Nuove regole Agenzie Rating

 Ecco quali sono le modifiche di comportamento che le Agenzie di Rating dovranno assumere nell’espressione del loro giudizio di merito creditizio.

DEBITO PUBBLICO

I rating non richiesti circa il debito di uno Stato potranno essere pubblicati due o tre volte l’anno, in date prestabilite. Non solo, questi rating potranno essere pubblicati solo successivamente alla chiusura dei mercati europei e almeno un’ora prima dell’apertura.

Alla fine di dicembre di ogni anno le agenzie di rating pubblicheranno l’anno successivo, ponendo la data di pubblicazione di massimo tre valutazioni non richieste. Solo in casi eccezionali potranno pubblicarne di più.

RESPONSABILITÀ

Per gli investitori che concentrano le loro attività sui rating sarà possibile citare in giudizio un’agenzia qualora la variazione di giudizio fornita sia in contrasto con le nuove norme previste dalla legislazione approvata dal Parlamento Europeo in merito alle nuove responsabilità delle società in questione.

GIUDIZI INTERNI, PIATTAFORME UE

La mossa del Parlamento è finalizzata alla volontà di liberarsi in poco tempo dalle agenzie. Stando a quanto detto dai regolatori, gli istituti di credito e quelli di investimento devono essere sollecitati a sviluppare internamente le capacità di giudicare il rischio creditizio, senza fare ricorso alle Agenzie.

CONCORRENZA

Occorre cambiare sovente agenzie così da aumentare la concorrenza e diminuire di gran lunga i rischi.

 

Nuove responsabilità Agenzie Rating

 Le agenzie di rating, che in altri termini sono le società che forniscono giudizi meritocratici sul credito degli emittenti di debito internazionali, dalle singole aziende agli Stati (le più importanti sono Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch), sono in difficoltà.

Il Parlamento europeo ha deciso di approvare all’interno della seduta di Strasburgo le leggi per la riduzione dell’eccessivo affidamento ai rating su debito sovrano e operatori finanziari.

BARNIER

Non si è fatto attendere il commento di Michel Barnier, commissario al Mercato interno e ai Servizi finanziari, il quale ha parlato del voto definendolo come un altro step fondamentale in nostra agenda al fine di rendere ancora più concreta la regolamentazione finanziaria e più forte la risposta del Parlamento alla crisi finanziaria.

Le agenzie, secondo Barnier, dovranno essere più trasparenti quando forniranno il rating ai Paesi sovrani e dovranno ottemperare a regole più strette che le faranno diventare più responsabili per errori intenzionali o di negligenza. Ma secondo Barnier le nuove regole hanno anche altre proprietà, in quanto contribuiranno ad accrescere la competizione nell’industria del rating, governata da pochi protagonisti e tante piccole comparse di mercato.

Non resta che conoscere le nuove regole delle Agenzie di Rating.

Auto e Case trainano economia Usa

L’economia americana sta crescendo, anche se a rilento. Lo afferma la Fed all’interno del primo Beige Book del 2013. In tutti i dodici distretti della Federal Reserve si è verificata una crescita ‘modesta’ o ‘moderata’, la quale conferma un accrescimento dell’attività economica.

Ciò è accaduto in particolar modo nei distretti di New York e Philadelphia, dove si segnala un ‘rimbalzo’ a seguito delle conseguenze negative dell’uragano Sandy.

In tutti i distretti la spesa delle famiglie è cresciuta, al punto da far scaturire un bilancio finale delle vendite di fine anno leggermente più alto rispetto a quello del 2011.

AUTO

La Fed parla dunque, a ragion veduta, di una forte ripresa delle vendite di automobili nuove in dieci distretti su dodici. All’interno del Beige Book, tuttavia, si sottolinea anche come malgrado la cautela dei consumatori a causa delle incertezze provocate dallo stallo nel dibattito sul bilancio federale, rimane positivo il panorama per le vendite future.

TURISMO

Appare particolarmente fiorente anche la situazione del settore turistico, con una crescita dell’attività.

IMMOBILI

In tutti i distretti cresce bene anche il settore immobiliare, fondamentale per l’economia statunitense, in virtù di uno sviluppo positivo dell’edilizia non residenziale, che si riprende da anni di stenti.

 

Nuova tranche di aiuti per la Grecia

Una buona notizia per la Grecia, che continua a cercare aiuti per evitare il default.

Pochi minuti fa, il Fondo Monetario Internazionale ha dato il suo personale ‘Nulla Osta’ per erogare l’ultima sessione di aiuti al Governo di Atene. L’importo complessivo di questa tranche è, precisamente, di 3,24 miliardi di euro.

Un aiuto, dunque, più che consistente, che permetterà al Paese di respirare.

RIFORME

Da cosa deriva questo innesto economico nei confronti della Nazione? La decisione inerente nuovi prestiti da destinare ad Atene è stata presa dal Fondo Monetario Internazionale successivamente all’approvazione del rapporto sullo stato di attuazione delle riforme che il Paese ha promesso all’Unione europea ed al Fondo Monetario Internazionale stesso.

