Dati evasione fiscale 2012

 La Guardia di Finanza ha reso noti i dati relativi all’evasione fiscale per l’anno appena conclusosi e, come sempre accade in Italia, i numeri riportati mettono in luce come, anche con la stratta del fisco di questi ultimi tempi, sia difficile far emergere quanto fino ad ora è stato sommerso.

L’evasione fiscale in Italia

Nel 2012 le indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza hanno portato alla luce ben 8.617 evasori totali, per un totale di 22,7 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato, ma, secondo le ultime stime, ci sarebbero ancora 16,3 miliardi provenienti da altri fenomeni evasivi.

Nello specifico i dati delle Fiamme Gialle riportano denunce per un totale di 11.769 frodi e reati fiscali di vario genere, soprattutto emissione di fatture false (5.836 casi), mancati versamenti Iva (519 casi), dichiarazioni dei redditi non presentate (2.579 violazioni) e occultamento o falsificazione di contabilità aziendale (2.220 casi).

Lotta all’evasione, colpiti Google e Apple

Tanti anche i reati fiscali a livello internazionale. Quelli scoperti dalla Guardia di Finanza ammontano ad un totale di 17,1 miliardi che non sono stati versati allo Stato, provenienti, per la maggior parte da trasferimenti di denaro nei paradisi fiscali.

Sotto la lente delle forze dell’ordine anche i lavoratori, o meglio, i datori di lavoro. Nel 2012 sono stati scoperti 16.233 lavoratori completamente “in nero” e 13.837 irregolari.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Alitalia cederà gli slot sulla rotta Milano-Roma. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, non accogliendo il ricorso di Alitalia contrario al provvedimento dell’Antitrust inerente alla posizione di monopolio della compagnia sulla rotta Milano Linate-Roma, secondo il quale Easyjet si configura come il vettore più adatto a garantire un effettivo vincolo concorrenziale ad Alitalia-Cai sulla rotta inversa.

Per effetto di questa sentenza, Alitalia dovrebbe quindi cedere sette slot ad Easy Jet.

Il Consiglio di Stato aveva messo in stand-by, il 19 novembre scorso, la sentenza di primo grado con la quale il Tar del Lazio aveva richiesto la cessione degli slot. Martedì i giudici della sesta sezione del Consiglio di Stato hanno analizzato il caso in udienza pubblica.

Mercoledì, tenendo in considerazioni dell’Antitrust su un interesse alla pubblicazione anticipata del dispositivo è arrivata la decisione dei giudici amministrativi.

Struttura societaria

Intanto si sondano ipotesi di future alleanze e possibili sviluppi per salvare la società. Lo ha reso noto l’Ansa. La decisione, sulla quale si stava discutendo da tempo, nasce per capire le intenzioni del mercato mondiale del settore, con riferimento in particolare a compagnie asiatiche e del Golfo Persico.

L’intenzione potrebbe anche essere quella di insistere su Air France (la quale già possiede il 25% della compagnia italiana), che non pare intenzionata a presentare proposte di acquisto o aumento delle quote prima delle prossime elezioni politiche italiane

Confindustria contro crisi

La crisi imprime profonde ferite. L’allerta proviene da Confindustria. Secondo l’associazione degli industriali l’emergenza è economica e sociale.

Per sopperirvi, occorrono soluzioni immediate, forti e coraggiose. Senza tali scelte nei prossimi anni non si crescerà più dello 0,5% l’anno. L’alternativa è il declino. Da Viale dell’Astronomia fanno sapere che l’evasione fiscale “non si batte con i suv a Cortina”. L’attacco, mirato, è stato fatto dal presidente degli industriali Giorgio Squinzi.

Proposte

Le proposte esposte sotto forma di agenda si configurano come “una vera e propria tabella di marcia fino al 2018”, e si articolano in una “terapia d’urto” nonché in un “processo di riforme da iniziare contestualmente e senza ritardo”.

Un progetto considerato di “ampio respiro” e fondato su “azioni di rilancio economico e sociale del Paese”. Per Confindustria è “Un progetto complesso con proposte serie e obiettivi chiari e quantificati, perchè non bastano poche singole misure per risollevare l’Italia e sottrarla alla stagnazione”.

