Una delle commissioni che possono essere applicate dalle banche e dagli istituti di credito che offrono ai clienti la possibilità di aprire dei conti correnti è la commissione di massimo scoperto. Ma di che cosa si tratta e quando viene applicata?
La commissione di massimo scoperto è un onere eventualmente addebitato al cliente quando il conto si trova in particolari condizioni, che sono riportate in dettaglio all’interno del Foglio Informativo o all’interno del Documento di sintesi.
Di norma la dinamica è la seguente. Quando il saldo di un conto corrente diventa negativo, ovvero, come si dice nel linguaggio comune, il conto va in rosso, la banca applica sullo scoperto un certo tasso di interesse, che viene definito come interesse debitore.
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L’interesse debitore è calcolato sulla base dell’ammontare più alto raggiunto dal saldo negativo nel periodo di non copertura e, insieme al calcolo di tale interesse può essere anche addebitata una commissione, la commissione di massimo scoperto.
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Per avere tutte le informazioni inerenti i parametri di questa commissione, i clienti titolari di conto corrente possono rivolgersi a quanto riportato, appunto, all’interno del Foglio Illustrativo e del Documento di sintesi, dove di norma vengono indicati:
- il valore percentuale utilizzato dalla banca per il calcolo della commissione di massimo scoperto
- il periodo di tempo al quale la commissione si riferisce – in genere vengono applicate suddivisioni trimestrali
- i criteri per determinare l’importo su cui viene calcolata la commissione
- una serie di eventuali esempi esplicativi.
L’addebito della commissione di massimo scoperto può dunque far lievitare di molto il saldo negativo del conto. Per ogni dubbio in merito è infine possibile rivolgersi direttamente alla banca.