Quando si tratta con i prodotti bancari e finanziari può capitare a volte di sentir parlare dei conti deposito dormienti, oppure è possibile addirittura essere definiti dalla propria banca titolari di un conto deposito o di un rapporto dormiente. Ma che cosa, in realtà, i conti deposito dormienti?
> Che cosa è un conto deposito
In Italia si è cominciato a parlare dei conti deposito dormienti a partire dal 2007, quando è stata introdotta una specifica normativa che li riguarda. Nel nostro paese di definisce conto deposito dormiente un
- conto deposito sul quale non vengono effettuate operazioni, né dal titolare, né da altre persone da un periodo di tempo pari a 10 anni.
Se per 10 anni, dunque, non effettuate operazioni di alcun genere sul vostro conto deposito lo stesso viene inserito tra i cosiddetti rapporti dormienti.
> Conto deposito – Caratteristiche e tassazione
Secondo la normativa italiana, approvata da un decreto del Presidente della Repubblica nel 2007 tutte le banche e gli istituti di credito italiani sono tenuti a notificare ogni anno al Ministero dell’Economia e delle Finanze la presenza presso il proprio istituto ci conti deposito e conti correnti dormienti che abbiano un saldo superiore alle 100 euro.
Il contenuto di questi conti, infatti, e di tutti gli altri rapporti bancari basati su forme di deposito del denaro, deve quindi essere trasferito d’ufficio al Ministero dell’Economia, che ha predisposto per essi un apposito Fondo, il Fondo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie.
I titolari di conti deposito che dovessero essere risultati dormienti agli occhi delle banche, tuttavia, hanno la facoltà di interrompere lo stato di dormienza degli stessi applicando una particolare procedura.