Il FMI rileva la solidità delle banche e delle famiglie italiane

 Le banche e le famiglie italiane sono solide dal punto di vista patrimoniale e finanziario. E’ questo il cuore del messaggio che arriva dal Fondo Monetario Internazionale – FMI – che ha recentemente pubblicato un dettagliato e approfondito rapporto sulla stabilità finanziaria del paese. 

La BCE valuta nuove misure per intervenire sul sistema bancario

 Il presidente della Banca Centrale Europea – BCEMario Draghi ha recentemente tenuto una conferenza a Francoforte in cui ha parlato della politica che sarà attuata nel breve periodo dall’Istituto, anche in vista delle nuove previsioni economiche per i primi mesi del 2014. Dopo l’ultimo intervento sui tassi di interesse, avvenuto nel mese di novembre, in seguito al quale il costo del denaro è stato portato ancora una volta al suo minimo storico al livello dello 0,25 per cento, la BCE ha deciso di mantenere inalterato il livello dei tassi di interesse. 

Usa, i dati mostrano che migliora l’occupazione

Notizie positive sui dati di occupazione Usa. Nel mese di novembre, negli Stati Uniti sono stati creati +203.000 nuovi posti di lavoro.

 Il dato è stato migliore di quanto prospettato dagli analisti di Bloomberg e di Brefing, che avevano previsto un aumento +185.000 e +188.000 unità, contro il rialzo +200.000 di ottobre.

Il costo del denaro resta invariato per la BCE a dicembre 2013

 I tassi di interesse rimarranno, anche per il mese di dicembre 2013, sugli stessi livelli del mese precedente. Lo ha confermato oggi la Banca Centrale Europea che ha quindi dato continuità a quella politica monetaria aggiornata lo scorso 13 novembre che vuole il costo del denaro fermo al suo minimo storico dall’introduzione della moneta unica europea. 

L’Unione Europea multa le banche per lo scandalo Libor e Euribor

 L’Unione Europea ha recentemente preso provvedimenti contro le banche e gli istituti di credito coinvolti nello scandalo Libor ed Euribor, imponendo a questi ultimi il pagamento di una sanzione piuttosto ingente, apri ad 1,7 miliardi di euro. Nonostante la crisi economica in atto e lo sguardo ancora rivolto alla crisi finanziaria del 2008, infatti, sono state di recente riscontrare ulteriori irregolarità da parte degli istituti di credito nella gestione dei tassi di interesse. 

Grecia, Moody’s premia il paese e alza il rating

 L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di premiare la Grecia per gli sforzi fatti fino adesso e, dopo cinque anni durante i quali il debito sovrano del paese, e conseguentemente i suoi titoli, sono stati considerati i peggiori sul mercato, il rating dei bond delle obbligazioni greche è passato da C a Caa3.

La decisione di Moody’s di alzare il rating del paese, come dichiara la stessa agenzia, è stata motivata da tre fattori positivi emersi nel paese. Il primo riguarda il piano di austerity imposto che ha dato i suoi frutti, con il deficit del paese che si è ridotto del 74% negli ultimi quattro anni e che lascia ben sperare che la Grecia non solo riesca a raggiungere gli obiettivi previsti, ma forse anche a superarli nel corso del 2014.

► Crescono il PIL e il tasso di occupazione della Grecia nel secondo trimestre 2013

In secondo luogo, Moody’s prevede che il prodotto interno lordo della Grecia nel 2014 subirà un riduzione minima per poi riprendere a crescere nel 2014.

In terzo luogo il miglioramento del rating da parte di Moody’s si inserisce negli spiragli di crescita e di ripresa che iniziano a vedersi in tutta Europa e dei quali, naturalmente, beneficerà anche Atene.

Ma, nonostante la bella notizia, per il paese potrebbe affacciarsi un altro problema: la Troika non ha gradito alcune ultime decisioni del governo ellenico e non ha mandato i suoi ispettori, ciò vuol dire che, a meno di un risanamento dei rapporti entro brevissimo tempo, l’ulteriore miliardo di euro in arrivo alla Grecia da Bruxelles il 9 dicembre potrebbe non arrivare.

Per la felicità bastano 26 mila euro all’anno

 Chi dice che i soldi non fanno la felicità? Lo dice uno studio di due economisti italiani – Eugenio Proto della Warwick University in Gran Bretagna e Aldo Rustichini della University of Minnesota negli Stati Uniti – che hanno stimato l’ammontare perfetto della propria ricchezza per essere felici.

Gli scienziati non parlano però di reddito annuo, ma di prodotto interno lordo pro-capite, ovvero la ricchezza che ognuno di noi produce con le sue attività: la soglia sotto la quale non si deve scendere ma anche da non superare sarebbe di 26 mila euro.

► Gli stipendi dei top manager continuano a non subire la crisi

Le motivazioni sono abbastanza logiche: al di sotto dei 26.000 euro di prodotto interno lordo pro-capite non si avrebbe la possibilità di avere ciò che ci rende felici mentre andando al di sopra di questa soglia il desiderio di avere sempre di più porterebbe ad un aumento dell’insoddisfazione per il non poter averlo.

