Nuovi sgravi Irpef

 Ecco cosa cambia con le modifiche inserite nella Legge di Stabilità per le famiglie, a partire da fine gennaio.

Detrazioni figli

Lo schema odierno non risente di alcuna modifica. Continua, dunque, a prevedere un vantaggio che scende in base all’aumento del reddito, e che si annulla raggiunto il top salary di 95.000 euro.

Gli importi di base della detrazione, tuttavia, aumentano.

Anche se in maniera differenziata, dunque, lo sgravio aumenta, per tutte le categorie di contribuenti.

Nello specifico, la detrazione standard aumenta da 800 a 950 euro per ciascun figlio e da 900 a 1220 nel caso dei figli che hanno meno di tre anni di età.

Oltre a questa somma, vanno poi calcolati 400 euro nel caso in cui il figlio sia portatore di handicap.

Vi è una maggiorazione anche per quest’ultima tipologia.

Le cifre sono da ripartire su base annua.

Tali numeri diminuiscono a mano a mano che il reddito del lavoratore e del pensionato cresce.

Per queste ragioni, nel caso in cui il figlio sia uno soltanto, il vantaggio mensile rispetto allo scorso anno è di 10 euro, che calano a 8 nel caso di un contribuente con imponibile Irpef mensile di 3.000 euro, e poi ulteriormente se il reddito è ancora più elevato.

Ma l’importo arriva all’incirca al doppio se si ha un figlio minore di tre anni e con un portatore di handicap.

In proporzione, dunque, il vantaggio è maggiore per chi guadagna di meno.

L’aumento degli sgravi si ha in caso di famiglia numerosa:

3 figli: da 34 euro mensili con un reddito di 1.000 a 25 con 3.000.

4 figli: da 46 euro a 36 euro mensili.

Queste somme aumentano ancora se qualcuno degli interessati ha meno di tre anni oppure ha problemi di disabilità, oppure se il nucleo sia di dimensioni maggiori.

Befera chiarisce su Redditometro

 Intervenendo a Telefisco 2012, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha nuovamente messo in chiaro che il Redditometro non deve essere considerato come un grande fratello che scruterà tutti i movimenti dei cittadini, ma solo uno strumento per scovare i grandi evasori quelli che ogni anno, secondo gli ultimi dati, portano via allo Stato cifre che raggiungono anche i 12 miliardi di euro (questo è quanto recuperato nel 2012).

► Le frodi scoperte dalla Guardia di Finanza sono di circa 6,5 miliardi di Euro

Il Redditometro sarà attivo solo a partire dal prossimo mese, ma la sua presentazione ha iniziato a dare dei frutti fin da subito con la richiesta di rateizzazioni per 22 miliardi di euro. A questo il direttore aggiunge che ha già presentato al governo di alzare a 20mila euro il tetto per chiudere le vertenze a minor costo.

Manca ancora, però, una norma che eviti l’abuso di diritto, per questo è già iniziato, da parte dell’Agenzia, un monitoraggio maggiore per cercare di dare uniformità interpretativa dello strumento a livello nazionale, partiti già con interventi di tipo interpretativo in sede di accertamento.

► Dati evasione fiscale 2012

Questo lavoro ha già portato i suoi frutti:

nel 2012 abbiamo avuto 50mila domande di mediazione e ne abbiamo esaminate quasi la metà. Nel 60% dei casi la mediazione ha avuto luogo. Abbiamo 50mila ricorsi in meno nelle commissioni provinciali, quelle di piccolo importo. Se continuiamo così alleggeriremo di molto i tempi della giustizia tributaria.

 

Chrysler cresce grazie a Fiat

 Chrysler può finalmente considerare finito il suo periodo nero. Dopo aver chiuso il 2011 con un deludente utile di 183 milioni di dollari, il 2012 si è concluso con utili pari a 1,7 miliardi di dollari, più di quanto si aspettasse lo stesso Lingotto che ne ha voluto prendere le redini.

