Record pensioni Germania 2012

La cassa pensioni tedesca è gonfia di credito. A fine 2012 la riserva dei fondi disponibili per il pagamento dei trattamenti pensionistici ha stabilito la nuova cifra record di 29,4 miliardi di euro, aumentata ad oltre 30 miliardi con l’aggiunta di altra liquidità. L’ottimo stato della cassa pensioni è dato dai bassi livelli di disoccupazione, all’aumento dei salari ed ai sostanziosi versamenti provocati dalle tredicesime.

Evento storico

Non era mai successo prima di oggi nella storia della Repubblica federale tedesca: mai gli ammortamenti pensionistici erano arrivati un livello tanto elevato, poiche’ il record precedente era stato raggiunto nel 1992 con 25 miliardi di euro di riserve. All’inizio degli anni ’70 le riserve dei fondi pensionistici oscillavano tra 20 milioni di euro e 22,7 milioni. Le riserve accumulate attualmente bastano per coprire gli esborsi pensionistici di 1,7 mesi.

Ritorno alla crescita

Markit Economics ha dichiarato che in Germania il dato preliminare relativo all’Indice PMI Manifatturiero, nel mese di gennaio, è aumentato da 46,0 punti a 48,8 punti. Il dato è apparso superiore alle attese degli analisti che avevano stimato un indice pari a 46,8 punti. L’Indice PMI dei servizi ora si aggira a 55,3 punti, in aumento in confronto ai 52,0 punti rilevati in dicembre e segnalando una buona espansione dell’attività del settore terziario tedesco. L’indice PMI Composito finale, che misura i risultati combinati delle attività manifatturiere e dei servizi, è sopra i 53,6 punti in gennaio dai 50,3 di dicembre, per il secondo mese di fila sopra la soglia di equilibrio di 50,0 punti. La lettura di gennaio si configura come un ritorno alla crescita, in contrasto con la crisi vista durante l’ultimo trimestre del 2012.

Aumento profitti Google 2012

 Sono in evidente rialzo i profitti di Google, che prosegue nella sua marcia positiva e continua inoltre ad affermare la sua supremazia.

Nel corso dell’ultimo trimestre l’azienda ha fatto registrare e un attivo di ben 2,89 miliardi di dollari e guadagni record. Per la prima volta i ricavi hanno superato la soglia di 50 miliardi.

Crollo Apple in Borsa 

Nel quarto trimestre del 2012, terminato con un utile netto di 3,57 miliardi di dollari, Google ha avuto un incremento in confronto ai 3,13 miliardi fatti registrare nello stesso periodo del 2011. Al momento i ricavi dell’arco di tempo preso in considerazione si attestano sui 14,42 miliardi di dollari, con un ottimo 36% in più rispetto al 2011.

Utile per azione

L’utile per azione è dunque apparso pari a 10,65 dollari. Una cifra che va oltre ogni previsione fatta dagli economisti.

Inoltre, nelle contrattazioni after-hours di Wall Strett, le azioni hanno superato il 4% di aumento.

La soddisfazione di Larry Page

Soddisfattissimo dei miglioramenti l’ad di Google, Larry Page, il quale comunica che l’azienda ha terminato il 2012 con un trimestre solido. Page ha evidenziato l’aumento dei ricavi del 36% su base annua e dell’8% su base congiunturale.

Crollo di Apple in Borsa

 Apple chiude in maniera negativa in Borsa nel primo trimestre, nonostante con la cifra record di 47,8 milioni di iPhone venduti e guadagni per 54,5 miliardi di dollari. Questi numeri non hanno fatto molto per garantire sicurezza al mercato. La casa di Cupertino ne risente comunque e il titolo è sceso di molto nelle contrattazioni after hours a Wall Street. Infatti, le quotazioni hanno ceduto fino al 10%.

Crollo vendite iPhone

L’utile netto di Apple è apparso pari a 13,1 miliardi di dollari, senza nessun rialzo in confronto allo stesso periodo del 2012. E il salto dei ricavi del 18% non è sufficiente a scongiurare i timori degli analisti circa le prospettive di crescita della società.

Mercato in ansia

Sicuramente, il titolo Apple in Borsa è stato penalizzato proprio dai timori in crescita degli analisti, perdendo il 27%. In altre parole, in confronto all’ottimo risultato dello scorso settembre sono stati persi ben 190 miliardi.

