Italia, bilancia in attivo per 2,5 miliardi

Ottobre è stato un mese positivo per l’economia. Lo segnalano i miglioramenti della bilancia commerciale. Durante il decimo mese dell’anno, infatti, la differenza tra export e import (quella che va a costituire l’avanzo commerciale) è in attivo di 2,5 miliardi. Si registra, pertanto, un aumento di 1,5 miliardi con i Paesi extra Ue, nonché un aumento di un miliardo con i Paesi appartenenti all’Unione Europea. Senza dubbio è un surplus significativo.

Il saldo complessivo nei primi dieci mesi dell’anno, corroborato dall’ampio avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (pari a ben 60,2 miliardi di euro) è del tutto positivo. Si parla in questo caso di un surplus pari a 6,5 miliardi.

Rispetto a settembre, ottobre ha fatto registrare un discreto aumento del + 0,8% riguardante le importazioni. L’export invece risulta in bilico. La crescita in questo caso è contenuta per quanto concerne i mercati esterni all’Unione Europea e fa registrare una lieve flessione per quanto riguarda l’esportazione dei prodotti italiani sui mercati dell’Unione. Per i paesi extra Ue, in altri termini, c’è una crescita congiunturale del + 0,7%, mentre per i paesi dell’Ue c’è una lieve perdita dello 0,6%.

Sono comunque in aumento le vendite di beni strumentali, le quali hanno fatto registrare ad ottobre un +2,1%. Notevole diminuzione invece per i beni di consumo durevoli, i quali calano del 5,4%.

Export vincente: questi i Paesi in cui l’Italia vende di più. Si tratta della zona Opec (dove si registra un  aumento del +39%), del Giappone (dove si registra un  aumento del +31,5%) e dei Paesi del gruppo Aesan (dove si registra un aumento del +30,3%).

Prodotti in espansione: Si registra una forte crescita dei prodotti petroliferi raffinati, in crescita del +36,8%), degli articoli sportivi, dei giochi, degli strumenti musicali, dei beni preziosi e degli strumenti medici (che salgono a +15,8%. Bene anche i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco (+14,9%).

 

Draghi applaude l’Export italiano

Il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, durante un’audizione al Parlamento Europeo ha parlato di Export Riforme.

Secondo quanto detto da Draghi a Bruxelles  è ormai chiaro a tutti gli esperti il raddrizzamento dei conti. Draghi ha invitato gli economisti a fare riferimento all’export italiano, nonché a quello di Irlanda, Portogallo e Spagna. L’elogio del presidente della Bce a questi Paesi è motivato dal fatto che si tratta di Nazioni che stanno traendo utili dai costi dell’unità di lavoro.

Draghi è sostanzialmente convinto del fatto che, nonostante costino, le riforme danno ottimi frutti. Il Presidente Bce ha parlato di riforme economiche in grado di funzionare, intendendole come il giusto percorso da programmare per uscire dalla crisi e ottenere i migliori risultati. Con molta onestà, Draghi ha nel contempo spiegato che il prezzo per i cittadini sarà elevato durante i primi tempi.

Mario Draghi non ha mai fatto mistero del fatto che la crisi si estenderà anche durante il prossimo anno, ragion per cui la ripresa sarà molto lenta e procederà per piccoli passi.

Per il capo della Banca Centrale Europea, la svolta potrebbe derivare dalla supervisione unica delle banche. Un punto di svolta che porterebbe secondo Draghi ad una soluzione delle attuali sfide, la quale potrebbe far si che i consumatori tornino ad avere fiducia nel settore bancario europeo.

L’obiettivo resta quello di rimettere in carreggiata i prestiti interbancari e i flussi finanziari tra i Paesi, così da vedere effetti tangibili sull’economia reale.

 

Arriva il decreto ‘Salva Precari’

Sta per arrivare una nuova copertura riguardante gli ammortizzatori in deroga, i quali potranno contare su cifre molto più alte da qui in avanti: 1,5 miliardi più un’eventuale aggiunta di altri 200 milioni di euro. Sono inoltre già previsti altri 800 milioni. A ciò occorre inoltre aggiungere 500 milioni provenienti dal Fondo di Coesione per le regioni, con l’obiettivo della convergenza. La ‘pioggia’ di soldi non finisce qui. Arriveranno 200 milioni dal fondo decontribuzioni e 240 milioni dal fondo Brunetta, solo dopo un’accurata verifica.

