Non tutti sono risultati d’accordo con le scelte operate dal Governo in fatto di IMU. Non lo è, ad esempio, l’unione degli industriali italiani che avrebbe preferito maggiori interventi sul fronte del lavoro. In una audizione al cospetto delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera il presidente del Comitato tecnico fisco della Confindustria, Andrea Bolla, ha infatti spiegato che una priorità del paese sarebbe stata quella di una riduzione del carico fiscale e contributivo a cui sono soggette le aziende e le imprese italiane.
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Senza una riduzione del cuneo fiscale, infatti, per gli industriali, il Paese non potrà del tutto beneficiare di quei timidi segnali di ripresa che ancora stentano a trasformarsi in sviluppo reale. Solo un intervento volto alla riduzione del carico fiscale delle imprese potrebbe riportare a livelli più alti la domanda interna e dunque favorire la ripresa di competitività delle aziende italiane.
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Ma se, dunque, l’intervento del Governo è stato giudicato dagli industriali piuttosto disorganico, perché privo di effetti in relazione al prelievo sui fattori produttivi, allora le richieste che ora vengono proposte vanno proprio in questa direzione. Gli industriali chiedono infatti di “eliminare completamente l’Imu sui beni strumentali utilizzati direttamente dalle imprese nel processo produttivo”.
Il desiderio degli industriali in merito al futuro dell’IMU è quello cioè di una totale deducibilità del reddito di impresa dalla tassazione dei fabbricati direttamente utilizzati come beni strumentali dall’azienda, tra cui i capannoni industriali utilizzati per le attività produttive.