Per Saccomanni è urgente completare l’unione bancaria europea

 Mentre in Europa, nelle ultime ore, i vertici della BCE, attraverso le parole di Joerg Asmussen, membro del comitato esecutivo, e  il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, discutono sulle modalità con cui realizzare l’ unificazione bancaria europea – e in particolare sul problema della cosidetta risoluzione, da Bruxelles interviene sulla questione anche il Ministro dell’ Economia e delle Finanze italiano Fabrizio Saccomanni.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Secondo il Ministro italiano, infatti, è urgente completare l’ unificazione bancaria europea, cioè andare ad istituire gli altri tasselli necessari all’ unificazione oltre l’ organo generale di supervisione, in modo da dare certezze e garanzie agli investitori ed evitare eventuali rotture del sistema finanziario.

>Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

Interrogato poi sulla situazione italiana, il Ministro Saccomanni ha inoltre aggiunto che le banche italiane non hanno bisogno di un intervento dell’ Esm, cioè del meccanismo di stabilità europeo ma che, a proposito della questione della risoluzione, la soluzione preferibile sarebbe quella che garantisse la massima prevedibilità del sistema e la sua massima armonizzazione. L’ Italia è dunque a favore del modello di risoluzione, che garantirebbe un intervento in caso di crisi bancarie.

Il Ministro, all’  Ecofin, si è detto infine soddisfatto dei comuni sforzi europei fatti contro l’ evasione fiscale e il riciclaggio.

La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

 In Europa, a pochi giorni dall’ approvazione del progetto che prevede una vigilanza europea, appannaggio della Banca Centrale Europea – BCE, sulla futura Unione Bancaria, si discute di un tema strettamente connesso alla questione dell’ unificazione. Ma, come sempre accade, con diversi punti di vista

La Germania contro la BCE e l’Italia

In Europa si discute, cioè, in questi giorni, delle norme da applicare in caso di eventuali ristrutturazioni o fallimenti degli Istituti e dei meccanismi per il salvataggio, la ristrutturazione o la chiusura delle grandi banche. La Commissione europea starebbe infatti elaborando un piano di unificazione bancaria senza modificare i Trattati preesistenti, un piano che non include, dunque, anche l’ accentramento del meccanismo di risoluzione degli istituti.

Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

A favore di questo modello di intervento si è quindi dichiarato il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che ha sostenuto la necessità di creare  «una rete di Autorità nazionali», fino a che non saranno decise le necessarie modifiche dei Trattati, proponendo di gestire come in due fasi il problema della risoluzione delle banche.

Di parere opposto, invece, sulla questione si è mostrata la Banca Centrale Europea, il cui membro del comitato esecutivo Joerg Asmussen ha sostenuto l’ inapplicabilità dell’ approccio in due tempi in vista di una vera unificazione.

 

Presto spariranno le monete da 1 e 2 centesimi di euro

 Il Consiglio e il Parlamento europei accolgono quello che è un pensiero ricorrente di tutti i cittadini dei 17 paesi che hanno aderito alla moneta unica: eliminare dalla circolazione le monete si taglio più piccolo, ossia quelle da uno e da due centesimi.

Un altro restyling dell’euro, dopo l’introduzione, a inizio maggio, della serie Europa delle banconote.

 

► Da oggi le nuove banconote da 5 euro

Ma qui non si tratta di una questione di sicurezza, ma di praticità e di abbattimento dei costi, quantomeno per chi conia le monete. Fino ad ora il costo del conio di queste monete è stato molto più alto del valore che generano, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.

A darne notizia in una comunicazione scritta è stato il commissario agli affari monetari Olli Rehn che, comunque, consulterà tutti gli stati membri prima di procedere all’eliminazione delle monetine.

Oltre all’eliminazione, infatti, Rehn ha pensato anche ad altre soluzioni: la più facile è quella di lasciare tutto così com’è, oppure si potrebbe procedere all’emissione a costo ridotto delle monete da uno e due centesimi o, ancora, il ritiro completo.

► Le banconote da 500 euro saranno ritirate dalla BCE

Da capire, ancora, quali potrebbero essere le conseguenze dell’eliminazione delle monete da uno e due centesimi sui prezzi e sull’inflazione.

Il super controllore del fisco della Commissione Europea

 La Commissione Europa si dota di un nuovo organo che ha lo scopo di monitorare sul fisco degli stati membri. Una ong composta da autorità nazionali, Parlamento Ue e altri esperti nominati dalla Commissione che vigileranno su quanto ogni stato fa per combattere l’evasione fiscale.

► Anagrafe dei conti correnti, la nuova arma del fisco

Il ruolo di questa organizzazione è quello di monitorare i progressi di ogni stato su quanto la Commissione Europea ha raccomandato in materia di fisco, secondo due direttive principali: da un lato l’individuazione dei paradisi fiscali e del loro inserimento nelle black list e, dall’altro, l’individuazione dei metodi più adatti per bloccare le imprese che evadono le tasse.

