La “Giornata della collera” del settore edile

Per domani è prevista la manifestazione di protesta del settore edile che si ritroverà a Piazza Affari per fare sentire la sua voce. La crisi nel settore edile è arrivata a livelli alti e le imprese, i professionisti e l’indotto hanno deciso la protesta davanti alla Borsa.

In Italia la casa è il bene più tassato

Gli organizzatori hanno chiamato la manifestazione “Giornata della collera”. Il settore edile e delle costruzioni è in crisi e c’è una situazione anche di eccesso di creazione di nuove strutture che riguarda il passato. Il territorio è stato utilizzato in maniera eccessiva e ora la situazione di crisi economica ricade su questo settore.

L’organizzatore della manifestazione è Assimpredil, l’associazione regionale più importante che fa parte dell’Anci ed è come una Confindustria degli imprenditori edili. Le richieste sono quelle di un intervento per un settore bloccato. Il periodo elettorale ha portato a questa protesta e ci saranno Maroni, Ambrosoli Vendola a Mauro a sentire le ragioni di chi protesta.

Calano i permessi per le nuove costruzioni

Si prevede una protesta anche simbolica in piazza oltre che un convengo in cui si parlerà seriamente del problema del settore edile. Per il presidente di Assimpredil Cluadio De Albertis: “La crisi economico-finanziaria che ha investito il nostro Paese ha trascinato il settore delle costruzioni nella recessione più grave dal dopoguerra a oggi, di fatto riportandoci ai livelli degli anni ’40”. Per De Albertis c’è da intervenire e da risistemare: “Il 70% degli edifici del nostro paese è antecedente agli anni ’70. C’è molto da recuperare e da ricostruire. Per non parlare del repristino delle infrastrutture e del loro ammodernamento”.

Visco interviene su caso MPS

 Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è intervenuto al Forex di Bergamo per parlare della situazione del paese. Rassicurando i presenti sulla buona salute del sistema italia bancario ed economico– il governatore ha anche tenuto a ribadire che per la seconda metà del 2013 è prevista la ripresa.

► Moody’s osserva Mps e gli ex dirigenti sono accusati di associazione a delinquere

Ma non è ancora tempo di deporre le armi. Visco precisa che il superamento della crisi economica che sta dilaniando il paese è possibile, ma solo se si continuerà a fare i passi giusti sulla strada del rigore.

In primo luogo la ripresa è legata a filo doppio con l‘equilibrio dei conti del nostro paese. Sono proprio i conti che, infatti, interessano gli investitori internazionali per decidere se dare o meno fiducia al paese.

Il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l’ostacolo alla crescita. Pur con la dovuta attenzione alla necessità di mitigare le conseguenze di natura sociale e distributive i programmi di risanamento devono continuare.

► Supervisione europea banche

Non mancano parole di conforto anche sulla questione di MPS. Secondo Visco, le gravi vicende che hanno colpito l’Istituto non pregiudicano la salute del sistema bancario italiano nel suo complesso. Ma, per evitare simili situazioni in futuro, Visco chiede che siano dati maggiori poteri a Bankitalia.

Via libera al prestito per Alitalia

L’incontro per decider le sorti di Alitalia si è tenuto questa mattina all’hotel Westin Palace di Milano alla presenza dei soli soci italiani. Una riunione che ha portato, secondo alcune fonti, alla decisione di dare il via libera al maxiprestito di 150 milioni di euro per la compagnia italiana, operazione alla quale Air France ha già dato il via libera.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Restano ancora da definire i dettagli per il prestito che si è reso necessario per coprire le esigenze finanziarie della compagnia previste per il 2013. Tutti i soci pro-quota dovranno dare la loro parte, eccezion fatta per coloro che, per ragioni di difficoltà economiche, non possono permettersi di partecipare finanziariamente e dei soci che hanno rilevato le loro quote solo di recente.

Si parla comunque di una cifra che si aggirerà tra i 150-200 milioni di euro, ma tutte le decisioni definitive sono rimandate al 14 febbraio, quando si terrà una nuova riunione dell’azionariato di Alitalia.

