Il decreto sugli ammortizzatori sociali ha accolto in sé anche la definizione del contratto di ricollocazione cui sono collegati i famosi voucher ricollocamento. Si tratta di misure inizialmente pensate per i lavoratori licenziati che invece sono divenute una misura a sostegno di tutti i disoccupati.
Il Jobs Act è finalmente stato tradotto in una serie di decreti attuativi, tra cui anche quello sugli ammortizzatori sociali da cui prendono il via i voucher ricollocamento, una misura indirizzata a tutti i disoccupati e non solo ai licenziati.
Non è un caso che il contratto di ricollocazione sia stato inserito nel decreto degli ammortizzatori sociali e non in quello collegato al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti come previsto in prima battuta. Quello che adesso si sa è che si tratta di un voucher di importo variabile in base al diverso profilo professionale del lavoratore, in base alla facilità con cui quest’ultimo riesce a trovare un nuovo impiego.
> Il Ministero del Lavoro pronto al ‘Jobs Act’
Lo strumento originario è stato quindi ampliato e si è in qualche modo accettata la proposta della Conferenza Stato Regioni. Il sistema di Voucher, infatti, è usato già in alcune Regioni del nostro Paese ma è molto più frequente nel nord Europa dove esiste anche un mercato del lavoro particolare orientato ai criteri di flessibilità e sicurezza. Si migra allora anche a livello culturale dal diritto al posto di lavoro al diritto al lavoro.
Con il Jobs Act il voucher ricollocamento dovrà essere attivato su tutto il territorio nazionale. Il riferimento normativo è l’articolo 17 del decreto sugli ammortizzatori sociali.