Scandalo Libor: UBS pronta al patteggiamento che le costerà un miliardo di dollari

 Si potrebbe arrivare già lunedì in mattinata ad una svolta nel caso dello scandalo Libor. La UBS, la banca svizzera più importante, coinvolta nelle indagini fin dal principio e rea di aver preso parte al rimaneggiamento dei tassi di interesse, grazie alla sua collaborazione nelle indagini potrebbe uscirne con il pagamento di una multa di un milione di euro.

La notizia è stata riportata sia dal Wall street journal che dal Financial times e segue la notifica dei tre arresti avvenuti nei giorni scorsi a Londra. Il rimaneggiamento dei tassi di interesse sui mutui, quindi il Libor per la Gran Bretagna, come anche lEuribor per l’Unione Europea, sul quale le istituzioni comunitarie stanno investigando, porta dei grandi profitti nelle casse delle banche, perché è attraverso questi tassi che, oltre a decidere i tassi di interesse sui mutui, si calcola il valore di molte transazioni finanziarie.

Nello scandalo, sia quello inglese che quello europeo, sono coinvolte molte banche, che sono finite nel mirino degli investigatori già da qualche tempo. Quelle che hanno collaborato alle indagini, come la Barclays, potranno cavarsela con il pagamento di una multa, che sarà calcolata in base ai profitti illegali che la banca in questione è riuscita ad intascare.

La Barclays ha pagato circa mezzo miliardo di dollari e ha dovuto rivedere tutte le poltrone più importanti, per l’UBS il trattamento sarà lo stesso. La banca elvetica, dopo aver ammesso di essere sotto controllo, ha già iniziato l’operazione di ristrutturazione dei vertici – sono stati licenziati in 20 tra manager e operatori – e il taglio di 10 mila posti di lavoro.

 

Bollettino BCE: in Europa manca il lavoro e la situazione è destinata a peggiorare

 La debolezza del mercato del lavoro è la principale fonte di rischio per le famiglie europee. E’ l’allarme che arriva dal Financial Stability Review della Banca Centrale Europea che mette in evidenza un ulteriore calo del numero degli occupati in Europa (anche la situazione dei diversi paesi è molto eterogenea) che ha raggiunto il suo record storico nel corso del 2012.

A peggiorare la situazione le basse prospettive di crescita, che porteranno ad un ulteriore aumento dei senza lavoro fino a che non si creeranno le situazioni per una reale ripresa dell’economia.

Sempre secondo il rapporto della BCE, comunque, nonostante questi evidenti difficoltà, la situazione creditizia delle famiglie è riuscita a rimanere stabile nel corso dell’anno (66% del Pil nel secondo trimestre del 2012) ma le nuove manovre di austerity che verranno attuate prossimamente per risolvere la crisi del debito sovrano potrebbero portare dei rischi reali alla stabilità finanziaria. L’unica soluzione, ammonisce la BCE, è continuare con le riforme e con il rafforzamento delle strutture comunitarie.

Ci sono poi altri due rischi che pendono sull’Europa unita: il primo è un ulteriore peggioramento della redditività delle banche e della qualità del credito e il secondo è la frammentazione dei mercati finanziari che influisce negativamente sulle possibilità di finanziamento per le banche nei paesi in difficoltà.

L’istituto è impegnato in prima linea per la risoluzione di queste problematiche ma avverte anche che è necessario agire sulle cause della crisi, e non solo provvedere ad alleviarne i sintomi.

 

Pil al -2,4%. Italia peggior paese del G20

L’Ocse non ha notizie confortanti per l’Italia. Durante il terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo è sceso del 2,4%, a fronte di un aumento complessivo nel resto dei Paesi che formano l’area del G20.

Il Pil degli altri Paesi dell’area, infatti, è aumentato dello 0,6%, espandendosi del 2,6% complessivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il Pil italiano, invece, scende dello 0,2% nel trimestre e del 2,4% su base annuale. Si tratta del dato più negativo per quanto concerne tutta l’area.

Poco meno peggiore di quello (sempre italiano) del secondo trimestre, quando era sceso dello 0,7 per cento rispetto al secondo trimestre 2011 e del 2,4% su base annuale.

L’Ocse, organizzazione con base a Parigi, ha messo in evidenza la contrazione congiunturale fatta registrare dall’Italia. Qualcosa in positivo si è mosso ma, come visto, si tratta di poco. Molto poco. L’Italia dunque guadagna il titolo di Maglia nera del G20, mettendo a registro l’unica proiezione negativa a pari merito con quella del Regno Unito (il cui Pil è sceso dello 0,1% tendenziale).