► Piano Alitalia per evitare la bancarotta

Per Alitalia, però, i guai non finiscono qui. Dopo il blackout di ieri che ha fatto ritardare diversi voli, le varie associazioni di consumatori si sono già messe all’opera per capire se e in quale misura i passeggeri che hanno sofferto del disservizio possono avvalersi delle legge comunitarie per il rimborso.

A RCS tira aria di crisi

 La crisi colpisce uno dei colossi dell’editoria italiana. RCS – Rizzoli-Corriere della Sera – è uno dei maggiori editori italiani, una società enorme, quotata anche in Borsa.

Il gruppo ha annunciato oggi, per voce dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che l’azienda metterà in atto un piano di ristrutturazione anticrisi, che prevede il taglio di 800 dipendenti, tra giornalisti e amministrativi, la vendita di ben 1o testate e la valorizzazione (ossia la vendita) di delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, situate nel centro di Milano.

 

Esuberi Benetton

Le testate che saranno messe in vendita sono A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l’Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht&Sail più tutta la parte dell’enigmistica. Se non si troverà un acquirente, le testate saranno cessate.

Tra i vari esuberi, se ne contano 640 in Italia e i restanti in Spagna, ma non si sa ancora come saranno distribuiti gli esuberi nelle singole divisioni. Il triste annuncio è stato anche accompagnato dalla notizia che anche i super manager aziendali sono disposti al sacrifico e il presidente Angelo Provasoli, l’amministratore delegato e i suoi collaboratori si ridurranno lo stipendio del 10%.

► Crisi Electrolux

I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs hanno manifestato immediatamente una grande preoccupazione per questo annuncio, che, soprattutto in Spagna vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, dove solo nel 2012 sono stati tagliati 350 posti di lavoro.

Consumi giù di 45 miliardi in due anni

 E’ questo quanto emerge dalle ultime stime di Confesercenti, che mettono insieme i dati sui consumi dello scorso anno, che sono scesi di 35 miliardi di euro, e quelli di quest’anno, per il quale è stato stimato un ulteriore calo di 10 miliardi.Quindi, nel biennio 2012-2013, il calo dei consumi degli italiani si attesterà a meno 45 miliardi, che equivalgono ad una diminuzione della spesa per ogni famiglia pari a circa 2000 euro. Il tutto, ovviamente, a danno delle piccole e medie imprese.

► I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

La colpa maggiore di questo crollo dei consumi è da imputare alla pressione fiscale -il prelievo fiscale previsto per l’anno in corso, con l’introduzione delle nuove imposte Imu, Tares e Ires, sarà complessivamente di 34 miliardi di euro- che peserà per 800 euro a famiglia.

Se lo stesso conto si applica alle aziende, già messe in ginocchio dalla crisi dei consumi, si ha una pressione fiscale pari a 14 miliardi, pari a 3000 euro per ogni azienda.

Ciò che il governo ha fatto per risollevare le sorti dell’economia, almeno secondo la Confesercenti, potrebbe invece rivelarsi un’ulteriore spinta verso la recessione. Infatti, questa pressione fiscale, andrà ad incidere sul Pil per lo 0,7%.

► Paniere dei consumi 2013

Secondo Marco Venturi, presidente dell’associazione, l’unica soluzione a questo problema è il taglio alle spese, attraverso il quale potrebbero essere recuperati ben 70 miliardi, con i quali ridurre la pressione fiscale e ridare ossigeno a famiglie e imprese.

Regioni e Comuni non riusciranno a rispettare il patto di stabilità

 La situazione in cui si trovano le finanze delle Regioni e dei Comuni è molto difficile e, secondo Graziano Delrio -presidente dell’Anci- e Vasco Errani -presidente della Conferenza delle Regioni- poterebbe divenire impossibile preparare dei bilanci nel rispetto del patto di stabilità.Questo è quanto si legge nella  lettera inviata al premier Mario Monti e al ministro dell’Economia Vittorio Grilli.

► Grilli su tagli spese

La lettera contiene un appello al governo che deve prendere atto di questa difficoltà oggettiva e pensare, quindi, ad un

provvedimento che risolva quelle questioni che oggi pregiudicano una corretta attività contabile e finanziaria degli enti.