► Accordo Fiat, Chrysler e Gac Group

E’ così che la Cenerentola di Detroit ha ritrovato la sua scarpetta di cristallo e il suo principe, che risponde al nome di Sergio Marchionne, che è stato in grado di portare le vendite mondiali della casa americana a 2,2 milioni di dollari per il 2012, che si traduce in una crescita del 18% rispetto all’anno precedente.

Solo nel quarto trimestre Chrysler ha fatto registrare un utile netto di 378 milioni -pari a 17,2 miliardi di dollari di ricavi. Facendo i conti su tutto l’anno i ricavi della Chrysler sono cresciuti del 20% (arrivando a 65,8 miliardi di dollari dai 55 dell’anno prima) grazie soprattutto ad un aumento nelle consegne di veicoli, come fanno sapere da Torino.

► Fiat molto bene a dicembre negli Stati Uniti

Marchionne si è detto particolarmente soddisfatto anche se il suo compito non è ancora terminato. L’ad di Fiat e Chrysler punta ancora più in alto e prevede che per il 2013 la controllata Fiat possa raggiungere vette ancora più ambiziose, preventivate in 2,2 miliardi di dollari.

Le scadenze fiscali mettono a repentaglio le vacanze degli italiani

 Il 2013 è l’anno in cui gradualmente stanno entrando in vigore tutte le nuove imposte pensate dal governo tecnico per rimpolpare le casse dello Stato. Il caso, o chi per lui, ha voluto che la maggior parte delle scadenze si concentrassero vicino al periodo estivo.

► 2013 anno di pressione fiscale record

Un fatto che sta mettendo seriamente a rischio la possibilità di molte famiglie di concedersi la tanto desiderata vacanza al mare. Sono giugno e luglio i mesi in cui i contribuenti si troveranno a dover sborsare, nel complesso, qualcosa come 3,7 miliardi di euro: 2 di questi andranno a coprire la prima rata dell’Imu (prevista verso la metà di giugno) e 1,7 miliardi, invece, saranno destinati al versamento della prima maxi rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti.

Proprio su quest’ultima si concentra la critica del Centro Studi degli Artigiani di Mestre, per la prima rata dovrà essere versata non prima di luglio.

► Prima rata Tares posticipata a luglio

Come se non bastassero Tares e Imu, a mettere in forse le vacanze degli italiani ci sono altri due salassi: da un lato l’autoliquidazione Irpef, che costerà agli italiani circa 8,5 miliardi di euro in totale (anche questa a luglio) e, ancora, l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%.

Quindi, dove andremo quest’anno? Al mare o ai Monti?

Monti e la possibilità di una manovra bis legata al governo

 Mario Monti ha parlato della possibilità di una manovra bis legandola al governo che uscirà dalle elezioni. Prima aveva detto che una eventuale manovra bis dipendeva dal voto e ora ha precisato meglio affermando:

A seconda della stabilità di governo, della credibilità agli occhi dei mercati e internazionali che un governo ha o non ha, alcune cose cambiano come il livello dei tassi di interesse.

► Monti e Bersani distanti su Fisco e Manovra-Bis

Se i tassi d’interesse, speriamo non avvenga, dovessero ritornare a livelli che denotano una certa sfiducia, allora tutto diverrebbe più complicato e per stare nell’equilibrio di bilancio che si è definito per il 2013 e sul quale ci siamo impegnati con l’Ue, occorrerebbe una manovra in più.

Quello che Monti fa capire è che un altro governo Monti sarebbe accettato dall’Europa, soprattutto dopo le frasi del commissario Rehn a Berlusconi. In particolare, sembra che l’Europa apprezzerebbe la figura di Monti per la fiducia che questi trasmette ai mercati anche in relazione allo spread.

Sulle tasse del suo governo, Monti ha detto: I sacrifici sono stati necessari per salvare finanziariamente l’Italia. Ora che siamo considerati uno dei Paesi più stabili dal punto di vista della finanza pubblica, dovremmo continuare ad autoflagellarci? No, evidentemente con molta prudenza, gradualità e responsabilità è possibile cominciare a ridurre le tasse, ma non per aumentare il disavanzo.

