Ritardi nella crescita secondo la BCE

La BCE  – Banca Centrale Europea – ha emesso il bollettino mensile sulla situazione economica che si troverà ad affrontare l’Eurozona nei prossimi mesi. Le previsioni più ottimistiche fanno sperare in una ripresa che sarà graduale nel secondo semestre, ma vi sono all’attivo anche delle forze negative che potrebbero alterare o compromettere questi dati, dunque ritardare la ripresa economica.

Le forze negative sono da considerare dei “rischi al ribasso” con il potere di porre un freno alla ripresa: fra questi, soprattutto, vi è la lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali.

Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

Per far fronte al problema delle riforme strutturali, secondo la BCE, è necessario che i governi combattano la disoccupazione giovanile, creando nuove opportunità di occupazione e di lavoro, promuovendo forme economiche dinamiche e flessibili.

Altro tema bollato come nero e dunque interessato da eventuali riforme è quello del debito pubblico degli Stati membri. La BCE fa notare come alcuni debiti pubblici abbiano raggiunto livelli veramente rari in tempi di pace, ed è proprio questo e il rapporto negativo  con il relativo PIL che può valere come ostacolo alla crescita.

La Germania all’attacco della Banca Centrale Europea

All’interno del bollettino viene segnalato infine il fatto che nell’Eurozona le condizioni per la concessione del credito a piccole e medie imprese appaiono in genere restrittive.

UBS distribuisce bonus miliardari nonostante i conti in rosso

 Sergio Ermotti si appresta a diventare uno dei manager bancari più pagati d’Europa.

A poco, quindi, è valso il referendum appena conclusosi in Svizzera che ha deciso che, per UBS, non sarà più solo il cda a decidere l’ammontare dei bonus, ma la decisione dovrà essere presa di concerto con l’assemblea: sui manager dei grandi istituti continuano, infatti, a piovere milioni.

► La legge svizzera contro gli stipendi dei manager

Sergio Ermotti, per il 2012, ha percepito un compenso piuttosto sostanzioso: 8,9 milioni di franchi svizzeri (7,2 milioni di euro), di cui 6,1 milioni in bonus. Ma Ubs ha anche premiato il nuovo capo dell’investment banking Andrea Orcel con un regalo di benvenuto di 26 milioni.

► L’Ue approva il tetto per gli stipendi dei dirigenti di banca

Una notizia che fa discutere non solo perché c’è stato il referendum e non solo perché anche l’Unione Europea sta discutendo un accordo preliminare per introdurre un tetto ai bonus, ma soprattutto perché nel 2012, anno di riferimento di questi pagamenti monster, la banca di Zurigo ha varato un piano di ristrutturazione aziendale che vale ben 10.000 posti di lavoro.

Oltre a questo va preso in considerazione il fatto che UBS è stata salvata dal crollo causato dalla sua cultura di bonus eccessivi che spingeva i dirigenti a perseguire investimenti ad elevato rischio.

► Ignazio Visco chiede alle banche di non distribuire dividendi

A gettare altra benzina sul fuoco di una discussione, quella sugli stipendi dei manager, molto calda in Svizzera i conti in rosso della banca: Ubs ha chiuso il 2012 in perdita, ma il monte-bonus sull’anno è stato ridotto solo del 7%.

 

Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

 L’Europa si trova ancora in una difficile fase economica, anche se si iniziano a vedere i primi segnali di stabilizzazione.

 

► La ripresa ci sarà dal 2014

La prima parte dell’anno continuerà ad essere caratterizzata dal rafforzamento degli indicatori di stabilità economica, per arrivare alla seconda parte del 2013 con un’economia che inizierà, realmente, a riprendersi, soprattutto grazie al ruolo centrale che giocherà l’export, sulla scia della crescente domanda mondiale.

Questa la sostanza del bollettino mensile emanato oggi dalla BCE, che però evidenzia come l’attività economica sarà molto influenzata dagli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato dei vari stati membri. E su questo punto la BCE lancia un invito ai paesi membri per i quali il risanamento dei bilanci deve essere

parte integrante di un programma di riforme strutturali organico inteso a migliorare le prospettive per la creazione di posti di lavoro, per la crescita economica e per la sostenibilità del debito.

