Secondo le stime di Confindustria, “L’inversione di marcia è in atto. Ma l’euro più forte dell’atteso, la minaccia di deflazione e la restrizione del credito, appena attenuata dal parziale pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, mettono a rischio le già modeste previsioni di crescita del 2014”.
In Italia a frenare la già tenue ripresa è la contrazione del pil nel terzo trimestre (-0,1%, dal -0,3% nel secondo) con un livello che va a -9,1% dal picco di sei anni prima. La variazione acquisita per il 2103 è del -1,9%. Il Centro studi di Confindustria fa notare che “La Legge di Stabilità presentata dal governo fa molto poco per rimettere al centro l’industria e rilanciare lo sviluppo.
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Dal passaggio parlamentare potrebbe perfino uscire indebolita, come ha correttamente sottolineato anche la Commissione europea, in quello che dovrebbe essere uno dei capisaldi della politica economica per il Paese: il taglio del cuneo fiscale a beneficio delle imprese manifatturiere, oltre che dei lavoratori.
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Senza questa chiave di volta è vano attendersi rapidi progressi nel ritmo di marcia del pil e, quindi, nella creazione di occupazione. La quale peggiora più in fretta di quel che era temuto e che le statistiche provvisorie lasciavano intravedere. Chi ha imboccato con più decisione la dura strada delle riforme (Irlanda, Portogallo, Spagna) sta raccogliendo i primi frutti”. Nel terzo trimestre 2013 la Spagna è uscita dalla recessione (+0,1% il Pil) e il Portogallo ha tenuto la ripresa iniziata nel secondo (+0,2%, dopo un +1,1%).