I due ricercatori, però, mettono in luce anche un altro fattore che determina la felicità, ossia la distribuzione della ricchezza. A prescindere dal prodotto interno lordo pro-capite, nei paesi dove la ricchezza e equamente distribuita tutti i cittadini sarebbero più felici, mentre nei paesi, come l’Italia, dove esistono delle grandi differenze economiche tra le varie fasce della popolazione, diviene più difficile raggiungere la felicità.

► Nuovo record disoccupazione, ad ottobre sono più di 3 milioni

Il fenomeno viene definito dagli studiosi come “gap dell’aspirazione”, ovvero la differenza che esiste tra le proprie possibilità e i propri desideri.

Inoltre, la ricerca ha messo in evidenza che nei paesi più poveri la felicità cresce proporzionalmente al reddito, ma anche in questo caso il limite per la felicità è fissato a 26 mila euro.

Gli stipendi dei top manager continuano a non subire la crisi

 Quanto guadagnano i banchieri europei? A dirlo il censimento sulle retribuzioni dei top manager e dei banchieri europei fatta dalla Autorità bancaria europea (Eba) che ha messo in luce come le retribuzioni di questi grandi banchieri non abbiano subito particolari mutazioni dopo lo scoppio della crisi economica.

Anzi, per molti di loro la retribuzione annua va ben oltre il milione di euro, nonostante molto spesso la stessa autorità abbia lanciato appelli ai top manager e alle banche dove prestano i loro servizi di adeguare le retribuzioni al particolare momento storico.

A guadagnare oltre un milioni di euro all’anno sono 3.500 banchieri che operano principalmente in Inghilterra, ma non mancano certo nomi italiani nella lista dei paperoni stilata dall’Eba.

► Nuove regole per la scelta dei top manager

Le retibuzioni sono molto alte in tutti i paesi europei per questo tipo di incarichi, ma il loro livello varia molto in base al paese e alle mansioni svolte. Secondo l’Eba, infatti, i top banker britannici hanno retribuzioni che possono arrivare anche a 2 milioni di euro all’anno, mentre in Italia non si supera il milione e 600 mila euro. Va bene anche ai top manager del ramo asset management (2,22 milioni), ai banchieri del retail (1,82 milioni) e agli operatori dell’investment banking (1,6 milioni).

Banchieri italiani, la classifica dei più ricchi

1. Antonio Vigni: 4 milioni di euro (Monte dei Paschi)

2. Enrico Cucchiani, 3 milioni di euro (Intesa Sanpaolo)

3. Renato Pagliaro, 2,59 milioni (Mediobanca)

4. Alberto Nagel, 2,47 milioni (Mediobanca)

 5. Federico Ghizzoni, 1,94 milioni (Unicredit)

6. Roberto Nicastro, 1,77 milioni (Unicredit)

7. Victor Massiah, 1,5 milioni (Ubi Banca)

8. Giovanni Bazoli, 1,08 milioni (Intesa Sanpaolo)

10. Andrea Beltratti 1,08 milioni (Intesa Sanpaolo)

L’Olanda perde la tripla A

 Anche l’Olanda esce dalla cerchia dei paesi il cui giudizio sul credito di lungo periodo è considerato altamente affidabile, almeno per Standard & Poor’s. Secondo l’agenzia di rating, che è una della più influenti al mondo, infatti, per il paese non sono più prospettabili le previsioni di crescita dichiarate qualche tempo fa.

In pratica la crisi economica è arrivata anche in Olanda. Il contagio era nell’aria già da qualche tempo e Standard & Poor’s ha deciso che era arrivato il momento di degradare il credito del paese da AAA, il punteggio massimo, ad AA+. Si tratta comunque di un ottimo rating, soprattutto se confrontato con quello di altri paesi europei.

L’agenzia ha cosi motivato la sua decisione:

le prospettive di crescita dei Paesi Bassi sono ormai più deboli di quanto preventivato e la tendenza del tasso di crescita del pil reale pro-capite è inferiore a quello dei paesi che beneficiano degli stessi elevati livelli di sviluppo economico.

Al momento, per Standard & Poor’s gli unici paesi che meritano ancora il punteggio più alto sono Germania, Finlandia e Lussemburgo. Ma le altre agenzie di rating non sono d’accordo con questa decisione e hanno lasciato invariato il loro giudizio sulla tripla A.

Allo stesso tempo, però, la Standard & Poor’s. ha deciso di premiare un paese che, nonostante le tante difficoltà attraversate e ancora da superare, sta mostrando i primi segni di ripresa, seppur deboli. Si tratta della Spagna, che dopo aver fatto segnare una crescita del Pil dello 0,1% nello scorso trimestre, ha meritato di veder passare l’outlook da “negativo” a “stabile”.

Borse Usa chiuse per il Thanksgiving day

  I listini mondiali potrebbero prendere una pausa lunga, almeno fino alla prossima settimana, viste le festività incombenti che terranno chiuse le contrattazioni nelle Piazza finanziarie del economia del Paese a Stelle e Strisce.