Brasile, una crisi che non conosce fine

Quest’estate ospiterà i Giochi Olimpici, un business che darà ossigeno alle casse dello Stato. Ma, al momento, il Brasile sta attraversando uno dei più brutti periodi della sua storia punto di vista economico, e continua ad affondare nella crisi. Una crisi che non sembra avere mai fine.

Londra e Milano, offerte dalla borsa di New York

Le Borse europee di Londra e Milano hanno un nuovo pretendente, che farà concorrenza a Francoforte: Intercontinental Exchange (Ice), il gruppo di Atlanta che gestisce il New York Stock Exchange, sta valutando un’offerta per il London Stock Exchange, di cui fa parte anche Borsa Italiana.

Borse europee deboli in apertura di settimana

I mercati non si fidano della promessa del G20 di fare di tutto per supportare la crescita e – dopo una settimana di recuperi – iniziano la nuova ottava di contrattazioni all’insegna del rosso. I listini Ue si muovono in rosso, sulla falsa riga di quanto verificatosi in Oriente: Milano lascia sul terreno l’1,4% con le banche deboli, Londra cede lo 0,9%, Parigi l’1,3% e Francoforte l’1,7%.

Usa, Pil superiore alle aspettative

Le Borse europee confermano il trend al rialzo, contando sul dato riguardante il Pil Usa del quarto trimestre apparso in crescita in confronto alle aspettative e sull’iniziale rimbalzo di Wall Street.

G20, il piano per la crescita

Brexit e crisi dei rifugiati: sono questi i nuovi timori di cui si discute al G20. I grandi Paesi aggiornano così il catalogo delle loro preoccupazioni relative alla fragile crescita economica, già minacciata dagli ormai vecchi spauracchi rappresentati dalla Cina e dalla volatilità sui mercati finanziari.

Valorizzare Alibaba, così Yahoo spera di sopravvivere

Yahoo prepara la separazione da Alibaba al fine di sopravvivere e comunica di aver iniziato il processo per esplorare possibili alternative strategiche al reverse spin-off della quota da quasi quaranta miliardi di dollari che detiene nel gigante cinese dell’e-commerce.

Le strategie di Google per sfuggire al Fisco europeo

Dall’Olanda alle Bermuda per diminuire l’impatto del Fisco che consente a Google – oggi Alphabet – di pagare il 6% sui profitti all’esterno degli Stati Uniti, un quarto circa dell’imposta media nei mercati sui quali opera.