Scommettere con gli Etf e lo spread

 Elezioni politiche alle porte e tutti si stanno affannando a cercare di capire il sentiment degli elettori per dare una prima risposta alla domanda che tutti si fanno: chi guiderà il nostro governo? Domanda più che legittima che mai come questa volta sembra essere avvolta dalla più completa incertezza.

► I titoli che reggeranno ad ogni possibile esito delle elezioni secondo Banka Akros

C’è poi chi pensa solo alla politica e chi, invece, più lungimirante, pensa anche alle conseguenze che il risultato delle elezioni politiche può portare ai nostri risparmi e ai nostri investimenti. La paura maggiore è che dalle elezioni possa uscire un governo frammentato e quindi debole, sia sul piano interno che su quello estero, che potrebbe portare, nuovamente, a tensioni in borsa, rialzo dell0 spread e volatilità dei rendimenti dei BTp.

Se le grandi banche stanno già provvedendo per essere pronti a tutti gli scenari possibili, anche i piccoli risparmiatori possono farlo aderendo agli EFT, ossia quella particolare categoria di fondi di investimento che replicano l’andamento del Bund e del BTp, giocando quindi sulle oscillazioni dello spread.

► Esito e conseguenze delle elezioni italiane secondo le principali banche di affari

Il gioco è piuttosto semplice: se si pensa che dalle elezioni uscirà un governo forte e apprezzato anche all’estero, che farà scendere lo spread, l’investitore acquisterà allora Etf al rialzo su BTp e al ribasso sul Bund. Al contrario, in caso si ipotizzi una maggioranza frammentata e non apprezzata all’estero -che porterà quindi lo spread  a risalire– si dovranno acquistare Etf al ribasso sul BTp e al rialzo sul Bund.

Facile. Basta fare la scelta giusta.

I titoli che reggeranno ad ogni possibile esito delle elezioni secondo Banka Akros

 Le banche d’affari internazionali stanno guardando con attenzione a quello che sta succedendo in Italia e soprattutto a quello che succederà lunedì prossimo, quando si inizieranno ad avere dati certi sul possibile esito della tornata elettorale.

Tanti gli scenari possibili, ognuno dei quali porterà a delle inevitabili conseguenze. Economia e politica sono legate a filo doppio e ancora di più lo sono politica e finanza. Quindi, per chi vuole investire, come e dove è meglio mettere i propri risparmi in modo che non vengano turbati dal risultato delle elezioni?

► Esito e conseguenze delle elezioni italiane secondo le principali banche di affari

A dare dei consigli è la Banka Akros, che fa capo a Banca Popolare di Milano. La Banca ha fatto una voluminosa analisi dei possibili scenari dopo il 25 febbraio, e, mettendo insieme tutti i dati raccolti, ha stilato un elenco delle aziende e delle realtà che possono essere considerate degli investimenti sicuri, in quanto i loro capitali non sono vincolati da nessun legame politico di sorta.

Ecco la lista della spesa di Banka Akros, in ordine alfabetico:

Amplifon
Astaldi
Fiat Industrial
Recordati
Sorin
StMicroelectronic
Terna
Trevi

Consigliate, anche se più rischiose (e quindi più redditizie) anche Finmeccanica e Fonsai. Se si vuole investire su banche, la Banka Akros consiglia di puntare su MediobancaUnicredit.

Indagine FSA su consigli consulenti bancari

 Le banche sono il luogo sicuro in cui depositare i propri averi, sia per tenerli lontani da mani indiscrete sia per farli aumentare. Chi, in effetti, potrebbe badare al denaro meglio di loro?
► Il BTp a 15 anni piace molto agli inglesi

In teoria nessuno, ma, secondo una recente ricerca condotta dalla Fsa –Financial Services Authority– una sorta di Consob inglese, in un buon numero di casi i consulenti bancari non hanno fatto a dovere il loro compito e hanno dato dei consigli sbagliati ai loro clienti. Nello specifico nell’11% dei casi si è trattato di consigli non adeguati e nel 15% il consulente non ha preso le giuste informazioni per consigliare la soluzione migliore al risparmiatore.

