Prezzo del gas scenderà a partire da aprile

 Il prezzo del gas continua a scendere sui mercati internazionali ma non in Italia. Per questo Adusbef e Federconsumatori accusano senza mezzi termini l’Autorità per l’Energia, che avrebbe favorito i gestori e non le famiglie,continuando a salassare i consumatori con rincari pari al 23,7% (quattro volte il valore dell’inflazione) che non si accordano con l’abbassamento del prezzo del metano sui mercati internazionali, che nel biennio 2011/2012 è sceso di circa il 20%, grazie all’accresciuta concorrenza.

Bollette, da gennaio aumenta il gas e diminuisce la luce

Adusbef e Federconsumatori hanno analizzato una bolletta tipo, di quelle che bimestralmente vengono pagate da famiglie e piccole e medie imprese, e ha rilevato che, nel totale del conteggio, solo il 37,4% della fatturazione è relativa al costo effettivo della materia prima, mentre il restante 62,6% è riferito a oneri di altro tipo (ad esempio distribuzione, trasporto e assicurazioni). Fatto che ha portato le due associazioni e chiedere un blocco totale per due anni di prezzi e tariffe, per rilanciare i consumi e la ripresa dell’economia.

Nel 2012 diminuzione record dei consumi

Dal canto suo l’Autorità per l’energia ha annunciato che, a partire dal prossimo aprile, saranno introdotti nuovi meccanismi di aggiornamento che porteranno ad un decremento complessivo sarà del 6-7% del prezzo del metano, con un risparmio di circa 90 euro per anno, reso possibile dall’istituzione del mercato di bilanciamento, in grado di fornire un prezzo spot non più legato a contratti di lungo periodo.

 

Partito progetto ‘Piano Città’

 Aperti finalmente i cantieri del Piano città. Sono stati infatti selezionati, su un totale di 457 proposte, i 28 progetti, dislocati in 17 regioni italiane, nelle quali saranno avviati programmi di riqualificazione urbana per un investimento totale di 4,4 miliardi di euro di questi 318 milioni di euro arrivano dal cofinanziamento nazionale.

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L’obiettivo è di terminare le opere entro il prossimo anno. I prossimi governi dunque avranno in eredità ulteriori progetti non selezionati in questa tranche di stanziamento dei fondi. Si tratta di ben 429 progetti, per un valore di 18 miliardi di euro. Per realizzarli toccherà trovare 10 miliardi, dal momento che 8 sono già disponibili da parte dei Comuni.

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LA SODDISFAZIONE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO

Il Ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha affermato che è stato mantenuto un impegno importante. Il rispetto dei tempi prefissati rappresenta un incentivo a far meglio.

► Accordo Fiat-Mazda per nuovo Spider Alfa Romeo

Il Piano città è stato sviluppato nello scorso giugno con il primo decreto sviluppo. Tutto è partito da un’idea lanciata dall’Ance.

Non resta che sviluppare un portafoglio di progetti formidabile.

 

Accordo Fiat-Mazda per nuovo Spider Alfa Romeo

 Il titolo Fiat lievita a Piazza Affari di circa un punto percentuale in seguito all’accordo firmato con l’azienda giapponese Mazda. Raggiunta l’intesa con Mazda, per intercessione del primo azionista, l’americana Ford, verrà prodotta in Join Venture una spider a due posti per Alfa Romeo.

L’auto sarà realizzata nello stabilimento Mazda di Hiroshima in Giappone fra poco meno di due anni. Dovremo attendere dunque il 2015 per il nuovo spider Alfa Romeo, il quale sarà sviluppato per il mercato globale in virtù dell’architettura dell’MX-5 di prossima generazione.

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In linea con l’accordo, Mazda e Fiat realizzeranno due automobili a trazione posteriore, differenti nel design, con icone chiaramente riconoscibili del proprio marchio.

Ognuna delle due varianti Mazda e Alfa Romeo sarà inoltre dotata di motorizzazioni specifiche per il brand.

