FMI mette l’economia italiana sotto la lente di ingrandimento

 Al vaglio degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale i conti di 16 paesi del mondo. Oltre all’Italia, sotto la lente di ingrandimento finiranno anche Svizzera, Canada, Belgio, Austria, Emirati Arabi, Argentina, Singapore, Congo, Guatemala e Vietnam. Il programma è il Financial sector assessment program e non è la prima volta che il nostro paese riceve visitatori da Washington, la precedente è stata in occasione dello stesso programma nel periodo 2004-2006.

Fmi su USA, Europa e politiche monetarie

Gli ispettori del Fondo Monetario sono arrivati allo scopo di fare un controllo sullo stato di salute dei conti italiani e, più genericamente, di tutto il sistema finanziario del paese, e prenderanno in esame la solidità del sistema bancario, le modalità di supervisione e l’efficacia dei regolatori, visitando Consob, Abi, Bankitalia e le principali associazioni di categoria.

Le intenzioni del Financial sector assessment program del Fondo Monetario Internazionale sono quelle di trovare e arginare delle potenziali situazioni di pericolo per il paese. Per l’FMI, infatti, è meglio prendere provvedimenti prima che il problema, o i problemi, si manifestino nella loro realtà. L’analisi del programma si focalizza su efficienza del sistema creditizio (soprattutto riguardo alle norme sulla trasparenza e all’attività dei regolatori), la solidità delle banche, le riserve di liquidità e la capitalizzazione dei grandi istituti.

Bankitalia sulla debolezza economica dell’Italia

Ma questa visita ha fatto scatenare più di una polemica: il Fondo Monetario Internazionale che ha sempre avuto parole molto dure per l’Italia e per il suo sistema di gestione economica. I primi a manifestare rimostranze sono stati Bankitalia e Abi.

 

Rischio povertà Italia

 Molte, moltissime famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Povertà relativa e povertà assoluta

In percentuale si tratta dell’11,1%. Un dato che ormai si protrae da anni. In termini assoluti ciò vuol dire che ci sono oltre 8 milioni e 173 mila italiani che faticano e che si trovano in una condizione di povertà relativa. In altri termini vivono in due con mille euro al mese. Inoltre ci sono quelli che stanno ancora peggio e campano nella condizione che l’Istat definisce di povertà assoluta. Per costoro il reddito mensile è di 785 euro al mese, e si tratta del 5,2% delle famiglie, ovvero 3 milioni e 400 mila italiani. Anche in questo l’oscillazione numerica e percentuale è piccola negli ultimi anni.

Nel complesso circa 12 milioni di persone non ce la fanno.

Il dato medio rilevato dall’Istat, tuttavia, non fornisce il senso di questo disagio se non viene suddiviso per aree geografiche e per tipologia di persone. Lungo l’Italia la situazione è, dunque, assai diversificata e i poveri, in Italia, sono nell’area del Meridione. Prendendo in considerazione l’ultimo anno censito, ovvero il 2011, la sola povertà relativa (quella meno problematica) era relativa 4 famiglie su 100 al Nord, a 6 famiglie su 100 al Centro e quasi a 24 famiglie su 100 al Sud.

Centro e Nord

Il Centro, soprattutto nelle realtà di provincia è messo bene. In questa zona l’incidenza della povertà, sia assoluta che relativa è soltanto di natura fisiologica. Quella che c’è, inoltre, concerne le periferie delle grandi aree urbane, in primis Roma.

Per il Nord si può tranquillamente fare lo stesso discorso, tenendo gli stessi valori: i poveri si trovano solo ai margini della società.

 

Revisione stime Pil 2013

 La Banca d’Italia ha stimato nell’ultimo bollettino un calo del Prodotto interno lordo pari 2,1% nel 2012 e di conseguenza ha anche operato una revisione al ribasso delle stime previste per l’anno in cors.

Pil

Il Pil, come riporta a ragion veduta il Bollettino, diminuirà dell’1% alla fine dell’anno in corso e non dello 0,2%, come valutato precedentemente, a causa del peggioramento del contesto internazionale e del perdurare della debolezza dell’attività nei mesi più recenti.

Crescita nel secondo semestre

Nel documento che si configura come una sinossi del bollettino, gli esperti chiariscono che il panorama è tuttavia una prima proiezione di un ritorno alla crescita nella seconda metà del 2013, sia pure su ritmi blandi e con ampi margini di miglioramento, ma anche con ampi margini di incertezza.

