I conti correnti sono i servizi e gli strumenti finanziari più diffusi tra i consumatori italiani. Vengono infatti detenuti da circa l’80 per cento della popolazione del nostro paese e questa preferenza deve essere ricondotta a due fattori principali.
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Il primo fattore consiste nel fatto che attraverso il conto corrente è possibile sbrigare tutte le operazioni finanziarie di cui si ha quotidianamente bisogno, il secondo, invece, consiste nella possibilità di ottenere un certo guadagno attraverso le somme depositate.
> Conti correnti – Diritti del cliente nel corso della durata del contratto
I conti correnti, infatti, sono da un punto di vista tecnico, depositi remunerati, nel senso che presuppongono la maturazione di interessi sulle somme in essi contenute.
Per dovere di cronaca è però necessario ricordare che esistono oggi anche conti correnti a zero spese che in virtù di questa loro caratteristica non offrono alcuna remunerazione.
In cosa consiste la capitalizzazione degli interessi del conto corrente
I conti correnti sono depositi remunerati perché il saldo produce interessi positivi a favore del cliente, che vengono a loro volta accreditati sul conto.
Gli interessi in questione sono calcolati sulla base del tasso di interesse creditore e per questo motivo vengono anche definiti interessi creditori.
Se il saldo del conto corrente si trasforma in negativo, invece, il conto corrente produce ugualmente interessi, questa volta negativi, che vengono addebitati al cliente. Sono calcolati sulla base del tasso di interesse debitore e definiti appunti interessi debitori.
La capitalizzazione degli interessi nei conti correnti consiste nel fatto che gli interessi addebitati e accreditati sul conto producono a loro volta interessi.