La FSA ha fatto una mystery shopping review, ossia un controllo effettuato dai suoi ispettori che si sono spacciati per normali clienti e ha scoperto questa pericolosa realtà. Gli interventi sono stati 213 in totale e hanno riguardato sei diversi istituti bancari.

► Tagli banche inglesi 2013

Nello specifico gli ispettori hanno constatato raccomandazioni non in linea con i profili di rischio del cliente o con le sue necessità finanziarie.

Questo tipo di indagine ci consente di capire cosa succede ai clienti quando comprano prodotti finanziari. Se da un lato siamo delusi dai risultati, dall’altro siamo incoraggiati dalle iniziative che gli istituti hanno preso per rettificare la situazione

ha commentato Clive Adamson, direttore della supervisione alla Fsa.

 

2013 anno di consolidamento dei risparmi

 Questo è quanto emerge da una indagine condotta da Ing sulle strategie di risparmio dei cittadini europei. La risposta è stata piuttosto uniforme: dopo le difficoltà affrontate è necessario, in primo luogo, pensare a saldare i debiti pendenti e poi consolidare quel poco che rimane.

► La ripresa è più lontana per gli italiani

E’ così che gli abitanti del Vecchio Continente vedono le sorti dei loro averi nel 2013. Per il 34% degli intervistati (per un campione totale di 14 mila risparmiatori sparsi in 14 Paesi europei) l’obiettivo primario è quello di risparmiare quanto più possibile e cercare, al contempo, di ottimizzare la gestione delle proprie risorse economiche.

Tra tutti gli intervistati gli italiani sembrano essere i risparmiatori che meno fortunati. Il 39% degli intervistati italiani ha dichiarato di avere intenzione di risparmiare di più, solo il 25% ha ammesso di vivere in uno status di comfort finanziario. Al primo posto della classifica, invece, lussemburghesi, seguiti da olandesi e polacchi.

► Continua incubo disoccupazione

E se, a causa della crisi, si perde il lavoro o la propria fonte di reddito? Bene, il 45% degli italiani avrebbe risparmi a sufficienza per mantenersi per soli tre mesi. 3 su 10 si trovano con un budget pronto da utilizzare di 1500 euro, a fronte di una disponibilità molto superiore a questa cifra per il 59% dei lussemburghesi e del 57% degli olandesi.

Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

 I criteri di classificazione dei fondi comuni di diritto italiano sono quattro e ognuno di essi racchiude un particolare aspetto del fondo in questione. Vediamoli nel dettaglio.

Classificazione in base al grado di diversificazione del portafoglio

In base a questo criterio i fondi comuni di diritto italiano saranno:

– diversificati: quando si è in presenza di investimenti in settori economici diversi e/o a Paesi diversi;

specializzati: che si possono dividere ulteriormente in fondi con specializzazione economica (titoli di società di un solo settore; e fondi con specializzazione geografica.

Classificazione in base alla natura dell’investimento

Le principali tipologie di fondi che si possono avere secondo questa classificazione sono:

– fondi comuni azionari: il cui investimento prevalente è in titoli azionari che permettono di avere una rendita patrimoniale veloce, ma hanno un alto grado di rischio;

– fondi comuni bilanciati: dividono l’investimento in titoli a reddito fisso e a rendimento variabile, con presenza sia di titoli azionari che obbligazionari, in misura diversa in base alle scelte del gestore;

– fondi comuni obbligazionari: diversamente dai fondi a prevalenza azionaria, hanno un orizzonte temporale a lungo termine e un grado di rischio minore;

– fondi monetari e di liquidità: sono fondi che si sviluppano nel breve termine (titoli pubblici a breve scadenza, pronti contro termine, certificati di deposito) e hanno u grado di rischio quasi nullo;

– fondi flessibili: la loro caratteristica principale è quella di non avere nessun vincolo per quanto riguarda l’asset location sia sulla scelta dei titoli che la loro collocazione.

Classificazione in base alla modalità di sottoscrizione

In base alla modalità di sottoscrizione i fondi comuni di diritto italiano si suddividono in fondi con:

versamento in unica soluzione, con possibilità di integrazione con versamenti successivi;

piano d’accumulo: in questa tipologia di fondi l’investitore, inizialmente, partecipa con una quota molto bassa alla quale si aggiungono versamenti ulteriori che possono avere sia un importo fisso che variabile. E’ un tipo di investimento molto flessibile che permette di iniziare ad accumulare capitale pur avendo un minimo grado di risparmio, allo stesso tempo, però, anche i loro rendimenti sono commisurati a questa loro peculiare natura.

