Marzo da record per l’industria del risparmio gestito

 Assogestioni ha diramato questa mattina i dati relativi alle performance dell’industria del risparmio gestito in Italia. I numeri che sono arrivati sembrano mostrare una rinnovata fiducia degli italiani nell’investimento: la raccolta netta per il mese di marzo, infatti, si è attestata a 7,3 miliardi di euro.

► Come si sottoscrive un fondo di investimento on line?

Un dato più che positivo che fa rientrare la paura del settore, avuta alla fine dello scorso anno, che gli italiani avessero intenzione di abbandonare questa forma di investimento.

Nello specifico una larga parte di questo successo è da attribuire ai fondi aperti, sia italiani che esteri,  che  per il mese di marzo 2013 hanno totalizzato 5,3 miliardi: mezzo miliardo di euro deriva dai prodotti tricolore mentre i prodotti di diritto estero attraggono 4,8 miliardi.

Altri 1,9 miliardi arrivano dalla gestione del portafoglio. Grazie a queste cifre l’industria del risparmio gestito italiana può segnare un altro record nel suo palma res: è il quinto mese consecutivo, infatti, l’industria batte il record di patrimonio con asset che superano quota 1.225 miliardi di euro.

► Come scegliere un fondo di investimento in base alla performance

Questo rinnovato interesse degli italiani per l’investimento si può spiegare con la ricerca, da parte dei risparmiatori, di  soluzioni semplici e trasparenti e con la ripresa del collocamento dei prodotti del risparmio gestito da parte delle banche.

Come si sottoscrive un fondo di investimento on line?

 Prima del 200, anno in cui Bankitalia, Consob e Ufficio Italiano Cambi hanno dato la possibilità alle società di gestione del risparmio di far sottoscrivere i contratti anche attraverso Internet, l’unico modo per sottoscrivere un fondo di investimento era di andare alla sede della società di gestione, o in una sua filiale, farsi consegnare il modulo, compilarlo e corredarlo di tutta  la documentazione richiesta e poi spedirlo al mittente.

► Quali vantaggi dal risparmio gestito on line?

Adesso la situazione è cambiata e chiunque voglia sottoscrivere un fondo di investimento può farlo direttamente da casa propria e in qualsiasi ora del giorno preferisce.

La pratica è anche molto semplice: una volta che si è scelta la società di gestione alla quale affidare i propri risparmi dal sito della stessa è possibile compilare il form di adesione che dà accesso al contratto. Poi si scarica il contratto e lo si stampa, si procede alla sua compilazione e alla sua firma.

Il contratto va poi spedito alla società di gestione di riferimento che, una volta ricevuto anche il bonifico bancario che costituisce il vostro capitale da investire, invierà una password di identificazione cliente con la quale si potrà accedere a tutti i servizi offerti dalla società di gestione direttamente on line.

► Come scegliere un fondo di investimento in base alla performance

Il fatto che tutta questa operazione venga svolta tramite internet è un chiaro vantaggio per entrambe le parti: meno burocrazia, tempi più brevi e costi abbattuti, senza contare che il cliente avrà accesso alle informazioni sulla sua situazione in qualunque momento della giornata.

Quali vantaggi dal risparmio gestito on line?

 L’apertura dei mercati e l’emergere di sempre nuovi attori ha fatto sì che i mercati finanziari divenissero sempre più affollati e difficili da comprendere. Allo stesso tempo si sono moltiplicate anche le opportunità di investimento.

► Come scegliere un fondo di investimento in base alla performance

Per questo motivo a tutti i piccoli risparmiatori è consigliato di rivolgersi a dei professionisti per investire i propri capitali, ossia a persone che conoscono bene i mercati e le loro evoluzioni e che possono, quindi, cercare la soluzione che possa portare al maggiore rendimento.

In tutto questo a partire dal 2000, anno in cui la Bankitalia, Consob e Ufficio Italiano Cambi hanno dato il loro assenso alla possibilità di sottoscrivere un fondo di investimento anche senza il ricorso al modulo cartaceo, ma direttamente attraverso internet, la situazione si è complicata ulteriormente.

Infatti, se è vero che, e questo è indubbiamente un vantaggio dell’apertura dell’industria del mercato gestito ad Internet, i piccoli risparmiatori hanno accesso ad un numero sempre più elevato di possibilità di scelta tra i vari strumenti finanziari, allo stesso tempo c’è anche da tenere conto che Internet pone al risparmiatore degli ulteriori problemi.

Infatti, ad una maggiore scelta corrisponde anche una maggiore richiesta di competenze a chi vuole investire per districarsi tra le tante offerte e proposte. A questo si aggiunge il fatto che  l’eccesso di informazioni può essere, a volte, fuorviante e non sempre si traduce in valore aggiunto per le scelte di investimento.

► Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

In definitiva, anche se Internet ha dato la possibilità a tutti di avere accesso ad informazioni prima ad esclusivo appannaggio degli addetti del settore, ai piccoli risparmiatori si consiglia sempre di affidarsi professionisti.

Aspetti generali dei fondi comuni di investimento mobiliare aperti

 La legislazione di riferimento per i fondi di investimento comune mobiliari aperti in Italia è il D. Lgs. n. 58/98 che all’art. 1, comma 1, lett. j) li definisce come patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti gestito in monte.

► Tipologie e caratteristiche dei fondi di investimento aperti

Cosa vuol dire questa definizione?

Sono diversi gli aspetti che definiscono un fondo comune di investimento mobiliare aperto e che lo distinguono dalle altre tipologie di fondo. Nello specifico un  fondo comune di investimento mobiliare aperto è a capitale variabile, questo vuol dire che il patrimonio gestito varia continuamente, tanto nel suo ammontare che nella sua composizione, perché chi lo gestisce può variare le strategie di investimento in base all’andamento dei mercati di riferimento.

La suddivisione in quote propria del fondo comune di investimento mobiliare aperto fa sì che anche queste possano avere un valore variabile che si determina in base al rapporto tra il totale delle attività nette del fondo e il numero delle quote in circolazione.

I partecipanti del fondo hanno diritto a chiedere il rimborso delle quote in qualsiasi momento, ma sempre secondo i criteri stabiliti dalla specifico fondo al quale partecipano.

In sostanza, un  fondo comune di investimento mobiliare aperto si definisce come un patrimonio ottenuto dai risparmi che i partecipanti vi hanno versato, destinato ad essere investito. Per avere una maggiore cognizione di ciò a cui ci stiamo riferendo, vediamo nel dettaglio cosa significano le parole che lo definiscono.

Perché è comune?

E’ comune perché e definito dalla somma dei capitali versati da ogni singolo investitore che diviene parte integrante del capitale totale.

Perché di investimento?

Un fondo comune mobiliare aperto è di investimento perché il capitale totale è utilizzato per l’investimento, appunto, che deve portare alla crescita del patrimonio iniziale investito da ogni singolo risparmiatore.

Perché mobiliare?

I fondi in questione vengono definiti mobiliari perché il patrimonio è impiegato solo nella trattazione di strumenti e prodotti finanziari.

► Fondi Comuni di investimento chiusi

Perché aperto?

I fondi di questo genere sono definiti aperti perché i sottoscrittori non hanno vincoli né in entrata né in uscita.

Qual è la convenienza della sottoscrizione di fondo comune di investimento mobiliare aperto?

La convenienza della sottoscrizione sta nel fatto che il singolo investitore può beneficiare, in primo luogo, di una gestione professionale del proprio capitale e, inoltre, può accedere ad una maggiore diversificazione dell’investimento, sia perché la gestione professionale permette di accedere ad informazioni altrimenti inaccessibili per chi non si occupa di questioni finanziarie sia perché il capitale a disposizione è molto più cospicuo.

 

Gli italiani non vogliono più investire

 Difficile trovare dei soldi da investire se quello che si guadagna basta a malapena ad arrivare a fine mese, se poi si aggiunge a questa difficoltà anche una grande incertezza sul futuro economico e politico del paese, non stupisce che gli italiani stiano rifuggendo sempre di più dagli investimenti.

► Raccolta risparmio gestito 2012

La Consob, nel suo ultimo bollettino statistico, dà evidenza fattuale a questa situazione: negli ultimi due anni gli investimenti in azioni, obbligazioni, Btp e altri titoli sono diminuiti di 715 miliardi, per una perdita totale degli investimenti nel retail pari al al 36% in meno rispetto ai periodi precedenti, passando da quasi 2mila miliardi a 1.269 miliardi di euro.

Si salvano da questa fuga gli investitori professionali (società di investimento, fondi, fondazioni) che invece hanno aumentato la loro esposizione verso azioni, obbligazioni, derivati e altri prodotti finanziari del 5,9%, portandola a 1.901 miliardi.

Sono infatti gli investitori privati ad aver contribuito in maniera massiccia al calo degli investimenti in Italia. Le cause, naturalmente, vanno riscontrate nella mancanza di liquidità ma anche, secondo la Consob, a causa delle perdite subite per gli scandali finanziari e per il crollo dei mercati.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Nello specifico gli investimenti in azioni italiane sono scesi da 279,6 a 101,5 miliardi (-63%), quelli in Bot e Btp sono passati da 431,9 a 265,4 miliardi (-38,5%), le obbligazioni bancarie da 759,7 a 478,7 miliardi (-37%), i bond societari da 41,8 a 24,9 miliardi (-40%). Calano anche degli investimenti in azioni estere, da 33,7 a 16,4 miliardi (-51%), e in titoli di Stato esteri, da 74 a 41,2 miliardi (-44%).