Il requisito intenzione che era sul piatto della bilancia era assolutamente indispensabile al fine di accedere alla nuova tranche di aiuti, ma la Grecia ce l’ha fatta.

Parliamo dunque dell’ultimo risultato di mesi di agonia del Paese, che è riuscito a sbloccare i fondi solo nell’autunno dello scorso anno, grazie alle nuove misure decise dal Governo Samaras e ritenute sufficienti dai creditori europei.

Accordo Fiat, Chrysler e Gac Group

 E’ arrivata a conclusione la trattativa per l’accordo tra Fiat, Chrysler e Guangzhou Automobile Group (Gac Group) che amplia la collaborazione tra le tre grandi società. Soddisfazione da parte dei presenti e firmatari dell’accordo (erano tutti riuniti al quartier generale della Chrysler ad Auburn Hills, nel Michigan) che si aspettano di raggiungere dei grandi obiettivi di produzione e vendita.

Attualmente in Cina sono prodotti e distribuiti alcuni dei modelli di punta della Fiat, come la Fiat 500, il Freemont e la Bravo, e questa joint venture a tre è stata creata appositamente per creare ulteriori margini di sviluppo a delle vendite che, in questo momento, sono un vero e proprio sostegno al mercato dell’automobile, in crisi in quasi tutto il resto dei paesi.

Crollo del mercato auto dell’UE: si scende ai livelli del 1993

Il primo obiettivo da raggiungere è l’individuazione di altri modelli della casa torinese da immettere nel mercato cinese. Raggiunto il primo obiettivo, toccherà alla Chrysler passare alla produzione in Cina. Qui, infatti, si prevede di costruire le nuove Jeep appositamente studiate per le esigenze di questa tipologie di consumatori, che saranno vendute esclusivamente all’interno dei confini cinesi.

Fusione Fiat-Chrysler

Mike Manley Chief Operating Officer della Region Asia Pacific (APAC), Fiat S.p.A. e President e CEO del Brand Jeep, Chrysler Group LLC, si è detto particolarmente orgoglioso per la conclusione di questo accordo che, in definitiva, ufficializza l’importanza della presenza di Fiat e Chrysler nel mercato asiatico, dopo un 2012 in cui entrambe i marchi hanno avuto una grande espansione in questo territorio.

Banca Mondiale taglia stime crescita PIL

 Ieri sera la Banca Mondiale ha pubblicato il bollettino Global Economic Prospects, nel quale fa un’inversione di marcia e taglia le stime di crescita del PIL.

La causa di questo pessimismo sta nel fatto che, anche se il periodo peggiore della crisi economica mondiale iniziata nel 2008 sembra avviarsi verso la fine, il percorso per il risanamento dell’economia e per il ritorno ad una situazione di normalità è ancora lungo e pieno di insidie.

Fitch taglia l e stime di crescita dell’economia mondiale

Il Global Economic Prospects parla di un PIL che è cresciuto del 2,3% nel 2012, stessa percentuale che si stima anche per l’anno in corso, precedentemente definita al 3%. Il tasso di crescita del PIL dovrebbe iniziare a risalire a partire dal 2014, anno per il quale la previsione è del +3,1%, e nel 2015 con un +3,3%.

Obama preoccupato per il rischio default

A preoccupare di più la Banca Mondiale, oltre al generale rallentamento dell’economia, c’è anche il problema del debito pubblico americano. Se non si arriva all’accordo una delle maggiori economie mondiali collasserebbe, portando delle enormi conseguenze per tutti gli altri paesi.

La crisi economica europea nel 2013

Oltre all’economia americana, le preoccupazioni della Banca Mondiale sono rivolte anche alla situazione cinese, zona in cui si potrebbe verificare un rallentamento degli investimenti, e il problema dei paesi produttori di petrolio, i quali potrebbero interrompere le forniture.

RBS coinvolta nello scandalo Libor

 Dopo i primi scandali si fanno sempre più stretti i controlli sulle banche. Fanno scuola i casi della Barclays, che ha pagato una multa di mezzo miliardo di dollari e ha dovuto rivedere tutte le poltrone più importanti, e quello della UBS, il colosso svizzero, anche lei costretta ad una multa molto salata – un milione di euro – per i guadagni illeciti che sono riuscite ad ottenere con il rimaneggiamento dei tassi di interesse.

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Stessa accusa per RBS, la Royal Bak of Scotland, che, secondo alcune testimonianze,  tra il 2007 e il 2010, avrebbe regolarmente alterato i tassi per aumentare i guadagni provenienti dai derivati. Diverse le indagini che sono state avviate per verificare quanto accaduto.

Se le indagini dovessero portare ad una conferma, anche alla RBS sarà comminata una multa, il cui ammontare dovrebbe essere intorno ai 500 milioni di sterline, più di 800 milioni di dollari.

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Secondo quanto emerso dalle prime indiscrezioni, a partire dal 2007 e fino al 2010, diversi trader della banca hanno falsato il tasso Libor al fine di ottenere maggiori guadagni dalla transazioni legate a questo indice. Come noto, anche per delle variazioni infinitesimali del Libor, si possono ottenere rendimenti particolarmente alti.