Secondo la Commissione, infatti, pur se molti stati stanno facendo dei passi avanti nella lotta all’evasione, è necessario che queste intenzioni si trasformino in atti concreti per non vanificare i risultati fin qui ottenuti.

► La Commissione Europea si dota di un super controllore delle frodi fiscali

La Commissione Europea ha inoltre esortato gli stati dell’Unione ad approvare il mandato per aggiornare l’accordo sullo scambio di informazioni con i cinque paradisi extra-Ue (Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Andorra e San Marino) in discussione al prossimo incontro dell’Ecofin, appello diretto soprattutto nei confronti di Austria e Lussemburgo, unici due stati che si sono opposti alla ratifica del mandato.

 

Portogallo in crisi, ma la Troika sta arrivando

 Il Portogallo sta attraversando un momento particolarmente difficile. I conti non tornano, le casse dello stato sono ormai vuote e la disoccupazione ha da tempo sorpassato la soglia di allarme.

► Crisi: anche la Slovenia vara il piano lacrime e sangue per evitare di ricorrere alla Troika

Secondo le ultime stime che arrivano da Lisbona, infatti, il tasso di disoccupazione del paese è arrivato al 17,7%, più basso solo di quello della Grecia, che si attesta al momento al 26,4% e di quello della Spagna (26,3%), i due paesi che sono considerati più a rischio di tutta l’Unione Europea.

La recessione in Portogallo per il 2012 è stata registrata al 3,2%.

Dati che hanno portato il Governo guidato da Pedro Passos Coelho a mettere in campo ulteriori provvedimenti anti crisi: Si tratterà, come spesso accade in queste circostanze, di quello che in Italia è stato ormai uniformemente definito il piano lacrime e sangue che però si configura come unica strada per poter accedere agli aiuti della Troika.

► L’UE divisa sulla questione spagnola e non solo

Gli ispettori di Ue, Bce, Fmi sono già andati a controllare i conti di Lisbona e, solo se le misure che verranno messe in campo, tra le quali si prevede anche una riduzione del 5% degli stipendi statali saranno efficaci, il Portogallo potrà accedere a un finanziamento di due miliardi di euro.

 

Anche l’Europa paga l’imposta sulla casa

 Sono ormai diverse settimane che in Italia si dibatte sul tema e sul problema – a seconda dei punti di vista – dell’ IMU, la famigerata imposta municipale sugli immobili che proprio non è andata giù agli abitanti del Belpaese. In particolar modo, da quando si è fatto della sua abolizione uno stendardo elettorale.

Ma la cosa forse più interessante da scoprire è che le imposte sugli immobili, nella nostra civilissima Europa, non sono poi così straordinarie.  Si pagano, infatti, regolarmente, tasse sugli immobili analoghe all’ IMU nella maggior parte dei Paesi europei, ovvero, solo per fare qualche esempio, in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania.

Un piano casa al posto dell’IMU?

Più nello specifico, i proprietari francesi di casa sono tenuti al pagamento della taxe foncière, mentre in Germania si paga un tributo molto simile alla nostra Imposta Municipale Unica, calcolata sulla base di una serie di indicatori. Per il Regno Unito, invece, c’è la cosiddetta «council tax», una tassa che ricade sempre sulle spalle dei proprietari degli immobili.

L’IMU sui capannoni subirà un aumento del 35%

E per quanto riguarda l’ ammontare specifico di queste imposte europee, che cosa si può dire, facendo un veloce confronto con la situazione italiana? Si può dire che, in definitiva, le imposte italiane si collocano solo a metà di quelle pagate in  Europa.

La Commissione Europea si dota di un super controllore delle frodi fiscali

 Le frodi fiscali pesano sulla ripresa dell’economia: è a causa di chi non paga le tasse se la tassazione, come accade in Italia, è così alta. Recuperando quello che ogni anno viene evaso e quindi sottratto allo Stato e ai cittadini stessi, si potrebbe avere una minore tassazione e la possibilità di dare respiro alle imprese che potrebbero tornare ad investire e a creare occupazione.

Lo confermano i dati pubblicati da Rete Imprese che ha lanciato un vero e proprio allarme per quanto sta accadendo alle imprese italiane dato che, anche quest’anno, potrebbero esserci un nuovo record di imprese che dichiareranno fallimento.

► L’anagrafe dei conti correnti per combattere l’evasione

Colpa, in primo luogo, dell’eccessiva tassazione fiscale eccessiva, conseguenza di una evasione fiscale che ogni anno ruba 120 miliardi di euro all’economia.

A questo allarme ha fatto seguito la notizia che la Commissione Ue si è dotata di una ong che avrà lo scopo proprio di vigilare sull’evasione fiscale dei vari stati dell’Unione.

