La Corte dei Conti ha spiegato che il redditometro al momento non è efficace per controllare la correttezza dei dati forniti dai contribuenti, in più è poco usato e poco redditizio. Potrebbe anche essere abolito a breve, per lasciare spazio ad altri controlli più efficaci, quelli che i contribuenti dovrebbero davvero temere.
Le recenti rilevazioni della Corte dei Conti parlano chiaro: “il redditometro, lo strumento fiscale più recente per contrastare l’evasione fiscale, si sta rivelando del tutto inadeguato e potrebbe presto vedere l’abolizione, dati i suoi scarsi risultati”.
> Anche paghette e regali finiscono nel redditometro
Un breve riepilogo dell’uso fatto di questo strumento conferma quanto dichiarato dalla Corte dei Conti: nel 2014, gli accertamenti prodotti dall’applicazione del redditometro sono diminuiti del 50% mentre le entrate non sono cambiate altrettanto. I controlli sono passati dai 21.535 del 2013, ai 11.091 dell’anno scorso mentre le entrate fiscali, sempre il 2014, sono arrivate a 188 milioni di euro, praticamente un quarto di quanto previsto.
Redditometro: cosa avviene attualmente?
Il redditometro serve a vedere se reddito presunto e reddito dichiarato combaciano e questa operazione di porta avanti con gli accertamenti sintetici. Purtroppo questo sistema si è scontrato con le discussioni sulla privacy e dopo numerose modifiche, il fisco ha preferito metterlo da parte. Dal 2011 ad oggi si nota un calo dei controlli del 69,4%.
Quale futuro per il redditometro?
Il redditometro è al di sotto delle aspettative, è obsoleto. Potrebbe essere abolito, oppure sopravvivere come complemento di strumenti più efficaci quali lo spesometro. In futuro il redditometro potrebbe entrare in gioco soltanto in casi specifici: uno scostamento di oltre il 20% tra reddito presunto e reddito dichiarato.