Le prove dei miglioramenti sul fronte della stabilità economica sono dati anche dai mercati: quello obbligazionario, infatti, ha manifestato un’ottima reazione alle aste regolari dei Tesori italiano e spagnolo.

 

► Germania contro la Banca Centrale Europea

Dato particolarmente importante che ha portato la Banca Centrale a esprimere un giudizio molto favorevole sul nostro paese: gli sforzi fatti dall’Italia per correggere il deficit pubblico potranno a breve essere premiati con la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta nei confronti del paese.

 

 

Bilancio europeo bloccato a Strasburgo

 Il Parlamento di Strasburgo ha bloccatola proposta di bilancio dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020 con una larga maggioranza: 506 voti contrari, 161 favorevoli e 23 astensioni.
► L’accordo europeo sui bilanci degli stati membri

Una bocciatura che arriva dopo l’accordo al quale erano giunti i capi di Stato e di governo al Consiglio Europeo all’inizio di febbraio, un bilancio che, per la prima volta, presenta anche dei tagli alle spese dell’Unione. I parlamentari approvano una revisione al ribasso per il bilancio, ma chiedono, comunque, ulteriori garanzie, non previste dalla proposta presentata.

La proposta sulla quale il Parlamento Europeo ha riflettuto a lungo proponeva un bilancio di 960 miliardi di euro di impegni e di 908,4 miliardi di spese effettive, troppo impegnativo da sostenere e, secondo gli europarlamentari, troppo poco flessibile in quanto manchevole della possibilità di una revisione del bilancio stesso nel corso dell’esercizio

Inoltre il Parlamento Europeo chiede l’introduzione nel bilancio di una clausola che permetta il trasferimento dei fondi non spesi da un anno all’altro e da una categoria di spesa all’altra. Le altre due condizioni poste dagli europarlamentari sono l’eliminazione della differenza tra impegni e pagamenti e, infine, un serio impegno degli stati membri nel sostituire una parte cospicua dei contributi degli Stati membri al bilancio Ue con “risorse proprie”.

► Olli Rehn ritratta sulla dilazione dei tempi per il pareggio di bilancio

Martin Schulz, il presidente del Parlamento, commenta così la decisione di bocciatura del bilancio:

Sono sicuro che la grande maggioranza dei cittadini europei non vuole che l’Ue entri in un sistema che ha condotto un gran numero di stati membri nella deprecabile situazione in cui sono: di prendere impegni di spesa e non avere abbastanza soldi per onorarli.

Germania contro la Banca Centrale Europea

Secondo il quotidiano liberalconservatore Frankfurter Allgemeine la Banca Centrale Europea sarebbe colpevole di temporeggiare sulla pubblicazione dei dati relativi ai patrimoni dei cittadini dei vari paesi dell’Eurozona, rimandando il tutto a dopo che sarà stata presa la decisione sul salvataggio di Cipro.

Il motivo di questo ritardo, secondo il quotidiano tedesco, sarebbe una volontà della BCE di evitare il cambiamento dell’opinione della Germania sulle reali condizioni dei paesi che dicono di trovarsi in difficoltà. Il principale indiziato è Cipro.

Il report del quotidiano tedesco prende spunto dai dati che emergono da alcune fonti che afferiscono alla Credit Suisse, secondo i quali molti dei paesi che hanno chiesto l’intervento dell’Unione Europea sono, in realtà starebbero molto meglio della Germania stessa. Nello specifico in Italia il patrimonio medio pro capite per ogni adulto è di 165mila euro, un patrimonio ben superiore a quello stimato per la Germania che è di 135mila euro.

Allo stesso modo anche Cipro è messa abbastanza bene, con 87mila euro pro capite, seguita da  Spagna (81), della Grecia (70) e
Secondo l’autore dell’articolo dell’editoriale che accompagna i dati, Holger Steltzner, membro della Direzione del giornale, la BCE  del Portogallo (60mila euro).