Cresce invece il Pil della la Cina. Complessivamente, inoltre, il Pil dell’Eurozona è calato di un -0,6% tendenziale.

Grilli rassicura gli Usa sulla crisi

L’Italia uscirà dalla crisi. Vittorio Grilli, Ministro dell’Economia, ne è certo. La strada è lunga e la via è “stretta”, ma il risultato è certo. La Campagna elettorale non sarà l’ennesimo intralcio.

Il Ministro dell’Economia ha rassicurato gli Stati Uniti durante il Council of Foreign Relation. Nel corso della sua relazione, esposta dinanzi a un pubblico composto da economisti e professori universitari, Grilli ha lanciato un messaggio rassicurante.

Ci sarà spazio anche per la riduzione dello Spread, a patto che l’Italia sappia procurarselo.

In occasione del Council, Grilli è tornato a parlare di Riforme. Di quelle approvate e di quelle da approvare. Molte ancora dovranno essere approfondite. Alcune di esse riguardano il settore delle liberalizzazioni, altre i Servizi.

C’è bisogno di efficienza e competitività, secondo Grilli.

Il Ministro è sicuro di una cosa: L’Italia ha fatto registrare un enorme senso di consapevolezza per quanto riguarda l’esigenza di cambiamento.

Un esigenza avvertita dal popolo italiano, giorno dopo giorno. Sempre di più.

Certo è che gli italiani sono ‘shockati’ dall’Imu e da altre imposte, ma sperano nell’allentamento della pressione fiscale. Per farlo, secondo Grilli, è necessario che tutti paghino le tasse.

 

Copyright sul Web, si arriva a una svolta

Antonio Preto, uno dei Commissari Garanti della Comunicazione, ha annunciato quelle che saranno le novità del Copyright in internet a partire dal 2013.

L’obiettivo del Garante? Regolarizzare i conti. Una mossa che forse non farà contento il numerosissimo popolo di internet, contrario a ogni forma di disciplina. I precedenti commissari non hanno trovato una soluzione, al punto che per il momento il commissariato sta perdendo la partita.

Il secondo tempo deve però ancora iniziare e l’impressione è che si voglia finire in pareggio. Ciò vuol dire che i popolani del web non dovranno preoccuparsi.

In primo luogo Preto chiede al Parlamento di indicare quali poteri sono in mano al Garante.

Un potere che deve essere consegnato da Camera e Senato, così da permettere ai 4 Commissari di intervenire sulla questione del Diritto d’autore.

Preto, inoltre, vuole ‘sentire la voce del Popolo’. così da tutelare la creatività degli utenti del web.

Nessun atto di forza, dunque. Nessuna volontà di censurare il web. Il processo sarà lungo, ma non sarà liberticida.

Tutte le misure contenute nella nuova Legge Sviluppo

Il Decreto Sviluppo è diventato Legge.

Il Parlamento lo ha approvato al termine di un lungo ‘batti e ribatti’ di trattative, momenti di stop, discussioni e approfondimenti. Grazie all’impegno e alla tenacia del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, però, il Decreto ha raggiunto lo status di Norma. Il secondo voto di fiducia, ottenuto alla Camera, è arrivato dopo l’approvazione (faticosissima da raggiungere) in Senato.

Le difficoltà sono sorte per via ell’astensione del Popolo delle Libertà.

Il Ministro Passera si ritiene soddisfatto dell’entrata in vigore del Decreto Sviluppo. Si tratta di un risultato ottenuto in un momento difficile per la politica italiana, che dunque è doppiamente importante. Tutto merito dell’impegno governativo. Passera si dichiara ottimista per quanto concerne le prospettive dell’economia italiana.

La sua impressione è che il trend sta cambiando. Il segno dell’Economia, secondo il Ministro allo Sviluppo Economico, tornerà positivo nel 2013. Non male per un Governo che ha ‘preso’ l’Italia in un momento di profonda crisi e che, se dovesse lasciare la carica, lascerebbe con una situazione visibilmente migliorata.

La Legge Sviluppo voluta da Passera premia Digitalizzazione, Liberalizzazioni e Infrastrutture. La nuova normativa dovrà offrire nuovi impulsi a questi tre segmenti.

