Le donne più potenti del mondo secondo Forbes

 Ed è ancora la cancelliera di ferro Angela Merkel ad aggiudicarsi il titolo di donna più potente del mondo. Per lei è il terzo anno consecutivo in cima alla classifica stilata da Forbes.

► Bill Gates è di nuovo l’uomo più ricco del mondo

Dopo di lei c’è il presidente del Brasile Dilma Rousseff – che guadagna una posizione rispetto allo scorso anno – e, in terza posizione Melinda Gates, moglie del celebre Bill Gates, che quest’anno è tornato ad essere l’uomo più ricco del mondo. Le altre due posizioni della top five delle donne più potenti del mondo sono occupate dalle americane Michelle Obama e Hillary Clinton.

Oltre la quinta posizione ci sono, alla sesta Sheryl Sandberg, direttrice delle operazioni di Facebook, poi Christine Lagarde, direttrice dell’Fmi, in settima, il segretario della Sicurezza interna Usa Janet Napolitano all’ottava, il capo del partito al governo in India Sonia Gandhi, alla nona e in decima posizione c’è la prima donna asiatica della classifica di Forbes, il presidente della PepsiCo, Indra Nooyi.

Se tra le prime cinque posizioni della classifica c’è una predominanza di donne impegnate nella politica, fino alla ventesima lo scettro si sposta verso il web con la presenza di Meg Whitman, presidente di Hewlett-Packard, Virginia Rometty (IBM) e Ursula Burns (Xerox).

Più giù poi arrivano le donne dello spettacolo con la tredicesima posizione di Oprah Winfrey, la 17° di Beyoncè, la 37° di Angelina Jolie e la 45° per Lady Gaga.

La Regina di Inghilterra si attesta in 40° posizione, a cui fa seguito Anna Wintour, la direttrice di Vogue America, che apre la strada alle donne della moda, con Miuccia Prada (58ma) e Diane Von Fustenberg (74ma).

Sospetto di riciclaggio in Vaticano

 L’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano, ha presentato il primo rapporto questa mattina nella Sala Stampa del Vaticano. L’Istituto, voluto da Benedetto XVI nel 2011, ha lo scopo di vigilare sulle attività bancarie e finanziarie che si svolgono all’interno delle mura vaticane al fine di contrastare possibili azioni di riciclaggio di denaro.

► Un accordo antiriciclaggio tra Vaticano e Stati Uniti

64 pagine di dati, dalle quali emerge un’intensificazione delle segnalazioni da parte degli organismi preposti al controllo rispetto ai periodi precedenti e, quindi, anche una maggiore presenza di casi sospetti. Nello specifico, per il 2012, il rapporto segnala la presenza di almeno 6 transazioni sospette che potrebbero essere frutto di riciclaggio di tangenti. Tutte a carico dello IOR.

Inoltre, nel 2012 sono state fatte 2.400 dichiarazioni di trasporti transfrontalieri di denaro in entrata o in uscita dal Vaticano per importi superiori ai diecimila euro (598 in entrata e 1.782 in uscita).

► Il nuovo presidente dello IOR

Nel complesso, questo primo rapporto dell’Aif mostra un significativo aumento delle attività di controllo, con due richieste di informazioni ad autorità interne, due rapporti al promotore di giustizia, una richiesta di informazioni ad autorità estere e tre richieste di informazioni ricevute da autorità estere.

Oggi a Bruxelles il vertice straordinario UE

 Si tiene oggi a Bruxelles l’ annunciato vertice straordinario UE a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha riferito ieri in Senato con un discorso sui temi centrali all’ ordine del giorno.

> Letta chiederà all’Europa soluzioni durature e concrete

Per il momento, tuttavia, non si dovrebbe trattare di un incontro risolutivo, ma di un incontro preparatorio per il Consiglio europeo previsto per fine giugno, in cui verranno effettivamente presentati e discussi i temi che stanno maggiormente a cuore all’ Italia, come il piano per il rilancio dell’ occupazione giovanile,su cui il Governo si è messo già a lavoro e l’ uscita definitiva dell’ Italia dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

Al di là di questi temi, tuttavia, al summit previsto per oggi saranno materia di discussione soprattutto il mercato unico europeo dell’ energia, il cui completamento è previsto per il 2014, e i temi della trasparenza bancaria e dell’ evasione e della frode fiscale.

