Partono i saldi in Campania, Basilicata e Sicilia

Pronti, via. Campania, Basilicata e Sicilia inaugurano la stagione dei saldi. E c’è già chi prevede che il calo dei consumi sarà elevato. Parte, dunque, oggi di fatto, la tradizionale corsa ai saldi e al prezzo migliore. E’ un periodo in cui occorre approfittare delle migliori occasioni per rinnovare il proprio guardaroba e affini.

Nelle altre regioni d’Italia bisognerà aspettare fino al 5 di gennaio.

A prescindere dall’effettiva apertura, come accennato in precedenza, una cosa è certa. Le famiglie arrivano ai saldi con un budget bassissimo.

La ‘colpa’ della poca disponibilità economica è ascrivibile alle numerose tasse introdotte nell’ultimo anno. Dai rincari delle tariffe, all’Imu, fino alle imposte che subentreranno nei prossimi mesi (quali ad esempio la Tares).

Confcommercio, pertanto, parla chiaro e azzarda la spesa media per ogni famiglia. Al massimo ogni nucleo spenderà una cifra che si aggira intorno ai 360 euro. Adusbef, intanto, azzarda invece una previsione. La spesa calerà del 19%.

Il Codacons calcola un altro budget per famiglia: 224 euro. Un budget che appare dimezzato se messo a confronto con quello di quattro anni fa. Nel 2008, infatti, la media calcolata raggiungeva 450 euro di spesa per ogni singola famiglia. Per quest’anno si prevede comunque una spesa complessiva di 2,1 miliardi. Resta il fatto che sarà spalmata solo ed esclusivamente sul 40% delle famiglie del nostro Paese. Le altre? Resteranno, con ogni probabilità a guardare, in attesa che la crisi finisca e che  non ci sia più bisogno di stringere così tanto la cinghia.

Monti punta a diminuire le tasse e a far crescere il Paese

Mario Monti ha in mano già dall’ultima notte dell’anno i bozzetti del logo del suo nuovo partito, nonché le idee chiare sul futuro dell’Italia.

Il Premier uscente, pronto a candidarsi con una lista di moderati all’interno della quale sarà coadiuvato da Montezemolo, vuole meno tasse e più crescita.

L’obiettivo numero uno del ‘Professore’ è infatti presto detto. Occorre diminuire la tassazione sul lavoro e nello stesso tempo ridurre la spesa pubblica.

La strada, dunque, è già tracciata.

Con l’occasione, nella mattinata Mario Monti ha commentato la proposta di creazione di una commissione di inchiesta per la nascita di un governo tecnico pervenuta da Silvio Berlusconi, definendola con gli aggettivi di “Stravagante”, “Tardiva” e “Interessante”. In due parole, “Ben Venga” – ha detto Monti. Subito dopo la risposta a Bersani relativamente alle critiche di quest’ultimo sulla decisione di candidarsi da parte di Monti. Il ‘Professore’ reagisce dichiarandosi a favore di quelle riforme che possono rendere l’Italia più competitiva, in grado di creare alternative, sbocchi e nuovi posti di lavoro.

In conclusione, la replica di Monti verte sulla sua posizione: non sta contro la destra, né contro la sinistra. Dice di voler scendere in campo per affermare le proprie idee. Una politica, dunque, aperta al dialogo e al rinnovamento del Paese. Che deve crescere.

TASSE E SANITA’

Monti, si diceva, vuole alleggerire le tasse. Quelle per le famiglie (in particolar modo per le famiglie numerose) sono insostenibili agli occhi del ‘Professore’.

Nel contempo va rivisto il sistema sanitario italiano. Deve funzionare ancora meglio, deve avere costi minori e deve garantire un sistema fiscale in grado di ridistribuire ad hoc i redditi a partire dai più ricchi fino ad arrivare ai più poveri. Su questo pare che Monti sia già a lavoro.

Pubblica amministrazione, presenza femminile minore ma più omogenea

Nell’arco del triennio negativo per quanto riguarda il calo dei dipendenti che afferisco alla pubblica amministrazione, si è ridotta in maniera drastica la quota rosa.

