Il presidente della Consob Giuseppe Vegas, ha aperto e concluso la sua quinta relazione annuale, stimolando l’Italia. Come?
L’invito è quello di recuperare la competitività persa nel quindicennio dell’euro, facendo leva sugli elementi favorevoli dell’abbondante liquidità, del cambio ribassato, del petrolio a buon mercato e dell’inflazione bassa, che offrono “un’occasione che non si ripresenterà”.
Ancora una volta l’ex viceministro dell’Economia di Forza Italia ha fornito un’analisi che privilegia l’intonazione politica, rispetto a quella tecnico–istituzionale propria di tanti suoi predecessori alla Commissione che vigila sulle società quotate. Gli spunti prevalenti riguardano gli appelli all’Europa, sempre più determinante per le imprese, e dove la preparazione di norme importanti pone le premesse per realizzare, dopo l’Unione bancaria, quella del mercato dei capitali.
La direttiva Transparency può essere loccasione per ridurre gli oneri di informativa, rivedendo al rialzo le soglie minime sulle partecipazioni rilevanti (in Italia al 2%, nei principali paesi europei al 3%), e valutando se eliminare la trimestrale obbligatoria per le imprese più piccole. E la Capital markets union, il nuovo macro tema finanziario annunciato dalla Commissione europea, può esserre “il secondo pilastro” (dopo quello bancario) per azzerare gli arbitraggi regolamentari che hanno allontanato dall’Italia molti investitori.
Si sa che fisco e corruzione sono due croci del Paese: ma Vegas non ha mai citato il governo, e ha scelto di parlarne guardando a Bruxelles, dove la nuova riforma comunitaria può rappresentare “il cruciale punto di passaggio verso una vera unione economica e fiscale”, in cui il campo dell’agire economico sia realmente livellato per le aziende europee. Secondo Vegas, a trarne beneficio sarebbero in primis le Pmi italiane, che devono emanciparsi dal credito bancario.