Classificazione in base alla modalità di impiego dei proventi

Quando si tratta di fondi di investimento aperti, le modalità di impiego dei proventi possono essere:

– a distribuzione periodica dei proventi, sia totale che parziale. Quindi gli investitori riceveranno i rendimenti a scadenze e importi prefissati alla sottoscrizione del contratto;

– ad accumulazione: in questo caso i proventi degli investimenti sono immediatamente riutilizzati per ulteriori investimenti, incrementando, così, il valore delle quote di ogni sottoscrittore.

Raccolta risparmio gestito 2012

 Il 2012 sembrava essere stato un buon anno per l’industria del risparmio gestito. Ma, secondo i dati preliminari rilasciati da Assogestioni, la tendenza positiva si è arrestata nell’ultima parte dell’anno e questo mercato si appresta a chiudere con un deflusso di diversi miliardi di euro.

Il rapporto parla di un deflusso pari a 11,3 miliardi di euro. Si tratta, quindi, di un passivo molto pesante, ma comunque rappresenta un buon risultato dal momento che il 2011 si era chiuso con un -41 miliardi.

A influenzare la raccolta del risparmio gestito nel 2012 sono state le uscite dalle gestioni, che sono arrivate a raggiungere quota 14,5 miliardi di euro. Buono, invece, il risultato dei fondi di investimento aperti, che hanno fatto registrare afflussi positivi per 1,67 miliardi. A determinare questo buon risultato, secondo quanto riportato da Assogestioni, sono i prodotti data target, perché

coniugano un’interessante proposta di investimento con una modalità di remunerazione delle reti distributive particolarmente incentivante

Il momento peggiore del 2012 è stata l’ultima parte dell’anno, con una raccolta netta negativa che ha toccato 4,34 miliardi di euro (a novembre l’attivo era pari a 852 milioni di euro). Male le gestioni collettive che chiudono il mese di dicembre con 233 milioni contro il miliardo e mezzo totalizzato a novembre.

Migliori investimenti 2013 per Kepler Capital Markets

 Kepler Capital Markets è una delle principali società di brokeraggio a livello internazionale e da qualche tempo, all’inizio di ogni anno, propone la lista dei migliori investimenti. Quella che ha proposto per il 2012 ha avuto delle performance ottime, eccedendo le stime sul mercato del 10%, grazie soprattutto ai rendimenti di Gemina, Lottomatica e Intesa Sanpaolo.

► Come e dove è meglio investire nel 2013

Anche per quest’anno la Kepler Capital Markets propone la lista dei titoli per l’asset location ottimale, anche tenendo conto che in Italia stiamo vivendo un periodo di particolare incertezza che si risolverà, almeno in parte, dopo le elezioni previste per febbraio.

Nella lista della migliore asset location per il 2013, a parte i titoli di Stato che saranno sostenuti dalle politiche di austerity che il paese dovrà portare avanti indipendentemente dalla compagine politica che siederà al timone di comando, ci sono otto aziende. Le prime tre provengono dalla lista dello scorso anno e sono: Intesa Sanpaolo (target price 1,44 euro), Telecom Italia (target price 0,76 euro), ed Enel Green Power (target price a 1,50 euro).

► Costruzione del portafogli di investimento: asset location

Per il resto sono delle new entry: Generali (target price 14,51 euro), ERG (target price 7,49 euro), Brembo (target price 9,85 euro), EI Towers (target price 21,9 euro) ed Engineering (target price 26,74 euro).

Costi e spese dei fondi di investimento comuni

 Quando si sottoscrive un fondo di investimento comune, è necessario fare attenzione anche ai costi che questo ha per la sua gestione, che possono essere suddivisi in due macro-categorie: commissioni una tantum, non previste da tutte le SGR e applicati in sede di acquisto o vendita del fondo, e commissioni ricorrenti, ossia le spese che il risparmiatore deve sostenere per la remunerazione dell’operatore.