Tuttavia, il numero di nonne, seppur più basso, è ora più omogeneo. Le donne sono ora presenti in tutti i comparti. Aumentate in percentuale, hanno infatti raggiunto la soglia del 55% degli occupati nei settori pubblici.

L’aumento della quota percentuale della presenza femminile si spiega con il maggior numero di assunzioni, nonché con il minor numero di cessazioni.

La presenza elevata di donne è destinata a crescere in maniera consistente. In quali settori? Quelli preminenti: Scuola e servizio Sanitario Nazionale in primis. Si procede dunque a gonfie vele verso la parità. Ulteriori passi in avanti sono stati effettuati in altri settori dove la presenza femminile è tradizionalmente minoritaria. Parliamo della Magistratura e l’Universitá. Pur essendo ancora molto limitata, nella carriera Diplomatica si è avuto un apprezzabile incremento della presenza femminile, che risulta in crescita anche nei settori di più recente apertura quali i Corpi di Polizia e le Forze Armate.

Una goccia di sole in un mare buio, dunque, allieta la brutta notizia del calo profondissimo dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.

155.000 dipendenti pubblici in meno negli ultimi 3 anni

La crisi dell’economia italiana, inevitabilmente, diventa crisi della Pubblica Amministrazione. Si tratta di uno degli argomenti predominanti degli ultimi tempi.

Il taglio netto sulla spesa passa come sempre in primo luogo per quella pubblica. Così, negli ultimi tre anni, il calo dei dipendenti pubblici è stato a dir poco spaventoso.

Un trend negativo, quello della diminuzione dei posti di lavoro nelle P.A.

Un trend che si perpetua da ormai 3 anni di fila.

Per entrare meglio nel vivo di questa profonda ferita, occorre analizzare le cifre.

Partiamo dal 2011. I dipendenti della Pubblica Amministrazione erano 3.282.999 lo scorso anno. In altri termini sono quasi 154.000 in meno rispetto quanti erano nel 2008. Quattro anni fa lavoravano nelle P.A., infatti, ben 3.436.814 dipendenti.

I dati in nostro possesso sono forniti dalla Ragioneria Dello Stato.

Regione per regione, ecco quelle in cui ancora non si è verificato un calo dell’occupazione pubblica.

Lombardia: per via di 12,51%, la Lombardia si configura come la regione in cui si trova il maggior numero di dipendenti pubblici;

Lazio: segue a ruota la Lombardia con il 12,35%;

Campania: terza classificata con il 9,14%;

Sicilia: quarta classificata con l’8,88%;

Veneto: quinta classificata con il 6,95%;

Piemonte: ultima classificata con il 6,78%;

Mini-Patrimoniale, ecco quanto costeranno i nuovi bolli

 E’ opportuno elencare tutte le novità che comporta la nuova tassa ‘Mini-Patrimoniale’, introdotta dal Governo Monti. Per quest’anno la tassa porterà nelle casse dello Stato un gettito di 2,6 miliardi. L’erario dovrebbe salire durante il prossimo anno a 4,7 miliardi. Perché? In virtù di una serie di modifiche inserite nell’imposta, che fa parte del pacchetto Salva-Italia. Si evince che i nuovi bolli, accolti non senza polemiche da milioni di italiani che non sanno dove prendere il denaro per pagarli, sono forieri di polemiche da parte di economisti e addetti ai lavori. L’imposta di bollo è vista come una tassazione del patrimonio finanziario. Un modo per tassare i risparmi e un ostacolo per la crescita economica dell’Italia a lungo termine. La pensa così Emilio Rocca dell’Istituto Bruno Leoni, il quale ha approfondito con un’analisi molto puntuale le misure in arrivo. La mini-patrimoniale ha in qualche modo anche delle controindicazioni. Ad esempio, secondo gli economisti, avvantaggia la concorrenza in quanto agevola il risparmio bancario e postale, a discapito dei prodotti gestiti, sopratutto dei fondi comuni di investimento. Non mancano coloro che, puntualmente, considerano vittime di questa patrimoniale esclusivamente i più poveri. Per molti, però, la ‘Mini-Patrimoniale’, avrà vita breve. Staremo a vedere, nel 2013.