COSA CAMBIA CON LA LEGGE SVILUPPO

Quali sono le misure contenute nella nuova Legge Sviluppo?

Documenti digitale unificato: Ci sarà un solo tesserino elettronico, in luogo di Carta d’identità e Tessera sanitaria. L’accorpamento favorisce i cittadini, i quali potranno anche fornire il proprio indirizzo mail per entrare in contatto con la Pubblica Amministrazione.

Biglietto Autobus Elettronico: Dall’entrata in vigore della legge i biglietti per i mezzi pubblici potranno essere pagati anche con i telefonini tramite il credito telefonisco.

– Ricetta elettronica: Diventano digitali la cartella clinica e il famoso foglietto rosso utilizzato tradizionalmente per ricette e prescrizioni mediche.

-Farmaci equipollenti: Ogni ricetta dovrà indicare obbligatoriamente quale principio attivo contengono i farmaci prescritti, in maniera tale che il paziente potrà scegliere tra il farmaco griffato o un suo equivalente generico.

– Libro elettronico: Sarà introdotto a partire dal 2014-2015.

– Digital Divide: 150 milioni di euro sono a disposizione per completare il programma nazionale Banda Larga, così da portare internet in forma veloce lungo tutto l’arco del territorio italiano.

Start Up : E’ prevista una detrazione Irpef per il 2013, 2014 e 2015, pari al 19% della somma investita per l’apertura di una StartUp.

– Infrastrutture: Con la Legge Sviluppo saranno realizzate nuove infrastrutture considerate strategiche, con importo superiore al mezzo miliardo di euro.

– Bancomat: Previsto dal 2014 l’obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamento con il Bancomat.

Rc Auto: Il contratto di assicurazione non può essere firmato per più di un anno e non può essere tacitamente rinnovato.

Zone Franche Urbane: Sono previste agevolazioni fiscali in arrivo per quelle imprese che investono in città del Meridione.

– Mini proroga per le Spiagge: Allungate di 5 anni le concessioni che scadevano nel 2015. Saranno protratte dunque sino al 2020, malgrado l’Ue aveva espresso un parere contrario in merito.

– Riforma per le Banche Popolari: Il voto capitario, inteso come principio della democrazia economica, viene mantenuo. Il limite del possesso azionario viene esteso alle persone fisiche. Passa dallo 0,5% all’1% del Capitale Sociale dell’Istituto Bancario.

– Fondazioni & CDP:   Il conguaglio che le Fondazioni dovranno versare al Tesoro per la conversione delle azioni prioritarie Cdp in ordinarie dovrà avvenire a rate e con una diluizione della loro partecipazione dal 30% al 20%. Dalla discesa delle Fondazioni il Tesoro guadagnerà 750 milioni di euro.

-Ponte sullo Stretto: con la Legge Sviluppo si passa alla stetta finale. La Società Stretto di Messina dovrà far sapere quali saranno le sue prossime valutazioni per capire se è il caso di avviare definitivamente il progetto. Nel contempo è stata inoltrata l’informativa alle commissioni parlamentari, onde comprendere eventuali indennizzi qualora l’opera non venga realizzata.

 

Record del debito pubblico italiano

 Per l’esattezza l’ammontare del debito pubblico italiano è arrivato a 2.014 miliardi di euro. La cifra più alta di sempre che getta un’ombra scura sulla situazione italiana e sulle prospettive di risanamento.

Questi sono i dati emersi dal supplemento “Finanza pubblica” al bollettino statistico della Banca d’Italia. Il mese di ottobre ha segnato questo record negativo del debito pubblico italiano. Incrociando quest dati con quelli dell’Istat sulla popolazione, si rileva che ognuno dei 60,9 milioni di residenti in Italia a gennaio, un numero in cui sono compresi anche i nuovi nati, ha un debito di 33 mila euro.

Sono le amministrazione centrali ad essere sempre più indebitate, mentre gli enti locali hanno mostrato un generalizzato calo del passivo. La situazione peggiore è quella della sanità pubblica, per la quale è stato stimato un debito di 40 miliardi di euro verso i fornitori.

Dall’inizio dell’anno il debito pubblico italiano è cresciuto del 3,7% passando dai 1.943,455 miliardi di gennaio agli attuali 2.014 (71,238 miliardi di euro in più).

Aumentano anche i tributi che sono entrati nelle casse dello stato. Il bollettino rilasciato dalla Banca d’Italia ha registrato un aumento del gettito di del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.