► Grilli nessuna manovra correttiva per l’Italia

Monti ha parlato anche dell’importanza di ridurre la spesa pubblica abbassando in maniera graduale le tasse e del fatto che i tagli del suo governo sono stati necessari.

 

Un prestito per salvare Mps

 Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha parlato della situazione della banca Monte dei Paschi di Siena alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Quello che ne emerge è che il Tesoro potrebbe controllare Mps per l’82%.

Infatti, l’Istituto bancario senese verrà salvato, ma il prestito è a caro prezzo come dice il ministro Grilli. Se non ci sarà il rimborso dei 3,9 miliardi di Monti-bond il Tesoro potrà quindi arrivare all’82% nel controllo di Mps. Infatti questi fondi non sono un regalo, ma un prestito.

► Indagine per truffa nel caso Mps

Quindi non sembra un salvataggio senza pretese con il ministro Grilli che ha affermato: “il Tesoro potrà entrare progressivamente nel capitale anche solo se la banca non sarà in grado di pagare gli interessi”.

Il presidente di Mps Alessandro Profumo garantisce che la banca sarà in grado di rispettare gli impegni. Nel caso non ci riuscisse Mps sarebbe quindi nazionalizzata con il Tesoro che avrebbe il controllo.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

L’ipotesi di un commissariamento di Mps non sono considerate perché non ci sono gravi condizioni finanziarie e di sostenibilità. È importante però monitorare la situazione come ha detto il ministro Grilli. In particolare, egli ha distinto la situazione tra le responsabilità individuali del management e quelle della banca.

Fisco rischia per mancati introiti carburante

I prezzi del carburante sono troppo elevati a causa delle accise e così lo Stato guadagna molto meno dalla vendita di benzina e gasolio. Un cane che si morde la coda, insomma.

Soltanto nel mese di dicembre il peso delle proprie azioni è stato pagato caro dal Fisco, che ci ha rimesso quasi il 10% di entrate.

Dicembre

A dicembre il gettito inerente a questa particolare voce, è infatti restato dietro del 7,2%. Il calcolo dei soldi che non tornano è stato fatto dal Centro Studi Promotor (Csp), il quale ha già lanciato l’allerta sull’intero 2013.

Trend negativo

Proseguendo così, lo Stato rischierebbe di veder sparire quasi 2,6 miliardi di tasse. Un rischio possibile, che diverrebbe realtà se solo nei prossimi 12 mesi il trend proseguisse sugli stessi livelli dei 30 giorni esaminati durante l’ultimo mese del 2012. La colpa? Secondo il Centro Studi è da ascrivere cosìddetto effetto Laffer, che in altri termini è il calo del gettito a fronte di una tassazione eccessivamente elevata.

Bilancio 2012

Il portafoglio degli automobilisti, come è noto piange. Balzelli e continui aggravi la fanno da padrona. Nelle ultime settimane sono scattati rincari delle autostrade, aumenti delle multe e delle assicurazioni.

Già dal 2012 le famiglie avevano stoppato la propria spesa alla pompa. Secondo il bilancio effettuato nel 2012, infatti, i consumi di benzina e di gasolio, in Italia, sarebbero calati del 10,5%. Non è però bastato a niente lasciare l’auto ai boz. Dai dati elaborati dal Centro Studi appare infatti che la spesa complessiva è aumentata a 67,4 miliardi con una crescita del 4,7% proprio per effetto delle tasse più alte.

Prestito dei soci per salvare Alitalia

 La prima riunione dell’anno tra i consiglieri di Alitalia è durata sette ore ed è stata ricchissima di colpi di scena.

Sette ore di fuoco. L’azienda vive un momento critico, con le casse quasi prosciugate e il rischio che i pagamenti di febbraio slittino a data da destinarsi.

