ridotto di un quarto in cinque anni

 Sarà solo la stabilità politica a dare una speranza al settore immobiliare italiano. Se arriverà, secondo Federazione degli agenti immobiliari, la ripresa potrà iniziare a partire dalla seconda metà del 2013.

► L’ottimismo del nuovo anno nell’immobiliare

La crisi scoppiata nel 2008 ha messo in ginocchio il mercato delle case. Dallo scorso i prezzi delle abitazioni sono calati del 12% e il numero delle compravendite del 17%. Questi sono i dati riportati dal rapporto della Fiaip (Federazione agenti immobiliari).

Se si estende il calcolo ai cinque anni che ci separano dall’inizio della crisi, emerge che il valore delle abitazioni in Italia ha subito un crollo pari al 20-25%, mentre per le compravendite si è assistito ad una riduzione del volume di circa il 40%.

Nello specifico i prezzi per le locazioni ad uso abitazione sono scesi del 5,6% e quelli delle locazioni commerciali del 12,5% rispetto al 2011. Situazione analoga anche per il mercato non residenziale, dove i prezzi sono scesi del 14,89% per i negozi, del 15,27% per gli uffici e del 15,04% per i capannoni.

► Un quarto del mercato immobiliare in fumo

L’unica città che non mostra tali segni di cedimento dei prezzi è Taranto, dove la diminuzione si ferma al 2%, mentre è Perugia a detenere il record dei prezzi più bassi con un  -17,13%.

Bollettino della Banca d’Italia sulla finanza pubblica

 Le entrate fiscali del 2012 sono state in leggero aumento rispetto al 2011. E’ quanto emerge dal bollettino della Banca d’Italia sulla finanza pubblica del nostro paese per l’anno appena concluso. Nello specifico le entrate sono salite a 409 miliardi, così come è cresciuto anche il debito di 81,5 miliardi, rimanendo però sotto la soglia dei duemila miliardi.
► Dati Bankitalia su prestiti e depositi

Nel dettaglio dei conti fatti da Bankitalia si legge che le entrate fiscali sono state l’1,7% in più rispetto al 2011, con una diminuzione, però,  a dicembre, quando è stato registrato un gettito pari a 68,985 miliardi, ossia il 4,44% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011 (72,192 miliardi di euro).

Il debito delle pubbliche amministrazioni è sceso sotto la soglia dei 2mila miliardi di euro che era stata raggiunta a novembre del 2012. Ora ammonta a 1.988,363 miliardi, in calo dell’1,6% rispetto al mese precedente. Ma la stessa diminuzione non è presente se si raffronta il dato mensile con quello annuale: da dicembre 2011 a dicembre 2012 il debito pubblico italiano è cresciuto di 81,517 miliardi.

► Nuovo massimo storico debito pubblico

Un incremento dovuto per oltre un terzo al sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’euro (29,5 miliardi di euro). Un sostegno che nel triennio 2010-12 è stato pari a 42,7 miliardi: 10 per la Grecia, 5,7 miliardi per European Stability Mechanism (Esm) e 26,9 miliardi per lo European Financial Stability Facility (Efsf).

Le indicazioni dell’OCSE all’Italia

 Nel rapporto “Obiettivo crescita” l’Ocse raccomanda all’Italia le strategie e le modalità di intervento per riuscire ad mettere la parola fine alla crisi che ha investito il paese e anche per cercare una soluzione definitiva ai problemi endemici della nostra penisola.
► Dati OCSE su occupazione

L’Ocse si concentra, innanzitutto, sul problema della corruzione, che, secondo l’organizzazione parigina, non può essere risolta attraverso i condoni fiscali, ma solo con la riduzione delle distorsioni e degli incentivi all’evasione diminuendo le alte aliquote fiscali.

Nello specifico l’Ocse plaude ad alcuni degli aumenti fatti sulle imposte indirette (Imu) e prosegue, però, dicendo che è il momento di tassare una più ampia gamma di esternalità ambientali e riaffermare la volontà di evitare i condoni fiscali. Le tasse per il lavoro, prosegue l’organizzazione, devono essere assolutamente ridotte.

Il lavoro è uno degli altri argomenti che l’Ocse sembra avere a cuore. In Italia esiste una situazione che non permette, infatti, di sfruttare tutto il potenziale presente nel paese, come dimostra la crescita della produttività del lavoro e la stessa partecipazione al lavoro che rimangono basse.

► Dati OCSE su occupazione

Il primo settore di intervento deve essere diretto ad un bilanciamento del mercato del lavoro, con una maggiore protezione non del singolo posto di lavoro ma del reddito dei lavoratori. Oltre a ciò è necessario migliorare i programmi di istruzione e di apprendistato.