Un accordo antiriciclaggio tra Vaticano e Stati Uniti

 Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha oggi dato notizia della stipula di un accordo d’ intesa tra l’ Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e il Financial CrimesEnforcement Network (FinCen) di Washington, al fine di contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento di operazioni terroristiche.

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Da questo momento in avanti, quindi, tra i due istituti internazionali avverrà, sulla scia di una alta cooperazione, un regolare scambio di informazioni utili per contrastare i fenomeni sopra descritti.

In realtà l’ AIF, istituita nel 2010 da Benedetto XVI, rappresenta un organismo indipendente rispetto agli altri enti della Santa Sede, sui quali appunto esercita funzioni di controllo, e la sua competenza si estende anche alla supervisione dello IOR.

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Proprio per questo motivo l’ accordo che l’ istituto della Santa Sede ha siglato con le istituzioni americane è analogo ad altri protocolli di intesa che sono in questo momento oggetto di trattative, ma che potrebbero venire a breve parimenti ratificati, sempre in vista di una più incisiva lotta al riciclaggio di denaro e al terrorismo internazionale, denaro  di cui quest’ ultimo si serve.

Classifica Fortune 500: ecco le aziende Usa col maggior fatturato

 Fortune 500 altro non è una classifica stilata ogni anno dalla rivista Fortune, che mette in fila le prime cinquecento aziende Usa sulla base del loro fatturato. Le società prese in considerazione dagli analisti della rivista sono tutte quelle i cui bilanci sono disponibili pubblicamente.

Tra le tantissime celebrità presenti da anno in classifica, c’è una new entry nella top ten nell’edizione 2013 della classifica Fortune 500. A guidare la lista delle prime 500 aziende statunitensi per fatturato è un’azienda non nuova per chi conosce “Fortune 500“: si tratta di Wal-Mart Stores, ed è una catena commerciale. Il suo fatturato? 469,2 miliardi. L’anno scorso Wal-Mart Stores ha registrato utili per 16,99 miliardi.

La novità di quest’anno in classifica è…Apple. Per la prima volta Appel è tra le prime dieci, dal momento che ha scalato 11 posizioni, passando così dal 17esimo posto al sesto. L’azienda fondata da Steve Jobs ha fatturato nel 2012 156,5 miliardi di dollari. Gli utili si sono fermati appena al di sotto dei 42 miliardi.

Classifica Fortune 500: la top ten

1 Walmart: FATTURATO: 469,2 – UTILI: 16,999 

2 Mobil: FATTURATO: 449,9 – UTILI: 44,880

3 Chevron: FATTURATO: 233,9 – UTILI: 26,179 

4 PhilLips 66: FATTURATO: 169,6 – UTILI: 4,124 

5 Berkshire Hathaway: FATTURATO: 162,5 – UTILI: 14,824

6 Apple:  FATTURATO: 156,5 – UTILI: 41,733

7 General Motors: FATTURATO: 152,3 – UTILI: 6,188- 

8 General Electric: FATTURATO: 146,9 – UTILI: 13,641 

9 Valero: FATTURATO: 138,3 – UTILI: 2,083

10 Ford: FATTURATO: 134,3 – UTILI: 5,665

 

Forbes presenta le aziende con il fattore “R”

La migliore pubblicità, quando si pensa ad un acquisto, non viene dalla tv o dagli altri media. Ieri come oggi, i consumatori sono influenzati prima di tutto dalla reputazione delle singole aziende. A confermarlo è la classifica stilata dalla rivista americana Forbes, successivamente al reperimento dei dati provenienti dal Reputation Institute.

Auto, cartoni e orologi

Nelle prime tre posizioni troviamo Bmw, The Walt Disney Company, Rolex.

Il “fattore R” (inteso come reputazione) stando all’istituto di ricerca, include fiducia, stima, rispetto, ammirazione e feeling postitivo. La reputazione aziendale è stata calcolata successivamente al raccoglimento del parere di 55mila consumatori di 15 diversi Paesi, misurata sulla base di sette parametri (posto di lavoro; gestione aziendale; cittadinanza; performance finanziaria; leadership settoriale; prodotti e innovazione) e classificata con una scala da 0 a 100.

