L’economia circolare parte dal presupposto che quel che è rifiuto per qualcuno possa essere risorsa per qualcun altro, attivando un circolo virtuoso per cui l’economia si sostiene da sola. È l’ultima frontiera del risparmio, ma non di quello individuale. Siamo ad una prospettiva sociale.
L’economia circolare è il giusto completamento delle scie di green economy che hanno pervaso la nostra società. La linearità della produzione è sovvertita per cui i materiali che sono o da reintegrare nella biosfera, o da valorizzare, non vanno mai buttati.
> Che cos’è l’economia circolare – il video
In questa circolarità quali caratteristiche deve avere il prodotto dell’economia circolare? Questo nuovo modo di pensare allo sviluppo sostenibile prevede la progettazione dall’inizio di un sistema più virtuoso rispetto a quello che regolare l’economia lineare.
Si fonda su alcuni capisaldi che nei prossimi anni dovranno essere integrati nell’ordinamento degli stati membri:
- è previsto in primo luogo l’uso massiccio delle fonti di energia rinnovabile (elemento centrale della sostenibilità);
- è previsto che ci sia un grande passaggio di informazioni tra i diversi soggetti economici;
- è necessaria anche una forte capacità di innovazione;
- servono prodotti disegnati in maniera efficiente, che durino nel tempo e che nella loro interezza o nelle loro singole parti possano essere riciclabili o riutilizzabili in altre forme.
L’esempio classico che si fa è quello di un cellulare. Tutti i dispositivi dovrebbero essere progettati in modo che una volta finito di usare il prodotto, si possono trovare e riciclare i materiali. Ad esempio: le bottiglie dovrebbero essere fatte in modo da rendere più semplice il riutilizzo, piuttosto che il riciclo. Un telefono cellulare dovrebbe essere costruito in modo da rendere semplice ed economico riciclarne i pezzi e recuperarne i materiali rari. Questi prodotti dovrebbero inoltre avere dei prezzi accessibili per il consumatore.