Il portafogli perfetto esiste?

 Parlando in termini pratici, non si può affermare che esista un portafogli di investimento perfetto, un portafogli, cioè, in cui rischi e rendimenti attesi si bilancino alla perfezione. Quello di cui si può parlare è un portafogli efficiente.

Il portafogli di investimento efficiente è tale solo se a parità di rendimento atteso comporta minor rischio di qualsiasi altro, o se, a parità di rischio, ha maggiore rendimento atteso di qualsiasi altro. Quindi, come si può costruire un portafogli di investimento che si possa definire efficiente?

Il primo passo da fare è quello dell’analisi del profilo rischio/rendimento delle diverse attività finanziarie e delle relative correlazioni, procedimento attraverso il quale si possono individuare quelle azioni per le quali è atteso un rendimento maggiore e che, allo stesso tempo, hanno un rischio relativo minore. Questo procedimento è particolarmente complicato e, anche nel caso si sia deciso di gestire da soli il proprio portafogli, è sempre meglio rivolgersi, per la scelta delle singole voci che lo comporranno, a dei consulenti o degli esperti del settore.

Solo un esperto, infatti, potrà capire quale sia la miglior composizione di un portafogli in base alle azioni da inserire, al profilo rischio/rendimento dell’investitore e all’ammontare del capitale da investire.

Gestione del portafogli: rischi e rendimenti attesi

 Quando si decide di approntare un portafogli di investimenti per la gestione dei propri risparmi e dei propri capitali è necessario avere ben chiaro come questo debba essere strutturato per garantire il rendimento massimo e essere garantito contro gli eventuali rischi di investimento.

Per questo, nella costruzione di un portafogli, è necessario capire come queste due variabili interagiscono tra loro, sia nelle singole azioni scelte sia nel loro complesso. Partendo dal presupposto che la prima regola per la costruzione di un portafogli finanziario è la diversificazione delle attività di investimento, capire come incidono il rischio e il rendimento singolo di ogni azione è utile al fine di scegliere le azioni migliori da includere nel portafogli.

Rendimento atteso

In questo caso il rendimento di ogni singola azione agisce in modo proporzionale sul complesso degli investimenti: il rendimento atteso di un portafoglio è uguale alla media ponderata dei rendimenti attesi delle diverse attività.

Rischio atteso

Nel caso del rischio è necessario diversificare l’incidenza delle singole azioni soprattutto nel caso in cui queste abbiano una correlazione. Per il calcolo del rischio atteso di un portafogli, quindi, è necessario identificare il coefficiente di correlazione (rapporto fra covarianza e prodotto delle deviazioni standard).

Il rischio totale di un portafogli è dato, quindi, dalla sommatoria della covarianza di tutte le attività del portafogli e delle loro diverse combinazioni, ad ognuna delle quali è associato un diverso peso. Data questa formula, il modo migliore per ridurre il rischio atteso di un portafogli è quello di scegliere delle attività di investimento che abbiano una coefficiente di correlazione uguale o minore di zero.

I rendimenti della gestione attiva del portafogli

 Quando si decide per una gestione professionale del portafogli, la scelta si riduce a due opzioni opposte: la gestione attiva del portafogli, basata su azioni e decisioni che mirano ad avere un rendimento migliore di quello del benchmark, e la gestione passiva, ossia una gestione per cui la massimizzazione del profitto equivale ad eguagliare i rendimenti del benchmark.

Per quanto riguarda le potenzialità di rendimento della gestione attiva del portafogli, la questione è ancora aperta e discussa tra gli esperti del settore, che stanno studiando quale sia la variabile che incide di più.

Secondo l’opinione maggiormente diffusa dei tre strumenti utilizzati per la gestione attiva quello che ha un’incidenza minore sui rendimenti sia a lungo che a breve termine è l’asset location (spostamento del portafogli su diversi mercati), mentre gli altri due – lo stock picking e il market timing – avrebbero un’incidenza molto limitata.