Il rilassamento finanziario e dunque la graduale ripresa degli investimenti, oltre al parziale miglioramento del clima di fiducia, dovrebbero agevolare la ripartenza economica. In un siffatto quadro Bankitalia ha annunciato che la dinamica del prodotto rimarrebbe comunque negativa nella media del 2013 e tornerebbe leggermente positiva nel 2014.

2014

Per l’anno prossimo la previsione è positiva soltanto per lo 0,7%.

Bankitalia su debolezza economica

La debolezza economica sarà ancora una spina del fianco per l’Italia durante buona parte del 2013.

Per queste ragioni, la Banca d’Italia è costretta a rivalutare in maniera concreta le stime relative all’andamento economico italiano.

Nel Bollettino Economico pubblicato stamani, infatti, si legge che gli analisti di via Nazionale hanno diminuitto le previsioni sul prodotto interno lordo (Pil) per l’intero anno in corso; una risalita nella seconda metà dell’anno dovrebbe portare a un complessivo +0,7% di Pil nel 2014.

Ignazio Visco su debolezza economica

La debolezza è stata oggetto degli ultimi interventi tenuti dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in particolare di quello tenuto durante una lectio magistralis all’Università di Firenze.

Si evince che il numero uno di via Nazionale ha detto nuovamente che il 2013 si configurerà come un anno ancora complicato, caratterizzato da una ripresa lenta e difficile, che si verificherà nel secondo semestre e nel quale soltanto un disegno organico di riforma potrà presentare guadagni di competitività.

Sempre mediante le riforme l’Italia potrà far si che si verifichi un’ulteriore riduzione dello spread. Pur chiarendo che l’equilibrio dei conti è la precondizione per il successo, Visco ha ribadito che le critiche secondo le quali la cosiddetta regola del debito implicherebbe un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio sono destituite da ogni fondamento.

Visco è stato contestato da parte di alcuni studenti, che hanno espresso con vigore il loro dissenso nei confronti della presenza e delle dichiarazioni del numero uno di Bankitalia in Ateneo.

La polizia ha sgomberato l’Aula Magna dopo che gli studenti avevano bloccato il discorso di Visco con i loro slogan (“fuori i banchieri dall’Università”).

Nuova manovra per superare la crisi

Il ripristino delle normali operazioni di routine per quanto concerne i mercati rappresenta senza alcun dubbio il primo passo fondamentale da compiere se si vuole superare la crisi. La buona notizia è che l’Italia, in linea di massima, è apparentemente distanziata dalla cosiddetta fase acuta. La crisi, come ha evidenziato Ignazio Visco, può essere superata. Quando? Resta certo che il 2013 sarà ancora un anno molto difficile in termini di finanze dei contribuenti, i quali dovranno ancora soffrire molto dal punto di vista del pagamento delle imposte.

Occupazione

Sul fronte dell’occupazione, oltretutto, sarà molto difficile che le cose subiranno un miglioramento. Il motivo? In un primo momento, naturalmente, il ritorno della fiducia dei mercati ha bisogno di mesi e mesi prima di che  l’economia reale ne tragga nuovamente il giusto giovamente. Bisogna in altri termini un percorrere bel po’ di cammino che il mercato del credito che si trova ancora nella stretta del “grande freddo”, momento storico dell’economia così ribattezzato dai protagonisti principali, si sblocchi definitivamente.

Manca la Domanda

La questione è che c’è una grossa mancanza di un elemento di base, la domanda. Elemento in grado di far si che i motori dell’economia possano essere riaccesi al 100% e tornino ad essere funzionanti. Stiamo discutendo su quella che viene definita la domanda. In mancanza di alcuna domanda, nello specifico, in mancanza di una ripresa dei consumi, crollati da tempo a minimi storici, le imprese non possono riavviare i macchinari e avviare di conseguenza gli investimenti

Lavoro

Di conseguenza,  in assenza di tale fondamentale proiezione, l’occupazione non può certo giovarsi di un aumento considerevole. Tutt’altro, è appurato che quest’anno l’occupazione scenderà di un punto, mentre il tasso di disoccupazione salirà nel 2014 in prossimità di un picco che non si vedeva da anni, il 12%.

