Finora, rispetto alle tasse sugli immobili da pagare, era stata fatta chiarezza sull’IMU, l’imposta unica il cui calcolo è affidato ai contribuenti e il cui versamento porta soldi utili nelle casse dei Comuni e dello Stato. Adesso, in un mese particolarmente denso rispetto alle scadenze fiscali, s’inizia a parlare anche di IMUS. Di cosa si tratta e chi deve pagare questa imposta?
A gennaio ci sono tantissime scadenze che attendono i contribuenti rendendo l’avvio dell’anno un po’ più faticoso del solito. Si parla ad esempio del Canone RAI e del bollo auto ma pare che adesso si debba pensare anche ad una nuova imposta, l’IMUS dove “S” sta per “secondaria”: Imposta municipale secondaria.
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Il tributo in question è previsto dalla riforma del federalismo fiscale e quindi può essere applicata a discrezione dei Comuni, dal momento in cui sarà emanato il regolamento governativo previsto dall’art. 11 del decreto legislativo del 2011 n. 23. A partire da quel momento i Comuni potranno gestire in autonomia l’applicazione dell’IMUS attraverso un regolamento comunale.
Fino a quando il regolamento del governo sull’IMU secondaria non sarà varato, ci saranno delle tasse che continueranno ad essere applicate per una serie di servizi. Per esempio la TOSAP che è la tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche, il COSAP che è il canone relativo, l’ICPDPA che è l’imposta comunale sulle pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni e il CIMP, il canone per l’autorizzazione all’installazione dei mezzi pubblicitari.
L’introduzione dell’IMUS, 4 anni fa, era stata prevista per sostituire tutte queste piccole imposte e doveva entrare in vigore nel 2015. Si attende dunque il regolamento. Intanto il MiSE fa sapere che i Comuni, prima di questo documento, non possono agire diversamente ma devono far riferimento alle vecchie imposte.