Il nuovo contratto di Berlusconi

 Berlusconi ha presentato il suo nuovo contratto, anche se i tempi della gloria e dei fasti sembrano passati. In questo la proposta è di una manovra di 80 miliardi che si dovrebbe attuare in cinque anni. Alla base ci sono i tagli delle spese pubbliche e l’investimento nelle imprese. Si propone anche di agevolare le famiglie italiane che in questo periodo hanno molti problemi ad arrivare a fine mese.

► I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

L’obiettivo di cui parla Berlusconi è la riduzione del 10% dei costi dello Stato nei prossimi cinque anni. Inoltre c’è la proposta di abbassare la pressione fiscale. L’obiettivo è quindi quello di ricavare 16 miliardi da utilizzare per ridurre il debito pubblico e per agevolare le imprese e le famiglie.

Di certo si è in campagna elettorale e soprattutto per la coalizione di Berlusconi, che è data in svantaggio, le proposte e le promesse sono interessanti. Ora, però. Lo saranno anche nel caso in cui la stessa coalizione vada al governo?

► Monti e la possibilità di una manovra bis legata al governo

Il cavaliere parla di riduzione delle tasse, ma ne parlano tutti i partiti politici per il momento. Berlusconi ha attaccato Casini e Fini affermando che se gli italiani “vogliono un governo che governi non diano il voto ai partitini di Casini, Fini o Monti”.

Moody’s osserva Mps e gli ex dirigenti sono accusati di associazione a delinquere

 L’accusa di associazione a delinquere arriva per l’operazione di acquisto di Antonveneta dove si sarebbe realizzata una plus valenza stabilita a tavolino.

La situazione della banca Monte dei Paschi di Siena continua a essere al centro dell’interesse. Da una parte l’agenzia di rating Moody’s ha messo sotto osservazione la banca Monte dei Paschi di Siena. Si rischia un possibile downgrade. Dall’altra la procura di Siena continua le sue indagini sui dirigenti e parla di una associazione a delinquere.

► Un prestito per salvare Mps

In particolare, Moody’s sta controllando il rating di lungo termine “Ba2” della banca Monte dei Paschi di Siena e della sua controllata MPS Capital Services.

Per quanto riguarda le indagini, invece, è stato sentito Ettore Gotti Tedeschi sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps che è al centro delle indagini. In particolare, i pm si concentrano sulle operazioni successive all’acquisizione di Antonveneta che hanno portato i dirigenti a spalmare il debito nei bilanci posteriori.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Secondo l’accusa, che riguarda l’acquisto di Antonveneta, l’ex presidente Mussari, Vigni, Baldassarri e il suo vice Toccafondi, oltre ai dirigenti che hanno lavorato all’acquisto della banca, avrebbero stabilito un patto con i vertici del Banco Santander al fine di truccare i conti, fare aumentare il prezzo e arrivare a una plusvalenza di oltre due miliardi di Euro. L’indagine arriva quindi a intravedere un progetto criminale organizzato e gestito dagli ex dirigenti.

Quanto vale il patrimonio della criminalità organizzata?

 Quasi 4 miliardi di euro. Ecco quanto vale il patrimonio della criminalità organizzata in Italia, almeno per quanto riguarda quello che la Guardia di Finanza è riuscita a portare alla luce nel corso del 2012.

► Crisi economica? Non per la mafia

Al primo posto delle associazioni criminali che hanno subito i maggiori sequestri di beni dalla GDF c’è la camorra (1,3 miliardi) al secondo posto di questa triste classifica c’è la mafia con 1,2 miliardi, poi la ‘ndrangheta, a quota 846 milioni. al quarto posto la sacra corona unita, alla quale le forze dell’ordine hanno sottratto beni per 139 milioni di euro.

A queste cifre si aggiungono altri 301 milioni di euro che arrivano dal sequestro di beni relativo alle altre organizzazioni criminali, alcune italiane e altre straniere.

► Il Fisco accerchia gli evasori

La maggior parte del denaro recuperato proviene dalle imprese (2,2 miliardi di euro), poi da beni immobili (1,2 miliardi di euro), 350 milioni sono stati recuperati in contanti o titoli azionari e di società e 38 da altre tipologie di beni mobili.

Queste cifre mettono in evidenza un aumento una maggiore efficienza delle strategie investigative messe in atto dalle forze dell’ordine, che hanno portato lo stato a recuperare il 26,6% in più rispetto a quanto fatto nel 2011.

 

 

Rapporto Eurispes su famiglie italiane

 Secondo i dati pubblicati oggi nell’ultimo rapporto dell’Eurispes le condizioni economiche delle famiglie italiani sono davvero drammatiche. Il 53,3% degli italiani, infatti, ha dichiarato di non riuscire a sostenere adeguatamene la famiglia con quello che guadagna mensilmente.

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Nello specifico i dati dell’Eurispes parlano di un 61,3% dei lavoratori che con il proprio stipendio non sono in grado di accedere alle spese importanti, quali possono essere l’accensione di un mutuo per l’acquisto della casa o di un’automobile.