La classifica 2013 sottolinea come, in uno scenario di recessione, ad avere la meglio sono comparti quali innovazione (ovvero elettronica) e solidità. Con qualche sorpresa in confronto al 2012. Non sono più in top ten Apple,  e Volkswagen. Rolex (direttamente al terzo posto peraltro) e Nestlè sono invece le new entry.

Italiani in classifica

Anche quest’anno il Made in Italy è rappresentato da Giorgio Armani, Ferrero, Pirelli e Barilla.

Classifica Forbes aziende con miglior reputazione

La rivista americana Forbes, in virtù dei dati riportati dal Reputation Institute, ha stilato la classifica delle 10 aziende con la migliore reputazione al mondo.

Per Forbes, la reputazione è un mix di elementi quali fiducia, stima, rispetto, ammirazione e feeling postitivo.

La reputazione aziendale è stata calcolata intervistando quasi sessantamila consumatori.

1 BMW: L’azienda tedesca di automobili ha totalizzato un punteggio pari a 78,39 ed è stabile rispetto allo scorso anno (ma il punteggio allora era pari a 80,03).

2 The Walt Disney Company: Colosso dell’intrattenimento Usa con un punteggio di 77,76. In risalita dal secondo posto raggiunto lo scorso anno, ma perde qualche frazione di punto (nel 2012 aveva totalizzato 78,92).

3 Rolex: Il brand sinonimo di orologi di alta gamma ha raggiunto quota 77,23. Non campariva nella classifica 2012.

4 Google: Il motore di ricerca Usa ha messo a segno 77,13 punti ed è risalito di due posizioni (ma lo scorso il punteggio era più elevato e si attestava a 78,05).

5 Daimler: Un’altra azienda di autovetture teutonica, con 76,58 punti. In calo rispetto al 4° posto dello scorso anno (con ben 78,54 punti).

6 Sony: Il gigante dell’elettronica nipponico ha guadagnato 76,3 punti. In discesa dal secondo posto dello scorso anno (con un punteggio di 79,31)

7 Microsoft: Il gruppo Usa fondato da Bill Gates raggiunge i 76,23 punti. Stabile rispetto al 2012, ma il livello di reputazione cede qualche punto (si attestava a 77,98)

8 Canon: La società di elettronica giapponese ha toccato i 76,02 punti. Recupera una posizione rispetto al 2012 (ma perde qualche punto: lo scorso anno infatti aveva toccato un indice di 76,98)

9 Nestlè: La multinazionale svizzera attiva nel settore alimentare ha toccato i 75,21 punti. In aumento dal 12, ma anche in questo caso il punteggio ne soffre (era a 75,88)

10 Lego: Il marchio di giocattoli ha toccato i 75,02 punti. Stabile rispetto al 2012 quando tuttavia aveva un indice più elevato (76,35)

Draghi pronto a nuovi tagli

 Qualora l’economia dell’Eurozona dovesse mostrare altri di forte cedimento la Banca Centrale Europea sarebbe pronta a effettuare nuovi tagli dei tassi di interesse. A dichiararlo è il membro del Comitato esecutivo della BCE, Benoit Coeure.

Nel corso di un’intervista a France Inter Radio, Coeure ha detto che i tassi si trovano già “al minimo storico, ma provvederemo a nuovi tagli se gli indicatori economici confermeranno che la situazione in Eurozona sta ulteriormente peggiorando”.

Nel contempo, la settimana scorsa l’Eurotower ha tagliato il costo del denaro allo 0,5% dallo 0,75% e il governatore Mario Draghi ha confermato la politica monetaria accomodante dell’istituto di Francoforte per tutto il tempo necessario” sottolineando che la decisione del taglio dei tassi di interesse è stata presa al fine di supportare la domanda interna e la ripresa verso la fine dell’anno.

Draghi: “Pronti ad agire se necessario”

Dal canto suo, il governatore della Banca Centrale Draghi, ha voluto fare una precisazione. Draghi ha sottolineato che l’istituto sta monitorando in maniera costante i dati macroeconomici ed “è pronta ad agire se necessario”.