Programma anti crisi

Il programma non bada al consenso ma alla crescita, che dice la verità su quello che serve per il bene del Paese”.

Stando a quanto detto in viale dell’Astronomia, l’Italia deve “battersi per la crescita, creare lavoro, riconoscere e riaffermare la centralità delle imprese, imprimendo fiducia negli italiani, restituire ai giovani un futuro di progresso, facendo ripartire subito l’economia rilanciando l’industria, vera colonna portante del Paese”. Per il presidente Squinzi la riforma del lavoro è bastata per “una vera liberalizzazione del mercato e una sua vera flessibilizzazione”.

Crollo Mps in Borsa

Successivamente allo scandalo Mps, il titolo crolla in Borsa, perdendo in giornata l’8,19% a 0,23 euro, dopo il crollo dell’8,4% di ieri, aggravato dallo scandalo dei derivati, ovvero gli strumenti finanziari usati dal precedente vertice dell’istituto condotto da Giuseppe Mussari per abbellire i conti. Piazza Affari ha terminato invece la seduta segnando +1,01%. E’ diminuito a quota 258 il differenziale Btp-Bund, in discesa rispetto alla chiusura di ieri a 265.O

Con il crollo di ieri e oggi il titolo Mps ha praticamente vanificato il rally messo a segno nelle ultime settimane successivamente all’applicazione soft dei requisiti patrimoniali di Basilea III, il cui annuncio era stato fatto il 7 gennaio scorso. Con il crollo di oggi le perdite delle ultime tre sedute arrivano a oltre il 20%. Oggi scambiati 821 milioni di pezzi, uguali al 7% del capitale, contro il 6% della vigilia e il 5% del giorno prima.

Intanto, il Premier Monti ha sottolineato che è fondamentale scindere questa tematica del Monte dei Paschi dalla confusione che si sta creando attorno ad essa per evidenti motivi.Per Monti il tema dei controlli non è questionabile. Piuttosto il ‘Professore’ ha invitato a sottrarre la vicenda Mps dal marasma creato per evidenti ragioni di campagna elettorale e definisce «fantasie» ogni comparazione tra i Monti-bond e il gettito dell’Imu. Monti ha poi osservato che la sottoscrizione dei nuovi strumenti finanziari non è avvenuta perché ancora non si sono verificate le condizioni necessarie per completare l’operazione». Quindi, conclude, «è un tema che non sussiste».

 

Mario Monti spiega la sua candidatura politica al Wef

 Tanti i personaggi del mondo dell’economia e della finanza che in questi giorni si sono riuniti a Davos in occasione del World Economic Forum. Tra loro anche il premier uscente Mario Monti che ha colto l’occasione per spiegare ai presenti le motivazioni della sua discesa in campo.

World Economic Forum: Outlook 2013

Anzi, per dirla con le sue parole, si è trattato di una salita in politica che ha lo scopo di tutelare le vittime dei governi precedenti. Secondo il professore, infatti, i governi politici che l’hanno preceduto non sono stati in grado di contrastare evasione fiscale e corruzione e sono colpevoli, inoltre, di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, lasciando soprattutto i giovani in una situazione di instabilità e di incertezza.

Il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti

E’ questo che lo ha spinto a creare una lista civica, una via alternativa alla politica tradizionale, attraverso la quale costruire una economia di mercato competitiva sia in Italia che in Europa, con il quale ripagare quella sostanziosa fetta di italiani che stanno facendo i conti con la crisi, quindi i giovani e i disoccupati.

Il premier dimissionario ha colto anche l’occasione per parlare, con la sua solita diplomazia, a tutti coloro che hanno criticato le scelte del governo tecnico: per Monti le riforme messe in campo sono, sì, impopolari ma necessarie per il risanamento del paese, anche se, per poter avere un quadro completo dei risultati, serve ancora del tempo.

 

Ancora polemiche sulla copertura per gli esodati

 Una doccia fredda quella che si è abbattuta sul Ministro del Welafre Elsa Fornero, che, dopo aver annunciato che il problema degli esodati sta per essere completamente risolto, con le prime lettere di salvaguardia che garantiranno per 65 mila persone e con le successive che andranno a coprire altri 55 mila esodati, si trova a dover rifare i conti.