L’erosione del capitale della compagnia aerea è un argomento che tiene banco da tempo. L’urgenza di inserire nuovi fondi nella casa esiste ed è stata già palesata abbondantemente. Il problema è che ora il tempo per farlo si è ridotto ulteriormente al lumicino.

Così, durante la riunione di ieri, la prima dell’anno, i consiglieri sono giunti a una decisione: tutti i soci verseranno un prestito alla Società per la sua ‘sopravvivenza’. La cifra nel complesso si aggira intorno ai 150/200 milioni.

Appuntamento al 4 febbraio

Ora, i soci si incontreranno il prossimo 4 febbraio per capire se c’è la possibilità di ricevere gli introiti da parte degli azionisti, così da rilasciare la cifra esatta per il finanziamento e rendere note le modalità di suddivisione della cifra stessa.

Il Cda ha optato per un prestito e non per un aumento di capitale, in quanto c’è urgenza di un finanziamento immediato. L’aumento di capitale, per prassi, comporterebbe tempi più lunghi. Si dovrebbe procedere con una delibera dell’assemblea, la quale implica un periodo burocratico non indifferente.

Monti e Bersani distanti su Fisco e Manovra-Bis

 Cresce la distanza fra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, ormai prossimi allo scontro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Una frase che Monti ha pronunciato ieri a ”Omnibus” su La7: ”Non prevedo una manovra correttiva dei conti ma non escludo niente in certi casi di esito del voto”. Nel corso della stessa trasmissione, Monti ha illustrato anche il suo programma fiscale, argomento diventato il fulcro della sua campagna elettorale:

– riduzione dell’Imu a partire dal 2013;

– riduzione di Irap e Irpef a partire dal 2014.

Ingovernabilità

Monti e Bersani si sono scontrati sul possibile esito dell’ingovernabilità. Il Pd sembra non aver gradito, ma c’è da tenere in conto che Monti ha poi precisato che dalle elezioni dipenderà tutto, compreso un possibile nuovo rischio per l’Italia sui mercati. Tutto sarà in mano al prossimo governo e per Monti : “Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire dall’emergenza in cui e’ l’ Italia e se creassimo una grande coalizione sulle riforme non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, probabilmente avrebbe quello della politica necessaria”.

C’è dunque un’enorme disponibilità ad ampie soluzioni governative successivamente al voto. Una la novità che spiega i riferimenti delle ultime settimane di Monti al ”taglio delle ali” (Nichi Vendola e Roberto Maroni) e alla possibilità di ottenere un confronto con Pd e Pdl (qualora quest’ ultimo dovesse liberarsi di Silvio Berlusconi).

Sindacati

Bersani ha criticato anche la stoccata di Monti nei confronti del sindacato: ”Le opposizioni in materia di lavoro ci sono venute da un Pd molto vincolato dalle decisioni della Cgil. E’ un peccato che si possano fare riforme minori rispetto a quelle che si potrebbero fare, semplicemente perche’ ci sono questi limiti”.

Così Bersani snobba la grande coalizione (“Per l’amor di Dio”). E sulla manovra economica, il Leader del Pd dice: “Mi sembra di avere capito che la manovra non si fa, se c’e’ lui. Un po’ di modestia sarebbe consigliabile. Io sono stanco di manovre come credo tutti gli italiani, non si puo’ inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contrario”.

I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

 L’economia è il punto nevralgico di tutti i programmi elettorali italiani in vista delle prossime elezioni che si terranno tra poco meno di un mese, il 24 e il 25 febbraio 2013.

Data la difficile situazione del paese in questo periodo, è normale che tutti si soffermino a parlare di quanto hanno intenzione di fare riguardo ai temi più scottanti dell’economia, anche se, spesso, è complicato riuscire a capire quali siano le azioni reali che le varie coalizioni hanno intenzione di fare.

Per questo abbiamo raccolto le tematiche più importanti -fiscal compact, welfare, Imu e crescita- e, per ognuna, cercato di estrapolarne i principi di azione delle coalizione che sono scese in campo.

