La pizza è anche un patrimonio da preservare dagli effetti collaterali della globalizzazione. Lo spiega bene in un comunicato, la Confesercenti che ha deciso di aderire alla petizione #pizzaUnesco.
Il sistema Confesercenti annuncia di aderire alla petizione#pizzaUnesco, che si prefigge di raccogliere un milione di firme per sostenere la Campagna di riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. La pizza napoletana, unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo, è infatti già ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita della Comunità Europea.
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Dare valore alla pizza vuol dire in ogni caso creare e alimentare un indotto basato su un’eccellenza del made in Italy.
“La pizza napoletana è senza dubbio uno dei simboli dell’italianità in tutto il mondo”, ha spiegato Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti, intervenendo a Napoli alla manifestazione di sostegno alla petizione . “Ma al di là dell’elemento simbolico, i dati sulla produzione, sul consumo e sul giro d’affari che sono stati presentati oggi danno la dimensione del successo che questo prodotto riscuote ovunque. Un alimento composto da pochi, semplici elementi che però vanno miscelati con una particolare maestria (da qui il titolo di maestri conquistato dai pizzaiuoli napoletani), tramandata di generazione in generazione ed insegnata in Università, accademie, scuole ed istituti nati al solo scopo di offrire una formazione adeguata a chi intenda imparare quest’arte: sono circa 20 mila gli studenti in tutta Italia che scelgono questi percorsi formativi, il cui valore va riconosciuto al più presto. La scelta di Confesercenti di sostenere questa iniziativa nasce dalla convinzione che il riconoscimento da parte dell’Unesco possa dare il meritato valore ad uno dei prodotti Made in Italy più famosi al mondo.