Continua la guerra dei clienti delle banche per contrastare le pratiche commerciali dei loro istituti. La crisi finanziaria ha incrementato la protervia dei prestatori, la frustrazione dei clienti e le sentenze di magistrati e arbitri, i quali accolgono le ragioni dei debitori in materia di calcolo degli interessi (anatocismo) e tassi applicati (usura) con sempre più evidenza.
L’altro giorno lo ha dichiarato più volte il governatore Ignazio Visco, durante l’assemblea annuale della Banca d’Italia: “L’anno scorso anno sono state effettuate verifiche ispettive in materia di trasparenza e correttezza nelle relazioni con la clientela presso gli sportelli di 124 intermediari; in 71 casi sono state rilevate mancanze e sono stati adottati interventi per rimuoverle e migliorare la qualità dei servizi offerti”. La vigilanza bancaria nel 2014 ha ricevuto quasi 14.000 esposti, 2.200 in più dell’anno prima, e i ricorsi all’arbitro bancario finanziario “sono stati oltre 11.000, il 40% in più rispetto al 2013, con oltre 8.500 pronunce, per due terzi favorevoli ai clienti”.
Ora ci sono due esposti in più, e giungono dal Movimento Consumatori, che due mesi dopo la vittoria in tribunale a Milano – che aveva accolto i ricorsi cautelari dell’associazione nei confronti di Ing Bank, Bpm e Deutsche Bank e la successiva richiesta di inibitoria cautelare nei confronti di altre dieci banche – ha inviato le carte all’Antitrust e a Via Nazionale. Al garante del mercato si chiede di avviare nei confronti di 30 banche e dell’Abi “un’istruttoria finalizzata ad accertare se l’applicazione di interessi anatocistici passivi costituisca pratica commerciale scorretta idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori, e se sussista tra le imprese bancarie un’intesa sull’applicazione di interessi anatocistici passivi che abbia per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare la concorrenza”.