Gli analisti avevano previsto guadagni pari a 55 miliardi di dollari, con un utile per azione di 13,44 dollari. Invece, le cose sono andate diversamente e il margine lordo ha raggiunto il 38,6%, non confermando il 44,7% dell’anno precedente, attestandosi dunque in linea con le attese degli analisti.

Previsioni per secondo trimestre

Per il secondo trimestre dell’anno fiscale, Apple parla di ricavi per 41-43 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 37,5% e il 38,5%.

La fiducia di Tim Cook

Nonostante il crollo del titolo in Borsa, Tim Cook pensa positivo e si reputa soddisfatto dei ricavi record, i quali sono sopra i 54 miliardi di dollari. Nel frattempo il Ceo di Apple è apparso abbastanza soddisfatto anche delle vendite, che hanno superato i 75 milioni per quanto riguarda i dispositivi iOS in soli tre mesi. Cook ha la sicurezza della qualità dei prodotti Apple, e continua a gettare la sfida per quanto riguarda la leadership sul mercato e sul lato dell’innovazione.

Posticipato il raggiungimento del tetto del debito

 E’ stato raggiunto alla Camera l’accordo sul tetto del debito. Il raggiungimento del limite massimo previsto è stato spostato da marzo a maggio, ma questo non vuol dure che tutti i problemi siano risolti. Sono solo stati rimandati.

Quindi, come anche accaduto nel caso del Fiscal Cliff, le due coalizioni politiche statunitensi sono riuscite a giungere ad un accordo. Questa volta il programma per allontanare, almeno di qualche mese, il rischio del default per gli Stati uniti è stato delineato dal partito repubblicano.

L’accordo sul Fiscal Cliff è solo un rinvio dei tagli alla spesa pubblica

In pratica, il Dipartimento del tesoro potrà continuare a prendere soldi fino al 19 maggio del 2013, poi sarà necessario prendere una decisione definitiva. Per ora il provvedimento è al vaglio del Senato degli Stati Uniti che, anche se in mano al partito democratico (la Camera, invece, è a maggioranza repubblicana) fa sapere che approverà il provvedimento senza apportare nessuna modifica.

Cosa succede se il tetto del debito americano non verrà alzato

Certo, spostare il termine da marzo a maggio è un provvedimento solo temporaneo che non risolve il problema, ma almeno lascia un po’ di tempo in più per poter vagliare tutte le possibili soluzioni.

FMI rivede stime di crescita del Pil globale

 Secondo le nuove stime redatte dal Fondo Monetario Internazionale, l’economia mondiale sta avendo i primi segni di ripresa, anche se il percorso da affrontare è ancora lungo.

Questo è quanto detto da Olivier Blanchard, capo economista del FMI, alla presentazione delle nuove stime, che sono tutte al ribasso ma con speranze di miglioramento a partire dal 2014. Il 2013 sarà l’anno della svolta: l’economia tornerà a girare, ma ad un ritmo più graduale rispetto a quanto stimato in ottobre nell’l’Outlook autunnale. Quello che fa comunque sperare è che tutti i grandi economisti riuniti al World Economic Forum di Davos sono concordi nelle prospettive si miglioramento per i prossimi anni.

Anche Christine Lagarde ha lasciato intendere che il 2013 sarà l’anno cruciale per il definitivo superamento della crisi

Abbiamo evitato il collasso ma dobbiamo evitare ricadute. Il 2013 sarà l’anno dell’o la va o la spacca.

Si tratta di espressioni ottimistiche, anche se è stato lo stesso FMI a tagliare le prospettive di crescita di molti paesi, in primis l’Italia, per la quale nel 2013 è prevista una flessione del Pil dell’1%, quindi scesa di ulteriori 3 punti percentuali rispetto a quanto detto in ottobre. Solo nel 2014 la situazione inizierà a migliorare, con una crescita prevista dello 0,5%.

Fmi mette sotto controllo l’economia italiana

Dal FMI è arrivato anche il plauso per l’operato del governo tecnico guidato da Mario Monti che, per quanto le sue scelte abbiamo richiesto dei grandi sacrifici all’Italia, sono state fondamentali per mettere in atto quelle riforma strutturali per far guadagnare fiducia al paese agli occhi degli investitori stranieri.

Mario Monti spiega i motivi della sua candidatura

Ma non è solo il nostro paese ad essere stato coinvolto in questa revisione al ribasso: la Germania ha delle previsioni di crescita dello 0,6% (-0,3% rispetto a ottobre) per il 2013 e dell’1,4% per il 2014, per la Francia si prospetta un +0,3% quest’anno (-0,1%) e un +0,9% il prossimo (-0,2%). La Spagna è attesa in calo dell’1,5% nel 2013 (-0,1%) con un’inversione di tendenza per il 2014 quando il pil crescerà dello 0,8% (ad ottobre la stima di crescita era dell’1%).

