Circa mille euro al mese. Stando alla Cgia di Mestre ogni italiano, compresi i bimbi e gli anziani, versano tanto ogni mese in relazione a tasse, imposte e contributi.
La cifra contempla anche il carico fiscale pagato dalle imprese. Nonostante ciò, la semplificazione è necessaria al fine di dimostrare che complessivamente quest’anno arriveranno nelle casse pubbliche quasi 698 miliardi di euro. Si tratta di una somma imponente, che ahinoi è ancora insufficiente a coprire le uscite totali che ammonteranno (al lordo degli interessi sul debito pubblico) a 810,5 miliardi di euro. Nel giorno di liberazione fiscale – che quest’anno cade il 12 giugno – l’Associazione mestrina ha cercato di dimensionare il peso e i giorni di lavoro necessari per adempiere agli obblighi fiscali e contributivi riferiti al 2013. In particolare, sono state prese in esame due tipologie di contribuenti: un operaio con moglie e figlio a carico e un impiegato, sempre con moglie e figlio a carico.
L’operaio, che ha uno stipendio lordo annuo di oltre 21.700 euro (1.518 euro per 13 mensilità) tra imposte, tasse, tributi e contributi verserà complessivamente 9.188 euro, di cui 3.065 euro di Irpef totale (che include anche quella regionale e comunale), 2.069 euro di Iva e 1.048 euro tra accise sulla benzina, sull’energia elettrica e sul gas. All’operaio sono serviti 134 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” è stato il 15 maggio scorso. L’impiegato, con uno stipendio lordo annuo di oltre 43.300 euro (2.459 euro per 13 mensilità) pagherà complessivamente 22.860 euro, di cui 12.020 euro di Irpef totale, 3.286 euro di Iva e 1.363 euro di accise. Sono stati necessari 172 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” sarà il prossimo 22 giugno. “Per ciascuno di noi lo Stato italiano è diventato il socio di maggioranza – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre –. Per quasi la metà di un anno ci chiede di lavorare per lui. È preciso, puntuale e intransigente quando deve incassare, ma lo è molto meno quando deve garantire livelli accettabili dei servizi offerti ai cittadini, sia in termini di qualità, sia in termini di quantità”.