Le buone notizie non finiscono qui. Il Governo ha deciso di cassare il ‘prelievo’ sui fondi per la formazione, il quale è stato a lungo oggetto di numerose e asprissime critiche.

Patto di stabilità. L’obiettivo del Governo, in base a quanto previsto da un emendamento al ddl Stabilità è quello di rendere più leggero il patto interno. Per allentarlo saranno stanziati ottocentocinquanta milioni in più.

Di questi 450 andranno ai Comuni, 150 andranno alle province e 250 fungeranno da toppa per assorbire meglio tutti i tagli che sono stati già effettuati.

Stop alle trattenute del 2,5% sul Tfr in busta pagaSorridono anche i dipendenti pubblici. Il Senato ha deciso di approvare l’emendamento presentato dai relatori, il quale ha il pregio di trasferire sulla Legge di Stabilità il disegno di legge ad hoc varato dal Governo, il quale attuando una sentenza della Corte Costituzionale ha ‘messo a lucido’ nuovamente il Trattamento di fine servizio.

Precari & Sfratti: 

Buone notizie inoltre (e soprattutto) per i precari e per quanto riguarda il blocco degli sfratti. E’ infatti in arrivo una proroga per salvare i precari della pubblica amministrazione, nonché una proroga per mettere in salvo gli inquilini alle prese con il blocco degli sfratti. Per quanto riguarda quei precari che hanno alle spalle almeno 3 anni di servizio nella P.A. potranno essere destinati loro i posti banditi nei concorsi, fino a un 40%.

Anche in questo caso, tutto ciò è previsto da un emendamento dei relatori alla Legge di Stabilità.

Internet in Italia costa meno

Il Presidente di Telecom Franco Barnabé si è soffermato sull’annoso problema dei costi della telefonia mobile e di internet.

I consumatori sperano in una diminuzione delle tariffe, ma Barnabé ha le idee chiare in proposito. Durante un intervento radiofonico, infatti, il presidente di Telecom ha affermato che l’Italia è uno dei Paesi al mondo in cui internet costa di meno.

Una sicurezza che deriva dal confronto tra i prezzi italiani, i prezzi europei e i prezzi americani. Secondo Barnabé i prezzi europei sono un terzo più bassi rispetto a quelli Usa. Perché?

Negli Usa molte offerte contemplano anche un pacchetto di canali televisivi, ragion per cui il prezzo sale.

Dopo le parole di Barnabé i consumatori non hanno molte chance di risparmiare sulla bolletta di internet. Gli abbassamenti del prezzo per i collegamenti al web, dunque, restano un’utopia. Il presidente di Telecom ha dichiarato che un ulteriore abbassamento dei prezzi potrebbe ridurre la capacità di investimento, nuocendo al mercato e dunque limitando ulteriormente la qualità futura dei servizi.

In altri termini, tenere competitiva l’offerta è sinonimo di qualità.

C’è però da dire che se i prezzi non calano sarà difficile prevedere un aumento dei consumatori.

Barnabé ha approfittato del lungo intervento radiofonico per difendere le infrastrutture italiane, sinonimo di grande qualità.

Nessuna critica, dunque, dal presidente Telecom al sistema dei collegamenti ad internet. Barnabé, anzi, critica gli italiani (“abituati a piangersi addosso”), che spesso si accorgono tardi dell’efficienza dei servizi a loro disposizione. Efficienza che secondo Barnabé è di gran lunga superiore a quella che gli italiani troverebbero in paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra.

 

Imu, Comuni sperano in aliquote più basse dopo Stabilità

Scaduto ieri il termine ultimo per pagare l’Imposta Municipale Unica, famiglie e imprenditori hanno una speranza: la riduzione del saldo da versare per il prossimo anno. Da cosa deriva questo barlume? Un emendamento al ddl stabilità prevede che ai Comuni potrebbe ‘rientrare’ il flusso monetario proveniente dall’Imu. Da questo emendamento sono esclusi, tuttavia, i capannoni industriali (edifici ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D).

Nei giorni scorsi l’Anci ha più spesso lamentato il vincolo di dover dividere al 50% con lo Stato le entrate provenienti dall’Imu. Una divisione monetaria che ha impedito agli Enti Locali di tenere basse le aliquote. Tale divisione ha comportato un aumento della pressione fiscale.