 

L’UE sblocca i fondi per il salvataggio della Grecia

 I risultati del buy back dei titoli di stato greci ha dato i suoi risultati. Non quelli sperati,ma comunque sufficienti per convincere l’Unione Europea a sbloccare i fondi per gli aiuti.

La prima tranche di aiuti arriverà alla Grecia entro la fine dell’anno e saranno 34 miliardi di euro. Entro il primo trimestre del 29013, pi, ne arriveranno altri 10 e, se sarà necessario, il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha garantito che Bruxelles è disposta a mettere in atto ulteriori misure di salvataggio del paese.

Gli aiuti alla Grecia sono arrivati con sei mesi di ritardo (l’operazione sarebbe dovuta partire già a giugno di quest’anno) ma le elezioni e i ritardi nell’approvazione del piano di tagli da parte di Samaras hanno portato la Toika ad attendere che le due operazioni di buy back che hanno portato nelle casse dello stato greco una parte della somma necessaria al salvataggio.

Si tratta di un boccata di ossigeno per la Grecia. Il paese ha attraversato uno dei momenti più difficili della sua storia e gli aiuti sono il primo passo per portare il rapporto debito/pil al 120% nel 2020. Ma la situazione del paese resta ancora molto complicata: le previsioni degli ultimi giorni confermano che il pil greco scenderà ancora di altri 6,5 punti percentuali e la disoccupazione continuerà a crescere.

 

Trattative in corso per la ricapitalizzazione delle banche europee

 L’accordo sulla centralizzazione della vigilanze delle banche dei paesi della zona euro è stato raggiunto ieri e la nuova super BCE sarà operativa a partire dal marzo del 2014, ma non è solo il controllo degli istituti bancari a influire sulla sopravvivenza dell’Unione. Stanotte, infatti, i 27 leader si sono nuovamente riuniti per decidere le misure da adottare nel breve termine per l’integrazione bancaria, step necessario perché i paesi bisognosi possano accedere direttamente ai fondi dell’ESM.

I leader hanno anche chiesto al presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy di preparare un altro documento con le nuove misure da varare a partire dal prossimo anno, documento che si andrà ad aggiungere a quello già presentato dal presidente sulle tre tappe da seguire per la ricapitalizzazione delle banche, il quale non ha avuto molta influenza sull’andamento del vertice di questa notte.

I leader si sono concentrati soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi a breve termine, ossia la necessità di trovare e adottare regole comuni per la risoluzione delle banche e la garanzia dei depositi, ma il nodo che ancora non si è riusciti a sciogliere è quello che riguardala ricapitalizzazione delle attività bancarie precedenti alla creazione del meccanismo unico di sorveglianza, eventualità a cui si oppongono fermamente Germania, Finlandia e Olanda.

 

 

La crisi dell’Euro frena l’economia tedesca

 Non poteva essere altrimenti. La moneta unica e l’economia comune non potevano non avere degli effetti anche sulla Germania, uno dei pochi paesi dell’Europa, a parte quelli del profondo nord, che ancora riusciva a tener testa alla crisi.

Le stime dell’istituto di ricerca tedesco IFO parlano chiaro: anche il paese della cancelliera di ferro ha subito gli effetti della crisi devastante che ha colpito l’Europa, il cui picco negativo sarebbe dovuto arrivare in estate e poi, invece, è stato spostato a questo inverno. Nell’ultimo trimestre del 2012 il Pil della Germania scenderà, secondo le previsioni, dello 0,3%: una percentuale bassa che non espone il paese al rischio della recessione, ma che comunque evidenzia come anche un paese stabile e forte come la Germania possa risentire delle problematiche dei paesi vicini.

Alla fine dell’anno si stima una crescita complessiva del Pil tedesco dello 0,7%, la stessa che è stata prevista anche per il 2013. L’IFO ha anche stimato che la disoccupazione è cresciuta del 6, 8% in questi dodici mesi e continuerà a crescere, anche se di pochissimo, anche nel prossimo anno.

Secondo il presidente dell’Ifo, Hans-Werner Sinn le stime di ripresa economica per il 2013 saranno attuabili solo

qualora la crisi dell’euro non si acutizzi e resti in linea con lo scenario di base, le forze rialziste domestiche e la crescente domanda di beni da esportazione tedeschi al di fuori della UE dovrebbero dare slancio all’economia.