A fare i calcoli che vi presentiamo ci ha pensato il Centrostudi Anticrisi della Federcontribuenti che ha dimostrato le regole per il calcolo delle imposte che crescono fino al 59% se si ha un’impresa individuale ma possono essere anche del 70% se il reddito è quello di un libero professionista.
L’esempio di Federcontribuenti parte da un’impresa individuale con fatturato di 100.000 euro e con un dipendente a libro paga. Questa impresa ha naturalmente dei costi che si possono riassumere in questo modo:
- 800 euro di locazione laboratorio (9.600 all’anno);
- utenze 200 euro al mese (2.400 euro annue);
- costo del dipendente per un totale di 30.000 euro;
- autovettura di servizio tra acquisto, o leasing, bollo, assicurazione e carburante: 8.000 euro l’anno (di cui soltanto 1.600 euro deducibili);
- materiale acquisito per svolgere l’attività 15.000 euro l’anno;
- interessi e spese bancarie pagate per far fronte agli investimenti dell’attività sono pari a circa 250 euro al mese.
Ne viene fuori che il osto totale annuo è pari a euro 61.663,80. All’imprenditore restano 31.200 euro ma sono ancora al lordo delle imposte e dei contributi. Il reddito però che viene dichiarato ai fini IRPEF e ai fini IRAP è diverso: per le imposte sulle persone fisiche, in base a quanto richiesto dal Fisco, il reddito è di 38.336,20 euro. Per l’IRAP il reddito è 69.336,20 euro. Tra IRPEF e IRAP le imposte da pagare sono di 13635 euro.
In pratica se l’imprenditore avesse pagato le tasse sul reddito effettivo avrebbe pagato soltanto 9133 euro e non i 13mila che abbiamo indicato. Al netto di tutte le imposte, quindi, un imprenditore che abbia un’attività da 100.000 euro all’anno, si mette in tasca uno stipendio per la sua attività, di 17565 euro, poco più di 1400 euro al mese per 12 mensilità.