Scadenze per la copertura degli esodati per aziende e lavoratori

La faccenda, come spesso accade in Italia, è parecchio intricata e le varie forze in campo sembrano fare a scarica barile. Per l’Inps, nonostante le coperture garantite fono ad ora dal governo, rimarranno fuori dalla garanzia altre 150 mila persone, la stessa quantità, quindi, di quelle per cui sono state previste le misure del ministero.

A lanciare la bomba è stato Pier Luigi Bersani che, durante il collegio elettorale di Lazio 1, ha chiaramente fatto riferimento ai dati dell’Inps sulla mancanza di coperture. Ed ecco che scoppia il caso.

► Trovati i fondi per gli esodati

Già diverse fonti avevano parlato del problema, ma il ministro Fornero sembra non saperne nulla e, per qualsiasi chiarimento, rimanda all’Inps. Pronta la risposta dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che, in una lettera indirizzata allo stesso ministro del Welfare chiarisce:

L’istituto non ha effettuato ulteriori elaborazioni statistiche sulla vicenda che non siano quelle già note ai competenti uffici del ministero del Lavoro e del ministero dell’Economia.

Innegabile, quindi, che la copertura degli esoadati, e il mercato del lavoro in generale, sarà uno degli argomenti su cui verteranno gran parte delle campagne elettorali. Primo tra tutti ad approfittarne sarà proprio Bersani.

Bilancia commerciale in attivo grazie all’export

 I dati dell’Istat sugli import e gli export aggiornati al mese di dicembre 2012 vedono un aumento delle esportazioni. In particolare, le esportazioni del Made in Italy sono aumentate dell’1,5%. Una crescita contenuta, ma comunque una crescita, mentre le importazioni hanno fatto registrare un crollo con un -7,0%.

Alla base c’è il bisogno dell’Italia di bene energetici, mentre le esportazioni tengono anche in una situazione in cui la crisi economica e il caro Euro non promettevano buoni risultati.

Programma per aumentare export prodotti italiani

I dati di dicembre mostrano anche un saldo positivo del 3,3% con i Paesi extra Ue. L’avanzo nell’interscambio annuale è di 2,1 miliardi di Euro.

L’Istat ha mostrato come a livello congiunturale gli import e gli export hanno comunque fatto registrare una flessione, che è più contenuta per le esportazioni, con il -0,4%, e più decisa per le importazioni, con il -1,3%. La flessione congiunturale riguarda tutti i tipi di beni e prodotti, a parte quelli dell’energia e dei beni strumentali. Particolarmente importante il calo delle vendite dei beni di consumo durevoli.

Export italiano in crescita, ma molti tarocchi

I dati dell’ultimo trimestre dell’Istat mostrano come a livello congiunturale le esportazioni hanno fatto registrare un +0,70% soprattutto grazie ai beni strumentali e ai beni di consumo durevoli. La flessione delle importazioni è invece del 4,6% e riguarda soprattutto i beni di consumo durevoli e l’energia.

Aumenta il prezzo della benzina

 L’aumento del prezzo dei carburanti, e soprattutto della benzina, era stato annunciato ed è arrivato. Nel fine settimana ci potrebbero essere aumenti dovuti alla salita delle quotazioni internazionali.

Pompe bianche e GDO per rompere l’oligopolio dei carburanti

Eni ha aumentato i prezzi di 1 centesimi euro/litro sulla benzina e sul diesel e anche le altre compagnie petrolifere fanno registrare aumenti. Il prezzo della benzina e del diesel è aumentato di 0,50 centesimi di Euro al litro alla IP, Q8 ed Esso, mentre la Shell ha aumentato di 0,50 centesimi di Euro solo il prezzo della benzina verde.