 

A febbraio raccolta da record per il risparmio gestito

 Le sottoscrizioni di fondi di investimento a febbraio hanno raggiunto un nuovo record. Con 5,25 miliardi di euro di nuove sottoscrizioni, che si aggiungono ai sei miliardi ottenuti a gennaio, il risparmio gestito è riuscito a compensare il deflusso che ha caratterizzato il 2012.

► Tipologie e caratteristiche dei fondi di investimento aperti

A spingere in alto le sottoscrizioni di fondi di investimento sono stati i fondi aperti, che hanno raggiunto, da soli, una raccolta pari a 4,5 miliardi di euro, seguiti dai fondi obbligazionari (2,5 miliardi) e dai fondi flessibili (1,87 miliardi).

I dati sono stati raccolti da Assogestioni e mostrano, nello specifico, come l’ottimo risultato raggiunto sia stato, in larga misura, ottenuto grazie ai grandi afflussi di capitale che è riuscita ad attirare Aletti Gestielle, sgr del gruppo Banco Popolare, per un totale di 876,3 milioni di euro.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Per quanto riguarda l’industria del risparmio gestito, le gestioni collettive mostrano una tendenza piuttosto spiccata a preferire prodotti istituiti fuori dal nostro paese, in circa il 70% dei casi, con sottoscrizioni per 3,32 miliardi di euro. Bene anche i fondi bilanciati, che raccolgono 713 milioni di euro, il doppio di quanto fatto a gennaio, mentre i fondi azionari hanno subito un calo piuttosto sostanzioso: 138 milioni di euro, contro i 204 di gennaio.

Come scegliere un fondo di investimento in base alla performance

 Quando si sottoscrive un fondo di investimento, di qualsiasi natura esso sia, ciò che il risparmiatore vuole ottenere è, ovviamente, la crescita del suo patrimonio. In gergo tecnico questa crescita, o, in alcuni casi, la diminuzione, viene definita performance, che definisce il comportamento del fondo in un determinato periodo di tempo e al netto di tutti gli oneri di tale tipo di gestione.

► Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

Come si fa a capire se il fondo di investimento sottoscritto ha delle buone performance?

Per capirlo è necessario prendere in considerazione due criteri: il rendimento che si è ottenuto e il rischio che si è corso nel farlo. I due criteri devono sempre essere presi in considerazione insieme, in quanto, come noto, sono legati da una relazione molto stretta e bidirezionale che si può così riassumere: un maggiore rischio comporta la possibilità di maggiori guadagni, ma aumenta anche le probabilità di perdita del capitale investito.

Lo strumento di cui si avvalgono gli analisti per giudicare il livello delle performance di un fondo di investimento è il RAP (risk-adjusted performance) che ha poi dato vita i GIPS (Global Investment Performance Standards ), ossia gli Standard Globali per la Presentazione della Performance, che permettono di mettere a confronto non solo le performance di un singolo fondo, ma anche di fare la comparazione tra diversi strumenti finanziari e i diversi soggetti che li offrono, anche a livello internazionale.

► Rendimento reale delle attività finanziarie

Quindi, prima di sottoscrivere un qualsiasi fondo di investimento, sarebbe opportuno informarsi se il soggetto prescelto ha aderito o meno ai GIPS: l’adesione è volontaria, ma il fato che una società o un ente autorizzato abbia aderito è una garanzia di maggior sicurezza e trasparenza  per il risparmiatore.

Definizione e funzioni degli investitori qualificati

 Ogni giorno ci vengono proposti una quantità sempre maggiore di prodotti finanziari per la gestione del portafogli offerti da soggetti di diversa natura. Districarsi in questa giungla di offerte non è certo semplice, soprattutto se non si ha molta praticità con l’argomento.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Come si può fare, quindi, a capire ed individuare l’investitore giusto, che sia un soggetto qualificato e sicuro e che, inoltre, sia il migliore per le nostre esigenze di risparmio e di investimento?

Non è una domanda di facile risposta, soprattutto perché non è possibile, nell’ambito dei servizi d’investimento, individuare un collegamento diretto ed esclusivo tra categorie di intermediari e prodotti dagli stessi offerti. Ma si può, comunque, fare riferimento alla normativa che regola gli intermediari e i prodotti dell’industria del risparmio gestito.

Si tratta del decreto del Ministero del Tesoro n. 228 del 24/5/1999, il quale, all’art. 1, comma 1, lettera h), così classifica e definisce gli investitori qualificati:

1. imprese di investimento (Sim e imprese di investimento estere), banche, agenti di cambio, società di gestione del risparmio, SICAV, fondi pensione, imprese di assicurazione, società finanziarie capogruppo di gruppi bancari ed i soggetti iscritti negli elenchi previsti dagli artt. 106, 107 e 113 del testo unico bancario;

2. soggetti esteri autorizzati a svolgere, in forza della normativa in vigore nel proprio Paese d’origine, le medesime attività di cui al punto precedente;

3. le fondazioni bancarie;

4. persone fisiche e giuridiche e altri enti in possesso di specifica competenza ed esperienza in operazioni in strumenti finanziari espressamente dichiarata per iscritto dalla persona fisica o dal legale rappresentante della persona giuridica o dell’ente.