Prima dell’arrivo dell’Imposta Municipale Unica si è parlato spesso della famosa Manovra Salva Italia. In base ad essa, nelle casse dei Comuni rimane soltanto il gettito delle imposte sulle abitazioni principali, compresi i loro corollari.

A causa di questa impostazione, gli enti locali non hanno apportato sostanziali variazioni all’Imposta sulla prima casa. L’hanno mantenuta stabile, rialzando però in maniera evidente le imposte concernenti altre tipologie immobiliari. Un danno, questo, che si riflette sull’intero sistema.

La situazione ad oggi è la seguente: qualora l’emendamento dovesse essere approvato con il pacchetto Stabilità la Manovra Salva Italia verrebbe modificata. In tal caso la riserva di Stato di cui si parlava poche righe sopra, e cioè quella che implica che la divisione a metà del gettito tra Stato e Comuni, verrebbe abolita in favore di una ridistribuzione maggiormente favorevole ai questi ultimi.

Di conseguenza, se l’emendamento contenuto nel Ddl Stabilità dovesse essere approvato in blocco, una quota abbastanza imponente dei proventi rimanenti nelle casse dei Comuni potrebbe diventare appannaggio del Fondo di Solidarietà degli stessi. Un fondo di solidarietà che dovrebbe essere istituito e regolarizzato in virtù di un dpcm.

Cosa cambierebbe? In uno scenario del genere si potrebbe pensare ad un maggior margine di scelta sul profilo delle aliquote. In altri termini, i Comuni avrebbero la possibilità di ridurre il saldo dell’Imu.

 

 

Emendamenti sul lavoro al ddl Stabilità

 Dopo aver fatto un esame generico in dieci punti sugli emendamenti al ddl Stabilità vediamo ora quali sono gli emendamenti che riguardano più da vicino il mondo del lavoro, che è stato uno dei nodi più discussi sia del decreto salva Italia che di questa nuova manovra.

Un emendamento molto importante è quello che riguarda il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), per il quale è stato previsto uno stop alle trattenute del 2,5% nella busta paga dei dipendenti pubblici. In questo modo il provvedimento del governo richiesto dalla sentenza della Corte di Cassazione diventa una parte integrante del ddl Stabilità.

I dipendenti della pubblica amministrazione potranno essere soddisfatti anche per un altro emendamento che li riguarda da vicino: il ddl prevede una proroga dei contratti in scadenza dei dipendenti delle PA e, per i precari che hanno almeno tre anni di servizio saranno riservati il 40% dei posti nei concorsi pubblici.

Come poi abbiamo già visto in precedenza, è stato dato il via libera al provvedimento per le ricongiunzioni pensionistiche che saranno gratuite e non più onerose.

Per saperne di più sugli emendamenti del ddl Stabilità per le pensioni:

Pensioni di anzianità: le novità dal 2013

Ricongiunzione gratuita: chi può farla?

Chi paga per il ricongiungimento pensionistico?

La Tares arriva a gennaio e sarà più cara

 La Tares, che sarà la sostituta della Tarsu o della Tia, sarà più cara perché dal suo gettito si dovranno trovare le risorse non solo per la gestione dei rifiuti, ma anche per l’illuminazione pubblica, per la manutenzione delle strade etc. Altra differenza con le tasse finora applicate è che la Tares non sarà pagata solo dai proprietari di immobili ma anche da tutti coloro che “occupano o detengono locali o aree scoperte”.

La maggiorazione della tassa sarà mediamente di 30 centesimi (che potranno arrivare anche a 40 in base alle ordinanze delle amministrazioni locali) al metro quadrato, che serviranno per finanziare quelli che vengono chiamati “servizi indivisibili”, oltre all’illuminazione e alle strade sotto questa denominazione ricadono anche asili nido e assistenza domiciliare.

In tutto si stima che nelle casse dello Stato dalla Tares arriverà circa un miliardo di euro, che saranno risparmiati dall’Amministrazione centrale con il taglio del trasferimento di risorse ai comuni.

Come per l’Imu, la cui terza e ultima rata dovrà essere pagata entro oggi per non incorrere in sanzioni, anche la Tares sarà pagabile a rate. Il legislatore ne ha previste quattro (gennaio, aprile, luglio e dicembre): le prime tre saranno calcolate in base agli importi già previsti per le Tarsu e Tia più i trenta centesimi al metro quadrato; mentre la rata di dicembre dovrà essere calcolata in base alle aliquote dei singoli comuni.