Al via la Mini-Patrimoniale

Manca ancora una manciata di ore e poi la fotografia del Fisco ai risparmi degli italiani genererà il primo scatto.

Insieme alle giacenze del 31 dicembre saranno, infatti, calcolate le nuove imposte di bollo relative ai conti correnti bancari, postali e su quasi tutti i prodotti finanziari in circolazione.

Nel complesso, la tassa “mini-patrimoniale” inserita dall’esecutivo guidato da Mario Monti con il decreto Salva Italia dovrebbe interessare, infatti, ben 1.900 miliardi di euro di ricchezza finanziaria privata, e cioé quasi i due terzi dei 3.000 miliardi che rappresentano i risparmi della popolazione italiana.

In base ad alcuni dati preliminari messi a disposizione da Banca d’Italia e Governo, si prevede un gettito di 2,6 miliardi per l’anno in chiusura quest’oggi.

Occorre ricordare che il 2012 è stato il primo anno per quanto riguarda l’applicazione delle nuove imposte sui bolli, i quali già erano stati leggermente modificati con un ritocco al rialzo dal precedente governo Berlusconi a metà dello scorso anno.

Nel contempo, si evince che l’incasso per quanto riguarda l’erario esso dovrebbe aumentare e raggiungere quota 4,7 miliardi all’anno a partire dal 2013.

Il prossimo anno infatti le aliquote dovrebbero ulteriormente aumentare.

In conclusione, per quanto riguarda tutti i rapporti di conto corrente bancari e postali, e per quanto riguarda i libretti di risparmio, non vi sarà alcuna applicazione al di sotto dei 5mila euro di giacenza. Occorre in questo caso ricordare che fino ad oggi si pagavano 34,2 euro.

 

Venduti Iberdrola 32 parchi in Francia

Giungono importanti notizie dal mercato dell’energia. Uno dei settori più in crescita degli ultimi anni registra l’ennesima svolta, che va di pari passo con le attuali condizioni economico-finanziarie della Spagna. E’ infatti risaputo che la Penisola iberica sia a rischio recessione, inghiottita dalla cocente crisi che negli ultimi anni attraversa tutta la zona dell’Euro. Una crisi che porta una delle Società di energia più importanti della Spagna a vendere.

L’accordo in questione ha per protagoniste proprio la Nazione Iberica e la Francia.

Entriamo nel dettaglio dell’operazione.

E’ stato finalizzato l’accordo contrattuale con il quale la Società spagnola Iberdrola ha ceduto 32 centrali eoliche in Francia per una cifra totale di 400 milioni di euro. Ad accaparrarsi le 32 centrali eoliche è il consorzio di EDF Energies Nouvelles, MEAG (gestione patrimoniale controllata di Munich Re e ERGO) di concerto con GE Energy Financial Services.

Un affare imponente, che accresce di gran lunga il settore dell’energia eolica transpalpina e che muove in tutti i sensi l’economia.

Si tratta di un caso di cessione a titolo definitivo, delineata nei minimi particolari all’interno del comunicato stampa della stessa Società Iberdrola. L’azienda ha reso noto quanto segue nelle seguenti righe: “L’operazione e’ stata realizzata mediante la cessione (definitiva) del 100 per cento del capitale sociale di Iberdrola Renovables Francia (IBRF), proprietaria dei parchi eolici venduti.

 

Capodanno, 80 milioni di spumanti venduti

Con lo scoccare della mezzanotte e con l’avvento dell’anno nuovo aumenteranno a ottanta milioni le bottiglie di spumante stappate e vendute durante queste festività 2012.

Per lo spumante, quest’anno, gli italiani hanno speso circa 600 mln di euro.

La stima, come nel caso dell’aumento di zampone e cotechino, è stata fornita dalla Coldiretti.