Funzionamento redditometro

Il Redditometro dovrebbe essere attivo a partire dal mese di Marzo. E’ dunque opportuno ribadire il suo funzionamento: consumi e tenori di vita saranno confrontati in base alle fonti di reddito dichiarate senza fare riferimento a controlli patrimoniali e bancari incrociati. Per arrivare allo scopo sono state censite 100 voci di spesa, successivamente suddivise in due gruppi che verranno elettronicamente esaminati e sommati per ogni contribuente. Il primo deriva da spese fatte in Italia, dagli immobili, alle auto, ai movimenti di capitali, alle utenze, ai mutui, alla sanità privata alle ristrutturazioni. Il secondo è quello rilasciato dallo stesso contribuente: a partire dalla dichiarazione dei redditi dove avranno un peso sensibile le “deduzioni”, dai mutui alle assicurazioni alle ristrutturazioni.

Redditometro franchigia al 20%

Per quanto riguarda invece i consumi correnti, come alimenti, abbigliamento o sport saranno utilizzati i dati dell’Istat: saranno, in ogni caso, pensati e presi in base al luogo e al tipo di famiglia presa in esame e attribuiti “figurativamente”. Inoltre verranno calcolati e tenuti in considerazione anche gli incrementi patrimoniali dell’anno e il risparmio dell’anno.

Tolleranza 20%

Il Redditometro contemplerà un margine di tolleranza del 20% tra reddito dichiarato e spese accertate oltre il quale il fisco chiederà al contribuente le spiegazioni del caso. C’è tuttavia da considerare un’ulteriore franchigia: qualora il discostamento del 20% dovesse essere inferiore ai 12mila euro l’anno, il controllo non verrà effettuato. L’extra bonus di mille euro funge, quindi, a correggere gli errori dovuti all’applicazione delle medie Istat.

Grilli nessuna manovra correttiva per l’Italia

 Il ministro dell’economia Grilli è intervenuto davanti alla commissione Affari economici e Finanziari del Parlamento europeo per chiarire le tante voci che in questi ultimi giorni si sono rincorse sulla possibilità o meno di mettere in campo una nuova manovra correttiva per il risanamento strutturale del nostro paese.Il Ministro è stato molto chiaro: prima ha confermato che sarà raggiunto il pareggio di bilancio e poi, pur ammettendo che la crescita dell’Italia non è ancora soddisfacente, ha confermato che non ci sarà bisogno di nessuna manovra correttiva, in quanto il paese sarà in grado di uscire dalla recessione già a partire dall’aprile di quest’anno.

Secondo Tremonti necessaria un’altra manovra

L’uscita dalla crisi prevista da Grilli anticipa le stime fatte dalla Banca d’Italia, secondo la quale le condizioni economiche dell’Italia sarebbero migliorate a partire dalla fine del 2013, quando il PIL del paese farà un balzo raggiungendo il 3%, percentuale destinata a diventare del 5% entro il 2015.

Imposte al debutto, consumatori preoccupati

Il ministro dell’Economia, inoltre, aggiunge:

Abbiamo dovuto ricorrere più di quanto non volessimo ad imposizioni fiscali, la pressione media fiscale deve calare, ma per fare questo occorre fare una revisione specifica della spesa pubblica, con scelte dure per snellire il settore pubblico.

Redditometro franchigia al 20%

 Il nuovo redditometro entrerà in vigore a Marzo e l’Agenzia delle Entrate sta specificando come funziona. Le informazioni fornite sembrano maggiormente rassicuranti.

Non ci saranno accertamenti per le differenze tra il reddito dichiarato e quello ricostruito fino al 20%. Si potrà dimostrare la congruità delle spese senza conservare ogni scontrino. La multa per chi verrà scoperto come evasore sarà del 30% sulla parte eccedente.

Niente Redditometro per i pensionati

L’obiettivo del fisco con il nuovo redditometro è quello di recuperare più dei 13 miliardi di euro di evasione fiscale che sono stati accertati l’anno scorso. Il nuovo strumento considera i redditi dal 2009 e ogni anno saranno effettuati circa 40 mila controlli. Secondo alcuni dati, le persone dove il rapporto tra spese fatte e reddito percepito è incoerente sarebbero circa 4,3 milioni. Stanarli tutti è molto difficile e in Italia l’evasione fiscale è di circa l’8% del Pil.