Il prezzo del gas scenderà a partire da aprile

I prezzi potrebbero aumentare ancora e ci sono differenze in base alle zone dove si fa riforimento. Nel centro delle città si hanno le punte più alte e si può arrivare a 1,893 Euro al litro per la benzina, 1,798 Euro al litro per il diesel e 0,895 Euro al litro per il gpl. A livello nazionale la media è di1,836 Euro al litro per la benzina, 1,767 Euro al litro per il diesel e 0,863 Euro al litro per il gpl.

In crescita anche i prezzi dei no logo, che sono a 1,745 Euro al litro. Per la benzina si può spendere anche 1,820 Euro al litro se non in centro.

Non solo i ricchi nel mirino del ReddiTest

 I provvedimenti sul nuovo Redditometro, che sarà attivo da marzo 2013, tengono quota. L’Agenzia delle Entrate ha dato un paio di esempi di natura reale, fornendo cioè dati e posizioni esistenti negli archivi dell’anagrafe tributaria e nel database del Fisco, per precisare chi finirà nel mirino dello strumento. Non solo i ricchi saranno l’oggetto delle inchieste.

Urge fare chiarezza, a scanso di equivoci. Così, Marco Di Capua, vicedirettore dell’Ente ha affermato: “E’ l’evasione da sciacalli che vogliamo combattere”. Inoltre, Di Capua, ha dichiarato che “non è scandaloso il redditometro ma sono scandalosi i 120 miliardi di evasione che si verificano”. Alcune manifestazioni di capacità contributiva sono a rischio illegalità.

Un esempio, fatto da Di Capua, è quello di un contribuente che quattro anni fa ha dichiarato redditi familiari per complessivi 17 miliardi, due figli a carico, un mutuo di 9.000 euro annui per l’abitazione principale, il possesso di un’auto e due moto, la partecipazione come socio unico di una società che ha dichiarato redditi per 820 euro e un investimento su un prodotto finanziario (assicurazione sulla vita) per 250.000 euro.

“Non una crociata contro la ricchezza”

Di Capua, cifre alla mano, afferma che il Redditometro non è soltanto una battaglia contro i più ricchi. Il nuovo strumento è soltanto atto a misurare la corrispondenza tra reddito dichiarato e entità della spesa (reddito consumato).

Chiudendo il suo intervento, Di Capua ha affermato che “Se un cittadino spende 100.000 euro in oro o carta igienica per noi è la stessa cosa. L’importante è che dimostri di avere un reddito tale da sostenere e supportare questa spesa”.

Scandalo Mps nel giorno dell’incontro con il Fmi

 Era davvero difficile prevedere una presentazione peggiore per l’associazione delle banche italiane davanti al Fondo Monetario internazionale.

Perché?

Succede che, nel giorno del delicato colloquio con gli uomini del Fondo Monetario, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari ha lasciato la sua poltrona con effetto instananeo e in maniera irrevocabile, per via dello scandalo delle operazioni in derivati realizzate tra il 2008 e il 2009 dal Monte dei Paschi di Siena, la banca da lui presieduta all’epoca, che lo vede coinvolto in prima persona.

A prendere momentaneamente il suo posto è Camillo Venesio, il vicepresidente vicario dell’Abi.

La giornata terribile è iniziata sin dalle primissime luci del mattino, per effetto di un’inchiesta de «Il Fatto quotidiano». Il giornale ha rivelato un’operazione con il nome in codice Alexandria, finalizzata alla ristrutturazione del debito con la banca d’affari Nomura. La banca senese ha pagato le spese con una prima correzione nel bilancio 2012 di 220 milioni. Secondo il quotidiano, tuttavia, l’operazione Alexandria causerà una perdita potenziale che potrebbe salire a 740 milioni. Un bruttissimo colpo per Mps.

Il Nomura, da par suo, ha diramato una nota con la quale ha inteso comunicare che l’operazione Alexandria è stata completamente analizzata e approvata ai massimi livelli di Mps incluso il cda e anche il presidente avvocato Mussari.

L’esistenza del derivato è stata confermata dalla banca ora guidata dal presidente Alessandro Profumo e dall’ad Fabrizio Viola.

La notizia dello scandalo Mussari in pochi minuti è rimbalzata ovunque e il titolo Mps crolla in Borsa (-6,2% in mattinata e a fine seduta -5,6%).