Apparementemente teme la protesta nei paesi pagatori netti se anche dati ufficiali della Bce provano che i presunti ricchi tedeschi, austriaci, olandesi o finlandesi in realtà non devono aiutare i ciprioti più poveri di loro. E cosa dovrebbero dire slovacchi o estoni veramente poveri, che già da lungo tempo hanno pagato per paesi molto più ricchi di loro e ‘Euroschuldensuender‘ come Spagna, Grecia, Portogallo o Irlanda?

 

Il carbone è la materia prima più richiesta

 I dati sono quelli dello studio del World Economic Forum che mette in evidenza la discrepanza tra l’attenzione mediatica e non solo allo sviluppo e implementazione di fonti di energia rinnovabili e l’effettivo andamento della domanda, che vede il carbone al primo posto della classifica delle materie prime più richieste.
► Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

Un aumento da capogiro per il carbone che negli ultimi dieci anni è stata la materia prima più richiesta in assoluto, con una domanda ben dieci volte superiore a quella delle fonti rinnovabili, il cui peso non supera l’1,6%, due volte quella del gas e tre volte quella del petrolio.

L’abbandono delle fonti fossili, secondo lo studio del WEF, non potrà avvenire prima di altri 20 anni, un periodo in cui le diverse fonti di energia giocheranno ruoli diversi, ma saranno comunque presenti. Come evidenziato da Roberto Bocca, responsabile per il World economic forum del settore Energy Industries:

Il convincimento generale è che si vada verso un mondo dominato dalle rinnovabili. Invece, sorprendentemente, la transizione sarà differente rispetto al passato e si andrà da un mix di poche fonti a un mix di molte fonti e molto differenziate tra loro.

A chiedere di più il carbone sono soprattutto i paesi emergenti, e il motivo è presto spiegato: rispetto alle altre fonti di energia il carbone ha un costo nettamente inferiore. E sarà proprio il fattore costo a determinare quale sarà la fonte di energia che useremo nei prossimi decenni.

Troppe poche donne nei cda europei

 Nei 27 paesi dell’Unione Europea ci sono troppe poche donne che figurano nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa: solo una su ogni dieci uomini.
► Nel 2012 è stato boom di donne imprenditrici

E’ questo il risultato dello studio della Commissione Europea sulla composizione dei board delle spa europee. Un dato che fa parecchia impressione, soprattutto se visto in percentuale: 10,2% di donne contro il 97,6% di uomini. Percentuali che, come fa notare la Commissione Europea nella nota di accompagnamento della ricerca, non prende in considerazione il fatto che i motori del cambiamento sono proprio quei dove le ‘quote rosa’ imposte per legge.

Come in Italia, paese che la Commissione prende ad esempio dal momento che dopo l’entrata in vigore della legge del luglio 2011 il numero delle donne presenti nei consigli di amministrazione è passato dal 5,6% di ottobre 2011 all’11,0% di ottobre 2012.

Nello studio è stata fatta una distinzione fondamentale tra tra membri esecutivi e ‘non esecutivi’ dei board. Prendendo come riferimento solo questa ultima figura la media europea di presenze femminile migliora e si allinea con quelle degli altri paesi. In Europa sono il 16,8%, come negli Stati Uniti. Percentuale appena più bassa per l’Australia(15%) poi segue il  Canada (10%) e la Cina (9%).

► A Yahoo! piacciono le donne

A chiudere la classifica India, Russia e Brasile con solo il 5% ed il Giappone che arriva appena all’1%.

Draghi allunga i tempi di attesa per la fine della crisi

 Un anno in più, dunque.

Tutti avevamo iniziato a sperare che la crisi che ci tormenta ormai da diversi anni e che in questo 2012 ha affondato i denti in tutta l’Europa sarebbe finita al massimo entro la fine del 2013. Ma, invece, non sarà così, almeno a detta di Mario Draghi, numero uno della Banca Centrale Europea, che, in un intervento di questa mattina, ha annunciato che la ripresa arriverà per il 2014.