Modifiche Redditometro

Il modo in cui funziona il nuovo redditometro è molto semplice. Si farà un confronto tra le spese e lo stile di vita e le fonti di reddito. Le incongruenze saranno approfondite in base all’entità che presentano, mentre non ci saranno controlli patrimoniali e bancari incrociati perché non necessari. Il nuoco redditometro considera 100 nuove voci di spesa che sono state divise in due gruppi.

Il primo considera lespese fatte in Italia. Il secondo è quello che comunica il contribuente. Per le spese correnti saranno considerati i dati dell’Istat.

Niente Redditometro per i pensionati

 Il nuovo redditometro fa discutere e l’Agenzia delle Entrate sta comunicando delle specifiche che chiariscono il suo funzionamento e a chi si rivolge. I pensionati saranno fuori dal nuovo redditometro, a parte i finti poveri. È questa la news comunicata dell’Agenzia delle Entrate per chiarire i dubbi e le paure sui controlli fiscali che riguardano anche i pensionati.

► Parametri, spese e spia del Redditometro

In particolare, il nuovo redditometro punta solo ai casi più eclatanti, mentre per giustificare le spese i pensionati possono dare anche solo delle spiegazioni logiche senza il bisogno di portare documenti.

Modifiche Redditometro

In un comunicato l’Agenzia delle Entrate ha così voluto chiudere le polemiche che stavano nascendo su alcuni giornali e che riguardavano appunto l’eventuale controllo sui pensionati. Si temeva che le spese mediche fossero considerata per maggiori approfondimenti fiscali sul reddito dei pensionati, ma il comunicato ha chiarito che questo non avverrà.
L’obiettivo del nuovo redditometro è quello di individuare i contribuenti che presentano molte spese e un basso reddito. Lo strumento partirà a Marzo e considererà i redditi dal 2009 in poi.

Quanto vale il Redditometro

Per i pensionati non ci saranno quindi controlli particolari e non saranno considerate le spese mediche, ma quelli che sono i finti poveri saranno cercati. L’obiettivo del nuovo redditometro e quindi fare delle indagini fiscali su quei casi particolari in cui il rapporto tra spese fatte e reddito percepito e veramente esagerato.

Il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti

 Mario Monti oggi è impegnato a Bergamo nella presentazione delle sua lista, per discutere i punti focali del suo programma elettorale. Il primo punto, quello ritenuto più importante, viste anche le tante polemiche dopo la riforma presentata dal suo ministro Fornero, è il lavoro

Nuovi dati disoccupazione dalla Uil

Per Mario Monti c’è bisogno di eliminare il precariato, la piaga che affligge la maggior parte dei giovani italiani, e ha intenzione di farlo con la presentazione di un nuovo contratto, del quale ha già pronta una bozza. Monti e i suoi candidati hanno intenzione di presentare un contratto a tempo indeterminato sperimentale che ha maggiore flessibilità e minori costi per il datore di lavoro, offrendo, in contemporanea, anche maggiori garanzie in caso di licenziamento.

Secondo la bozza in discussione nei primi due anni dopo l’assunzione, ogni datore di lavoro che ha assunto con questo contratto, ha il diritto di licenziare il lavoratore, semplicemente pagando un indennizzo di licenziamento proporzionale al periodo di impiego. Dopo i due anni sarà ancora possibile il licenziamento, a cui dovrà seguire, però, un crescente sussidio di disoccupazione.

Camusso attacca Berlusconi e difende Monti su crisi

Inoltre al dipendente licenziato sarà offerto un servizio finalizzato al suo reimpiego che sarà finanziato dalle aziende e che, quindi, avranno tutto l’interesse a assumere i dipendenti rimasti senza lavoro.

Monti vuole abolire il Reddotometro

Particolare attenzione nella bozza del premier Monti per il nuovo contratto di lavoro, è stata dedicata anche ai giovani, per i quali è stato previsto  un Fondo opportunità, che inizia dal periodo scolastico e sarà proporzionale al merito, con il quale gli studenti meritevoli potranno finanziare percorsi di studio o formazione altrimenti inaccessibili.

Inoltre, il professore ha previsto anche delle agevolazioni fiscali per le imprese con un numero limitato di dipendenti, per i giovani imprenditori e per le donne.