La Bank of Engand ha attuato politiche monetarie più accomodanti, seguendo l’esempio della Federal Reserve Americana, con acquisti di Titoli per un importo pari a 375 miliardi di sterline pur in presenza di un tasso di inflazione molto alta, con il pericolo di vedere un’esplosione della stessa.
L’Istituto centrale inglese, ha fondamentalmente ritenuto che la congiuntura avrebbe portato ad una riduzione fisiologica delle pressioni inflazionistiche. E in base alle rilevazioni costantemente effettuate, hanno fatto la scelta più corretta ed ora i membri votanti del board che determina la materia di politica monetaria hanno iniziato a votare sia per una conservazione del programma di Quantitative Easing, sia nel contempo anche per un rialzo dei tassi, dall’attuale 0.50% a 0.75%.
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Anche il Giappone, in deflazione da un ventennio, ha compreso come lo stampare moneta potesse aiutare a raggiungere un’attività economica in movimento ed un ritorno di inflazione, ed ora ci troviamo lontani da eventuali dismissioni dei programmi di iniezione di liquidità, programmi che però sono in atto da aprile 2013 e che stanno portando a risultati molto interessanti, con un’inflazione tornata a salire. Noi invece, spiega Matteo Paganini di DailyFx oltre ad aver rialzato i tassi con Trichet all’inizio della crisi (quando noi poveri analisti, in diretta negli studi di Class e sulle diverse testate che ci interpellano per chiederci dei pareri economici su ciò che sta accadendo criticavamo aspramente i rialzi e caldeggiavamo, al contrario, dei tagli veloci ed importanti), ci siamo ritrovati ad abbassare i tassi a quello che potrebbe essere il livello minimo storico (anche se qualche attesa per ulteriori tagli esiste, non da parte nostra però) e stiamo ancora domandandoci se sia il caso o meno di implementare misure straordinarie di sostegno all’economia (che anche in caso di implementazione dovrebbero passare per quel grosso cancro rappresentato dal sistema bancario). Nettamente in ritardo, i fatti lo dimostrano.