Per Mazda l’accordo rappresenta una succosa opportunità per migliorare l’efficienza delle proprie attività di sviluppo e produzione, così da ridare slancio al segmento delle spider a livello globale. Per Fiat l’intesa significherà invece una possibilità in più per dare un’interpretazione moderna e tecnologicamente avanzata del classico spider Alfa Romeo, capace di contribuire al raggiungimento degli obiettivi del marchio entro il 2016.

Camusso accusa Berlusconi e difende Monti su crisi

 Susanna Camusso è indemoniata. Ha un ‘nemico’ e un ‘amico’. Il primo si chiama Silvio Berlusconi. Il secondo è Mario Monti. Per quanto riguarda il progredire della crisi, la colpa secondo la Camusso è del ‘Cavaliere’, non del ‘Professore’: “È l’economia senza lavoro, quella finanziaria, che ha provocato la crisi. Si tratta soltanto una a base di lavoro ce ne tirerà fuori.

CGIL VS FIAT

Ma di quale lavoro si parla? La Camusso non intende “Quello senza prospettive offerto da McDonald’s, né quello faticoso e incerto dei dipendenti Fiat”.

MONTI? NON C’ENTRA

Susanna Camusso fa nuovamente riferimento alle polemiche degli ultimi giorni. L’occasione le viene offerta dal dibattito di ieri mattina con gli studenti dell’Istituto tecnico Federico Caffè di Roma, all’interno del quale il segretario della Cgil ha dato il via al ciclo di incontri dal titolo “La crisi economica spiegata ai ragazzi”. Un’iniziativa importante.

Susanna Camusso scagiona Monti: “La responsabilità della situazione non è di Monti”.Queste le prime parole pronunciate in merito all’argomento della discussione dalla sindacalista.

“L’INCANTATORE DI SERPENTI”

“I tecnici non hanno risolto i problemi, ma la colpa è delle politiche dei governi Berlusconi”. Monti lo ha definito un pifferaio magico, come lo ha definito il premier uscente. La Camusso ci va giù ancora più pesantemente, definendo Berlusconi un “incantatore di serpenti”.

Crisi industria 2012

 La crisi della domanda interna continua ad essere penalizzante per l’industria italiana in termini di produzione. Stando alle rilevazioni dell’Istat, gli ordini dell’industria sono diminuiti dello 0,5% mensile a novembre (indice destagionalizzato) e del 6,7% in tutto il 2012 (indice grezzo).

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Nei primi undici mesi dello scorso anno la caduta cumulata è stata del 9,3% in confronto allo stesso periodo di due anni fa. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, il fatturato è calato dello 0,2% congiunturale e del 5,4% tendenziale.

Da gennaio a novembre il calo complessivo registrato è del 4%. A trainare la contrazione di ordini e fatturato è stata in particolar modo la componente interna, mentre quella estera ha contribuito a frenare il calo.

NOVEMBRE

Anche a novembre si è verificata una doppia velocità tra il mercato interno e quello esterno ai confini nazionali. Per il fatturato, il mercato italiano fa registrare di fatto un calo dello 0,6% e quello estero un incremento dello 0,5% congiunturale. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo parla di una flessione del 2,4% in confronto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2011), il fatturato totale scende in termini tendenziali del 5,4%, per via di un calo dell’8,7% sul mercato interno e di un aumento dell’1,5% su quello estero.

INDICI

Gli indici destagionalizzati del fatturato fanno emergere cali congiunturali per i beni di consumo (-1,1%), per i beni strumentali (-0,7%) e per i beni intermedi (-0,2%), mentre è in aumento l’energia (+3,6%). Il fatturato dell’industria degli autoveicoli su base annua è diminuito del 9,4%, mentre gli ordinativi hanno fatto registrare un crollo del 18,3%.