Allo stesso modo  la maggior parte degli analisti è concorde nel dire che la qualità dell’attività del gestore dell’investimento ha degli effetti importanti sul breve e medio periodo, che però si annullano quando il rendimento del portafogli viene valutato sul lungo e lunghissimo periodo. In questo caso sono le decisioni strategiche di diversificazione ad avere un maggiore impatto sulle performance della gestione attiva.

La gestione attiva del portafogli

 Per gestione attiva del portafogli finanziario si intende una strategia di investimento che mira a avere delle performance superiori rispetto a quelle indicate dal benchmark, l’indice di riferimento.

In questo tipo di strategia il gestore espone le sue decisioni di investimento ad un rischio maggiore di quello previsto dall’indice nell’ottica di riuscire ad ottenere un maggiore rendimento. Si tratta di una strategia finanziaria di alto livello che, per definizione, espone le proprie decisioni di investimento a rischi molto elevati.

Ma questi rischi possono essere ridotti attraverso un’analisi storica approfondita dei rendimenti delle gestioni che devono essere poi messe in relazione anche con le condizioni generali dei mercati in cui si opera.

Gli strumenti che vengono utilizzati nella gestione attiva del portafogli sono: asset allocation (spostamento periodico del portafogli in diversi mercati di riferimento); stock picking (scelta preferenziale di azioni sottostimate e, quindi, con maggiori possibilità di rialzo) e market timing (variazione del tempo di esposizione del portafogli al mercato di riferimento).

Per la buona riuscita della strategia di gestione attiva del portafogli è di fondamentale importanza la capacità del gestore di individuare le soluzioni migliori di investimento (che saranno trovate grazie a esperienza, intuito e conoscenza delle possibilità dei mercati in cui si opera) in base al profilo rischio/rendimento del delegante.

Mercato dell’arte: cosa acquistare in base al budget

 Secondo le più recenti stime degli analisti del settore, un portafogli di investimento redditizio e poco rischioso deve avere almeno il 15/20% del capitale disponibile investito in opere d’arte.

Quindi, è necessario avere un quadro chiaro della situazione di questa particolare tipo di mercato per riuscire a fare gli acquisti giusti in base alle proprie possibilità di investimento e al proprio profilo di investitore. Il discrimine per l’acquisto di una o più opere d’arte è sicuramente il budget disponibile. Cerchiamo di capire cosa è meglio acquistare in base alle diverse fasce di investimento.

Con un budget basso, che va dai 5 ai 25 mila euro investibili, la scelta migliore ricade sull’arte contemporanea e sul design: due opere da almeno 2000 euro l’uno di artisti emergenti, a cui si può affiancare un’opera più costosa di un artista affermato.

Dai 50 mila fino ai 100 mila euro di budget disponibile sono da utilizzare per l’acquisto di oggetti e complementi d’arredo dell’Ottocento, stampe e disegni antichi, per poi puntare su un investimento sostanzioso su uno o più artisti degli anni ’70.

Per capitali investibili in arte che arrivano fino a 500 mila euro, la scelta migliore è almeno un quadro di una artista del Seicento o del Settecento (10% del capitale totale), 30% da destinare all’acquisto di opere contemporanee statunitensi, 10/15% in più opere italiane del Settecento e il restante in gioielli  e pietre preziose.

 

Le banche on line sono convenienti?

 Prima di parlare della convenienza delle banche on line, è necessario fugare i dubbi sulla loro affidabilità.

In effetti, molti correntisti che hanno intenzione di risparmiare sulle spese di gestione del conto corrente, prendono in considerazione anche questa opzione, ma sono poi scettici riguardo all’affidabilità di un istituto di credito non fisico. Ma l’affidabilità delle banche on line è garantita dal fatto che queste solo in alcuni casi sono delle realtà indipendenti: nella maggior parte dei casi, infatti, sono delle emanazione di banche tradizionali e, come queste, sono coperte dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Anche per quanto riguarda la convenienza, si può affermare in tutta tranquillità che le banche on line sono preferibili agli istituti tradizionali se lo scopo è quello del risparmio sui costi annuali del conto corrente. In primo luogo, le banche on line sono convenienti perché hanno un ISC (Indicatore Sintetico di Costo Annuo) pari a zero (non ci sono cioè commissioni e altre spese); in secondo luogo si tratta di banche che permettono di risparmiare perché non avendo costi di gestione di filiali fisiche, possono tagliare sul costo totale del conto corrente, che, in media, non supera i 60 euro all’anno.