Scadenza Imu, le sanzioni in caso di ritardo

 Oggi (17 dicembre) scade il termine ultimo per il pagamento dell’Imu, la tassa sulla casa introdotta dal Governo Monti. Per tutti  coloro che non riusciranno a versare la terza e ultima rata dell’Imu sono previste delle sanzioni, che il governo ha voluto però rendere più morbide in base al principio del ravvedimento operoso: chi riesce a mettersi in regola entro pochi giorni pagherà una mora più bassa.

Infatti, non tutti i mancati pagamenti o i ritardi possono essere imputati a negligenza dei cittadini: l’Imu è una nuova tassa sulla quale c’è stata un’incertezza legislativa prolungata che ha messo in difficoltà i cittadini nei conteggi, che dipendono  inoltre, dalle singole aliquote comunali.

Nel dettaglio le sanzioni previste sono:

– fino a due settimane di ritardo: mini-sanzione pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo;

– dal quindicesimo al trentesimo giorno3% per ogni giorno di ritardo;

dai trenta giorni fino ad un anno di ritardo: sanzione pari al 3,75% dell’imposta dovuta.

A queste percentuali sul totale dovuto si devono aggiungere gli interessi legali per il ritardo che hanno un tasso annuale del 2,5%. Dopo l’anno non si può più usufruire del ravvedimento operoso, per cui, chi ritarda più di dodici mesi la sanzione sarà pari al 30% del totale dovuto.

 

 

Evasione fiscale, una voragine nelle casse dello Stato

 L’evasione fiscale è una delle peggiori piaghe italiane. Secondo il rapporto della Guardia di Finanza mancano all’appello ben 41 miliardi di euro, una cifra desinata a salire con il proseguire dei controlli. Di questi 28 miliardi soldi non denunciati e 13 quelli che, invece, sarebbero finiti in conti correnti esteri.

Per tutto l’anno la Guardia di finanza ha passato al setaccio le attività commerciali italiane riscontrando irregolarità nell’emissione di scontrini o fatture in un esercizio su tre. 7.500 gli evasori totali, ai quali si aggiungono ben 600 milioni di euro non pagati all’Iva.

10.000 denunce per reati tributari, 150 delle quali trasformate in arresto. 375 quelle per frode fiscale e riciclaggio e una segnalazione all’Agenzia delle Entrate di 170 milioni di euro di basi imponibili sottratte all’imposizione fiscale.

Numeri enormi a cui si aggiunge anche la difficoltà per le forze dell’ordine a recuperare il capitale: la GdF ha sequestrato beni per oltre 2 miliardi e 300 milioni di euro, ma ne sono stati incassati solo 900 milioni. I capitali più difficili da recuperare sono quelli che sono stati portati all’estero (per ora le indagini hanno portato ad individuare 2.180 violazioni per un valore pari a 102 milioni di euro, e di sequestrare denaro e titoli per circa 44 milioni di euro).

 

Gli emendamenti al ddl stabilità in dieci punti

 I tecnici del Governo hanno lavorato tutto il fine settimana per perfezionare il nuovo pacchetto di emendamenti per la il ddl stabilità che, dopo questo passaggio in Commissione Bilancio del Senato, arriverà domani mattina al Governo.

Sono tante le novità previste dagli emendamenti, vediamole nel dettaglio.

1. Possibilità di richiedere congedi parentali anche “su base oraria

2. Nascita della fattura elettronica

3. Diritto di prelazione per locatari e concessionari di immobili pubblici da 50 anni  per l’acquisto “al prezzo di mercato”

4. Creazione di un nuovo supercommissario per la gestione dei rifiuti di Roma e provincia.

5. Autocertificazione del rischio prorogata al 30 giugno per i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori.

6. Risorse pubbliche per finanziare gli obblighi di servizio pubblico nel settore trasporti in favore di Trenitalia.

7. Slittamento al primo marzo 2013 del termine entro il quale Mps potrà emettere le obbligazioni da vendere al Tesoro (Monti-Bond).

8. Aiuti a imprese e lavoratori autonomi che abbiano subito danni indiretti (e anche per quelli che hanno subito in danno economico) dal terremoto in Emilia Romagna.

9. Stanziamento di 850 milioni di euro per gli Enti locali (450 milioni ai Comuni, 150 alle province che saranno ristrutturate tra un anno)

10. Proroga contratti in scadenza dei lavoratori a tempo della Pa al 31 luglio.