Modifiche Redditometro

 Ecco come potrebbe cambiare il Redditometro. Si parla di un nuovo provvedimento legislativo per modificare in senso più esplicito la conformazione dello strumento messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per calcolare autonomamente il proprio reddito e verificare che sia congruo con le spese effettuate.

MODIFICHE

Come? Diminuendo o addirittura cancellando la componente statistica, che convive con la statistica proveniente dai dati effettivi inerenti al contribuente (ricavati dalle banche dati del fisco e di altri organismi pubblici).

► Tabella A del nuovo Redditometro

È palese che i valori medi di consumo delle famiglie, anche se calibrati in virtù della loro numerosità e della residenza geografica, possono non fotografare la situazione dei singoli.

DISCREPANZE

L’accentuazione del ruolo dei dati effettivi di spesa non dovrebbe però modificare l’impostazione di fondo, fondata in altri termini sul confronto tra la capacità di spesa come ricostruita dall’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato dal contribuente. La potenziale incoerenza dovrebbe in prima battuta rappresentare un deterrente per il contribuente, stimolandolo ad un comportamento più corretto in sede di dichiarazione.

Qualora successivamente essa dovrebbe concretizzarsi in un’effettiva discrepanza, darebbe il via libera all’intervento del fisco sottoforma di indagine, con la possibilità per l’interessato di fornire le proprie spiegazioni anche prima dell’avvio formale dell’accertamento. Che non sarebbe comunque un accertamento di massa.

 

 

Bersani no alla Patrimoniale

 Pier Luigi Bersani è stato chiaro. Non pensa ci voglia una patrimoniale. Secondo il parere del segretario del Pd, in Italia la patrimoniale c’è già, è quella sugli immobili e si chiama Imu. Questo il suo pensiero, espresso nell’intervento a `Nove in punto´, in onda su Radio 24.

Bersani ha ripetuto che l’Imposta municipale unica necessita di maggiore progressività alleggerendo posizioni più deboli.

► Il Pd fa il punto sull’economia italiana

Per quanto concerne la restante parte dei patrimoni, Bersani non intendo pensare ad una patrimoniale.

Il problema dell’Italia in un siffatto contesto sarebbe la tracciabilità.

Bersani è dell’idea che occorre diminuire di gran lunga la pressione fiscale, iniziando dal lavoro, dalle pensioni, l’Irpef, i redditi più bassi e aiutando gli investimenti. Così Bersani pensa già ad eventuali tagli al fisco.

► Una panoramica sull’andamento dell’euro

Per quanto riguarda la sua affermazione che il Pd andrà a vedere sui conti la polvere sotto il tappeto, il leader Pd chiarisce che non voleva dire che i conti sono truccati ma bisogna capire se le spese obbligate sono coperte e se le previsioni di crescita ottimiste del governo sono reali.

CRISI

Bersani è intervenuto anche sulla crisi, affermando che la proiezione del governo è un po’ ottimistica. Bersani non crede che sia saggio, comunque, continuare a lavorare sul Pil con nuove manovre.

L’importante per il segretario del Partito Democratico è non fare promesse a vanvera, bensì procedere in forme da tali da non deprimere l’economia.

Uil lancia allarme disoccupazione

 Sapevate che 2.000 persone al giorno perdono il posto di lavoro?

Il dato appare scioccante. Per qualcuno è solo una goccia nel mare magnum delle brutte notizie provenienti ogni giorno dalle pagine di economia.

► Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

In verità, però, bisogna prestare sempre molta attenzione alle notizie divulgate dai sindacati e dagli Enti.

In questo caso a parlare di questo triste dato numerico è Luigi Angeletti, Segretario Generale dell’Unione Italia Lavoratori.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Angeletti precisa che la stima data a giugno di 1.000 posti persi al giorno è stata sin troppo ottimista. Secondo una rilevazione più attenta e più approfondita, Angeletti ha da fare alcuen aggiunte: il segretario Uil ha affermato che dal 1° gennaio 2012 “Abbiamo perso 2.000 posti al giorno in media”.