Questo appello non è nuovo, perché già in sede di approvazione della legge di stabilità 2013 era stata evidenziata una difficoltà oggettiva dei Comuni e delle Regioni a predisporre i bilanci nel rispetto dei vincoli del Patto di Stabilità interno ed in considerazione dei tagli gravosissimi.

Il primo passo da fare è quello di rivedere quanto deciso per la Tares. Con la posticipazione del pagamento della prima rata a luglio, infatti, i comuni si troveranno con

un serissimo problema di liquidità ai Comuni che dovrebbero anticipare alle aziende i corrispettivi per erogare i servizi.

► Prima rata Tares posticipata a luglio

Le Regioni chiedono, in primo luogo, che siano rivisti i termini del taglio al fondo sanitario. Attualmente, infatti, quanto previsto non consentirebbe di garantire i servizi essenziali ai cittadini.

 

Dati Bankitalia su prestiti e depositi

 Il numero dei prestiti concessi a dicembre è ancora in calo, anche se quelli concessi alle famiglie sono aumentati in misura maggiore rispetto a quelli delle imprese. E’ quanto emerge dai dati di Bamkitalia sulla situazione dei prestiti in Italia per il periodo di dicembre 2012. Nello specifico si è registrata una contrazione dello 0,9% dei prestiti al settore privato su base annua, che mette in evidenza come si sia avviato un trend positivo (a novembre la contrazione è stata dell’1,5%).

► Il fondo Kyoto per i prestiti

Sono le imprese a soffrire di più del perdurare di questa situazione, con una contrazione del 2,2% a fronte del -3,4% del mese precedente. Per le famiglie, invece, si è registrata una diminuzione dei prestiti concessi dello 0,5%.

Controtendenza il dato riguardante i depositi bancari. Per il mese di dicembre si è attestato un aumento dei depositi privati del 6,9% (6,6% a novembre).

Buoni anche i dati sul costo del denaro. I tassi di interesse applicati sui prestiti e i finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni sono diminuiti al 3,92% rispetto al 4,05% di novembre, mentre quelli per il credito al consumo sono calati al 9,06% (9,49% a novembre).

► Tutto sui tassi d’interesse dei mutui

A patire ancora le società non finanziarie, per le quali i tassi di interesse sono calati solo per i prestiti inferiori al milione di euro (4,43% a dicembre contro il 4,49% di novembre), mentre per i prestiti oltre il milione i tassi sono saliti al 3,15%, dal 3,06% a novembre.

 

 

Grilli su tagli spese

 In ballo c’è l’equilibrio del bilancio. Così, il Ministro Vittorio Grilli ha diffuso una lunghissima circolare nella quale avvia di fatto il “giro di vite” legato alla prossima predisposizione del bilancio di previsione riguardante il 2013. L’invito è rivolto soprattutto alle amministrazioni centrali, le quali dovranno tenere in considerazione le norme già ‘passate’ inerenti al contenimento delle spese e al rigore finanziario, così da conseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio su cui il governo si è impegnato in sede europea.

Obiettivi 2013

Per il 2013 la necessità è quella di mettere in atto comportamenti congruenti con gli obiettivi prestabiliti e, in particolar modo, vi è l’esigenza di porre in essere le opportune iniziative cosicché gli enti di rispettiva competenza, nell’organizzare il bilancio di previsione per l’esercizio 2013, possano procedere ad un’impostazione previsionale concentrata sul rigore finanziario e secondo criteri finalizzati in primo luogo al contenimento delle spese, ponendo la giusta attenzione sulla possibilità di procedere ad un’oculata riduzione degli stanziamenti complessivi per spese diverse da quelle obbligatorie ed inderogabili.

Grilli si aspetta che tutte le amministrazioni collaborino attivamente. E’ questo un  elemento fondamentale ai fini dell’osservanza dei criteri sovra elencati da parte degli enti di rispettiva competenza.

Solo successivamente si potrà procedere al consolidamento del processo di razionalizzazione della spesa pubblica”.

Accorgimenti

Tra le indicazioni fornite vi è in evidenza il suggerimento di usare le carte elettroniche istituzionali per i pagamenti e i rimborsi a cittadini e utenti, nonché la necessità di ridurre le comunicazioni cartacee e le spese telefoniche. In conclusione occorre  ottimizzare gli spazi.