Tutto, dunque, è in relazione agli esiti della situazione. Esiti che saranno misurati (a mò di polso) nelle prossime settimane.

Al momento, quella della Bce suona come una ‘minaccia a fin di bene’, in maniera tale da poter risollevare la situazione europea.

 

Fiat investirà 7 miliardi in Brasile

 Il Gruppo Fiat è pronto ad ampliare il paniere degli investimenti oltreoceano. Questa volta si tratta del Brasile, per il quale sarebbe già pronto un piano dal valore di 7 miliardi di dollari.

Sempre più giù il mercato dell’auto

L’ Agenzia di stampa brasiliana Agencia Brasil ha infatti diffuso oggi la notizia che l’  amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha inviato al Presidente brasiliano Dilma Rouseff il resoconto di un piano di investimenti che prevede, entro il 2016, un impegno del Gruppo – sia su Fiat Spa che su Fiat Industrial – per circa 7 miliardi di dollari.

Il nuovo piano, in realtà, sviluppa una precedente strategia aziendale relativa al triennio 2011 – 2014, per la quale erano previsti già 4 miliardi di dollari, di cui costituisce una sorta di implementazione.

FIAT Industrial ripensa ai suoi conti

Gli investimenti previsti serviranno a finanziare non solo la costruzione del nuovo stabilimento industriale di Pernambuco, che entrerà in attività nel 2014, ma anche la produzione di motori e veicoli industriali.

In seguito a questa manovra, dunque, il gruppo Fiat aumenterà nel Paese il numero degli addetti diretti, che saliranno di 7.700 unità, mentre l’ indotto subirà un incremento per 12 mila posti di lavoro:  del resto il Brasile è il più grande mercato Fiat presente fuori Italia e il quarto più grande al mondo per il settore delle automobili.

Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

Con ogni probabilità, finché a Bruxelles sarà lui a ‘governare’, la richiesta perverrà più e più volte.

Jose Manuel Barroso è tornato a sollecitare, spingendo il pedale sull’acceleratore, il processo di unificazione europeo. Processo che al momento passa per l’unione bancaria, prerequisito per il superamento della crisi del debito sovrano.

“La priorità è costruire l’Unione bancaria”, ha dichiarato Barroso nel corso di una conferenza sull’Unione economica e monetaria a Bruxelles, rammentando che “il legame fra debito sovrano e crisi bancaria deve essere spezzato una volta per tutte”.

Da par suo, il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato che è tutto pronto per l’unione bancaria e che occorre rispettare la tabella di marcia senza troppo stare a ragionare sui meccanismi di vigilanza e sul funzionamento delle ricapitalizzazioni dirette dell’ESM. Dijsselbloem ha dichiarato: “Abbiamo bisogno che tutti gli strumenti siano pronti prima che la Banca centrale europea inizi ad operare”.

Barroso, rimembrando l’inefficienza delle frammentazioni della vigilanza nazionale e l’aumento del rischio di contagio che ne è scaturito, ha anche detto nuovamente che l’Europa deve aver presente dove vuole andare e che il processo di unificazione non deve fermarsi, superando step-by-step il nodo dell’unione bancaria, fiscale, economica e politica.

L’altro punto cruciale per andare oltre la crisi sono le riforme, necessarie per correggere gli errori del passato e per delineare nuove regole comuni.

La Svizzera sperimenta il reddito di cittadinanza

La Svizzera ci prova con il reddito di cittadinanza, un’idea simile a quella proposta in Italia dal Movimento 5 Stelle. Un sogno prossimo a diventare realtà. Al momento, la raccolta delle 100 mila firme necessarie per il referendum su un reddito minimo garantito di 2500 franchi mensili, quasi 2000 euro, per ogni cittadino maggiorenne, è giunta a buon fine.

E i cittadini che non hanno ancora compiuto i 18 anni? Riceverebbero, dalla nascita, una cifra pari a 500 euro. Il reddito di cittadinanza svizzero non sarebbe relativo ad alcuna contro prestazione, né sarebbe da considerarsi “sostitutivo di un salario o di un’indennità perduti”. Oltretutto si tratterebbe di un reddito”individuale”, nel senso che verrebbe “corrisposto ai singoli e non alle famiglie”. In Svizzera la vedono come una maniera per fronteggiare il capitalismo, che consentirebbe all’umanità un atterraggio in dolcezza senza troppi traumi.