Si evince che circa l‘87% degli italiani ha voluto acquistare lo spumante nonostante la crisi e nonostante sia stato un periodo festivo Low Cost. Si tratta del 20% in più rispetto allo scorso anno.

Inoltre, dalle stime Coldiretti, si evince che il 13 per cento (-1 per cento rispetto allo scorso anno) ha optato per lo champagne. L’indagine di fine anno erogata dal gruppo Coldiretti/Swg non manca di illustrare altri punti fondamentali, così da ricalcare anche le abitudini alimentari ed economiche degli italiani che si preparano al capodanno e alla fine delle feste.

Coldiretti dichiara, infatti, che oltre allo spumante non mancheranno come da tradizione sulle tavole panettone e pandoro. Per quanto riguarda il panettone, ad esso non rinuncerà l’80% degli italiani, mentre hanno preferito acquistare in maggioranza il secondo il 68% degli italiani.

Capodanno, aumentano dell’8% i consumi di zampone e cotechino

Le famiglie italiane hanno sempre amato tutte le tradizioni del BelPaese. Tra queste figurano anche quelle tradizioni seguite per tener fede a una credenza della quale talvolta si ignorano le stesse origini.

Una cosa è certa: la sera di San Silvestro è obbligatorio l’assaggio di due lenticchie, perché a livello folkloristico vuol dire augurarsi di avere più soldi per l’anno venturo.

Di questi tempi, peraltro, con la crisi che galoppa, gli italiani ne avrebbero proprio bisogno.

Le altre due pietanze che non possono mancare per nessun motivo sono poi il cotechino e lo zampone.

Cotechino e zampone appaiono sulle tavole quasi esclusivamente soltanto durante il periodo di Capodanno e, in particolar modo, in maniera abbondante durante l’ultimo giorno dell’anno e il primo giorno del nuovo anno.

Per il 2012 il trend impone di risparmiare e di mettere in tavola un cenone Low Cost, giacché la crisi si fa sentire, in particolar modo nelle Regioni del Sud.

Malgrado ciò, le famiglie italiani non vogliono rinunciare a cotechini e zamponi. Prova ne è che i consumi sono saliti dell’8% rispetto al 2011. Nel complesso sono stati venduti circa sei milioni di chili di cotechino e zampone, così da essere messi sulle tavole dell’intera Penisola.

I dati in questione sono stati forniti da Coldiretti. Consideriamo, tutto sommato, che siano stime molto positive per questo tipo di mercato.

Basti pensare infatti che il 62% degli italiani, ovvero in media due italiani su tre, mangeranno a capodanno cotechino e zampone.

Acqua, arriva la ‘Tariffa Ponte’

E’ stato fatto il primo passo in avanti per una tariffa che è stata soprannominata come la ‘Tariffa Ponte’ e che riguarda l’acqua. Un percorso, molto positivo, in grado di permettere e facilitare tutta una serie di importanti investimenti nel settore.

La buona novella è arrivata durante le scorse ore, in virtù dell’intervento dell’Autorità per l’Energia. L’Autorithy ha infatti scelto di dare il Nulla Osta a tutto un insieme di provvedimenti finalizzati alla regolazione del famoso servizio idrico integrato.

La lista dei provvedimenti messi in luce dall’Autorità per l’Energia, è abbastanza lunga e degna di nota.

Appare opportuno, in questa sede, menzionare i provvedimenti più importanti e prossimi a entrare in vigore. Uno su tutti è senza ombra di dubbio il cosiddetto Metodo transitorio per la determinazione delle tariffe, che sarà inerente per l’appunto alle tariffe degli anni 2012 – 2013. Inoltre è da citare in ultima analisi un altro provvedimento. Stiamo parlando della prima Direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione.

Successivamente all’approvazione della Tariffa Ponte, però, non sono mancate diverse polemiche. In prima linea ci sono i Cobas, i quali hanno protestato duramente, evidenziando che “il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancisce, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell’acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato”.