L’autunno del 2014 sarà ricordato come uno dei più innovativi dal punto di vista del mercato del lavoro. Il governo Renzi, infatti, continua a lavorare sul Jobs Act in vista della nuova Riforma del Lavoro, che arriverà nel 2015, ma altre valide proposte sono in cantiere e attendono solo di essere trasformate in disegno di legge.
Tra queste vi è ad esempio l’interessante proposta dei Job Italia, una idea lanciata da Luca Ricolfi per riformare una parte dei contratti di lavoro con soluzioni a favore dei lavoratori stessi. I Job Italia hanno un funzionamento molto semplice, ovvero si possono leggere anche come una semplificazione della contrattualistica e agevolerebbero non solo l’occupazione ma anche la produzione industriale.
Con questa proposta, infatti, le aziende tornerebbero ad assumere e si creerebbero maggiori posti di lavoro, ma al tempo stesso lo stato non spenderebbe nulla. Vediamo più da vicino che cosa sono i Job Italia.
Cosa sono i Job Italia
I Job Italia si configurano come una nuova tipologia di contratti di lavoro destinata alle aziende che assumono personale, in quanto contratti agevolati. Hanno una durata minima di un anno e sono rinnovabili per altri 3, essendo pensati sia nella tipologia a tempo determinato, i primi, sia in quella a tempo indeterminato.
I Job Italia sono contratti che prevedono una retribuzione compresa tra i 10 mila e i 20 mila euro l’anno che sarà erogata ai lavoratori secondo modalità particolari, a loro più favorevoli.
Come funzionano i Job Italia
Se infatti ad oggi i lavoratori italiani ricevono il 50 per cento del costo aziendale, con la formula dei Job Italia riceverebbero l’80% in busta paga, lasciando il 20 per cento alle seguenti spese:
- l’Irpef dovuta allo stato
- i contributi sociali di INPS e Inail – pari a tutto ciò che resta una volta versata l’Irpef allo stato.
In questo modo le imprese riuscirebbero ad ottenere due grandi risultati: assumere più lavoratori e ridurre il cuneo fiscale.