Ora che si è definito quali sono i soggetti autorizzati a gestire, sul territorio italiano, i risparmi dei cittadini, vediamo quali sono le loro funzioni principali. Sempre riferendosi al decreto legge prima citato e a tutta la relativa disciplina e letteratura sull’argomento, gli investitori qualificati hanno le seguenti funzioni:

1. intermediazione tra soggetti in surplus finanziario e soggetti in debito finanziario;

2. investimento del risparmio che raccolgono dai loro clienti, che deve essere fatto in base alle necessità del soggetto che ha concesso il denaro in gestione al fine di ottenere il massimo rendimento, nel rispetto del profilo di rischio concordato;

► Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

3. gestione collettiva delle risorse, al fine di ottenere il rendimento più alto possibile con il rischio minore, funzione resa possibile proprio dal livello professionale con il quale operano questi soggetti che permette di accedere ad una maggiore diversificazione degli investimenti;

4. consulenza, sia verso i risparmiatori che decidono di affidare a terzi i loro risparmi sia a favore dei soggetti finanziati.

Il peso del fisco sul risparmio

 Chi ha fatto degli investimenti sa bene che i loro rendimenti possono essere molto variabili a causa delle continue, e non sempre prevedibili, fluttuazioni dei mercati. Ma oltre a questo, ad influire sul risparmio c’è anche il fisco che, soprattutto in questi ultimi giorni, sta facendo sentire l’effetto delle nuove legge emanate di recente, come la manovra di Ferragosto del 2011, il decreto salva-Italia e la legge di stabilità per il 2013.

► Le elezioni italiane e gli investimenti

Difficile dare un quadro preciso della situazione, in quanto le aliquote variano in base all’ammontare dell’investimento e del prodotto prescelto. In media si tratta, comunque, di una pressione fiscale di circa il 50% che arriva, però, anche a punte dell’80%.

Ad essere maggiormente penalizzati, a causa dell’effetto combinato di bollo e ritenute, sono gli investimenti più piccoli. Ad esempio, come riportato nella tabella de Il Sole 24ore, per un investimento di 3.000 euro sui titoli di stato, si può arrivare a pagare al fisco fino a 50% delle cedole. Lo stesso anche per le obbligazioni, strumenti per i quali la pressione arriva anche al 60%.

A questo punto i piccoli risparmiatori, coloro che sul conto corrente bancario hanno un deposito inferiore ai 5.000 euro, hanno maggiore convenienza a lasciare il denaro fermo, in quanto per queste somme non scatta il bollo in somma fissa.

► In Italia arriva la Tobin Tax

A questo si aggiunge la Tobin Tax, entrata in vigore il I marzo, che si applica, per ora, le transazioni di azioni emesse da società italiane e, a partire da luglio, anche tutte le operazioni su strumenti finanziari derivati

 

Inizio anno da record per il risparmio gestito

 Il 2013 è iniziato molto meglio del previsto per il settore del risparmio gestito, dopo un 2012 dai risultati altalenanti.

Secondo quanto riportato dalla mappa mensile di Assogestioni, infatti, la raccolta totale per il mese di gennaio 2013 per il risparmio gestito ammonta a ben 1.200 miliardi di euro. Alla fine dello scorso anno il computo era di 1.194,6 miliardi.

► Raccolta risparmio gestito 2012

Nello specifico la raccolta netta totale è stata di 6,57 miliardi, che si pongono come un solido torrione contro i 4,3 miliardi di deflussi registrati a dicembre 2012. Si tratta di un rialzo netto di 3,19 miliardi rispetto al mese precedente, con le gestioni del portafoglio che registrano +3,38 miliardi dai -4,57 miliardi di dicembre 2012.

Analizzando nel particolare  i dati riferiti all’intera industria del risparmio gestito, il comparto delle Gestioni Collettive -che rappresentano circa il 44% del valore totale con circa 530 miliardi di raccolta- i Fondi di Diritto Italiani hanno raggiunto una raccolta complessiva di 138 milioni di euro.

► 2013 anno di consolidamento dei risparmi

Sono andati meglio i prodotti di diritto estero con un flusso complessivo che ha superato i 3 miliardi di euro. Ottime le performance dei Fondi Flessibili (totale della raccolta: 1,9 miliardi) e quelle dei Fondi Obbligazionari che hanno raccolto circa 1,3 miliardi.