L’Europa vuiole il mercato unico delle TCL e elimina il roaming

 La novità più importante, o almeno quella che interessa più da vicino al momento tutti i consumatori, che arriva grazie al pacchetto di norme approvato dalla Commissione Europea, è l’eliminazione del roaming, ossia tutte quelle apparecchiature che permettono di far interagire le reti telefoniche, sarà gratuito.

► Consumi TLC in calo nel nostro paese

Lo ha stabilito la Commissione Europea allo scopo di creare un mercato unico per le telecomunicazioni e abbattere dei costi, spesso anche molto alti, che sono stati fino ad adesso riversati sui clienti. Con il nuovo pacchetto di norme a partire da luglio 2014 se vi trovate al di fuori dai confini nazionali (ma entro quelli europei) non pagherete più per ricevere delle chiamate e, a partire da luglio 2016, non ci saranno più sovrapprezzi di “roaming“” nemmeno per le chiamate in uscita.

Il provvedimento sul roaming ha lasciato spiazzati i maggiori operatori telefonici europei (Vodafone, Orange e Telefonica in primis) che non sono molto convinto che azzerare i costi roaming possa davvero essere uno stimolo per il settore delle telecomunicazioni, come invece il provvedimento si propone di fare, oltre che a comportare una perdita di circa 6 miliardi.

► In calo la competitività dell’Italia secondo la Commissione Europea

Secondo la Commissione europea, invece, il taglio del roaming sarà un volano per le TLC in quanto elimina le frontiere tariffarie e stimola la circolazione di merci e persone anche grazie al decoupling, ossia la possibilità di usare la propria sim con i servizi di un altro operatore all’estero per abbassare ulteriormente le tariffe e aumentare la competitività.

 

La BCE mette in guardia l’Italia sui rischi relativi al deficit

 Anche per la Banca Centrale Europea il futuro economico dell’Eurozona dovrà essere segnato da una lenta ripresa nei prossimi mesi, che si esprimerà in un calo del prodotto interno lordo pari allo 0,4% per il 2013 e poi in una crescita dell’1% per il prossimo anno. 

Per Barroso la ripresa dell’Unione Europea è vicina

 Sono parole concrete ma ottimistiche quelle pronunciate dal Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso davanti alla platea del Parlamento Europeo: il presidente Barroso ha infatti tracciato oggi un quadro della situazione dello Stato dell’Unione, soffermandosi in particolare a valutare il quadro della situazione economica. 

Per il FMI è necessario ridurre le regolamentazioni dell’UE

 Negli ultimi tempi il dibattito europeo si è concentrato in maniera particolare sulla questione dell’ austerità, politica che negli anni più severi di crisi  e di recessione ha caratterizzato l’ orientamento della maggior parte degli Stati Europei. Ma proprio in questi ultimi tempi, da quando l’ economia europea ha cominciato a dare dei segnali di ripresa, come nell’ ultimo trimestre, in cui il PIL ha fatto segnare una ripresa dello 0,3%, anche i vertici dei maggiori Stati europei sembrano disponibili a chiudere il capitolo dell’ austerità ed aprire nuove pagine. 

I tassi BCE restano al minimo storico

 Anche dai vertici della Banca Centrale Europea, BCE, arrivano conferme del generale miglioramento della situazione economica che sembra aver investito negli ultimi tempi l’ intera Eurozona. Il presidente dell’ Istituto, infatti, Mario Draghi ha parlato dei segnali che fanno sperare nelle possibilità di una ripresa a breve termine  e nel frattempo ha confermato anche la precedente politica, oramai in atto da mesi, relativa al costo del denaro. 

Un nuovo piano di salvataggio per la Grecia?

 I problemi finanziari della Grecia sonio ancora lontani dall’essere definitivamente risolti. Il paese è ancora preda di una delle crisi economiche più gravi che si siano mai registrate e le condizioni poste dall’Europa per i piani di aiuto voluti in questi mesi non hanno aiutato a risolvere i problemi.

► La Merkel accusa la Grecia

I problemi finanziari della Grecia avrebbero dovuto risolversi entro la fine del 2014, ma a guardare le condizioni economiche e sociali del paese in questo momento, è chiaro come poco più di un anno di tempo non sarà sufficiente a risanare tali crepe del sistema.

La spirale che si è creata per la Grecia sta portando il paese verso l’unica soluzione possibile, ma anche quella che più di tutte si sarebbe voluto evitare, ossia la richiesta di una nuova tranche di aiuti all’Europa. A dirlo è stato Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo e ministro delle Finanze olandese, che parlando al Parlamento Europeo ha confermato i dubbi sulla situazione greca.

Sono in molti a pensare che la Grecia, la massimo entro la prima metà del prossimo anno, abbia bisogno di una nuova infusione di liquidi, che è stata stimata tra i 10 e gli 11 miliardi di euro. Se le previsioni disfattiste dovessero avverarsi, la Grecia andrà incontro a due problemi: da un lato la riluttanza dei paesi creditori visto la scarsa capacità di restituzione del debito, e, dall’altro, le condizioni che l’Europa porrà questa volta.

► PIL in frenata e poco lavoro per la Grecia

E’ stato lo stesso Dijsselbloem a dirlo: l’Europa è disposta a sostenere il paese fino a che non saranno poste le condizioni per il suo rientro nei mercati europei, ma solo a patto di ulteriori condizioni.

La Fed ha annuciato il tapering: di cosa si tratta?

 Per chi non ha dimestichezza con le parole dell’economia e della finanzia, è difficile capire il motivo di tutto il subbuglio che ha creato l’annuncio del tapering da parte di Ben Bernanke, numero uno della FED, durante l’incontro con il Congresso che si è tenuto il 22 maggio scorso.