Energie rinnovabili, caro bollette, liberalizzazioni, e autosufficienza energetica saranno oggi all’ ordine del giorno per l’ Europa, che parlerà però anche di sovvenzioni, segreto bancario e scambio di informazioni tra le diverse autorità fiscali dei paesi membri.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

 Trovare un accordo e una strategia per attivare alcune politiche energetiche comuni, cercando di diminuire la pesante e crescente dipendenza dell’Unione europea dall’importazione di energia, sarà uno dei temi fondamentali del vertice europeo di domani. Un’intesa, diciamolo da subito, è difficile da stabilire.

I leader dell’Unione europea sono dinanzi a un triplice obiettivo:

– lottare contro il caro-bollette;

– ridurre il costo dell’import di energia;

– garantire una produzione europea di energia a livelli sufficienti.

Tutti scopi lodevoli, intendiamoci, ma sarà dura raggiungere accordi in quest’ottica, dal momento che quasi ogni paese dell’Ue non vuole rinunciare alle peculiarità della propria politica energetica nazionale: si va dall’addio accelerato al nucleare scelto unilateralmente dalla Germania senza consultare i partner europei sull’onda del trauma collettivo per la catastrofe di Fukushima in Giappone, fino all’esatto opposto, la scommessa senza riserve della Francia sull’atomo civile. Intanto, il presidente dell’esecutivo europeo Herman van Rompuy avverte: “L’Unione europea rischia di divenire il solo continente al mondo essenzialmente dipendente dall’energia importata“. Un dato di fatto dal momento che tra circa ventidue anni la dipendenza dell’Ue dall’import energetico sarà maggiore dell’80 per cento e questo porterà gravi conseguenze sulla competitività delle aziende continentali.

Nel contempo, Connie Hedegaard, commissario europea all’energia ha incalzato: “Ogni giorno la Ue paga un conto di un miliardo di euro per il solo import di petrolio”.

 

Per Apple un’elusione fiscale da 74 miliardi di dollari

Neanche il tempo di gioire per il primo posto nella classifica dei marchi con più valore al mondo, che Apple deve fare i conti con il Fisco.

Tra il 2009 e il 2012, infatti, l’azienda di Cupertino avrebbe utilizzato una serie di ‘trucchi’ per pagare meno tasse arrivando ad eludere il Fisco per un totale di 74 miliardi di dollari.

E’ questa l’accusa che proviene dalla commissione parlamentare istituita dal Senato degli Stati Uniti al fine di indagare sulle aziende che sfruttano i paradisi fiscali e altri mezzi in modo tale da evadere il pagamento della tasse.

Secondo i dati resi noti nel corso dell’inchiesta, il marchio creato da Steve Jobs ha messo in moto numerosi “trucchetti” così da non versare le tasse al governo Usa.

In primis, Apple avrebbe trasferito una fetta dei suoi profitti in paradisi offshore. Nel contempo, Apple avrebbe anche generato delle “finte” filiali all’estero, in Paesi dove la pressione fiscale è minore rispetto agli Usa.

Per esempio, negli ultimi anni Apple ha aperto alcune filiali in Irlanda. In teoria, Cupertino avrebbe dovuto pagare le tasse come le altre aziende lì residenti.

Nella pratica, però, le cose non sono andate così. In base alla legge irlandese, infatti, un’azienda è considerata residente nel Paese (e dunque è tenuta a pagare le tasse come le altre) solo se il suo managment principale in loco. Tali filiali di Apple, invece, sono gestite direttamente dalla sede centrale, che si trova come tutti sanno in California. Non hanno nessun dipendente in Irlanda, sono “vere” solo di nome.

Seguendo questa metodologia, è come se la filiale non stesse in nessun luogo dal punto di vista della residenza(non in Usa, non in Irlanda) e dunque non paga le tasse in nessun luogo (o le paga meno, come un’azienda non residente).

