La Borsa trema e attende esito delle presidenziali Usa

 Sono giorni cruciali per l’economia. È sempre così quando un presidente degli Stati Uniti sta per essere eletto, poiché dal Paese a stelle e strisce dipendono in parte le sorti e le trame economiche di molte zone del mondo. Ivi compresa l’Europa. Il vecchio continente è alla finestra, in attesa di conoscere l’esito delle Elezioni Presidenziali Usa. Chi la spunterà tra Obama e Romney? Rimangono poco meno di 24 ore prima di saperlo.

Nel frattempo i mercati europei sono in bilico. Le principali piazze di affari sono concentrate sulla sfida tra i due candidati e il “nervosismo” delle azioni si fa sentire. In Grecia la tensione è a mille. Il pacchetto dei tagli al bilancio che Samaras ha inviato sotto forma di proposta all’UE è prossimo all’approvazione.

In mattinata, molte delle borse che hanno aperto in deficit la giornata stanno continuando a perdere. Il trend negativo ha colpito Londra, che a metà mattina sta cedendo lo 0,65%, Parigi, meno 0,8%, e Milano (che ha ceduto lo 0,7%, complice la situazione bancaria). Le perdite più gravi, però, si attestano a Madrid, dove la Borsa spagnola ha ceduto l’1,44%.

In Italia la situazione del giorno è la seguente:

Unicredit: -0,9%;

Intesa Sanpaolo: – 1,26%;

Mediobanca: – 1,28%;

Generali: – 1,18%.

Australia: il grande bleff di Standard & Poors

 Standard and Poor’s sotto accusa. In Australia un gruppo composto da tredici consigli municipali si è unito in una class action storica e vincente per recuperare milioni di dollari persi nell’acquisto di prodotti finanziari rivelatisi tossici.

Nello specifico si trattava di titoli a forte rendimento, promossi soprattutto durante gli anni da agenzie di investimenti altolocate. Titoli che, nel corso della crisi finanziaria australiana di 4 anni fa, si sono dimostrati disastrosi.

L’agenzia di rating, una delle più importanti al mondo, finisce sotto accusa insieme alla famosa banca olandese ABN Amro, specializzata in investimenti. Le due entità finanziarie di valore globale sono state condannate dall Corte Federale di Sidney a sborsare il risarcimento milionario. Il giudice Jayne Jagot ha stabilito che i consigli municipali hanno diritto ad essere risarciti da Lgfs, Standard and Poor’s e ABN Amro, rei di aver commesso un illecito in termini di negligenza e di condotta ingannevole.

I comuni che hanno vinto la class action hanno così recuperato tredici milioni di euro persi nell’acquisto complessivo di titoli Cpdo da reinvestire. Tali titoli erano pubblicizzati dall’Agenzia Rembrandt notes ed erano stati creati dalla banca olandese ABN Amro. In precedenza i Cpdo avevano ottenuto da Standard and Poor’s il rating AAA.

Per i comuni il danno economico è stato enorme: avevano perso il 93% del capitale investito verso la fine del 2006 nei titoli, acquistati mediante la società di servizi finanziari Local Government Financial Services (Lgfs).

UBS: riduzione organico del 15%

La crisi colpisce anche la UBS, una delle realtà bancarie di maggior pregio. In un comunicato di questa mattina la banca elvetica ha reso noto che nei prossimi tre anni saranno licenziati 10 mila dipendenti e che la banca subirà una revisione delle sue attività.