► SGR – Società di Gestione del Risparmio

Commissioni una-tantum

Commissioni di sottoscrizione

Pari ad una percentuale dell’investimento e applicati a scaglioni, in cui le percentuali decrescono al crescere dell’investimento.

Commissioni di vendita

Applicate al momento della vendita delle quote. Solitamente sono calcolate con un sistema a tunnel, cioè sono sempre più basse, fino ad arrivare a zero, all’aumentare del tempo di permanenza nel fondo.

Commissioni di switch

Applicate ai trasferimenti di quote da un fondo ad un altro della stessa società (switch). Possono essere delle quote fisse o calcolate in percentuale sulla quota di capitale trasferito.

► A chi affidare i propri risparmi?

Commissioni ricorrenti

Commissioni di gestione

Decurtate direttamente dal patrimonio, le commissioni servono alla retribuzione della SGR.

Commissioni di incentivo

Sorta di premio per le SGR che riescono ad ottenere rendimenti superiori a quelli prestabiliti, ed è quindi calcolato sul rendimento differenziale del fondo rispetto al benchmark di riferimento.

 

Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

 I gestori dei risparmi degli investitori sono solitamente delle società di gestione in cui operano i professionisti del settore, che sono in grado, diversamente da quanto possa esserlo un comune cittadino, di cercare, e trovare, il canale migliore dove investire il patrimonio del fondo al fine di aumentarne il rendimento.

I fondi di investimento, come qualunque altro metodo di investimento, ha dei vantaggi e dei rischi. Vediamoli nel dettaglio.

► La gestione del rischio del portafogli finanziario

I vantaggi della sottoscrizione di un fondi di investimento comune

Il primo vantaggio che il risparmiatore ha dalla sottoscrizione di un fondo comune è quello di poter partecipare, a fronte di un investimento personale anche molto contenuto, ad un portafogli di titoli ampio e sicuramente più redditizio di quanto non possa esserlo un investimento fatto da un solo risparmiatore.

Inoltre, si ha la certezza che il proprio patrimonio è al sicuro, sia perché gestito da professionisti, sia perché il patrimonio del risparmiatore è diviso da quello della società e, quindi, protetto anche in caso di fallimento di quest’ultima.

► La misurazione del rischio

I rischi della sottoscrizione di un fondi di investimento comune

Sottoscrivere un fondo di investimento è paragonabile, in quanto a rischio, all’investimento in azioni. Quindi si hanno anche rischi simili che derivano dalla volatilità dei mercati in cui i titoli del portafogli sono scambiati: rendimento più basso di quello atteso e possibilità di perdita di tutto il patrimonio investito.

Per questo prima della sottoscrizione è necessario valutare il grado di rischio dell’investimento stesso e quanto di questo viene assunto dalla società di gestione.

Nel 2013 si potrà investire tranquillamente sulle commodities

 Il 2012 si è finalmente concluso, portando via con sé le paure e le incertezze legate alla crisi economica che ha investito tutte le economie dei paesi sviluppati. Molti analisti sono concordi nel dire che questo nuovo anno si aprirà con un clima diverso che dovrebbe riportare i mercati alla normalità anche nel caso delle commodities, uno dei settori di investimento maggiormente colpiti in questo recente passato.

Il prezzo del petrolio continuerà a crescere nel corso dell’anno, soprattutto grazie all’aumento della produzione statunitense, che porterà il Brent in aumento del 4% e l’olio combustibile del 2% rispetto allo scorso anno.

La crescita dell’economia cinese, che quest’anno dovrebbe far registrare una crescita del Pil di almeno l’8%, si ripercuoterà sui prezzi dei metalli: in discesa quelli di ferro e acciai, in salita, invece, le quotazioni di rame, l’alluminio, il piombo, lo zinco, lo stagno e il nickel.

L’agricoltura rimane sempre un settore ad alto rischio, non solo per le congiunture economiche, ma soprattutto per quelle naturali. Tendenzialmente, comunque, per l’anno a venire, è previsto un lieve incremento dei cereali USA e del legname di conifere, mentre variazioni negative sono attese per la a lana e il cotone e, soprattutto, per la gomma.