Lo stesso meccanismo è stato messo in atto in altri Stati del mondo, le cui leggi lasciano spazio a questo tipo di trucchi. Si tratta di meccanismi legali, ma certo non onesti.

In crescita il mercato dei beni di lusso

 Notizie e previsioni del tutto positive per il mercato mondiale dei beni di lusso. Anche nel 2013, infatti, le vendite di gioielli, accessori, pelletteria e orologi continueranno a crescere e faranno così registrare il terzo anno consecutivo di crescita per l’ intero settore.

> A marzo negativo l’export italiano

Le Previsioni realizzate da Altagamma Consensus sull’ andamento del settore nel corso di quest’ anno, infatti,  parlano di un incremento del 4,5% e di una crescita del 10%, nonostante alcuni possibili rallentamenti dovuti al problema dei cambi valutari internazionali.

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E i prodotti che più degli altri costituiranno il traino di questo trend positivo saranno soprattutto gli accessori, la pelletteria e l’ hard luxuy. In flessione, invece, orologeria e cosmetici.

In merito poi alle singole aree di mercato, nel 2013 ci saranno dei probabili rallentamenti per l’ Europa, che subirà il calo dei flussi turistici dal Giappone, ma si dimostreranno sempre forti gli Stati Uniti.

Buoni risultati di crescita anche dal Sud America, che farà registrare un incremento del 12%, in cui i paesi trainanti saranno soprattutto il Brasile – grazie all’ organizzazione dei prossimi Mondiali di Calcio – e il Messico.

In Asia, invece, più che la Cina, è il Sud est asiatico a trainare la crescita, dove sarà possibile rilevare, nel corso di quest’ anno un aumento del 20% nel settore del lusso. In Medio Oriente, infine, in cuore del mercato rimarrà Dubai.

Classifica dei brand che valgono di più al mondo

Per l’ottavo anno di fila è disponibile la classifica “BrandZ Top 100“, stilata da “Millward Brown OPtimor“. Al primo posto si piazza Apple, proprio nel giorno in cui il Senato americano ha attaccato l’azienda fondata dal compianto Steve Jobs accusandola di evasione fiscale.

Apple è ancora il marchio che vale di più al mondo. Il suo valore è pari a 185,07 miliardi di dollari. Dietro si piazza, invece, Google. 113,66 miliardi di dollari. Medaglia di bronzo per Ibm, con 112,53 miliardi. Si segnala l’ottima tendenza al rialzo da parte di Samsung, che ha guadagnato posizioni su posizioni rispetto allo scorso anno. E’ ancora presto per arrivare tra le prime 10 posizioni, ma di questo passo i presupposti ci sono tutti. Attualmente, dopo un aumento di valore del 51%, quello del colosso coreano è pari a 21 miliardi di dollari.

L’escalation di Samsung

Proprio Nick Cooper, il managing director di Millward Brown Optimor, si è soffermato sull’escalation del marchio in questione. “La competizione per la leadership nel mercato smartphone ha consentito a Samsung di ottenere una crescita significativa nel valore del suo brand, bilanciando uno straordinario periodo di innovazione con un aumento della quota di mercato”.

Due italiane tra le prime 100 aziende

Tra le prime 100 posizioni ci sono anche due aziende italiane: la prima è Gucci, al sessantottesimo posto. La seconda è Prada, al novantottesimo.

Top 10 

Ecco le prime dieci aziende con più valore al mondo:

1 – Apple 185,07 miliardi dollari

2 – Google 113,66 miliardi dollari

3 – Ibm 112,53 miliardi dollari

4 – McDonald’s 90,25 miliardi dollari

5 – Coca Cola 78,41 miliardi dollari

6 – At&T 75,50 miliardi dollari

7 – Microsoft 69,81 miliardi dollari

8 – Marlboro 69,38 miliardi dollari

9 – Visa 56,06 miliardi dollari

10 –China Mobile 55,36 miliardi dollari

Niente più segreto bancario per i conti svizzeri

 Potrebbe presto venire a cadere uno degli ultimi, infrangibili, miti della finanza internazionale. Le banche svizzere starebbero infatti ragionando sulla possibilità di dire addio al segreto bancario e di aprire i loro blindati – fino ad oggi – conti correnti alle indagini delle autorità fiscali straniere.

