La ristrettezza degli istituti di credito nel rilasciare qualsiasi tipo di finanziamento o liquidità necessaria a fa funzionare il settore aziendale, a creato un grave disagio alle imprese sia italiane che anche quelle presenti nel resto d’Europa. La carenza di accedere a qualsivoglia finanziamento da parte del settore del credito ha preso il nome di credit crunch. La conseguenza è ovvia e visibile a tutti (coloro che la vogliono vedere) cioè alla crisi di liquidità per le aziende, che nel caso appartengano alla categoria di “piccole” molto piccole, corrono il rischio di venir schiacciate ed essere costrette a chiudere i battenti, lasciando a casa a volte anche centinaia di lavoratori.
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Molto poche le soluzioni che si possono adottare alla stretta del cordone della borsa dal parte delle banche, che al oro volta devono sottostare a rigide regolamentazioni interne ed internazionali. Tuttavia qualche soluzione è possibile metterla in atto per ovviare appunto al credit crunch. Secondo alcuni esperti del settore, la mossa fondamentale per non trovarsi spazzati via, e quella di reperire fondi e liquidità con sistemi alternativi come ad esempio l’emissione di bond o mini bond che dir si voglia. Tramite questo strumento è quindi possibile accedere alla liquidità necessaria per recuperare la competitività sia a livello nazionale che internazionale.
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Tra le imprese che già si sono addentrate in questo territorio, troviamo nomi come Cerved, Rottapharm, Guala closures, Sisal e altre che hanno emesso obbligazioni per un totale di 2,74 milioni di euro, trovando così una soluzione alla necessità di liquidità altrimenti non concessa.