L’industria manifatturiera cinese si attesta ai minimi da tre anni a questa parte e i listini asiatici soffrono molto le cattive notizie che arrivano dal fronte dell’economia reale. Continuano, dunque, i cali che hanno caratterizzato agosto, chiuso come il peggior mese dal 2012.
Una situazione che riporta la pressione anche sui mercati europei e su Wall Street, dove il Dow Jones è reduce dal peggior mese dal 2010 (-6,6%) e continua a perdere terreno (-1,9% quando chiudono i mercati del Vecchio continente).
La notizia di prima mattina ha riguardato l’indice Pmi manifatturiero cinese, che si è attestato ad agosto a 49,7 punti, dai precedenti 50, in linea con le attese degli analisti. Come è noto, un livello di quest’indicatore inferiore a 50 segnala una contrazione dell’economia mentre un livello superiore indica una crescita. L’indicatore ufficiale è in linea con l’indice Caixin, calcolato sulle interviste ai manager degli acquisti, che è sceso a 47,3 (47,1 il dato provvisorio) dal 47,8 di luglio: per l’analisi indipendente Caixin/Markit si tratta del livello più debole dal marzo del 2009. La Cina è nel mezzo di una doppia recessione e di un rallentamento accidentato, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs ancor prima di vedere i dati sul Pmi, in una nota che tagliava le stime di crescita per il 2016. “Le manovre di supporto all’economia messe in atto da Pechino a Marzo hanno aiutato a rivitalizzare la crescia in maggio e soprattutto giugno. Ma poi c’è stato un nuovo rallentamento, a luglio e agosto, che ha riacutizzato le preccoupazioni di autorità e mercati”.