 Da settembre via al tapering

Una parola, il tapering, che difficilmente si sente in finanza, ma che adesso sta riempiendo le pagine di tutti i giornali. Il motivo è semplice: il tapering è la diminuzione degli stimoli monetari da parte della FED alle economie emergenti. Cosa vuol dire? Vuol dire che la FED non acquisterà più titoli (bond) di paesi emergenti, riducendo così il flusso di denaro che, da sempre, arriva a questi paesi dagli Stati Uniti.

Utilizzando il gergo tecnico, gli Stati Uniti ridurranno il Quantitative Easing (QE), ossia gli investimenti previsti negli annunciati programmi di acquisto di bond. Durante l’incontro del 22 maggio con il Congresso Bernanke ha annunciato che i programmi di Quantitative Easing, che non hanno mai trovato un consenso unanime, potrebbero passare dagli 85 miliardi di dollari previsti a 60/65 miliardi.

Certo, non è che gli USA acquistano titoli e bond di altri paesi a solo scopo di solidarietà, lo fanno perché in questo modo acquistano anche ricchezza, ma, in un momento come quello che sta vivendo l’America, e con lei anche tutti i paesi emergenti, si deve cercare di ridurre tutti i rischi di politica monetaria.

► Il FMI sull’abbandono del QE

A patire di più dopo l’annuncio del tapering sono stati i paesi emergenti, che vedranno ridursi sensibilmente il denaro a basso costo da tempo assicurato dagli Usa.

 

Microsoft si prende Nokia – Una storia già scritta

 La Microsotf acquista la Nokia e l’Europa si trova fuori dal mercato dell’elettronica di consumo. Nessuno è rimasto sorpreso dalla notizia dell’accordo tra le due aziende, che vede la Nokia cedere il settore mobile, con i relativi brevetti, all’azienda di Bill Gates per circa 7 miliardi di dollari (più di 5 miliardi di euro).

► Microsoft cambia strategia

La storia era scritta da tempo, bisognava solo aspettare per vedere chi sarebbe stato il coraggioso acquirente che avrebbe rischiato per rilevare la Nokia. Il compito se l’è preso la Microsoft, che si accaparra così quello che ha reso la Nokia la dominatrice del mercato per 14 anni.

Quindi, se la Nokia era così forte nel mobile, come è potuto succedere? 

Le ragioni sono molto semplici e vanno cercate in quello che accadeva qualche anno fa, precisamente nel 2007, dall’altra parte dell’oceano. Il 2007 era l’anno in cui Sergey Brin e Larry Page iniziavano a sperimentare (con risorse di circa 10 milioni di dollari) una piattaforma innovativa per la telefonia, quello che poi è diventato il sistema Android.

► Perché Huawei vuole la Nokia

Nello stesso periodo, tale Steve Jobs si apprestava a presentare l’iPhone. Che facevano alla Nokia nel frattempo?

Alla Nokia nel 2007 si lavorava su Symbian, un sistema operativo che si è rivelato obsoleto e inadeguato per le esigenze dei consumatori. Sono arrivati gli smartphone e gli indistruttibili Nokia hanno perso il loro valore. Il tentativo di salvataggio c’è stato, e a prepararne le basi è stata proprio la Microsoft, ma il Lumia non ha portato ai risultati sperati.

 

 

 

Microsoft acquista Nokia: l’Europa è fuori dal mercato della telefonia mobile

 La notizia è arrivata questa mattina, ma nessuno è stato colto di sorpresa: la Microsoft ha acquistato i brevetti degli smartphone Nokia a marchio Lumia. Un’operazione da oltre 7 miliardi di dollari che ha definitivamente spostato il baricentro della mercato mobile dall’altra parte del mondo, escludendo l’Europa dai giochi.

► Metà dell’advertising mobile mondiale è nelle mani di Google

Tutti i numeri dell’acquisizione

L’acquisizione di Nokia è costata alla Microsoft 5,44 miliardi di euro (7,17 miliardi di dollari), dei quali 3,79 miliardi sono stati pagati per l’acquisizione del settore dei cellulari Nokia e 1,65 miliardi per i brevetti. Una maxi operazione che vedrà la luce nel primo trimestre del 2014, quando circa 32 mila dipendenti della Nokia passeranno a Microsoft, inclusi i 4.700 che lavorano in Finlandia e i 18.300 che si occupano della produzione manifatturiera, dell’assemblaggio e del packaging.

Dalla Nokia rassicurano che non ci sarà nessuna delocalizzazione della produzione, ma è ancora tutto da vedere.

Microsoft, Apple e Samsung

Con questo passaggio di consegne l’Europa perde un’altra fetta della sua centralità economica nel mondo. La telefonia mobile, con tutti gli annessi e connessi, è già un mercato enorme che attira sempre maggiori capitali e che, soprattutto, è in continua espansione.

Ora, dopo l’acquisizione della Nokia da parte dell’azienda creata da Bill Gates, gli equilibri stanno cambiando e a giocare per il dominio del mercato sono ora tre giganti, il che va a tutto vantaggio dei consumatori.

► Bill Gates è di nuovo l’uomo più ricco del mondo

Le reazioni della borsa

Una nuova ondata di tecnologia arriverà dalla Microsoft che, molto probabilmente, vorrà mostrare fin da subito cosa è capace di fare, magari anche con un po’ di accortezza nei prezzi dei devices, ma intanto sono gli azionisti della Nokia a beneficiare dell’accordo: il titolo Nokia ha aperto questa mattina con un rialzo che ha toccato punte fino al 47%.