E’ notizia di questa mattina che circa 1,2 milioni di persone che sono iscritte ad un fondo pensione integrativo – circa un quinto dei 5,8 milioni di possessori di previdenza integrativa italiani – nel corso dello scorso anno hanno smesso di pagare i contributi richiesti dai fondi stessi.
► Fondi pensione sospesi per 1,2 mln di persone
Sono tutti coloro che, perché in cassa integrazione o per perdita del lavoro, non possono più permettersi di pagare quanto richiesto. Ma cosa accade a chi non paga?
In primo luogo va evidenziato che, dato che la previdenza integrativa in Italia è facoltativa, non si incorre in nessuna sanzione, né pecuniaria né amministrativa.
Gli effetti di questo mancato pagamento si vedranno su quanto riceveranno di pensione integrativa: maggiore sarà l’interruzione del pagamento dei contributi integrativi e minore sarà l’importo della rendita al momento della cessazione del versamento dei contributi.
Ma non tutto è perduto. Infatti, essendo la previdenza integrativa non obbligatoria e flessibile, il lavoratore, nel caso in cui si presentino le condizioni che permettono di riprendere il pagamento dei contributi volontari, potrà ricostituire la sua pensione.
► Vantaggi e svantaggi della totalizzazione nazionale della contribuzione
Inoltre, nel caso di ritorno al pagamento dei contributi integrativi si potrà accedere anche alla deduzione fiscale di questa spesa fino entro la soglia dei 5164,57 euro annui.