Bruxelles si manifesta favorevole alla concessione di margini finanziari in replica alla crisi dei migranti: la Commissione europea applicherà la flessibilità alle spese per i rifugiati perché si tratta di una situazione di eccezionalità.
In ogni caso, questa flessibilità sarà “applicata Paese per Paese” e a patto che siano dimostrati “sforzi straordinari”. Lo ha detto il numero uno della Commissione, Jean Claude Juncker, precisando che “anche tra i grandi Paesi c’è chi non fa sforzi sufficienti”. Un’uscita che ha subito scatenato la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini, che bolla come “una vergogna” l’apertura Ue, un esempio di “mondo al contrario: spiace che Renzi sia complice di questo mondo al contrario”.
Le parole del presidente della Commissione sembrano in effetti un passo avanti per Roma, impegnata nella dialettica con le istituzioni comunitarie per spuntare ulteriori margini di manovra nella predisposizione dei conti pubblici. Un tema che si intreccia con la legge di Stabilità appena arrivata in Parlamento e in attesa del via libera di Bruxelles. Nel testo, sono presenti richieste di flessibilità per 0,2 punti di Pil (cioè di potersi indebitare per altri 3 miliardi di euro circa) proprio in ragione dell’emergenza migranti, che interessa il bacino del Mediterraneo come una delle principali porte d’accesso all’Europa continentale. Sulla possibilità che la Commissione dia il via libera a questo ulteriore margine di deficit, c’è sempre stata un po’ di perplessità, anche perché si va ad aggiungere ad altre richieste di deviare dal percorso originario di correzione dei conti che si giustificano con il quadro economico di crisi e con la possibilità di ottenere margini di manovra in concomitanza con la realizzazione di riforme e investimenti.