Inoltre, a fronte di tassi di rendimento pressoché simili a quelli delle banche tradizionali, le banche on line hanno il vantaggio di avere dei tassi di interesse passivo di circa la metà rispetto a quelli comunemente applicati.

 

Carta di credito: come utilizzarla al meglio

 Dal momento che non è più possibile utilizzare denaro contante per i pagamenti sopra i mille euro, la carta di credito è diventata uno strumento indispensabile per la gestione delle spese famigliari. Ma, come ben noto, le carte di credito possono avere dei costi molto alti e solo un loro utilizzo oculato permette di poter tagliare le principali voci di spesa legate a questo strumento.

Il canone della carta di credito

Uno dei principali costi della carta di credito è il canone che viene richiesto dalla banca per questo servizio. Molti istituti inizialmente propongono un periodo gratuito, ma, una volta scaduto, il costo del canone può variare da 30 a 200 euro, in base all’istituto e al tetto di spesa previsto.

Per questo, nell’ottica di una gestione economica delle carte, è meglio possederne una sola che si appoggia ad uno dei circuiti più utilizzati.

Carte di credito e contanti

A differenza del bancomat, le carte di credito prevedono delle commissioni molto alte per il prelievo dei contanti allo sportello, per questo andrebbero usate a questo scopo solo in caso di reale necessità.

Rimborso delle spese effettuate con carta di credito

Le spese effettuate con carta di credito possono essere rimborsate alla banca in diversi modi. Tra le varie opzioni quella da evitare per risparmiare sull’utilizzo di questo servizio è il rimborso rateale (carte revolving) che non permettono di tenere sotto controllo l’effettivo ammontare delle spese e hanno solitamente dei tassi molto alti.

Le spese del conto corrente

 I conto corrente hanno delle spese che spesso, quando si stipula un contratto per la sua attivazione, non vengono messe in evidenza e ci accorge della loro presenza solo al momento del saldo. Per questo motivo è importante conoscere quali sono, per riuscire a tagliare e risparmiare su questa importante voce del portafoglio familiare.

Di seguito le quattro voci di spesa principali e gli strumenti per riuscire a ridurle.

Bonifici

Il bonifico è il trasferimento di denaro dal proprio conto corrente ad un altro e, secondo recenti stime, questa operazione può costare fino ad 8 euro. Da evitare bonifici allo sportello, che hanno i costi più elevati. Meglio optare per bonifici allo sportello o per quelli ripetitivi. I più convenienti sono i bonifici on line.

Prelievo di contanti

Il primo modo per risparmiare sul prelievo di contanti è l’utilizzo del Bancomat e non della carta di credito (che ha commissioni più alte) e preferire sempre il ritiro presso ATM della propria banca (che solitamente sono a costo zero). Inoltre, è meglio evitare di prelevare allo sportello, dove le commissioni arrivano fino a 3 euro.

Movimenti conto corrente 

La richiesta della lista dei movimenti del proprio conto fatta all0 sportello può rivelarsi molto costosa, anche in questo caso è sempre meglio farla allo sportello automatico.

Invio della lettera di trasparenza

Obbligatorio da parte della banca, che però può addebitare per questa operazione anche fino a 2 euro. Richiedere, ove possibile, l’invio on line.

 

Come risparmiare sul conto corrente

I contanti, anche per effetto della manovra Salva Italia predisposta dal Governo Monti, tenderanno ad essere utilizzati sempre di meno. La contropartita è la necessità, per tutti, di avere un conto corrente attraverso il quale gestire e amministrare entrate e uscite. Ma il conto corrente ha un costo, che può anche essere molto elevato. 

Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

La grave crisi economica che stiamo attraversando ha posto a tutti coloro che hanno qualche risparmio in banca di fronte ad un interrogativo importante: meglio lasciare i depositi lì dove sono o ritirarli prima che le banche falliscano?