Dati Pil Spagna

Nel complesso l’economia della zona Euro si contrarrà dello 0,2% quest’anno (-0,3% rispetto al rapporto precedente), per poi avviare un trend positivo per il 2014 (+1%). La lentezza della ripresa del vecchio continente ha le sue ripercussioni anche sul resto del mondo: il FMI ha stimato che il Pil globale per il 2013 crescerà dal 3,5% (0,1 punti in meno rispetto a quanto previsto in ottobre) ma che comunque dimostra come ci sarà un miglioramento rispetto al 2012, quando i dati parlano di una crescita che si è fermata al +3,2%.

Ripercussioni che lambiranno anche il 2014, anno per cui le stime di crescita del Pil sono state riviste dal 4,1% al 4%.

Peggiora la situazione spagnola

 In Spagna non si parla più, ormai, di crisi, ma di recessione. A gravare su una situazione già difficile c’è il debito dell’area euro, la crisi del mercato immobiliare interno e, come accaduto anche altrove, le misure adottate per il risanamento che, anche se volte al raggiungimento di obiettivi a medio o lungo termine, hanno delle ricadute immediate sull’economia reale del paese.

Perché conviene l’investimento in Bonos?

In queste ora la Banca Centrale di Spagna ha diffuso i dati sull’andamento del paese nell’ultimo trimestre. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la Spagna, negli ultimi tre mesi del 2012, ha avuto un abbassamento del Pil pari a 0,6 punti percentuali.

In Spagna aumentano i salari minimi, ma anche i pignoramenti e gli sfratti

Anche se si tratta ancora solo di una stima, si può vedere come questa contrazione sia la peggiore per il paese iberico degli ultimi tre anni (era il secondo trimestre del 2009 quando il Pil spagnolo segnò un -1,1%). Nel complesso la Banca Centrale spagnola, e fra qualche giorno potranno confermarlo anche i dati dell’ente statistico nazionale, indica una contrazione economica dell’1,3% su base annua, quindi una prospettiva migliore di quella presentata dal governo che aveva previsto un calo del Pil pari all’1,5%.

La Banca, inoltre, prospetta anche un peggioramento dei dati sulla disoccupazione, che alla fine del 2012 si è assestata al 26% della popolazione, contro il 25% precedentemente stimato.

200 milioni di disoccupati

 Dopo uno stop durato per ben due anni, la disoccupazione mondiale è tornata ad incrementare le sue cifra, ingrossando le fila di coloro che sono senza lavoro. La chisuura del 2012 è a dir poco disastrosa. Tutto ciò è stato riferito dall’Ilo all’interno del Rapporto sulle Tendenze globali dell’occupazione. In esso è stato previsto un ulteriore aumento, che perdurerà anche nel 2013.

Grilli auspica riduzione tasse

Il numero di disoccupati è in salita di 4,2 milioni (numero che è stato revisionato al ribasso, visto il dato di 200 milioni relativo al 2011). Con ciò si supera la cifra di 197 milioni e si porta il tasso di disoccupazione a quota 5,9%.

GIOVANI

Dati Ilo su occupazione mondiale

Aumenta il numero dei giovani rimasti senza lavoro nel mondo, i quali ad oggi sono quasi 74 milioni.

Il rapporto mette in luce un tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e 24 anni uguale al 12,6%. Suscita un particolare timore per l’Ilo, il fatto che sono sempre di più coloro i quali hanno a che fare sulla propria pelle con una disoccupazione di lunga durata. Nelle economie avanzate, quasi il 35% è rimasto escluso dal mercato del lavoro per almeno 6 mesi.

Sono dunque in aumento gli scoraggiati che abbandonano la ricerca. La questione tiene banco anche dal punto di vista psicologico e la situazione continua ad aggravarsi.

Il discorso di insediamento del presidente Obama

 Solo uniti ci si può riuscire. In sostanza è questo il succo del discorso di insediamento del presidente Barack Obama giunto al suo secondo, e ultimo, mandato alla Casa Bianca.