► Dati Confcommercio su redditi e consumi

La diminuzione del potere d’acquisto è stata sentita come molto forte dal 31% degli intervistati (42,4% abbastanza; 22,2%  in misura contenuta e il 4,4% non l’ha avvertita). Negativo anche il giudizio sulle possibilità di risparmio. Pochi coloro che si dicono sicuri di poter accrescere i propri risparmi nel corso del 2013 (un italiano su venti), mentre sono due su tre gli italiani che si dicono sicuri di non riuscire a mettere nulla da parte.

► Le risposte e i consumi dei cittadini europei di fronte alla crisi

Questa difficile situazione si evidenzia anche attraverso l’esplosione dei cosiddetti compro oro, cresciuti dell’8,5% rispetto allo scorso, ai quali si rivolgono soprattutto le donne, e l’aumento dei lavori informali (assistenza ad anziani, a sartoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie, giardinaggi.

Monti e Merkel si incontrano per parlare del bilancio UE

 Il nostro premier Mario Monti uscente e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono incontrati a Berlino in vista delle prossime riunioni del Consiglio Europeo.

Un incontro fruttuoso nella quale i due leader -i cui paesi sono legati a filo doppio nelle questioni economiche- hanno parlato del bilancio dell’Unione Europea e dei suoi possibili effetti sull’economia dei due paesi. E’ stata la stessa Merkel a sottolineare quanto siano difficili gli incontri all’UE ma, allo stesso tempo, però, si è dimostrata anche particolarmente sicura che l’Italia riuscirà a risolvere tutte le sue problematiche.

► Monti e la possibilità di una manovra bis legata al governo

Dal canto suo anche il premier Monti ha ribadito l’importanza per l’Italia di un quadro finanziario orientato a sostenere la crescita economica, che deve essere compreso in un bilancio comunitario trasparente ed equo. Discorso nel quale il premier ha anche voluto difendere il suo operato in Italia, in questi ultimi tempi messo in discussione sia a livello nazionale che internazionale.

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Un incontro che è stato particolarmente fruttuoso e mette le basi per una rinnovata collaborazione tra i due paesi che -si spera- possa continuare anche nei prossimi giorni quando si arriverà agli incontri europei durante i quali si discuterà dei contributi dovuti dai paesi membri dell’Unione:

Negli ultimi dieci anni, l’Italia è diventato un contribuente netto e ha pagato via via più di quanto fosse giustificato dal suo livello di prosperità relativa, al punto di essere nel 2011 il primo contribuente netto al bilancio dell’Unione. Questo non è giustificato.

Economia verde

 Organizzazione, solidarietà. Proiezione sui mercati internazionali delle tecnologie “verdi” è d’obbligo al fine di massimizzare i non pochi pregi scaturiti dalle imprese italiane del settore.

Le istituzioni, di concerto con le maggiori associazioni di imprenditori, stringono i tempi.

Così, al road show sugli strumenti di incentivazione pubblica per la green economy si unisce il “Cleantech forum Italy”, ovvero la rete di imprese interessata all’ innovazione nel settore ambientale per presentarsi sul mercato internazionale.

Presentazione

Il ministero dell’Ambiente, Ice (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), il network internazionale Cleantech Group e Area science park di Trieste hanno presentato il progetto all’Università Luiss di Roma.

Le ambizioni sono tante, sia in Europa sia nei Paesi in via di sviluppo, quali Cina, India, Brasile. Così, Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente: “Abbiamo qualche centinaia di migliaia di imprese che esportano già. Ora i finanziamenti che vanno cercati sui mercati internazionali, dove si possono trovare investitori interessati alle tecnologie pulite”.

Obiettivi e aziende coinvolte

L’obiettivo è creare la rete delle imprese italiane, mirando anche allo scambio di informazioni sui progetti nazionali ed europei. Tra le grandi imprese già implicate menzioniamo Ansaldo Energia, Ducati Energia, Enel ed Enel Greenpower, Falck Renewables, Magneti Marelli, Mossi e Ghisolfi, Novamont, Solergy, Versalis.

Clini ha colto l’occasione per fare un appello al prossimo Governo, affinché assicuri un seguito a tutto il lavoro svolto.

Ulteriori aumenti benzina

 Le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati continuano (anzi, tornano) a salire in maniera vertiginosa. I primi segnali dei giorni scorsi erano solo un inizio timido. Ora anche i prezzi alla pompa sono nuovamente in rialzo. Il discorso riguarda sia la benzina, sia il diesel.

Prezzi

Nella giornata di ieri, il prezzo nazionale per la benzina verde si è attestato sui 620 euro per mille litri (+7). Il prezzo del gasolio, invece, si è attestato sui 629 euro per mille litri (+9).

In quattordici giorni  la quotazione della benzina è salita dell’equivalente di 4,7 centesimi al litro. La quotazione del diesel, invece, è aumentata di circa un centesimo. Aumentano dunque per il secondo giorno di fila le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito: la benzina è oggi a 1,831 euro/litro (+0,6 centesimi), il diesel a 1,765 euro/litro (+0,1 centesimi).