La piattaforma sarà composta da autorità nazionali, Parlamento Ue e altri esperti nominati dalla Commissione e controllerà sulle misure che gli stati metteranno in atto e se i risultati siano compatibili con le aspettative dell’Unione stessa.

► Sfuggire al fisco è sempre più difficile

45 i membri della ong anti frode dell’Unione, tra i quali ci saranno un delegato di alto livello di ogni autorità fiscale degli Stati e fino a 15 rappresentanti non governativi, scelti dalla Commissione Ue con una procedura aperta di candidature, che opereranno per tre anni.

Il primo appuntamento per il 10 giugno.

In Francia una tassa sugli smartphone per finanziare la cultura

 Nella Francia di Francois Hollande potrebbe essere presto introdotta una grande novità in ambito economico e culturale.

Una delle più significative proposte presentate oggi dalla commissione presieduta da Pierre Lescure, giornalista e uomo d’ affari francese, per rimettere in sesto il provato bilancio della cultura nazionale, ipotizza infatti l’ introduzione di una tassa su smartphone e tablet, prodotti tecnologici a cui più nessuno è disposto a rinunciare, al fine di finanziare iniziative e prodotti culturali, beni per i quali non tutti sono ormai disposti a spendere.

> Il triste bilancio delle librerie italiane

La logica che ha ispirato lo sviluppo di questa “originale” e innovativa proposta è dunque quella di tassare i colossi mondiali di Internet, ovvero i grandi produttori di device e i gestori dei contenuti web, come Apple, Google ed Amazon, per dare ossigeno ad un settore, quello culturale, in profonda crisi da diverso tempo

>L’Italia non investe nella cultura

Secondo i componenti della commissione, infatti, una tassa su smartphone e tablet non frenerebbe comunque gli appetiti tecnologici dei consumatori ma potrebbe facilmente risollevare prodotti ed eventi che non destano lo stesso “appeal”. La commissione Lescure propone inoltre una unificazione delle piattaforme mobile dal punto di vista della disponibilità dei prodotti culturali, come quelli cinematografici, al fine di accrescere il numero dei download legali.

Per i tedeschi la seconda casa è in Italia

 Se a partire dal 2009 ad oggi, ovvero negli anni pieni della crisi economica, il mercato immobiliare italiano interno, cioè quello che si rivolge essenzialmente agli italiani, ha fatto registrare un drammatico calo negli acquisti, la stessa cosa non si può dire per quello che si rivolge alla clientela straniera.

> I tassi medi dei mutui di maggio

A partire dal 2009, infatti, in Italia si è potuto registrare un vero e proprio boom delle vendite nel settore delle seconde case destinate agli stranieri e il volume d’ affari sarebbe aumentato addirittura del 25%.

Mercato immobiliare italiano: il peggio è passato

Gli immobili preferiti dalla clientela straniera sono soprattutto quelli situati in località di pregio storico – artistico e in zone a vocazione turistica, e a comprarli, sono, almeno per il 40%, soprattutto acquirenti tedeschi.

Sono infatti i nostri vicini della Germania a preferire in Italia la seconda casa per le vacanze, comprando immobili soprattutto nel Lazio e in Puglia, stando a quanto rivela un monitoraggio effettuato da  Scenari Immobiliari.

Solo nel 2012, ad esempio, gli immobili venduti a stranieri sono stati 4.600, per un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro. E il mercato sembra promettere bene anche per il resto del 2013, con una crescita del 10% delle transazioni.

Oltre a Lazio e Puglia, tuttavia, luoghi di investimento per gli stranieri continuano ad essere anche Toscana e riviera adriatica, con una particolare predilezione per le abitazioni di pregio, come grandi ville.

Londra si scaglia contro l’evasione fiscale

 Anche la City si scaglia contro l’evasione fiscale e contro i paradisi fiscali con l’annuncio del ministro delle Finanze che dice: Verremo a prendervi ovunque. Parte così la più grande battaglia inglese contro chi porta i capitali all’estro e chi li aiuta a farlo.
► Patto anti-evasione di cinque paesi dell’UE

L’indagine che i ministri di Sua Maestà è senza precedenti: saranno, almeno per ora, 100 i super ricchi inglesi i cui conti saranno passati al setaccio delle autorità. La finalità di questa impresa è quella di far pagare le tasse a tutti, in modo particolare a coloro che esportano i loro capitali proprio per sfuggire al fisco.

Tali individui, che sono stati indicati da una soffiata, potranno essere perseguiti penalmente, insieme ai commercialisti o gli avvocati che li aiutano in queste ‘fughe’.

► Lussemburgo pronto a rinunciare al segreto bancario

Il ministro delle Finanze ha poi esortato i 100 sospetti individuati fino adesso a farsi avanti spontaneamente e rimettersi in pari con il fisco, aiutando anche le autorità a districarsi tra i vari conti che si trovano nei paradisi fiscali come Singapore, le Isole Vergini britanniche e le isole Cayman.