► Mario Draghi su occupazione e euro

A conferma di quanto detto da Mario Draghi sono arrivate anche le correzioni per le previsioni di crescita della zona dell’Euro, naturalmente riviste al ribasso: per il 2013 il Pil atteso è negativo (una percentuale compresa tra il -0,9% e il -0,1%), mentre per il 2014, l’anno che dovrebbe essere portatore della ripresa, il Pil atteso è tra 0 e 2%.

Le cause di questa revisione al ribasso sono da rintracciare nella lentezza delle riforme che, di conseguenza, rallenta anche la ripresa di fiducia da parte dei mercati e il persistere ancora del problema della disoccupazione.

Mario Draghi ha anche voluto rassicurare tutti coloro che vedono nell’esito delle elezioni italiane un altro problema di cui tutti potrebbero risentire. Secondo il capo dell’Eurotower, infatti:

► La BCe acquista 103 miliardi di bond

I mercati sanno che viviamo in sistemi democratici e sul risultato delle elezioni politiche italiane sono meno impressionati rispetto ai media ed ai politici. L’Italia in ogni caso prosegue il consolidamento dei conti pubblici e gli aggiustamenti strutturali dell’economia, come se ci fosse una sorta di pilota automatico.

Time Warner e Axel Springer puntano tutto sul digitale

 Il business dei colossi dell’editoria, sia in America che in Europa, si muove lungo la stessa direzione: quella del digitale. E lo fa, ovviamente, anche a spese del cartaceo.

Proprio questa mattina, infatti, il colosso americano dell’editoria Time Warner ha pubblicamente annunciato la sua decisione di scorporare il settore dell’editoria, quello del cartaceo, rappresentato dalla storica Time Inc., cui appartengono prestigiose riviste come Time, Fortune, People, Sport Illustrated e Marie Claire.

Il Time è in crisi e vende People

Il Time verrà dunque venduto e la nuova società verrà quotata entro la fine dell’anno. La direzione aziendale ha motivato la scissione dichiarando di voler concentrare i propri investimenti nel settore dell’intrattenimento, cioè nel cinema e nei programmi televisivi, che in questo momento rappresentano migliori aspettative.

A RCS tira aria di crisi

Una mossa simile, del resto, è in procinto di verificarsi anche dall’altra parte dell’oceano, nella vecchia Europa. Axel Springer, infatti, il primo editore europeo, ha annunciato che nell’anno a venire ci potrebbe essere una contrazione degli utili lordi fino al 10% in vista di una riorganizzazione dell’intero gruppo, che ha intenzione di investire ulteriormente nella divisione digitale. 

La divisione digitale ha prodotto, infatti, durante lo scorso anno un incremento delle vendite pari al 22%, mentre la divisione del cartaceo ha perso un 3,3%. Il digitale traina dunque il fatturato.

Londra contro legge superbonus

 L’intenzione delle banche del Regno Unito e della City londinese, che rappresenta il cuore pulsante della finanza europea, è quella di fare causa all’UE stessa, nella speranza di non vedere operanti le norme che prevedono un tetto ai bonus dei manager e dei supermanager di Londra.

> Bruxelles pronta a mettere un tetto ai bonus dei manager

Lo rivela il Financial Times, che parla di una consulenza legale che sarebbe stata chiesta dai rappresentanti delle banche del Regno Unito allo studio Shearman & Sterling per invalidare la nuova normativa comunitaria, sulla base del fatto che quest’ultima sarebbe in realtà contraria al trattato che vieta la regolamentazione dei salari negli Stati appartenenti all’Unione Europea.

La normativa europea sulla limitazione delle parti variabili delle remunerazioni, inoltre, secondo gli stessi legali, sarebbe contraria a quanto affermato nelle costituzioni di alcuni stati membri, come Austria, Germania e Polonia.

Sui tetti ai superstipendi parla l’SPD

L’opinione pubblica inglese, tuttavia, non sembra essere dalla parte delle banche né condividere questa loro presa di posizione, ma anzi sembra vedere di buon occhio l’iniziativa comunitaria di imporre un tetto ai bonus dei manager sulla base di limitazioni analoghe che diventeranno presto legge in Svizzera, in seguito al recente referendum, e in Germania.