Rimangono, invece, stabili il Gpl (a 0,844 euro/litro) e il metano (a 0,989 euro/kg).

Modifiche listini Eni, Q8, Esso e TotalErg

Le rilevazioni degli organi preposti dicono che nella mattinata di oggi Eni, Esso, Q8 e TotalErg hanno modificato i propri listini. L’aumento è di un centesimo al litro sulla benzina.

Esso: aumento di 0,5 centesimi sulla verde e 0,3 centesimi sul diesel.

Q8: aumento solo sulla verde, di +0,5 centesimi.

TotalErg;  +0,6 centesimi sulla benzina e +0,3 centesimi sul gasolio.

Mps controllata dal Ministero del Tesoro

Mps controllata all’82% del Tesoro. E’ questo il destino dell’istituto senese (almeno ai prezzi attuali) se non rimborserà i 3,9 miliardi di Monti-bond. Il panorama di quella che si configurerebbe a tutti gli effetti come una nazionalizzazione per il Monte si evince dall’intervento del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Senza contare che «il Tesoro potrà entrare progressivamente nel capitale anche solo se la banca non sarà in grado di pagare gli interessi». Un conto salato che Siena può saldare anche in azioni, infatti.

Per ora si tratta solo di un’ipotesi, visto che il presidente dell’istituto, Alessandro Profumo, conta di onorare gli impegni del Tesoro. Ma le indagini sono ancora in corso e, se il Monte andrà in affanno, lo schema è segnato: i Monti bond possono condurre Siena dritto alla nazionalizzazione.

Tuttavia, un chiarimento è d’obbligo per il ministro: la logica dei Monti bond, nati prima delle attuali inchieste, era ed è tutt’ora per Grilli quella di «rafforzare il capitale» (portare il coefficiente patrimoniale al 9%, secondo le indicazioni dell’Eba), «aumentare un buffer preventivo su una banca solida (a differenza dei Tremonti-bond che avevano un obiettivo «correttivo»: quello di ridare liquidità alle banche), di «mettere al sicuro il risparmio». Tutto tranne che la logica di «salvare» Mps. Perchè l’istituto senese, ribadisce e insiste il ministro, «è solido».

Perso 75% fondi Welfare in cinque anni

 I fondi nazionali per gli interventi di natura sociale vanno molto male. Negli ultimi cinque anni, il 75% delle risorse stanziate in totale dallo Stato è venuto a mancare.

L’Indagine dello Spi-Cgil sul Welfare

Il fondo per le politiche sociali, che rappresenta la fonte principale di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, è stato vittima della decurtazione più significativa, translando da una dotazione di 923,3 milioni di euro ad una dotazione di 69,95 milioni. Ciò si evince da un’indagine dello Spi-Cgil sul welfare nel nostro Paese.

Fondo non autosufficienza

La dotazione finanziaria di questo fondo nel 2010 era di 400 milioni, come afferma il sindacato dei pensionati della Cgil, ed è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi, al punto da non essere stato corroborato dal governo Monti, malgrado le reiterate promesse in tale ottica.

Ulteriori decurtazioni di risorse sono state inserite al fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 a 31,99 milioni) e al fondo per le politiche giovanili (da 94,1 a 8,18 milioni).

 

Monti su Irpef Imu e Irap

Il cambiamento di Mario Monti in trenta giorni: un mese aveva posto il veto su una riduzione dell’Imu. Oggi, invece, il Premier uscente promette tagli di trenta miliardi sulle tasse nell’arco dei prossimi 5 anni.

In altri  termini, Monti vuole garantire una sfilza di sgravi proprio su Imu, Irpef e Irap. Tuttavia, il ‘Professore’ al momento può garantire solo una copertura di 2,5 miliardi di taglio alla spesa corrente primaria. Soldi che servono almeno per alleggerire l’imposta sulla casa.

Futuro

Come andrà in futuro? Difficile da prevedere in una fase di piena emergenza e coi conti pubblici sotto stretta osservazione in Parlamento europeo. Per creare le risorse necessarie e propedeutiche al taglio della spesa, Monti può affidarsi su due elementi: potenziamento della lotta all’evasione e diminuzione degli oneri della spesa per interessi.

Evasione

La lotta all’evasione fiscale ha fatto enormi passi in avanti (12,7 miliardi nel 2012 ). Nella legge di Stabilità, però, quei soldi sono stati utilizzati per ridurre il deficit. E anche per il 2013, gran parte dei proventi è  ipotecata  nell’ottica del controllo dei conti pubblici.

Occorre rammentare che quest’anno il Prodotto interno lordo diminuirà dell’1%, contro lo 0,2% previsto dal governo nella nota di aggiornamento al Def di settembre. E l’Italia deve rispettare l’impegno al pareggio di bilancio mantenendo al tempo stesso un avanzo primario nei dintorni del 5% del Pil, condizione indispensabile per avviare la riduzione del debito pubblico.