Quando sentiamo parlare di “conti deposito“, la prima cosa che ci viene in mente sono sicuramente i conti correnti, ma la parola deposito ci deve far drizzare le antenne: il deposito è una specie di cassaforte redditizia. Insomma sono degli strumenti a metà strada tra il risparmio e l’investimento. Qualcuno si spinge fino a dire che si tratta di veri prodotti finanziari, equiparabili ai fondi d’investimento.
Di recente la normativa sui conti deposito è stata rivista. Per capirla dobbiamo insistere un attimo sulla differenza tra i conti correnti e i conti deposito. I primi, per esempio, sono esenti dall’imposta di bollo per giacenze medie annue inferiori ai 5000 euro. Chi supera questa soglia, invece, in un anno deve pagare una tassa di 34,2 euro.
La tassazione sui conti deposito è un po’ più complessa perché sembra sia stata introdotta una specie di patrimoniale che consiste nel pagamento di un’aliquota sui depositi pari allo 0,15 per cento, senza un tetto massimo protettivo ma con il minimo pagamento dell’imposta di di bollo, quindi dei 34,2 euro.
Alcune banche, quindi, per invogliare i consumatori a tenere in “cassaforte” i risparmi e a farli fruttare, si propongono di pagare l’imposta di bollo al posto del cliente. Le banche in questione sono la banca Sistema, la Banca delle Marche, la Bbcforweb, IBL Banca e il Banco Popolare.