Esuberi Benetton

 In questi giorni si parla molto della crisi che ha colpito Electrolux, multinazionale svedese specializzata in elettrodomestici. Una situazione simile, se non altro per quanto concerne i tagli che verranno, interessa l’italiana Benetton. Per la prima volta, il progetto di trasformazione reso pubblico dall’azienda non è stato approvato dai sindacati, che lo hanno interpretato come una “mazzata senza precedenti”.

Il piano contempla ben 450 esuberi, 228 dei quali sono situabili nelle sedi di Ponzano Veneto e Castrette di Villorba. Gli altri 280 sono relativi ad assunzioni diffuse in tutta Italia nella rete vendita.

Crisi?

Il totale degli esuberi è decisamente maggiore rispetto alle indiscrezioni. Inizialmente si parlava di un centinaio di addetti interessati ai tagli. Oggi invece si scopre che l’azienda potrebbe usare le maniere forti, inaspettatamente. Il taglio dovrebbe andare a colpire più di cento di sviluppatori di prodotto. I rimanenti operatori sotto contratto che rischiano il posto sono invece tecnici e impiegati.

Un numero simile di lavoratori dovrebbe essere “tagliati” nelle varie filiali fuori dall’Italia. Benetton ha anche dichiarato apertamente che ha intenzione di rescindere i contratti di fornitura a fronte di 135 laboratori terzisti, soprattutto di quelli locati in Veneto.L’amministratore delegato  Biagio Chiarolanza, al quale è stata affidata la rimodulazione degli organici, ha dichiarato che la misura “non era più rimandabile” se si voleva provare ad effettuare un rilancio dell’azienda a lungo termine.

Le difficoltà del gruppo che ha segnato la storia dell’abbigliamento Made in Italy, nell’ultimo anno, sarebbero connesse in particolar modo alla flessione dei consumi in paesi come l’Italia e la Spagna. Due mercati importantissimi nel contesto del fatturato tradizionale di Benetton.

 

Crisi Electrolux

 Finiscono nel baratro della crisi anche due grosse aziende come Electrolux e Benetton, mettendo a repentaglio dunque il Nord. Si tratta, quasi, di una prima volta.

Per quanto concerne Electrolux, multinazionale svedese Electrolux, nella giornata di oggi sono stati annunciati dai sindacati a Mestre ben 1.129 esuberi in quattro filiali italiane del gruppo.

Esuberi

Nello specifico gli esuberi sono così suddivisi: sono 295 esuberi nello stabilimento friulano di Porcia (in provincia di Pordenone), 373 nello stabilimento di Susegana (in provincia Treviso), 200 nell’area produttiva di Forlì e 261 a Solaro (in provincia di Milano).

Il numero complessivo ingloba 597 esuberi che dovranno essere smaltiti. Succederà con l’attivazione del piano di ristrutturazione del 2012. Vi sono poi degli esuberi già individuati per il triennio 2013-2015, in virtù dei dati di vendita che fanno registrare una drastica riduzione sulle vendite all’interno del mercato europeo.

Prossimo aggiornamento

Il segretario Fim per il Friuli Venezia Giulia, Cristiano Pizzo, ha dato alle parti appuntamento al mercoledì 20 febbraio, per un ulteriore aggiornamento. In quella data si entrerà nel merito della gestione degli esuberi.

Intanto, Electrolux ha dichiarato che non farò ricorso ai licenziamenti. Nel contempo i sindacati vorrebbero proporre la soluzione dei contratti di solidarietà.

Crisi

L’annuncio della crisi in cui versa la multinazionale specializzata in elettrodomestici era stato già dato durante la settimana scorsa. A rilevare le difficoltà erano stati i dati mondiali sulle vendite.

Daiti

Electrolux ha fatto registrare un quarto trimestre 2012 da record, comprensivo di un tasso di crescita del 7,5% che si inserisce in un incremento totale annua del 5,5%, in virtù delle performance di Nord America e America Latina, le quali danno il 50% del fatturato. In aumento anche l’Asia e i mercati emergenti; ma sul conto finale pesava la nota stonata dell’Europa, con le vendite in decisa flessione.