L’economia europea migliora ma quella italiana resta ferma

 Si, è vero. Il Prodotto interno lordo ha fatto registrare una piccolissima risalita pari a uno striminzito 1 x 1000. Non accadeva da nove trimestri. Ma l’Italia continua a soffrire, in un’Europa che invece sta rialzando la testa in tutto il fronte meridionale, e le ragioni per affermarlo sono molteplici. In primo luogo durante l’ultimo trimestre dello scorso anno non vi è una progressione verso l’alto. Difficile aspettarsi qualcosa di buono dal primo trimestre del 2014.

L’economia europea migliora: contrazione minore del previsto in Grecia

 Il fronte meridionale dell’Unione europea fa registrare una minuscola crescita dal punto di vista economico. Gli esperti, più ottimisti del previsto, parlano dunque a ragion veduta di una lieve ripresa. Ripresa che coinvolge gli Stati che negli ultimi anni hanno sofferto maggiormente la Grande crisi e hanno ribaltato la situazione sottostando alle nuove direttive imposte dall’Ue.

L’economia europea migliora: la crescita di Germania e Francia

 Procede l’iter di crescita dell’economia dell’Eurozona. Lo testimoniano i dati degli ultimi mesi del 2013. La crescita è partita dalla scorsa primavera a seguito di un’espansione dello 0,3%. Le previsioni, che si aggiravano intorno allo 0,2%, sono state dunque superate.

Ovviamente ci si aspetta una ripresa più sostanziosa, con la speranza di creare occupazione. Ma per la prima volta i principali Stati dell’Unione sono cresciuti tutti a livello economico. Negli archivi Eurostat, tuttavia, l’anno passa in rassegna con una complessiva flessione dello 0,4%.

Rakuten acquista Viber per 900 milioni di dollari

 Il colosso giapponese dell’e-commerce Rakuten ha deciso di versare 900 milioni di dollari per l’acquisto di Viber Media, società «madre» dell’omonima applicazione per chat e telefonate via internet (Voip).

La strategia sottolinea palesemente che l’obiettivo della compagnia è quello di progredire anche al di fuori dei confini nazionali. Non stiamo infatti parlando del primo investimento su una società estera (Viber è cipriota): nel 2012 Rakuten investì nella californiana Pinterest e nel 2011 acquisì gli e-book della canadese Kobo.

Il gruppo Chrysler lancia nuovi bond

 Chrysler Group ha reso noto la regolarizzazione di operazioni di finanziamento per un importo complessivo di 5 miliardi di dollari che il gruppo ha utilizzato per restituire anticipatamente la somma, che comprende gli interessi maturati e non pagati, dovuta a Veba Trust per l’obbligazione senior non garantita emessa in suo favore il 10 giugno 2009 per un importo nominale originario pari a 4,587 miliardi di dollari.

Dati su economia Usa, ancora difficoltà

 Giornata ancora all’insegna della volatilità per le borse mondiali in una seduta dominata dai dati inferiori alle aspettative giunti dall’economia statunitense.

Auto: il mercato migliorerà secondo Goldman Sachs

 Goldman Sachs ha realizzato un report in cui le stime di crescita del mercato delle automobile vengono raddoppiate nel Vecchio Continente a partire da quest’anno. Dal +3,2% si passa al +6,4%. Ottime le proiezioni anche per l’anno che verrà e per il 2016. Le vendite, dunque, dovrebbero tornare in auge. Si prevede un aumento di circa 800.000 unità per il 2014 e di due milioni dal 2014 al 2016.

La Yellen sostituisce Bernanke alla guida della Fed

 «Mi aspetto una continuità sul fronte di una politica monetaria». Janet Yellen la neopresidente della Federal Reserve, al Congresso Usa rimarca che la politica della Fed rimarrà indirizzata verso il sostegno dell’economia e dell’occupazione, con una specifica attenzione alla volatilità sui mercati finanziari.

Le banche deboli devono sparire, questa l’idea di Danièle Nouy

 In un momento di crisi economica come quello che sta attraverso l’Europa e il mondo intero in questo momento è necessario fare dei sacrifici. Questa volta però a farli non dovranno essere i cittadini, almeno non nell’idea di Danièle Nouy, la direttrice del Single Supervisory Mechanism, ovvero l’ente di supervisione del sistema bancario dell’Eurozona.

La sua non è un’idea del tutto nuova, già Mario Draghi si era espresso in termini simili sull’argomento, ma questa volta sembra che l’intenzione di provvedere al risanamento bancaria attraverso un percorso di fallimenti ordinati delle banche più deboli potrebbe essere messo realmente in atto.

La direttrice del Single Supervisory Mechanism – che è arrivata a capo dell’ente dopo una lunga esperienza in un ruolo analogo in Francia, il suo paese – ha parlato senza mezzi termini in un’intervista al Financial Times pubblicata questa mattina in prima pagina: pur consapevole delle difficoltà oggettive di questo progetto, sembra ritenerlo l’unica via percorribile.

Danièle Nouy non vede nella fusione a tutti i costi delle banche deboli, ovvero quelle che hanno una sovraesposizione sul piano dei debiti e una serie di investimenti sbagliati o mal gestiti alle spalle, non possono pensare di risolvere la loro situazione entrando all’interno di gruppi bancari più forti, ma devono accettare che il dichiarare fallimento è l’unico modo per assicurare una maggiore qualità a tutto il sistema.

La Nouy è ben consapevole che questo percorso non sarà certo indolore e che, molto probabilmente, saranno in molti i paesi che si opporranno a questa proposta – Italia e Germania in primis – ma non si può pensare di salvare tutti se si vuole recuperare credibilità sul piano internazionale.