Obama preoccupato per il rischio default

Obama ha giurato la sua fedeltà al paese posando la mano su quella che è stata la Bibbia di Abramo Lincoln, davanti alle più alte cariche dello Stato Federale e a circa 700 mila persone giunte per sostenerlo. Il tema cardine del suo discorso l’economia, in un momento in cui gli Stati Uniti stanno attraversando una delle loro crisi più impegnative, nella quale, oltre ai problemi economici si aggiungono anche quelli politici.

Soluzione al default Usa

Ma Obama non ha fatto riferimento né al Fiscal Cliff né al tetto del debito -le due maggiori criticità del paese- ma ha parlato alla folla del suo programma che si sviluppa intorno al principio dell’unità del paese e della fratellanza, unico modo attraverso il quale l’America

sia una terra di opportunità, finché studenti e ingegneri trovino lavoro anziché essere espulsi dal Paese, finché i nostri figli, dalle strade di Detroit alle tranquille vie di Newton, non saranno curati, coccolati e sempre lontano dal pericolo.

America: scontro sul tetto del debito

E’ solo l’unione degli stati americani che potrà rendere possibile l’uscita dalla crisi economica. Obama ha rilanciato l’importanza del sistema assistenziale da lui messo in piedi (Medicare, Medicaid Social Security) e quella della classe media, sulla quale dovrà basarsi la crescita del paese.

Outlook 2013 secondo i partecipanti al World Economic Forum

La disuguaglianza economica e il lavoro non sono considerate delle priorità al momento. I grandi dell’economia e della finanza che da domani discuteranno al World Economic Forum, tra i quali ci saranno anche Mario Monti, Angela Merkel, Mario Draghi e molti altri, avranno come ordine del giorno la discussione l’instabilità economica mondiale.Molti dei partecipanti sono stati intervistati dal World Economic Forum (Wef) nell’Outlook 2013, dal quale emerge che la situazione dell’Europa, seppur ancora instabile, preoccupa di meno rispetto all’instabilità economica mondiale, che, per il 14% delle personalità di spicco del mondo della finanza e dell’economia che saranno presenti al WEF, è il vero punto critico del futuro del pianeta.

Crisi industria 2012

Secondo i dati dell’Outlook 20123, l’Indice globale di fiducia nell’economia è salito da 0,38 a 0,43 rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre. Dal momento che la la scala su cui si indica la fiducia va dallo 0 all’1, si è molto vicini alla soglia che divide il pessimismo dall’ottimismo, anche se ancora è presto per parlare di una vera e proprio inversione di tendenza.

La spending review dei cittadini europei

A dare maggiore fiducia nelle prospettive economiche per l’anno in corso sono gli economisti del Nord America, ma anche dall’Europa arrivano i primi segnali di distensione. Nel complesso l’Outlook è positivo per il 23% degli intervistati (percentuale salita di 6% rispetto all’ultima rilevazione) mentre i pessimisti sono scesi dal 56% al 43%.

In Europa il 2012 ha segnato la diminuzione degli istituti finanziari

La Banca Centrale Europea (Bce) ha comunicato i dati sul numero degli istituti finanziari e monetari in Europa e si nota una diminuzione di queste. Sono i dati dell’Eurotower che considera il numero degli istituti finanziari dal 1999. La diminuzione è del 28% nonostante il calcolo tenga conto anche dell’allargamento dei Paesi che fanno parte dell’Europa.

L’FMI mette sotto controllo l’economia italiana

I dati diffusi ieri della Bce sono aggiornati all’1 gennaio di quest’anno e mostrano gli effetti della crisi che l’anno scorso ha raggiunto dei livelli molto alti. Il numero delle istituzioni finanziari è sceso di 474 unità nello scorso anno. Il conto considera istituzioni finanziarie come banche centrali, banche commerciali, banche di risparmio, uffici postali con funzioni bancarie e cooperative del credito dell’Europa. Le istituzioni finanziarie monetarie sono passate da 7.533 a 7.059 con una diminuzione del 6%.

I dati di Bankitalia sugli investimenti

Tra i Paesi europei, l’Italia è quella che ha fatto registrare una delle diminuzioni peggiori. Infatti, la diminuzione di istituti finanziari in Italia è di 55 unità nello scorso anno. Alla base di questi dati ci sono gli effetti della crisi economica, la scarsa fiducia degli investitori e le difficoltà ad accedere ai fondi comuni.

Banche in fuga dall’Euribor

In Lussemburgo si registra un -124%, in Francia un -105%. Sono soprattutto gli istituti di credito, che in Europa sono la maggioranza degli istituti finanziari, a registrare una diminuzione importante.