> Il segreto bancario svizzero in pericolo

Come anticipato dal quotidiano Les Temps, per il momento si tratta solo di una proposta, dovuta forse al costo del sistema degli accordi bilaterali stretti dagli istituti elvetici con le diverse naizoni, ma molti Paesi stranieri, tra cui l’ Italia, potrebbero beneficiare di questa inaspettata apertura.

> Il nuovo paradiso fiscale è Singapore

In Svizzera, infatti, sono finanziariamente domiciliati circa 120 miliardi di euro provenienti dalla ricchezza italiana, miliardi trasportati illecitamente oltre la frontiera a cui il nostro fisco potrebbe quindi chiedere presto il dovuto.

Ma la svolta svizzera, orientata verso un’ ottica di anti evasione e di anti riciclaggio, potrebbe presto essere adottata anche da altri stati limitrofi, come l’ Austria e il Lussemburgo. Per quest’ ultimo, anzi, esiste già una possibile data ufficiale per la caduta del segreto bancario: 2015.

Per mercoledì prossimo, intanto è fissato il vertice europeo di Bruxelles, a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, in vista di una collaborazione tra i Paesi UE nello scambio di informazioni bancarie.

Yahoo! ha comprato Tumblr

 La conferma ufficiale è arrivata questa mattina direttamente dalla voce di Marissa Mayer, ceo di Yahoo!. Le trattative tra la sua azienda e Tumblr sono andate a buon fine: 1,1 miliardi di dollari in contanti e Tumblr, adesso, è nella mani di Yahoo!

► Troppe poche donne nei cda europei

Sembra di vedere una storia già vista – parliamo di Facebook e di Instagram – anche perché le caratteristiche dell’acquisizione sono molto simili: David Kamp, che ha creato Tumblr nel 2007, rimarrà a capo della sua azienda, così come i suoi 175 dipendenti che, pur diventando dipendenti di Yahoo!, saranno sempre sotto la guida del loro capo.

Ma quali sono le ragioni di questa acquisizione fortemente voluta dalla Mayer?

Le ragioni sono presto spiegate: Yahoo!, una delle più grandi e vecchie società di Internet, sta facendo fatica a tenere il passo con i tempi, sopratutto per quanto riguarda la parte social, rimanendo praticamente escluso dal mercato della pubblicità per la fascia di età che va dai 18 e i 24, la più attiva, e quindi redditizia, di Internet.

► A Yahoo! piacciono le donne

Con questa acquisizione la giovane amministratrice conta di crescere il pubblico di Yahoo! del 50%, fino a un miliardo di visitatori mensili, e aumentare il suo traffico del 20%.

Dalla BCE un nuovo piano di cartolarizzazioni per le banche?

 La Banca Centrale Europea starebbe elaborando un nuovo piano per risolvere il problema della concessione del credito e dei prestiti alle PMI da parte degli istituti di credito sparsi sul territorio europeo.

E il ventaglio delle soluzioni sembra essersi posato, per il momento, sulla reintroduzione del vecchio sistema delle cartolarizzazioni Abs, cioè le asset-backed securities, già impiegate in passato e tristemente note per le conseguenze negative che sono state in grado di creare nel biennio 2007 – 2008.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Basti pensare, infatti, alla situazione italiana. In occasione di quel primo aiutino della BCE alle banche, ben 260 miliardi sono stati dirottati verso gli istituti del nostro Paese, senza però restituire neanche un centesimo fino ad oggi. Ora, tuttavia, si parla di dare in prestito mille miliardi in tre anni ad un tasso agevolato dell” 1%.

> Le banche puntano sui Titoli di Stato

Le cartolarizzazioni Abs sono infatti sistemi che consentono agli istituti di credito di erogare i finanziamenti alle PMI, incassare le commissioni e parte degli interessi, ma scaricare i rischi degli investimenti su altri soggetti, anche pubblici.

I rischi di insolvenza dei debitori, infatti, vengono in genere scaricati sulle spalle di chi compra le obbligazioni emesse da quella società fuori bilancio  creata ad hoc per risultare intestataria dei prestiti emessi dalla banca.