Mediante il reddito di base assicurato i cittadini svizzeri potrebbero essere sollevati dalla necessità di trovare un lavoro, peraltro sempre più raro, ad ogni costo, disponendo della possibilità di scegliere l’attività a loro più congegniale, per contribuire al processo sociale e a porre le basi di una società postindustriale rispettosa della natura.

Molti sperano che l’idea vada in porto. Inoltre, molti sperano che anche in Italia possa essere promossa una proposta del genere.

Atene, via libera per il taglio agli Statali

La Grecia dà il ‘nulla osta’ relativo al provvedimento che di fatto, dietro precisa richiesta pervenuta dalla Troika, consente il licenziamento di quindicimila dipendenti del pubblico impiego. Il Parlamento ha approvato la noma con 168 voti a favore e 123 contro e dovrebbe aver finalmente sbloccato la nuova sessione di 8,8 miliardi di aiuti (il ‘benestare’ dovrebbe giungere dal prossimo Eurogruppo) obbligatoria per pagare stipendi e pensioni a maggio.

L’accordo con Ue, Bce e Fmi è giunto dopo lunghi mesi di braccio di ferro e contempla quanto segue: parte degli esuberi sarà compensata con nuove assunzioni a salari più bassi. Il progetto contempla inoltre il taglio di duemila impiegati già entro la fine del prossimo mese.  Il taglio dovrebbe riguardare gli statali già raggiunti da provvedimenti disciplinari, con altri duemila esuberi tagliati entro fine 2013 e il resto entro il dicembre del 2014. La Costituzione greca contempla tuttavia una sorta di protezione contro il licenziamento di dipendenti pubblici dal 1911. Il governo per sviare a questa prassi normativa ha fatto presente che a venire meno saranno i posti di agenzie che verranno chiuse o razionalizzate, con la speranza di ricevere il ‘nulla osta’ della Corte superema.

Il maxi provvedimento passato ieri ad Atene statuisce inoltre anche novità sul fronte delle liberalizzazione di alcune professioni tra cui panettieri e commercialisti e la mal digerita estensione della patrimoniale relativa immobili. Quest’ultima è molto simile alla ‘nostra’ Imu. L’esecutivo guidato da Antonis Samaras è sul ‘filo del rasoio’ ha inserire nel decreto omnibus anche una norma che riduce nella sostanza il salario minimo. In virtù di questa nuova legge sarà possibile assumere in casi particolari giovani under 25 pagandoli 420 euro al mese e persone sopra questa età assicurando loro una busta paga di 490 euro, rispettivamente 80 e 90 euro in meno del limite previsto fino ad oggi.

Arrivano i nuovi euro

Sono passati 11 anni da quando l’euro ha fatto la sua prima comparsa nei portafogli dei cittadini dell’Unione Europea. Una moneta rivoluzionaria che ha permesso di abbattere molte delle barriere economiche e culturali presenti tra i diversi paesi che hanno aderito al progetto dell’Europa unita.

Ormai siamo abituati, come cittadini italiani e come cittadini europei, ad avere tra le mani gli euro ma, molto presto, dovremo abituarci a vedere delle altre banconote. A partire dal 2 maggio 2013, infatti, inizierà la circolazione dei nuovi euro.

Una nuova serie di banconote e monete che si chiama Europa e che si distinguerà dalle precedenti per l’effige della dea greca Europa e l’iscrizione delle origini del Vecchio Continente. Sarà un’introduzione graduale che inizierà appena dopo la Festa dei Lavoratori a partire dalle banconote da 5 euro e poi, man mano, tutti gli altri tagli con l’obiettivo finale della sostituzione della moneta di più vecchio corso.

La serie Europa degli euro, come spiegano dalla Banca Centrale Europea, è un’evoluzione delle vecchie banconote, stesso stile e stessi colori dominanti, ma sono state perfezionate le caratteristiche di sicurezza per renderlo più sicuro e più difficile da falsificare.

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