Fiscal compact

Lista Monti: Mario Monti nella sua agenda prevede che a partire dal 2013 sia raggiunto il bilancio strutturale e che il debito pubblico possa essere ridotto di un ventesimo ogni anno a partire dal 2015 fino a che il rapporto debito/pil non raggiunge il 60%. Per farlo basta continuare sulla strada intrapresa con il Fondo salva-Stati senza la rinegoziazione dei trattati con l’Europa.

Pd e Sel:  poco o nulla di fatto per questa coalizione che pensa solo ad un'”eventuale rinegoziazione”, ma senza fornire ulteriori spiegazioni.

Movimento Cinque Stelle: nessuna rinegoziazione

PDL: la revisione dei trattati è uno degli obiettivi principali, in cui la BCE dovrà diventare il prestatore di ultima istanza. Si propone anche la creazione di Euro-bond e l’esclusione delle spese di investimento dai limiti del patto di stabilità e un eventuale riduzione del debito pubblico di 400 miliardi in cinque anni.

Rivoluzione Civile: totalmente contrario al Fiscal Compact, il cui risultato sarebbe quello di tagliare la spesa pubblica di 47 miliardi di euro all’anno per i prossimi venti, colpendo solo i lavoratori e le fasce più disagiate.

Privatizzazione Welfare

Rivoluzione Civile: il sistema sanitario deve essere pubblico ed universale, e tutto si deve muovere in questa direzione. Ragione per cui la riforma Fornero va cancellata.

Movimento Cinque Stelle: propone semplicemente il consolidamento del servizio sanitario universale e gratuito.

Pd e Sel: nessun chiarimento in merito alla distinzione tra pubblico e privato.

Lista Monti: secondo il premier uscente nella sanità

devono prevalere appropriatezza delle cure, costo/efficacia, riduzione al massimo degli sprechi, gestione manageriale

il che sembra dire che il sistema previsto potrebbe essere un mix di entrambi con preas’stazioni gratuite minime garantite, per il resto dovrebbe esserci un’assicurazione sanitaria privata.

Imu sulla prima casa

Lista Monti: prima di pensare alla cancellazione dell’Imu è necessario dare la precedenza alla riduzione del carico fiscale per lavoro e impresa. Solo a quel punto si potrà pensare all’Imu.

Pd e Sel: pochi accenni alla patrimoniale e giusto un auspicio di riduzione della pressione fiscale sul lavoro.

PDL: eliminazione dell’Imu sulla prima casa, revisione del sistema fiscale in ottica federalista, nessuna patrimoniale, eliminazione dell’Irap e progressiva riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese di un punto ogni anno.

Movimento a Cinque Stelle: nessuna parola su tasse.

Rivoluzione Civile: diversamente da PDL, qui arriva il sì alla patrimoniale, ma no all’Imu sulla prima casa, che, invecem dovrebbe essere pagata solo da Chiesa e fondazioni bancarie.

Crescita

Lista Monti: per il premier tecnico gli obiettivi di crescita potranno essere raggiunti attraverso liberalizzazioni, miglior uso dei fondi europei, semplificazione burocratica e fiscale.

Pd e Sel: crescita possibile con eliminazione del precariato e abbassamento dei salari.

PDL: la crescita in questo caso dovrebbe realizzarsi attraverso delle agevolazioni fiscali per le aziende che assumono, maggiori tutele per le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione, utilizzo della Cassa depositi e prestiti per il rilancio del commercio interno ed estero.

Movimento Cinque Stelle: il programma lascia diverse lacune e non propone nulla di realmente organico, se non alcune possibili soluzioni come il rilancio delle produzioni locali, la green economy e il sussidio di disoccupazione garantito.

Rivoluzione Civile: è lo Stato che deve occuparsi della crescita, con il reddito minimo garantito per chi è senza lavoro, detassando le tredicesime e ripristinando l’articolo 18.