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Dai vertici della Royal Bank of Scotland fanno sapere che alcune teste stanno già per cadere, mentre sarà chiesto anche il rimborso dei pagamenti effettuati verso tutti coloro che risulteranno coinvolti nelle indagini.

Crollo vendite iPhone 5

Apple cede. Riduce le ordinazioni di componentistica per i suoi iPhone. La causa di questa flessione nella produzione è dovuta ai risultati di vendita, nettamente più bassi delle aspettative.

PRIMO TRIMESTRE 2013

Nello specifico, nel primo trimestre dell’anno in corso, parliamo dunque del periodo iniziato a gennaio che terminerà a marzo, le richieste di schermi fatte pervenire ai fornitori (che sono Sharp, Japan Display e LG) sarebbero state tagliate della metà rispetto agli originali 65 milioni.

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NEL FRATTEMPO IN SUD COREA

Dall’altra parte del mondo, Samsung si trova nella condizione economica opposta. Il colosso rivale ha infatti annunciato di aver venduto ben più di 100 milioni di unità di Galaxy S.

In particolare i consumatori di cellulari intelligenti hanno comprato fino ad oggi oltre 25 milioni di Galaxy S, nonché 40 milioni di Galaxy S II e 41 milioni di Galaxy S III.

Quello che Samsung ha raggiunto in un anno è un traguardo raggiunto da Apple in un arco di tempo di quattro anni.

Un brutto colpo per la casa di Cupertino.

IL VENTO E’ CAMBIATO

Non è dato sapere se i successi di Samsung dipendano esclusivamente dal crollo di appeal da parte di Apple. Certo è che da quando il Ceo Steve Jobs è venuto a mancare, l’azienda americana ha messo giorno dopo giorno a repentaglio la sua leadership.

Cosa succede se il tetto del debito americano non verrà alzato

 Obama è impegnato in una nuova ed estenuante lotta contro i repubblicani. Dopo essere riuscito ad aggirare, almeno per ora, l’incubo del Fiscal Cliff, il presidente americano ha, adesso, l’impellenza di convincere i repubblicani ad aumentare il tetto del debito del paese.

Per ora il tetto è fissato a 16,4 trilioni di dollari, ma questa cifra risulta insufficiente per la copertura delle spese che le amministrazione devono affrontare. Quindi, o questo tetto viene alzato, o si dovrà ricorrere a misure drastiche ben più impopolari di quelle prese per evitare il Fiscal Cliff.

► Obama preoccupato per il rischio default

Tra le varie misure che potrebbero essere prese, ci sono tagli generalizzati alla spesa governativa (per circa il 40% del totale), rinvio del pagamento degli assegni del Social Security (le pensioni) e dei contratti per gli appalti della difesa e, in ultimo, cessioni di asset come riserve aurifere o titoli garantiti da mutui.

► Bernanke interviene su tetto del debito americano

Un’altra soluzione meno drastica, e quindi anche meno incisiva, potrebbe essere quella del pagamento rateizzato di quanto sopra, decidendo di volta in volta a chi dovranno andare i soldi che lo Stato riceverà dalle nuove entrate fiscali.

Sono state proposte anche altre soluzioni per superare la resistenza repubblicana all’innalzamento del tetto del debito (i repubblicani potrebbero cedere solo a fronte di ulteriori tagli alla spesa) ma tutte si sono poi rivelate poco efficienti nella risoluzione di quella che è una vera e propria emergenza.

Il tutto si definisce chiaramente nelle parole di Jay Carney, portavoce del presidente Obama:

Ci sono solo due opzioni: il Congresso può pagare i suoi conti o spingere il Paese verso il default.

Bernanke interviene su tetto del debito americano

 Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, appena conclusa la conferenza stampa di Barack Obama, ha voluto ribadire i concetti espressi dal presidente americano: il tetto del debito deve essere alzato, e questo deve essere fatto in tempi ristretti, altrimenti ci sarà il crollo dell’economia del paese.

Il suo appello è rivolto soprattutto a quella fascia di resistenza repubblicana che osteggia apertamente le decisioni del presidente, ma che, per un gioco politico, rischia di mettere a repentaglio le sorti dell’intero paese.

► Obama preoccupato per il rischio default

Per Bernanke, se l’accordo non viene raggiunto, il default si verificherà alla fine di febbraio o, al massimo, all’inizio del mese di marzo.

Bisogna agire il prima possibile per evitare di mettere a rischio gli 80 milioni di spese mensili per Previdenza, Sanità, sussidi di disoccupazione e stipendi di militari.

► Cosa succede se il tetto del debito americano non verrà alzato

Ribadendo anche che non si devono ripetere gli errori de 2011, quando il rating del paese fu abbassato a causa della lentezza nell’evitare il default.

Bernanke ammonisce: il tunnel fiscale americano non è ancora terminato e saranno ancora molti gli ostacoli che si presenteranno sul cammino del risanamento economico americano, smentendo anche le voci sulla fine del programma di acquisto dei titoli (85 miliardi di dollari al mese).