Secondo le stime di Angeletti, nel 2013 si passerà nel 2013 da 3 a 3,5 milioni di disoccupati.

► Monti vuole abolire Redditometro

In conclusione il segretario generale Uil ha dichiarato che “Stiamo letteralmente devastando le basi dell’economia. Se non c’e’ un cambiamento le prospettive sono micidiali”.

Il Pd fa il punto sull’economia italiana

 Il Partito Democratico è impegnato nella campagna elettorale e nella battaglia portata avanti su tutti i fronti dal leader prescelto alle Primarie, Pier Luigi Bersani.

Il segretario ha fatto il punto della situazione economica guardando la questione da ogni punto di vista:

MERCATI

Molti mercati finanziari sono preoccupati alla vigilia del voto. Ma Bersani rassicura: “In tutto il mondo si vota e in nessun luogo al mondo si sa il risultato anticipatamente, si andrà a votare e ci sarà un governo stabile”.

CONDONO

Bersani non vuole sentir parlare “Mai più di condono”.

Il leader del Pd parla di fedeltà fiscale come asse del suo lavoro, così che ogni euro ricavato serva a ridurre le tasse dei contribuenti.

TASSE

Bersani non nasconde la presenza di un problema fiscale c’è, dal momento che la pressione fiscale è aumentata 4 punti durante il Governo Berlusconi.

LIBERALIZZAZIONI

Il segretario del Pd afferma che liberalizzare è “di sinistra”. Non è un’azione contemplata veramente dalla destra italiana. Bersani chiama in causa ragioni storiche per confermare quando dice, e conclude dicendo che il Pd ha una missione liberale e sociale da portare a termine.

MARCHIONNE

Bersani si è anche rivolto a Marchionne, in merito al fatto che Fiat ha confermato gli impegni per l’Italia, con parole dure: “Marchionne provi a contestare le mie parole, quando ho dichiarato che la cassa integrazione si giustifica solo se serve per allestire nuove linee di produzione e dunque nuovi posti di lavoro. E ho aggiunto che il governo dovrebbe ricevere spiegazioni dalla Fiat. Questa non mi sembra un’oscenità. Proviamo a rispettarci a vicenda. Marchionne rispetti i politici”.

Impegni Fiat per Italia

 L’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne ha dato la definitiva certezza che gli impegni presi dal lingotto per il nostro Paese saranno rispettati: Queste le sue parole nel corso di una prolusione al Quattroruote Day.”Siamo intenzionati a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia”.

► La svolta cinese della Fiat

Marchionne ha inoltre aggiunto che in quattro anni Fiat giungerà ad impiegare pienamente i suoi dipendenti.

Come?

Il target dell’azienda di autoveicoli torinese è quello di esporre e realizzare 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro tre anni. Parliamo pertanto del periodo che va dal 2013 al 2016. Marchionne è sicuro di riuscire a realizzare tale obiettivo.

Oltretutto Marchionne ha desiderato esprimere un parere sulle dichiarazioni dei politici in relazione all’annuncio dato da Fiat sulla Cig a Melfi. L’ad di Fiat, con voce scossa, ha affermato di aver “trovato oscene le dichiarazioni di ieri dei politici sul caso Melfi”.

JEEP CINA

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Capitolo rapporti Fiat-Cina. Marchionne ha ripetuto più volte che con Gac potranno essere realizzate 100 mila autovetture all’anno. Il lavori per la creazione dello stabilimento sono ormai giunti al termine e potenzialmente la produzione potrebbe iniziare tra un anno e sei mesi.

La produzione di Jeep in Cina riguarderàù inizialmente 100 mila vetture all’anno, ma è potenzialmente raddoppiabile a oltre 200 mila.

Per quanto concerne invece la situazione del mercato europeo, Marchionne ha affermato che terminerà il 2013 in linea con il 2012: “Andranno bene America, Brasile e Cina”.